Per parlare di draft NBA è ovviamente troppo presto: per questo motivo, invece di scrivere un pezzo di approfondimento, ho deciso di compilare una Top 100 di nomi che è consigliabile seguire durante la stagione collegiale in corso.
Proprio vista la finalità dell’articolo, per operare le necessarie selezioni ho preso in considerazione tutta una serie di fattori extra-campo (visibilità, appetibilità presso gli scout, concorrenza all’interno del roster, e via così): in questo modo leggendo non troverete necessariamente i migliori prospetti collegiali, ma solo quelli che a una valutazione odierna hanno più probabilità di andare a giocarsi una scelta a Giugno 2013.
E’ chiaro che qualche “imprevisto” ci sarà sempre, visto che in una stagione le discriminanti sono tantissime e che in ogni caso ci sarà sempre il Jereme Richmond di turno che andrà a dichiararsi per il draft senza il minimo logico presupposto.
Per ogni giocatore ho scritto una sorta di “etichetta” senza pretese, in modo da dare un’idea almeno vaga di cosa stiamo parlando e non dovermi limitare a uno sterile elenco in stile “lista della spesa”; riguardo alle misurazioni: per avere un riferimento uguale per tutti ho utilizzato il sito ufficiale di ESPN, nonostante non sia sempre affidabile.
Fatte le dovute premesse, cominciamo con la Play.it Top100, in rigoroso ordine di conference e team di provenienza.
Big Ten
Brandon Paul (SG, 6’4″, Senior, Illinois): Realizzatore completo e buon difensore, che a volte si accontenta un po’ troppo del tiro da fuori. E’ l’uomo di riferimento del nuovo corso di Illinois targato John Groce, allenatore con cui può emergere a dovere.
Cody Zeller (C, 7’0″, Sophomore, Indiana): Il minore degli Zeller è uno dei migliori giocatori del panorama collegiale: particolarmente veloce, fluido, agile e atletico, con mano educata, QI elevato e affidabile gioco in post basso, è tra i più probabili candidati alla prima scelta assoluta del prossimo draft.
Christian Watford (PF, 6’9″, Senior, Indiana): Salito alla ribalta grazie al buzzer beater che l’anno scorso condannò Kentucky alla prima sconfitta in stagione, se Watford può essere considerato un prospetto NBA è grazie alla sua indubitabile efficienza come tiratore da tre. Certo, in fatto di visibilità aiuta il fatto di giocare in quella considerata come migliore squadra della nazione.
Roy Devyn Marble (SG, 6’6″, Junior, Iowa): Versatilità offensiva che può stregare, lascia l’impressione di essere a un po’ di grinta in più dal far parlare di lui a livello nazionale. Per questo me lo gioco come nome a sorpresa nei cento, nonostante a dirla tutta mi aspetti di rivederlo tra un anno in una squadra che si prospetta interessante.
Trey Burke (PG, 6’0″, Sophomore, Michigan): Inserito, come Zeller, nel Preseason All-America Team, nonostante i pochi centimetri gode di altissima considerazione per aggressività, ball-handing, visione di gioco e capacità di creare per se stesso e per i compagni di squadra. Già l’anno scorso si era inizialmente dichiarato per il draft, non c’è da pensare di rivederlo ai Wolverines anche per la prossima stagione.
Tim Hardaway Jr. (SG, 6’6″, Junior, Michigan): “Raccomandato” che può segnare da ogni parte del campo, senza problemi nel crearsi il proprio tiro, quest’anno è chiamato a fugare i dubbi riguardo la sua consistenza dopo il calo rispetto alla prima stagione collegiale: l’inizio per ora è più che promettente.
Branden Dawson (SF, 6’6″, Sophomore, Michigan State): Già un eccellente difensore, ma non ha una parvenza di jump-shot e più in generale è da sgrezzare sotto molteplici aspetti; tuttavia giocatori con il suo fisico, esplosivi e aggressivi hanno vita facile presso gli addetti ai lavori della NBA, motivo per cui Dawson, avvalendosi della visibilità che può avere sotto coach Izzo, potrebbe decidere di lasciarlo anzitempo.
