“Il congresso non promulghera’ leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione.” – Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Correva l’anno 1789.
Viene ufficializzata la norma attraverso la quale viene proibito ai governi federali e statali di istituire una religione ufficiale o di favorire un punto di vista religioso rispetto ad un altro.
Gia’ dieci anni prima, colui che aveva previsto tutto, Thomas Jefferson, principale autore della formazione degli stati federati, aveva esposto la sua tesi favorevole alla laicita’ dello stato attraverso una lettera pubblicata in Virginia, luogo chiave della nostra storia.
Jefferson, durante il suo doppio mandato come presidente degli Stati Uniti, intraprese un atteggiamento molto liberale anche nei confronti della liberta’ di stampa e dei nativi americani, i quali, in netto contrasto con il pensiero dell’epoca, riteneva intellettualmente alla pari con i colonizzatori europei.
Il suo governo fu notevolmente orientato dal periodo in cui fu inviato come diplomatico a Parigi, quando rimase affascinato dal pensiero illuminista che, sviluppatosi inizialmente a Londra grazie alla pubblicazione di alcune opere del filosofo britannico John Locke, aveva preso corpo nei principali salotti aristocratici di tutta Europa.
Sempre da Londra deriva anche la figura che piu’ di ogni altra ha influenzato e determinato il pensiero e le azioni di Thomas Jefferson, Roger Williams.
Roger Williams, nato sulle sponde del Tamigi all’inizio del Seicento da famiglia puritana, e’ riconosciuto come il vero fautore della separazione tra Chiesa e Stato e primo sostenitore nella storia dell’umanita’ della liberta’ di pensiero e di pratica religiosa; tesi che sarebbero diventate i cardini su cui si e’ basata, come visto, la formazione degli Stati Uniti d’America ma piu’ in generale della societa’ moderna.
Williams, divenuto cappellano subito dopo essersi laureato, a causa di dissidi con la chiesa anglicana, non ancora trentenne parti’ verso l’America. Giunto a Boston inizio’ a frequentare i nativi americani e queste frequentazioni oltre al suo pensiero puritano gli provocarono diverse controversie a causa delle quali fu costretto a spostarsi verso nord nella Narragansetts Bay, che egli stesso ribatezzo’ come Providence, la provvidenza, per l’ispirazione che Dio aveva dato ai nativi del luogo di ospitarlo. Proprio a Providence Roger Williams fondo’ la prima chiesa battista sul suolo americano.
Dopo quasi quattro secoli il battismo e’ diventato il principale gruppo protestante in tutto il continente americano con oltre cinquemila chiese.
A meta’ Ottocento, due chiese battiste al confine tra la Carolina del Nord e la Virginia cercando un luogo lontano dai grandi centri urbani dove permettere ai ragazzi di studiare seguendo dottrine battiste, individuarono un luogo, Mouth of Valley, Virginia, in mezzo al nulla, dove fondarono una scuola che tutt’ora rimane indipendente dal sistema pubblico. Oak Hill Academy.
Gli studenti che vi vanno, cambiano radicalmente.
I voti in media sono molto alti, non per la semplicita’ degli insegnamenti, anzi, secondo il pensiero battista si va a scuola anche il sabato, la domenica e’ libera solo perche’ bisogna andare tutti in chiesa; la media risulta tale solamente perche’ in un luogo cosi lontano da tutto si possono fare solo due cose: studiare e pregare.
In realta’ agli inizi del 900′ vennero introdotte attivita’ sportive per alleggerire la vita dei ragazzi all interno dell’istituto, ma i risultati agonistici, per chi era abituato a vedere solamente libri sono facilmente immaginabili. La situazione cambio’ completamente in soli due anni.
1972.
Il rettore della scuola e’ un certo Robert Isner, il cui figlio Chuck e’ l’allenatore della squadra di basket e piu’ in generale responsabile delle attivita’ sportive della scuola.
Al termine della ennesima stagione perdente, Chuck va in ufficio dal padre e gli fa notare come l’intera scuola stia, per la prima volta, facendo fatica ad auto sostenersi perche’ i ragazzi stanno diminuendo. Secondo il suo pensiero la colpa di questa decadenza deriva soprattutto dallo sport perche’ non si fa un’ottima pubblicita’ alla scuola a venir sempre suonati.
Allora si decide di tagliare dal programma accademico il football, le attrezzature costano troppo, e ci si concentra solo sulla pallacanestro.
1974.
La Oak Hill Academy finisce la stagione con un record di 27-3, dopo due anni di reclutamento da parte di Chuck, il quale scova talenti nei playground di New York.
L’istituto, per la gioia degli Isner, riesce a guadagnare una certa credibilita’, ma alla fine il basket serve solamente per far contenti gli studenti evitando di essere scherzati in giro per l’intera Virginia. Per il rettore e il figlio, le uniche cose che contano sono lo studio e la preghiera la domenica mattina.
