azt464La difesa è la chiave per vincere ad alto livello nel Basket. Questo lo sanno tutti gli appassionati e ancor di più gli allenatori. Ecco perché a San Diego, un anziano allenatore, con capelli bianchi e occhiali, è riuscito, tramite un ottima difesa, a portare la squadra di basket dell’università statale al settimo posto del Associated Press ranking.

L’anziano allenatore è Steve Fisher e la squadra al settimo posto del ranking è San Diego State. Quest’anno la stagione degli Aztecs sembrava dover essere una stagione di transizione, dopo che quattro dei migliori sei marcatori della scorsa stagione se ne erano andati.

Grazie ad una delle migliori difese della nazione e ad uno dei pochi reduci dagli anni passati, San Diego State ha perso solo una partita, per di più contro la prima della nazione. Infatti, ad inizio stagione, hanno dovuto affrontare Arizona, dove si è giocato fino all’ultimo ma il talento superiore dei Wildcats ha avuto la meglio sulla difesa degli Aztecs.

Dopo questa sconfitta, hanno vinto sedici partite consecutive portando il loro record sul 17-1. Alcune vittorie sono state contro squadre forti e contro buone mid-major: Washington, Creighton, Marquette, Boise State, Kansas e UNLV hanno dovuto subire la difesa tutto campo di San Diego State.

Coach Fisher ha trasformato una squadra di medio livello ad una che può competere nella March Madness. Il talento principale di questa squadra è la point guard Xavier Thames. Thames è un Senior che ha un ottimo repertorio offensivo e con le sue giocate può portare in fondo la sua squadra.

Il talento californiano segna 17 punti di media,tira con buonissime percentuali e ruba intorno ai due palloni a partita. Creare il gioco non è una delle sue qualità migliori, lo testimonia il fatto che smista solo 2.5 assist a partita. A dire il vero, per i canestri assistiti non è la miglior qualità di tutta la squadra, infatti sono una delle peggiori squadre della nazione in questa speciale classifica con 10.6 canestri assistiti a partita.

Il journeyman Josh Davis è un giocatore importantissimo per la squadra di Coach Fisher. Infatti il giocatore al sesto anno (ha giocato a NC State e a Tulane) è il terzo miglior rimbalzista di tutta la Division I con 11.5 rimbalzi di media. Insieme a questi aggiunge tanta esperienza, quasi 9 punti a partita ed è un eccellente giocatore nel pitturato; garantisce esperienza anche per il compagno di reparto Skylar Spencer. Il centro sophomore è un eccellente stoppatore con 2.5 stoppate a partita, a punti e a rimbalzi offre poco più di 4 di media, ma sicuramente è un prospetto molto interessante per Coach Fisher.

Winston Shepard completa il back-court degli Aztecs. La guardia Texana, unico giocatore del roster che non proviene dalla California, è un giocatore con ampi margini di miglioramento in alcune fasi del gioco, ad esempio dal tiro da tre dove tira con il 17%, ma molto solido nelle restanti. Infatti va molto bene al ferro e tira con il 43% ed è anche un buon rimbalzista per il ruolo con poco più di 5 rimbalzi di media.

A completare il quintetto c’è J.J O’Brien, ala piccola Junior. Lui è il collante fra difesa e attacco e viaggiava, prima dell’infortunio, a 14 punti di media. Adesso segna 9 punti e conquista 5.4 rimbalzi a partita, tira con il 48% dal campo e con il 40% da tre.

L’ex coach di Michigan fa girare dieci giocatori in tutta la partita, Josh Davis sta in campo più minuti di tutti: 30 di media. La second-unit è composta da Aqeel Quinn,Dakarai Allen, Matt Shrinley,Dwayne Polee II, James Johnson.

Polee II è uno Junior ed è l’All-Around della squadra. Entra dalla panchina e segna 7.3 punti, raccoglie 3 rimbalzi, ruba un pallone e stoppa un tiro di media. Per essere un lungo tira benissimo ai liberi con il 91% e da tre con il 35%, giocando intorno ai quindici minuti di media.

Matt Shrinley è il faro della second-unit ed è il cambio di J.J O’Brien. É un ottimo atleta e difensivamente può crescere, è un buon tiratore da 38% dall’arco. Quinn gestisce bene i ritmi dell’attacco e Dakarai Allen è un giocatore in divenire, che può essere un buon tassello per le San Diego State future.

