THUMBS UP: MICHIGAN
Probabilmente neanche coach Beilein si sarebbe immaginato di aver per le mani una classe di freshman tra le più sottovalutate della nazione, con l’innamoramento verso Mitch McGary scemato sempre di più mano a manco che ci si avvicinava alla nuova stagione, con Glenn Robinson III più celebrato per essere il figlio di Big Dog che come giocatore di basket, con Nik Stauskas scambiato per un walk-on qualsiasi.
Ed invece proprio questi 3 sono il grande segreto della partenza dei Wolverines, a quota 9 vinte e 0 perse nel momento in cui scriviamo, dando grande profondità ad un roster che ne aveva un gran bisogno dopo aver perso Stu Douglass e Zack Novak.
Stauskas probabilmente è la sorpresa più limpida: 13.7 punti a partita con il 61% (sì, sessantuno) da 3. Perfetto killer da mettere accanto a Trey Burke, sempre in crescita costante per controllo e scelte di gioco, e Tim Hardaway Jr, che così gode di minori attenzioni aumentando la sua pericolosità offensiva.
Il calendario ora diventa agevole e non è difficile che arrivi alla grande sfida contro Ohio State (13 gennaio) con la casella delle sconfitte ancora immacolata.
THUMBS DOWN: WASHINGTON
Sì, sono andati via Tony Wroten e Terrence Ross che nell’ultimo anno sono stati quasi tutto il rendimento offensivo degli Huskies, ma in pochi avrebbero pensato che la squadra di Romar avrebbe sofferto così tanto sin dalle prime partite della stagione.
C’è poco da dire su CJ Wilcox, tornato dopo un anno ai box per infortunio, che si sta mettendo sulle spalle gran parte dell’attacco, ma Abdul Gaddy sembra ancora lontano dal confermare tutte le ottime cose che si dicevano su di lui ai tempi del recruit, e Aziz N’Diaye dietro è veramente troppo solo.
Le sconfitte contro Albany, Colorado State e Nevada parlano da sole.
THUMBS UP: ILLINOIS
Quella che doveva sembrare una ricostruzione dolorosa e faticosa dopo la parabola discendente subita negli ultimi anni della gestione di Bruce Weber, si è trasformata invece in una delle migliori squadre di questo inizio di stagione.
Arrivato alla guida John Groce, Illinois sembra rinata sia nello spirito che nel gioco, dove i ritmi alti e l’ottima costruzione di conclusioni oltre la linea dei tre punti ha lanciato la squadra ad un record iniziale di 10-0, passando sopra a Gonzaga (85-74), altra formazione in formissima.
A giovare di questa nuova faccia è soprattutto Brandon Paul, che sembra riuscito ad incanalare le sue grandi doti offensive al servizio dei compagni ma mantenendo comunque 19.5 punti ad allacciata con il 41% dalla lunga distanza, collimati con i 35 contro gli Zags.
E la Big Ten intanto festeggia ben 6 squadre nel ranking di cui 4 nelle prime 10 posizioni.
THUMBS DOWN: WISCONSIN
Stagione che si prospetta complicatissima per Bo Ryan fin dalle prime battute, che hanno dimostrato che la forza dei Badgers e del Kohl Center non sono neanche lontanamente paragonabili al passato recente.
Non fosse bastato il dover fare a meno di un leader come Jordan Taylor, ora a Roma, si è aggiunta a pochi giorni dal via la rinuncia anche a quello che doveva essere il suo successore naturale nelle gerarchie della squadra, ovvero Josh Gasser.
La risposta non è stata certo delle migliori, la consistenza perimetrale che ha risentito incredibilmente di queste due perdite ed il solito grande lavoro di Jared Berggren sotto entrambi i tabelloni manca di un’alternativa che non può essere solo Ben Burst.
Unica nota positiva, la scoperta del freshman Sam Dekker, dimostratosi più pronto di quello che si poteva pensare.