Il motto della scuola, da quando venne fondata da alcuni seguaci di Roger Williams, e’ “the turning point”, la svolta, intesa per i ragazzi che vi entrano per studiare. Nel nostro caso, il turning point non sara’ per gli studenti, ma per la scuola, la cui storia non sara’ piu’ la stessa.
All’inizio degli anni ottanta arriva a Mouth of Valley, tra boschi, chiese e biblioteche, un giovane appena laureatosi in Kentucky, Stephen “Steve” Smith. The turning point.
Come un piccola scuola gestita da battisti situata in mezzo al nulla diventi il piu’ importante centro di formazione cestistico degli interi Stati Uniti e’ sostanzialmente un mistero. L’unica cosa certa e’ che tutto questo sia merito di Coach Smith.
Dal suo primo anno come capo allenatore inizia a creare giocatori che passando e dominando al college, arrivano fino alla NBA.
Il primo e’ Rodney Strickland, playmaker che fara’ la storia di DePaul University e verra’ scelto al primo giro dai Knicks. Proveniente dai playground del Bronx, come i giocatori che avevano regalato ai Warriors la loro prima stagione vincente nel ’74, il suo arrivo e’ ancora figlio del reclutamento che Isner Jr. aveva eseguito in tutta New York City quando la squadra, senza mezzi termini, affondava.
Dopo Rod e una serie di scelte al primo giro, che pero’ in NBA non esploderanno mai, arriva la stagione perfetta.
1993. 36-0. Quattro giocatori in Division 1. Alex Sanders, andato a Louisville, Jerry Stackhouse, Jeff McInnis e Makhtar Ndiaye, tutti e tre, prima, Tar Heels a North Carolina, poi scelti al primo giro NBA.
Racconta il reverendo/rettore della scuola come, durante quella stagione, la palestra, non abituata a spettacoli del genere, si riempiva sempre piu’ di pubblico col passare delle partite. La capienza era piuttosto limitata, 400 posti, ma alle finali, arrivarono quasi mille persone. Dallo “studia e prega” al tutto esaurito e oltre per le finali della squadra di basket. Si, una discreta svolta. E siamo solo all’inizio. La magia di Oak Hill Academy.
Dopo questa stagione, l’istituto diventa la piu’ richiesta scuola di basket dello stato, inteso non come Virginia ma come Stati Uniti.
La quantita’ di richieste d’ingresso diventa impressionante, ma l’impronta battista rimane. Chi riesce ad entrarvi, rimane sostanzialmente isolato dal mondo esterno. Le regole sono ferree. Studia, prega e gioca.
Kevin Garnett, ai tempi del liceo, per due anni consecutivi, si e’ fatto la route 21, l’autostrada che collega la Carolina del Sud con la Virginia, insieme a mamma Shirley, per chiedere di essere inserito nel roster ma entrambe le richieste vengono rifiutate perche’ ritenuto troppo “espansivo” sul parquet.
Nonostante il gran rifiuto, negli anni successivi Oak Hill riesce a rifarsi, costruendo con i giocatori passati per la Mouth of Valley, due quintetti da All Star Game.
Stephen “Captain Jack” Jackson. Carmelo Anthony. DeSagana Diop. Rajon Rondo. Kevin Durant, rimasto solamente nell anno da junior. Ty Lawson. Brandon Jennings. Josh Smith. Micheal Beasley. Nolan Smith, campione NCAA con la maglia di Duke.
Attenzione nei prossimi anni a Ben McLemore, attualmente a Kansas, ma futura top-pick nel prossimo draft e Chris Tang, la grande speranza asiatica, ancora in maglia Warriors.
Con dodici finali, di cui otto vinte, giocate negli ultimi 22 anni, la squadra, stabile al numero uno nel ranking nazionale delle highschool, e’ divenuta, per tutti i ragazzi americani che aspirano a diventare giocatori professionisti, un’ assicurazione per il futuro.
Per i soli parziali. Steve Smith, l’architetto di tutto questo, e’ stato quattro volte allenatore dell’anno a livello liceale e possiede tutt’ora un record inimmaginabile. 95 per cento di vittorie con oltre 900 partite allenate.
Il seme piantato da Roger Williams e’ germogliato, ma alla Mouth of Valley, Virginia, in mezzo al nulla, e’ divenuto qualcosa d’incontrollabile. Questo non lo aveva previsto neppure Jefferson.
Studia, prega, gioca. Oak Hill School of Basketball.
@tanni__b / giovanni.benveniste@gmail.com
Articolo spettacoloso!!! Complimenti.
Bellissimo articolo. Veramente piacevole.
E da insegnante di Storia Americana apprezzo anche le note storiche iniziiali ;)
Complimenti davvero!
Splendida anche l’introduzione grazie alla quale conosciamo un pò di storia americana in più!!