Trevor Mbakwe (PF/C, 6’8″, Senior, Minnesota): Problemi fisici in campo e legali fuori non sono un ideale biglietto da visita, ma Mbakwe piace molto per fisico, atletismo e una tremenda propensione per l’andare a rimbalzo. Non ha però cominciato la stagione nel migliore dei modi, e bisogna vedere quanto questo sia da imputare all’infortunio che lo ha tenuto fuori l’anno scorso.
Rodney Williams Jr. (SF, 6’7″, Senior, Minnesota): Atleta straordinario e conseguentemente giocatore dominante in transizione ed efficace in difesa, è progredito molto poco in questi quattro anni a Minnesota, rendendo di fatto ingiustificato l’hype di cui gode.
Drew Crawford (SG, 6’5″, Senior, Northwestern): All-around sempre sotto controllo, intelligente e con fisico, può dire la sua da comprimario in NBA. Ma quest’anno è chiamato al difficile compito di mantenere la stessa efficienza pur con uno Shurna in meno in squadra, cosa che per ora non sta riuscendo benissimo.
Deshaun Thomas (SF/PF, 6’7″, Junior, Ohio State): Terzo giocatore della conference a guadagnarsi il Preseason All-America Team, è uno scorer difficilmente replicabile per quanto riguarda il mix di aggressività, istinti offensivi, senso della posizione e mano educata. E dei ragazzi di coach Matta è quello che con più probabilità saluterà la squadra a fine stagione.
Aaron Craft (PG, 6’2″, Junior, Ohio State): Il miglior difensore nel suo ruolo, grazie a piedi velocissimi e QI di alto livello che ne fa anche un buon playmaker. Si è già costruito una solidissma reputazione che difficilmente lo condannerebbe a una scelta fuori dal primo giro se decidesse di dichiararsi per il draft.
Jared Berggren (PF, 6’10”, Senior, Wisconsin): La copertina dice: lungo bianco dinoccolato con scarse capacità atletiche; e ai più potrebbe bastare. Ma il ragazzo può costruire le sue fortune con l’abilità nel difendere il pick-and-roll, unita alla mano affidabile e a un buon istinto per la stoppata; e può ripercorrere il percorso di giocatori come Jason Smith o Jon Leuer (un altro prodotto dei Badgers).
Big East
Sean Kilpatrick (SG, 6’4″, Junior, Cincinnati): Prima di ogni altra cosa uno splendido tiratore, è comunque uno scorer sufficientemente completo ed è migliorato in praticamente ogni altro aspetto del gioco grazie a un’etica lavorativa encomiabile. Ventitrè anni tra poco più di un mese, facile che decida di saltare l’anno da senior se continua a tenere questi ritmi realizzativi.
Otto Porter (SF, 6’8″, Sophomore, Georgetown): La versatilità in persona, contribuisce in ogni aspetto del gioco con un intensità costante e un alto QI cestistico: in particolare si segnalano le braccia chilometriche con cui arriva dappertutto. Dalle prime partite pare aver messo a posto il tiro da tre, un punto enorme a suo favore.
Gorgui Dieng (C, 6’11”, Junior, Louisville): Quattro anni fa si trovava ancora in Senegal, a Marzo è stato il principale fattore nella cavalcata di Louisville fino alle Final Four. Dotato di un mix clamoroso di mobilità, fisico, atletismo e intelligenza, Dieng cambia le partite sul lato difensivo del campo e migliora giorno dopo giorno grazie alla sua straordinaria etica lavorativa.
Peyton Siva (PG, 6’0″, Senior, Louisville): Velocissimo e proprietario di buone qualità in fatto di playmaking, il samoano mostra in particolare un’ottima interpretazione del pick-and-roll che può essere decisiva per le sue sorti in NBA, anche in caso non riuscisse a strappare una scelta al draft. In ogni caso ai Cardinals non gli mancherà di sicuro la visibilità necessaria.
