Primo turno con poche sorprese, ma quelle poche toste, ovvero l’eliminazione di Duke dal torneo. Per il resto abbastanza equilibrio e squadre minori che ci hanno provato ma a parte Duke e la sorpresa (a metà) di Umass, il resto delle teste di serie ha passato il turno.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’alto.
Wichita State- Cal Poly (64-37) non è stata una partita. Ho guardato 5 minuti, ma confesso che ho cambiato subito, perché la differenza tra le due squadre era imbarazzante. Credo che coach Gregg Marshall avesse minacciato i suoi che se si beccavano l’upset li spediva tutti in Crimea. L’unica nota statistica interessante, vi assicuro, è la striscia vincente degli Shockers che arriva a 35-0. Per Cal Poly 37 punti è il minimo del torneo. Shame on you.
Kentucky-Kansas State (56-49) già più interessante, anche se oltre a trovare un Julius Randle sontuoso UK ha anche tirato bene e quindi è sostanzialmente sempre rimasta in controllo della partita. Pronti via e tecnico a Kansas State perché non si può schiacciare nel riscaldamento. Lo sapevate? Nemmeno Brian Rohleder, il sophomore di K-State, di quelli che non giocano mai ma stanno in panchina.
Quindi alla palla a due iniziale Kentucky già conduceva 1-0 (Andrew Harrison ha fatto 1-2 dal tiro libero). Per il resto la fisicità di UK ha fatto la differenza, anche se i ragazzi di John Calipari non sono apparsi in forma smagliante, a parte Willie Cauley Stein, che resta il lungo con i piedi più veloci del west e ovviamente Julius Randle che ormai aspetta che la partita arrivi da lui. Inizia in sordina e poi mette a refertp 19-15. E tanti saluti a Kansas State. La squadra allenata da Bruce Weber becca la serata storta del freshman Marcus Foster (occhio a lui) e di Will Spradling che combinano per 2-14 da 3. Fine del torneo.
Sain Louis-Nc State (83-80 OT) sono state due partite. La prima dominata dai Wolfpack e la seconda (iniziata a 5 minuti dalla fine) dai Billikens. E’ la March Madness, bellezza. E così la truppa di TJ Warren (ovviamente sorvegliato speciale, che chiude comunque con 28 punti) sciupa un vantaggio di 14 punti negli ultimi 5 minuti, si fa riagguantare e finisce sconfitta all’overtime in un profluvio di palle perse, errori banali e (ovvio) tanta paura di perdere una partita che sembrava già vinta, come poi è stato. Ah, una delle strategie di Saint Louis è stata: fare fallo… e Nc State ha regalato un magnifico 13-26 (nel North Carolina quest’anno i liberi non vanno di moda). Uomo partita per i Billikens è stato Rob Loe, costante per tutto il match e con punti e rimbalzi decisivi nell’OT.
Louisville-Manhattan (71-64) una gara a 100 all’ora tra il maestro, coach Rick Pitino e l’allievo coach Steve Masiello. Manhattan gioca senza timori reverenziali, ma nel primo tempo Louiville finisce avanti, con un Chris Jones ispirato. Il secondo tempo inizia con Jones che come spesso accade peggiora alla distanza e con Luke Hancock svagato. Morale: i Jaspers si portano addirittura in vantaggio con Pankey e Beamon e il match sembra combattuto. Si va ai minuti finali, quando Russ Smith e Luke Hancock fanno vedere di che pasta sono fatti con le giocate (fra triple e palle recuperate) che chiudono la gara
Umass-Tennessee (67-86) non è mai stata in discussione. Primo tempo dominato dai Volunteers e poi controllo facile del match. Tennessee non sembra volersi fermare più, e sembra davvero in grande forma. Il lungo Jarnell Stokes, tostissimo (che probabilmente non andrà in Nba, occhio Europa) non ha avuto rivali e ha chiuso con 26 punti e 14 rimbalzi con 7-11 dal campo e 12-13 dalla lunetta. Per Umass Chaz Williams non è riuscito a incidere come altre volte e ha chiuso con 12 punti e 5 assist ma anche 5 palel perse.
Duke-Mercer (71-78) è stata LA partita del secondo turno, che poi è il primo turno effettivo. Si discuterà a lungo: Jabari Parker non ha brillato, Rodney Hood ancora meno. Diciamo subito che per come ha giocato Duke durante l’anno in parte ci sta. Certo coach K è sempre coach K e il talento dei Blue Devils è elevato, ma troppi 1vs1, poca circolazione, moltissimi tiri da 3 (la Duke di quest’anno è quella che sui punti totali ne faceva provenire di più, in percentuale, dall’arco rispetto alle formazioni del passato) e soprattutto una strutturale debolezza sotto canestro hanno portato all’upset. Bracket da cestinare e alcune riflessioni da fare per Krzyzewski. Diamo due cifre per finire: Jabari Parker 14 punti con 4-14 e 7 rimbalzi e 4 perse, Rodney Hood 6 punti con 2-10 6 rimbalzi e 3 perse. Per Mercer Jakob Gollon e il lungo Daniel Coursey sugli scudi.
Arizona State-Texas (85-87) finisce con il primo buzzer-beater del torneo messo segno Texas con il lungo Cameron Ridley che chiude come miglior marcatore e rimbalzista di Texas. Il match è stata una super sfida tra lunghi con Arizona State guidata da Jordan Bachynski (25+7). Come al solito Texas vince grazie al contributo di tanti, distribuendo punti, difesa e intangibles fra molti giocatori. Match meritato perché in fondo sempre condotto. Squadra giocane e divertente che ora se la vedrà con Michigan.
Wofford-Michigan (40-57) è stato il gioco del gatto con il topo. Wofford ci ha provato, davvero. Nei primi minuti hanno eseguito un piano partita chiaramente preparato, palla dentro in attacco ed eliminare Nik Stauskas in difesa. Peccato che Michigan abbia troppo talento. Prima ci ha pensato Glenn Robinson e poi nel secondo tempo è salito in cattedra Jordan Morgan che sostanzialmente ha catturato ogni rimbalzo disponibile in attacco e in difesa e ha chiuso il match. Ma la verità è che Michigan non ha mai dato l’impressione di poterla perdere né di essere minimamente impensierita.
Giornalista di www.basketballncaa.com