In tanti, alla vigilia del Torneo, vedevano Arizona (#1) come una numero uno del seed un po’ traballante: nella prima gara giocata, i Wildcats non hanno fatto niente per smentirli. É vero che i ragazzi di Sean Miller hanno portato a casa la vittoria (68-59) contro una non fantastica Weber State (#16), ma il modo in cui l’hanno fatto non puó impressionare nessuno.
Arizona non solo é partita nervosa, ritrovandosi presto sotto 2-10; ma, una volta conquistato un buon vantaggio, invece di gestirlo e chiudere la partita, ha fatto ritornare in gara Weber State, mostrando una tenuta mentale non proprio eccellente.
Quello che ha permesso ai Wildcats di vincere, é stata ancora una volta l’ottima difesa, che ha permesso loro di spegnere offensivamente gli avversari e di conquistare punti facili dai recuperi (9 palle perse di Weber State, nel primo tempo convertite in dodici importantissimi punti), conquistando giá nel primo tempo il vantaggio che ha fatto la differenza.
Appena finita la gara, i pensieri di tutti erano rivolti al terzo turno, ed a una sfida contro Gonzaga che si preannuncia molto difficile. Coach Miller sa benissimo che, se i suoi non vogliono andare a casa, dovranno fare molto meglio “Siamo fortunati ad avanzare, la prossima gara sará difficilissima. La mia speranza é che, avendo giá giocato una partita, milgioreremo e saremo piú noi stessi”.
Non molto piú divertente é stata la gara tra Oklahoma State (#9) e Gonzaga (#8): non completamente per colpa (se cosí vogliamo dire) delle squadre. La partita, infatti, é stata continuamente fermata da una serie infinita di fischi (61 falli alla fine), che hanno spezzettato la gara. Si é arrivati al paradosso che, tra time out, fischi e tiri liberi, ci sono voluti ventiquattro minuti per giocare gli ultimi tre e mezzo.
Gonzaga ha meritato la vittoria (85-77), guidando per tutta la partita, con le due squadre che hanno fatto un po’ uno yo-yo: prima i Bulldogs piazzavano un parziale ed allungavano, e poi Ohlahoma State, trascinata da un Marcus Smart sempre piú in profumo di NBA (23 punti, 13 rimbalzi, 7 assist e 6 recuperi per lui) rispondeva e recuperava, portando la partita punto a punto fino alla fine.
Quello che ha deciso é stata la capacitá di Gonzaga di rimanere concentrata ed efficace nel finale, oltre che alla precisione ed alla freddezza dalla linea della caritá di Kevin Pangos (26 alla fine), che ha segnato tutti i dieci liberi a sua disposizione negli ultimi novanta secondi di partita, permettendo ai Bulldgos, alla loro diciassettesima partecipazione consecutiva al torneo, di giocarsi la sfida contro Arizona.
Torna a casa anche Oklahoma (#5), eliminata a sopresa (75-80) dalla North Dakota State (#12) in quello che é stato l’unico vero upset (ma che upset), nonché la partita piú bella del secondo turno del West Regional.
Oklahoma, non é riuscita a chiudere nel finale dei tempi regolamentari, sbagliando dal campo e dalla lunetta quei tiri che le avrebbero permesso di chiudere i conti. NDSU ha quindi colto la palla al balzo, forzando l’overtime e poi portando a casa una vittoria storica.
Le storie della partita sono soprattutto due: la prima pagina deve per forza di cose andare a Lawrence Alexander, non solo per quella tripla a undici secondi dalla fine della partita che ha forzato il supplementare: ma, soprattutto, per la sua sicurezza e quell’abilitá di capire i momenti di difficoltá dei suoi, e di rispondere sempre presente con canestri fondamentali. Ha chiuso la sua gara della vita a quota ventotto punti, sette rimbalzi e quattro assist, diventando una delle facce piú importanti ed incredibili di queste prime giornate di Torneo NCAA.
Il secondo nome da citare é quello di Carlin Dupree, entrato in campo nel supplementare giusto in tempo per segnare (negli ultimi settanta secondi di partita) i quattro liberi (lui che in stagione tirava dalla lunetta con il 58%) che hanno definitivamente permesso a NDSU di fare la storia, conquistando la sua prima vittoria in assoluto al Torneo.
La Cenerentola del seed North Dakota State, al prossimo turno, se la dovrá vedere con San Diego State (#4), che ha sconfitto di misura (73-69) New Mexico State (#13) in un’altra bellissima partita finita al supplementare.
Gli Aztecs tirano alla fine un enorme sospiro di sollievo: hanno seriamente rischiato di perdere una partita nella quale sono sempre stati in vantaggio, senza peró riuscire a chiuderla. Anzi, si sono visti mangiare un punto alla volta il loro vantaggio di quattordici punti all’inizio del secondo tempo; forzati al supplemantere, hanno poi avuto la forza mentale di reagire e portare a casa la vittoria.