Jack Cooley (PF/C, 6’9″, Senior, Notre Dame): Sotto canestro è una forza della natura a rimbalzo e una credibile opzione offensiva per mano educata e grande intelligenza nell’uso del fisico imponente. Ha ancora da lavorare molto per essere efficace anche lontano dall’area, ma può senza dubbio ambire a una seconda scelta.
Steven Adams (C, 7’0″, Freshman, Pittsburgh): Il neozelandese ha un potenziale inferiore solo all’hype che si è creato intorno a lui. Farebbe bene a maturare a Pitt per due o tre anni, ma il richiamo della NBA per voce dei moltissimi scout innamoratisi di lui potrebbe essere una tentazione troppo forte.
Fuquan Edwin (SF, 6’6″, Junior, Seton Hall): Da quest’anno leader designato dei Pirates, sta per ora rispondendo molto bene alle attese. Per il piano superiore ha un potenziale difensivo cinque stelle vista l’eccellente combinazione fisico-atletica e il fiuto per la palla, e può essere un gran bel giocatore di complemento di quelli cui si chiede appunto difesa e punti su servizio dei compagni.
D’Angelo Harrison (PG, 6’3″, Sophomore, St. John’s): Combo-guard realizzatrice ben lontana da concetti di playmaking, ha però una estrema facilità nel trovare il canestro e quel potenziale un po’ selvaggio che spesso piace anche in modo eccessivo. Giocare per una squadra ancora eterogenea come St. John’s di sicuro non lo aiuta, ed è per questo che non sorprenderebbe il vederlo partire per altri lidi.
Jakarr Sampson (SF, 6’8″, Freshman, St. John’s): Costretto a giocare nel frontcourt nonostante sia molto magro e soffra fisicamente il ruolo, in prospettiva è una small forward con un atletismo di primissimo livello e un potenziale molto alto soprattutto sul lato difensivo del campo. Ha comunque anche flash offensivi di tutto rispetto, nonostante sia ancora molto grezzo a livello di attitudine e mentalità.
Michael Carter-Williams (PG, 6’6″, Sophomore, Syracuse): Guida l’attacco di Syracuse distribuendo nove assist a partita nel momento in cui scrivo e mostrando controllo del ritmo, visione di gioco, facilità nel trovare l’uomo libero e buone letture sul pick-and-roll. Sa creare anche per se stesso e il potenziale è a dir poco intrigante visto il ruolo in cui gioca, vietato stupirsi se a Giugno dovesse finire molto in alto.
Rakeem Christmas (C, 6’9″, Sophomore, Syracuse): L’addio di Felipe Melo ha liberato minuti per questo top recruit di casa Boeheim. Ancora da sgrezzare, ha dalla sua parte una base fisico-atletica che pochi possono vantare e che non dovrebbe creargli problemi nel giocare il ruolo anche al piano di sopra. Ha già ventun’anni come il suo compagno qui sopra, non c’è da stupirsi se tenterà subito il grande salto.
Mouphtaou Yarou (C, 6’10”, Senior, Villanova): Prodotto del Benin, è una presenza fisica che si fa sentire sotto canestro: rimbalzi e difesa i suoi punti forti, ma la relativa pochezza in fase di intimidazione farà storcere il naso a molti, nonostante nel suo caso si possa già parlare di un giocatore di basket e non soltanto di potenziale da sgrezzare.
Big 12
Pierre Jackson (PG, 5’10”, Senior, Baylor): Nanerottolo esplosivo che gioca a una velocità vertiginosa, alla sua prima stagione in Division I ha mostrato una leadership incredibile. Grazie all’atletismo e al ball-handing sopperisce benissimo alla mancanza di centimetri, ha un buon tiro da fuori e un’appropriata visione di gioco; tuttavia a volte è ancora troppo fuori controllo e tende a perdere troppi palloni.
Isaiah Austin (PF/C, 7’1″, Freshman, Baylor): Due metri e quindici di mobilità, atletismo e incredibile versatilità offensiva. Deve mettere su più di qualche chilo di muscoli, ma non c’è il minimo dubbio che con l’avvicinarsi del draft farà girare la testa a moltissimi addetti ai lavori e potrebbe quindi lasciare il college anzitempo.
