Wisconsin, Kentucky, Michigan State e Duke. Queste sono le quattro squadre che si contenderanno il titolo di campione NCAA 2015 alle Final Four di Indianapolis. Queste quattro squadre sono state protagoniste nel weekend appena passato di quattro intense e veramente belle partite.
Iniziamo con la prima in ordine cronologico Wisconsin batte Arizona 85-78.
Partita fantastica sotto ogni punto di vista, Wisconsin ha giocato in maniera pazzesca nella metà campo offensiva dove nel primo tempo ha attaccato i lunghi dei Wildcats con Kaminski.
Arizona, inizialmente, aveva deciso che Ashley dovesse marcare Frank the Tank, ma dopo più o meno quattro minuti di gioco, lo junior di Coach Miller aveva due falli e si è dovuto sedersi in panchina.
Da quel momento in poi, Coach Miller ha provato sia Hollis Jefferson che Tarczewski e l’unica cosa che ha portato questo adattamento e caricare di falli i sopracitati.
Wisconsin nel primo tempo si è appoggiata tantissimo sotto canestro per poi cercare di trovare delle triple in base alle letture difensive, in difesa invece, dopo i primi minuti dove hanno difeso benissimo, hanno sofferto un po’ Arizona che li ha messi in difficoltà ma, senza un tiratore continuo dalla lunga distanza, non è riuscita a dominare la difesa dei Badgers.
Nel secondo tempo si è scatenato il Sam Dekker Show, fantastica la prova balistica del esterno di Coach Ryan, 5/5 nel secondo tempo dall’arco dei tre punti. Dekker sta giocando un torneo fantastico ed ha ritoccato per due volte il suo career high.
Arizona ha provato a reagire in qualche modo ma, non è riuscito ne a limitare lo spaventoso attacco di Wisconsin, 55 punti nel solo secondo tempo, né a creare degli attacchi pericolosi.
La squadra di Bo Ryan ha meritato di andare alla Final Four, dopo aver giocato una stagione da dominatrice della Big 10. Kaminski e Dekker sono sempre più impressionanti, per loro 56 punti in coppia, 29 per Frank the Tank e 27 Sam Dekker. Bo Ryan, dopo aver inseguito una Final Four per la maggior parte della sua carriera, trova la seconda consecutiva e piuttosto meritata.
Dall’altra parte, Arizona non può recriminare nulla. Hanno fatto un ottima partita, non riuscendo però a trovare soluzioni per il bel attacco ragionato dei Badgers.
Era una squadra che poteva andare alla Final Four perchè aveva, insieme a Virginia, il miglior sistema difensivo della nazione ed è allenata da uno dei miglior Coach della nazione.
Forse gli è mancato il tiro da tre punti perchè, oltre Gabe York, non hanno giocatori che trovano il bersaglio con continuità. Coach Miller è ancora il miglior Coach in circolazione senza essere andato alle Final Four, riconoscimento datogli da Bo Ryan lo scorso anno all’Elite Eight.
Ultima cosa da dire, lo sfogo a fine partita di T.J McConnell al momento della sostituzione è stato toccante. Ha pianto perchè non è riuscito a portare Coach Miller alle Final Four e lo ha scusato.
I Badgers incontreranno alle Final Four Kentucky, che soffrendo tantissimo e forse non meritandoselo al 100%, ha battuto Notre Dame in una delle migliori partite del torneo, forse della stagione.
Il risultato finale è di 68-66 in favore degli Wildcats. La squadra di Coach Brey ha giocato la partita perfetta ed ha giocato nettamente meglio ed ha perso comunque.
Coach Brey ha messo in campo la squadra, dopo aver fatto un piano partita perfetto: non hanno mai dato la transizione offensiva a Kentucky, hanno lottato tantissimo a rimbalzo difensivo, in attacco ha sfruttato l’ossessione di Kentucky per la stoppata mettendo Auguste a seguire le penetrazioni dei compagni per prendere il rimbalzo ed hanno difeso in maniera spettacolare.
Tutto ciò però non è servito per battere la squadra di Calipari che, al contrario degli Irish, sembrava aver messo in campo la squadra come se fosse una normalissima partita di regular season.
Infatti si è visto in tutto il primo la differenza di atteggiamento da parte delle due squadre: da una parte c’era Notre Dame che lottava su tutti i palloni ed ha cercato di buttare il cuore oltre l’ostacolo, dall’altra c’erano i Wildcats consapevoli di essere più forti ed hanno giocato nella maniera opposta a quella di Notre Dame, appoggiandosi al talento e non alla squadra.
Alla fine hanno avuto ragione loro perchè ha vinto il talento trascinato da Karl Towns, 25 punti, 5 rimbalzi e 4 assist con 10/13 dal campo e hanno chiuso la partita con due tiri liberi di Andrew Harrison.