Come detto prima la squadra ha un’ottima difesa dove concede 55.7 punti a partita, solo Clemson fa meglio di lei, e in attacco segna 74 punti ed è una squadra che va tantissimo a rimbalzo conquistandone 41.5 a partita.

L’ateneo prima dell’arrivo di coach Fisher, non era dei più famosi aveva raggiunto solo tre volte il torneo e con scarsi risultati. Con l’arrivo di coach Fisher, San Diego State è emersa ed è arrivata dove è ora grazie al suo coach. Ma coach Fisher ha una storia prima degli Aztecs.

Nel 1982 dopo esser stato Head Coach di un liceo dell’Illinois e assistente per qualche anno a Western Michigan, viene ingaggiato da Michigan sempre come Assistant Coach.

Nel 1989 il coach Bill Friedel, capo allenatore dei Wolverines, durante la stagione, dichiara di aver firmato un contratto con Arizona State. L’atlethic Director di allora, Bo Schembechler, decide di licenziarlo e mette al timone coach Fisher come traghettatore fino a fine stagione. Si presentano al torneo con una buona squadra, ma non abbastanza forte per vincere il titolo.

Invece stupiscono tutti battendo alle Sweet Sixteen North Carolina, schiantano all’Elite Eight la numero cinque Virginia e vanno alle Final Four, dove vincono tutte e due le partite in volata contro Illinois e Seton Hall. Coach Fisher è la mente e Glen Rice il braccio. Schembechler lo conferma.

Coach Fisher al comando dei Wolverines, recluta la squadra più forte che sia mai scesa in campo su uno dei parquet del College Basketball: recluta i Fab Five. Chris Webber, Jalen Rose, Juwan Howard, Jimmy King e Ray Jackson.

Inizialmente giocano in quintetto Webber, Rose e Howard poi entra King e contro Notre Dame anche Ray Jackson. Al torneo con il numero #6 battono Temple, East Tennessee State, Oklahoma State e la numero uno Ohio State nella finale del Regional.

Alle Final Four battono Cincinnati in semifinale e in finale vengono travolti dalla Duke di Christian Laetnner. Duke e Michigan interpretavano due modi opposti di giocare e infatti i Fab Five odiavano i giocatori di Duke.

L’anno dopo ci riprovarono, avevano tutti un anno in più, ma l’impresa non avvenne. Si presentarono con il seed #1, arrivarono fino alla finale, battendo anche la Kentucky di Pitino. In finale li aspettavano i Tar Heels di Coach Smith. Fu una delle finali più belle, con uno dei finali più discussi di sempre e più famosi di sempre.

Perdono di quattro punti. C’è Webber che piange nello spogliatoio. L’anno dopo se ne va, chiamato alla uno nel Draft Nba. Comunque Rose e Howard riescono a portare Michigan all’ Elite Eight dove vengono sconfitti da Arkansas.

Vanno via anche loro due e finiscono il quadriennio solo Jackson e King. Nel 1997 dopo lo scandalo sui reclutamenti coach Fisher viene cacciato e dopo un anno da assistente a Sacramento, arriva ai nostri San Diego State. I primi anni non sono dei migliori, addirittura nella prima stagione il loro record è stato 5-23.

Ma in questi quindici anni per dieci volte hanno raggiunto la post season, cinque volte lo NIT e cinque volte il torneo Ncaa. Nel primo torneo il miglior risultato è una semifinale nel 2009, mentre due anni dopo hanno raggiunto le Sweet Sixteen perdendo contro i futuri campioni di Connecticut.

In quell’anno raggiungono il miglior record della storia dell’ateneo: 34 vittorie e solo 3 sconfitte in tutto l’arco dell’anno. Al draft di quell’anno, il loro leader Kawhi Leonard fu scelto al numero 15 dai Pacers, successivamente viene scambiato per George Hil con i Spurs. Allo scorso torneo hanno perso contro la sorpresa FGCU, dopo aver battuto Oklahoma di 15 punti.

Quest’anno Coach Fisher e i suoi Aztecs riusciranno ad arrivare alle Final Four? Sicuramente al torneo ci saranno, poi sarà tutto da vedere.

 

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