THUMBS UP: KANSAS
Forse nessuno se ne accorge perché viaggiano incredibilmente sotto traccia, emergendo solo all’indomani di una partita vinta o di una prestazione maiuscola di un loro giocatore come successo come la tripla doppia di Jeff Withey la scorsa settimana, ma Bill Self sembra stia costruendo una squadra competitiva ancora un’altra volta molto più velocemente di quello che ci si aspettava.
Ti aspetti un ruolo e cifre maggiori da parte di Elijah Johnson senza TyShawn Taylor ed invece il suo gioco è lo stesso dello scorso anno, che non è assolutamente un male, visto che le responsabilità sono distribuite tra gli altri giocatori e la stessa cosa vale per il frontcourt, dove l’assenza di Thomas Robinson si sente, ma in tono minore rispetto alle aspettative.
Inoltre hanno trovato in Ben McLemore il finalizzatore perfetto per questa squadra, senza paura di prendersi i tiri che contano ma senza problemi a fare un passo indietro quando serve.
La sensazione che Bill Self ce l’abbia fatta alle spalle ancora una volta con la sua capacità di reinventare le sue squadre è tanta.
THUMBS DOWN: TENNESSEE
Seconda presenza consecutiva per gli uomini di Cuonzo Martin tra le note negative della settimana, ed il motivo non è molto distante da quello precedente. In tutti i sensi.
Terza sconfitta in un calendario che sembrava all’altezza dei Volunteers che però hanno trovato un grosso problema riguardante l’attacco, fuori da Jernell Stokes, giocatore che tra l’altro dovrebbe essere utilizzato in tutt’altro modo per l’economia di squadra, nessuno ha punti nelle mani per essere un pericolo per le difese avversarie, soprattutto considerando un Trae Golden che sta litigando costantemente con il ferro.
Nelle tre sconfitte subite, Tennessee non è riuscita a fare più di 45 punti, un dato orrendo.
Una soluzione potrebbe arrivare con il ritorno di Jeronne Maymon, ma già giovedì a Knoxville arriva Wichita State in striscia positiva, ed il rischio è che possano ritrovarsi con un record del 50% non preventivato inizialmente.
FLASH NOTES:
– Un’altra squadra che sta passando un gran periodo di forma è Illinois-Chicago, squadra semi-sconosciuta della Horizon che però finora ha dato dispiaceri a Iona, ai cugini di Northwestern ed a Colorado State. Per la cronaca più dettagliata di quest’ultima partita vi rimandiamo al pezzo del sempre ottimo Andrea Beltrama su Dailybasket.
– Tra i freshmen in crescita sta facendo notizia l’accelerata avuta dal canadese Anthony Bennett di UNLV in queste ultime partite, dove sta veramente trascinando i Rebels dal punto di vista realizzativo e di energia. 19.5 punti, 8.3 rimbalzi e 1.8 stoppate di media per lui, e nel prossimo mese le responsabilità aumenteranno visto l’infortunio alla spalla che terrà fuori il suo compagno di reparto Mike Moser.
– Se non vedete l’ora che sia marzo e già state compilando un immaginario bracket, allora cerchiamo di attenuarvi l’attesa con questo pezzo di Matt Norlander della CBS che elenca i migliori 75 giocatori, le migliori 25 squadre ed i migliori 35 momenti delle March Madness passate.
– Non vi sarete certo persi la Silent Night di quest’anno?!? Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando è quel momento dell’anno dove all’università di Taylor, parliamo di NAIA a livello cestistico, tutti i tifosi aspettano silenziosamente il decimo punto della loro squadra per far partire una baldoria epica sugli spalti. Le immagini parlano da sole…
COSA VEDERE
Giovedì 13/12: La sopracitata Tennessee-Wichita State tiene banco, ma dovete essere di stomaco forte nel caso i padroni di casa trovassero un’altra giornata dimenticabile in attacco.
Sabato 15/12: La settimana poverissima di scontri particolari ci porta poi direttamente al sabato, dove però c’è davvero l’imbarazzo della scelta tra Arizona-Florida, Indiana-Butler, Louisville-Memphis, Gonzaga-KansasState, Creighton-California, West Virginia-Michigan.