Piccola considerazione sui gemelli Harrison: sono due giocatori che, personalmente, non mi piacciono, non sono dei tiratori naturali, buoni penetratori, non difendono bene, sbagliano molte scelte e non hanno una buona gestione della palla, ma un pregio grandissimo che devo attribuire ad entrambi è che nei momenti decisivi non sbagliano mai.
I gemelli Harrison sono spaventosamente clutch vedi lo scorso anno Aaron al torneo, vedi sabato notte Andrew con i tiri liberi decisivi messi con una freddezza imbarazzante.
Notre Dame ha giocato un ottima partita, intensa, precisa, non ha, quasi, sbagliato un colpo. Connaughton è stato stupendo nel difendere sotto il canestro contro i lunghi di Kentucky, li ha limitati come meglio ha potuto, Auguste ha trascinato la squadra in attacco con 20+9 rimbalzi, di cui sei offensivi.
I sei rimbalzi offensivi sono stati frutto di una precisa richiesta di Coach Brey che sapeva che spesso i difensori Wildcats erano troppo concentrati sul penetratore e, per cercare la stoppata, lasciavano da solo un lungo sotto il canestro. Auguste ha saputo sfruttare benissimo questa falla nella difesa di Kentucky ma non è bastato.
Domenica sera, Michigan State ha battuto Lousiville dopo un’overtime 76-70. Ennesima dimostrazione di come le squadre di Coach Izzo a marzo sboccino e macinano gli avversari. Per il coach italoamericano è la settima final four, tutte conquistate negli ultimi quindici anni.
Vedendo le partite degli Spartans del torneo, si nota la differenza sostanziale fra i primi tempi e i secondi tempi giocati dagli Izzo’s.
Praticamente nei secondi tempi, entrano in campo con una voglia di spaccare il mondo impressionante, infatti nelle ultime due partite, dopo dei non fantascientifici primi tempi, hanno vinto la partita nella seconda frazione sbranando l’avversario.
L’asse portante di questa squadra è Travis Trice-Denzel Valentine. Il primo è lo scorer principale che assomiglia sinistramente a Shabazz Napier, gran tiro da fuori, non perde mai la fiducia ed è l’uomo dell’ultimo tiro.
L’altro assomiglia alla versione Spartans di Draymond Green, giocatore completo, difende, va rimbalzo, passa la palla in maniera straordinaria, solo più perimetrale rispetto al giocatore di Golden State. Bellissimi gli ultimi minuti di tempi regolamentari e tutto l’overtime dove Schilling e Costello, i due lunghi di Michigan State, erano fuori per falli e Dawson e Valentine hanno cercato in tutti i modi di arginare i vari Harrell e Mathiang. Branden Dawson autore del rimbalzo offensivo che ha deciso la gara in pieno overtime.
L’ultima squadra a staccare il biglietto per il Lucas Oil Stadium è stata Duke capace di battere una Gonzaga mai doma per 66-52. Il distacco non rispecchia la differenza fra le due squadre.
Gonzaga è stata per la maggior parte della partita sotto nel punteggio ma molto vicina. Duke l’ha vinta grazie ad alcuni possessi difensivi ottimi nei momenti topici della partita.
I Zags sono partiti molto a rilento, ma piano piano appoggiandosi alla coppia di lunghi Karnowski-Sabonis che hanno dominato Okafor nella metà campo offensivo.
Protagonista inaspettato sicuramente Matt Jones sophomore che dopo l’espulsione dalla squadra di Sulaimon ha preso i suoi minuti e ha messo quattro triple nel secondo tempo tutte con un peso specifico molto alto.
Justise Winlsow si conferma essere un’ala piccola fantastica e sigilla la partita con un paio di giocate decisive. Sta giocando un torneo magnifico, giocando ogni gara con molta intensità, il tiro da tre è molto continuo e mi stanno sorgendo dei dubbi, in vista del draft, su chi sia il miglior prospetto nel ruolo di ala piccola fra lui e Johnson.
Siamo arrivati alla parte finale di questa stagione e una fra queste quattro squadre alzerà il titolo di campione NCAA 2015 nella notte di Pasquetta. Una Final Four con almeno tre seed #1 non si vedeva dal 2008 dove ci andarono tutte e quattro.
Ognuna di questa quattro squadre si meriterebbe il titolo per ragioni diverse: Wisconsin per la coronazione della carriera di Bo Ryan e per il suo gioco offensivo splendido, Kentucky per la stagione perfetta che manca dal ’76, Duke perchè sarebbe molto bello che nell’anno della vittoria numero 1000 di Coach K vincessero anche il titolo e Michigan State perchè ogni marzo ci stupisce, giocando un basket eccezionale.
Buone Final Four a tutti.