8166270Le vincitrici di due degli ultimi tre campionati di college basketball provenivano dalla Big East: Connecticut nel 2011 e Louisville nel 2013, intervallate dalla Kentucky di Anthony Davis.

Da quest’anno la Big East non esiste più, o meglio esiste ma non come la conoscevamo fino all’anno scorso; Syracuse, Notre Dame e Pittsburgh sono andate in ACC, le altre squadre si sono divise in AAC e Big East.

La squadra di cui parleremo, milita in AAC e, sorprendentemente, la sta dominando. Infatti i Cincinnati Bearcats stanno giocando un ottima stagione che li ha proiettati fino al settimo posto del ranking settimanale. Il loro record è di 23-3, le uniche sconfitte sono state contro New Mexico, nel caldissimo derby contro Xavier e sabato scorso, prima sconfitte nelle conference-game, contro Southern Metodist.

Contro SMU, hanno giocato per la prima volta male: coach Larry Brown ha impostato la difesa scommettendo sulle percentuali ballerine da tre dei Bearcats, unico punto debole di Cincinnati, ed offensivamente è riuscito a neutralizzare l’ottima difesa della squadra di Coach Cronin. Però hanno battuto al Madison Square Garden Pittsburgh in una gara tiratissima finita 44-43, in conference hanno battuto squadre ben più quotate come Memphis,UConn e Louisville.

Il leader offensivo della squadra di Cronin è Sean Kilpatrick, guardia all’ultimo anno, che segna quasi 20 punti a partita, conditi con 4.6 rimbalzi, 2.5 assist e 1.4 palle rubate. Tira abbastanza bene sia dal campo che ai liberi ma ha una percentuale abbastanza brutta, come d’altronde ogni membro della squadra, da tre dove tira con il 35%, fondamentale che deve migliorare se spera di avere un futuro in Europa.

Se Kilpatrick è il leader offensivo, Justin Jackson è il leader difensivo. Jackson, anche lui al quarto anno, è alto 2.07 ed è un giocatore molto atletico, gioca praticamente da centro e difensivamente sposta l’equilibrio della partita sempre dalla parte dei suoi.

Lui è un eccellente stoppatore, le 3.1 stoppate a partita gli sono valse l’entrata nella Top 20 degli stoppatori dell’intera Division I. In attacco comunque è il secondo miglior marcatore della squadra con 11.4 a partita e tira con il 56% dal campo. E’ anche un buon rimbalzista, il migliore del team, con 7 a partita. Infine contribuisce con 1.6 assist e 1.7 rubate che per un lungo sono buone cifre.

Titus Rubles, un altro Senior, è l’anima e la coscienza della squadra. Anche se la squadra è composta da molti giocatori del terzo e quarto anno, Rubles è il giocatore, non con più talento, ma con esperienza che cerca di trasmettere ai più giovani.

E’ una guardia che segna 7.2 punti e prende 6.3 rimbalzi, cifra notevole per un esterno, 2 assist, 1.4 palle rubate e una stoppata a partita.

Loro tre sono i Senior, a cui Mike Cronin fa affidamento. Thomas e Sanders completano lo Starting-Five. Il Sophomore Shaquille Thomas gioca 23 minuti, con 7 punti, 3 rimbalzi,1 assist e una palla rubata. Come tutti non ha un buon tiro da tre, che va e viene, ma già dall’anno prossimo avrà più responsabilità e dovrà migliorare tantissimo.

Jermaine Sanders è uno Junior che segna 6 punti, 3 rimbalzi ed un assist. Cronin, dalla panchina, fa entrare quattro giocatori. Il sesto uomo è Troy Cupain, freshamn, che porta un contributo alla causa con quasi 6 punti di media, 2.4 rimbalzi e 2,4 assist, lui insieme a Thomas e Guyn, molto probabilmente, faranno parte del quintetto dell’anno prossimo.

Guyn, junior, è il classico giocatore d’esperienza in uscita dalla panchina. Gioca 18.5 minuti,in cui segna 5 punti, 2 rimbalzi e un assist a partita. Tira abbastanza male con il 33% dal campo, sicuramente se vorrà far parte del quintetto l’anno prossimo dovrà, assolutamente migliorare le percentuali.

Jeramaine Lawrence è il cambio del lungo dalla panchina. Gioca 16.5 minuti dove segna e raccoglie 3 punti e 3 rimbalzi e pur essendo un lungo tira male dal campo, 37%. L’ultimo giocatore della rotazione è Kevin Johnson, gioca 11 minuti, contribuisce con 3 punti e brutte percentuali: 375 dal campo e addirittura un 25% da tre.

Come visto dalle statistiche nella squadra di Cronin, solo due giocatori superano la doppia cifra e tirano,quasi tutti, male dall’arco. Vincono e, soprattutto, convincono grazie alla super difesa, quinta della nazione con 57.6 a partita.

Infatti coach Cronin è stato assistente sia di  Huggins,’97-’01, sia di Pitino,’01-’03. Entrambi gli allenatori sono ottimi esperti di difesa, vedi Pitino che ha plasmato Vogel e Donovan, che a sua volta ha formato Shaka Smart.

Cronin è riuscito ad inculcare a tutti i giocatori il suo mantra difensivo e finalmente i risultati si iniziano a vedere. Nella sua storia l’università di Cincinnati è riuscita a vincere il titolo due volte nel ’61 e nel ’62, nel ’63 è riuscito ad arrivare in finale ma perse contro Loyola Chicago, non Marymount.

Il miglior momento fu sotto coach Huggins che portò la squadra alle Final Four nel ’92 dove presero contro i primi Fab Five. Da Cincinnati sono usciti giocatori che hanno fatto la storia del gioco come Oscar Robertson, sotto Coach Huggins sono usciti Kenyon Martin e Jason Maxiell, sotto Cronin James “The Flight” White, ora a Reggio Emilia, e “Born Ready” Lance Stephenson, solidissimo titolare negli Indiana Pacers, squadra migliore dell’Eastern Conference.

Coach Cronin, anche nei suoi anni da assistente, ha sempre dimostrato di essere un buonissimo, se non ottimo reclutatore. Ha iniziato la sua carriera come Head-Coach, nel 2003 con Murray State dove vinse per due anni il titolo dell’Ohio Valley Conference e nel 2006 arrivò a Cincinnati.

Negli ultimi tre anni sono sempre andati alla March Madness, dove hanno perso nel 2011 e nel 2013 al secondo turno e nel 2012 alle Sweet Sixteen perse contro Ohio State versione Sullinger.

Quest’anno,grazie al lavoro fatto da Cronin e dai suoi assistenti, in quel di Cincinnati si stanno vedendo i frutti di anni di lavoro. Non so se arriveranno alle Final Four, ma io a marzo non li vorrei mai incontrare.

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