Come ha detto a fine gara Dwayne Polee “É il torneo, tutti danno il meglio. Ci hanno dato un pugno in bocca nel secondo tempo, ma nell’ovetime siamo riusciti a lottare ancora di piú”. New Mexico State non puó che mangiarsi le mani per l’occasione persa.
Nella parte bassa del West Seed sono Baylor e Creighton ad avanzare.
Baylor (#6) ha continuato la sua magifica striscia marzolina (ha vinto undici dell ulitme tredici partite), battendo senza troppi (70-64) problemi Nebraska (#11).
Era dal 1998 che Nebraska non arrivava al Torneo, e diciamo che non ha impressionto neanche questa volta, offrendo poca opposizione ad una Baylor in forma notevole: i Cornhuskers hanno avuto enormi problemi offensivi, sono partiti sbagliando nove dei loro primi dieci tiri, hanno avuto anche nove minuti consecutivi senza mettere a segno un punto e, nel secondo tempo, hanno pure perso coach Miles, espulso per doppio fallo tecnico.
Eliminata una prima squadra del Nebraska, ora Baylor vuole eliminare pure la seconda.
Creighton (#3), trascianta da McDermott e Wragge, arriva al terzo turno dopo aver sconfitto (76-66) una UL-Lafayette (#14) che ha venduto cara la pelle fino alla fine.
Sono infatti servite la solita prova monstre di McDermott (quinta partita consecutiva oltre trenta punti) e un Wragge che, quando la stella della sua squadra ha avuto un periodo di pausa nel secondo tempo, non s’é fatto problemi a prendersi responsabilitá importanti.
Louisiana-Lafayette, alla sua prima apparizione al Torneodal 2000, ha lottato alla grande, sfruttando le difficoltá offensive iniziali di Creighton per mantenersi in gara e prendere ritmo e fiducia. Alla fine McDermott riassume bene la partita, sottolineando com i Bluejays abbiano vinto, ed é la cosa piú importante “Ce la siamo cavata, abbiamo una squadra di veterani e alla lunga questo ha fatto la differenza”. Certo é che i dubbi sulla squadra di McDermott senior non sono scomparsi, anzi.
Molto meno combattuta ma comunque interessante é stata invce la gara tra Oregon (#7) e Brigham Young (#10): la partita é rimasta in equilibrio fino a metá del secondo tempo, quando i Ducks hanno messo il piede sull’acceleratore, piazzato un break di 15-2 e messo una quindicina di punti di distanza tra loro e gli avversari, chiudendo i conti a qualche minuto dalla fine (87-68 il risultato finale).
Per Brigham Young ha sicuramente pesato tanto l’assenza di Kyle Collinsworth, che si é rotto il crociato nella finale del West Coast Tournament contro Gonzaga, mentre invece Oregon ha sfruttato l’entusiamo e la voglia di fare bene di Elgin Cook, che giocava davanti alla famiglia e nella sua cittá (Milwaukee).
Cook ha giocato alla grande nella sua prima apparizione al Torneo, segnando il suo carrer high (23 punti) e guidando i Ducks al turno successivo, guadagnandosi i complimenti di coach Dana Altman “Elgin Cook ha gioato alla grande, ha segnato tutto”.
Chiudiamo il resoconto della notte con una partita non proprio bellissima, quella che ha visto Wisconsin (#2) letteralmente asfaltare (75-35) American (#15).
Sí perché, se é vero che il Torneo NCAA é bello, che ci sono le Cenerentole e gli upset, é anche vero che ogni tanto escono fuori partite un po’ cosí, dove la differenza tecnica tra le due squadre é semplicemente troppa.
A dire la veritá, American era pure partita bene ed era avanti 17-10 a metá del primo tempo: poi improvvisamente gli Eagles si sono spenti, come ha detto anche Tony Wroblicky: “Siamo partiti carichi, stavamo giocando bene, facevamo prendere a Wisconsin dei tiri difficili e segnavamo: poi, ci siamo bloccati”.
Negli ultimi ventinove minuti di partita, infatti, la povera American si é trovata soffocata dalla difesa dei Badgers, ed ha praticamente smesso di segnare: da lí in poi gli Eagles hanno tirato con 4/26 dal campo e sofferto periodi lunghissimi di totale siccitá offensiva. Wisconsin ha preso il controllo della gara, e non ha neanchedovuto mettere la terza per chiudere i conti con facilitá: il +40 finale rappresenta il magggior scarto di vittoria mai ottenuto in tutte le quarantaquattro gare del Torneo giocate da Wisconsin.
É chiaro che, contro dei Badgers cosí, guidati dai diciassette punti di Ben Brust, Americna poteva far poco: oltre ai giá forti Badgers, tra l’altro, se l’é pure dovuta vedere con i tifosi di Wisconsin, arrivati in massa a Milwaukee dalla vicina Madsion, sede del campus. I tifosi sono potuti tornare a casa contenti, ma questo é solo l’inizio e, contro Oregon, la partita non sará certo cosí facile.
Non c’ é neanche tempo di respirare, da stanotte si riparte.