Jeff Withey (C, 7’0″, Senior, Kansas): Forse il miglior intimidatore in circolazione, ha un tempismo straordinario per stoppare un tiro avversario in ogni situazione. In difesa è molto bravo anche sul proprio uomo e nel leggere le situazioni nel contesto di squadra, mentre in attacco ha buona mano e senso della posizione vicino a canestro.
Elijah Johnson (PG, 6’4″, Senior, Kansas): Fisicamente definito e atleticamente spaventoso, è un’ottimo difensore e uno scorer dominante in transizione ed efficace sugli scarichi. Ma il playmaking lascia ancora molto a desiderare, rendendolo la più classica delle combo-guard.
Ben McLemore (SG, 6’5″, Freshman, Kansas): Ancora grezzo e troppo alterno, ma la base fisico-atletica e gli istinti realizzativi sono merce altamente appetibile. Farebbe bene a rimanere almeno un altro anno a Kansas, ma l’essere titolare in una delle squadre migliori della nazione lo porterà giocoforza a prendere in considerazione l’idea di salutare tutti già al termine di questa stagione.
Rodney McGruder (SG, 6’4″, Senior, Kansas State): Non un particolare talento, ma un solido e versatile scorer che si fa sentire in difesa e si impegna costantemente. L’avvio non è stato dei migliori, e se non aumenta in modo considerevole il suo impatto offensivo difficilmente potrà giocarsi una chance importante.
Marcus Smart (PG, 6’4″, Freshman, Oklahoma State): Finora la maggior sorpresa di questa stagione: combo-guard con un profilo fisico-atletico di alto livello, in campo fa letteralmente di tutto e con un’intensità pazzesca. Inoltre la conversione in point guard, che richiede ancora molto lavoro, è tuttavia molto più a buon punto di quanto non ci si aspettasse.
Le’Bryan Nash (SF, 6’7″, Sophomore, Oklahoma State): Mostra ancora poca comprensione del gioco e letture piuttosto povere, oltre che grossi problemi in difesa e nel tiro da fuori. Peccato, perchè per primo passo e capacità di attaccare il ferro sarebbe già da piano di sopra, così come per il fisico maturo che a questi livelli gli permette comodamente di giocare da ala grande.
Myck Kabongo (PG, 6’1″, Sophomore, Texas): Point guard veloce e con ottima visione di gioco, il canadese appartiene a una tipologia di giocatore che trova grande apprezzamento in NBA. Non ha ancora esordito in stagione per problemi di eleggibilità, che potrebbero essere un fattore determinante nel considerare l’opzione di lasciare il college il prima possibile.
Aaric Murray (C, 6’10”, Junior, West Virginia): Ha già flirtato con la NBA al termine di entrambe le sue stagioni a La Salle, ed avendo già ventitrè anni è probabile ci pensi di nuovo a fine stagione. Tecnicamente attira le attenzioni per mobilità e mano educata, ma la testa potrebbe essere un grosso problema viste le voci di scarsa etica lavorativa ed eccessiva considerazione di sè.
ACC
Mason Plumlee (C, 6’10”, Senior, Duke): Essenzialmente il giocatore per cui passano le sorti della squadra di Coach K, a questi livelli è un dominante uomo d’area per atletismo, QI e difesa, nonchè uno scorer interno di tutto rispetto. L’allargare ulteriormente il suo range di tiro sarebbe un enorme punto a suo favore, ma se si pensa che il fratello l’anno scorso è andato al primo giro…
Seth Curry (PG/SG, 6’2″, Senior, Duke): Fratellino di Stephen, la mano è quella della famiglia. Seth però ha un profilo decisamente più basso, anche perchè con il transfer da Liberty ha preso una diversa decisione in termini di percorso collegiale: pesantemente ridimensionato in termini di ruolo in squadra, ha guadagnato però in visibilità che ad oggi può bastare per fargli ottenere una seconda scelta.
Ryan Kelly (PF, 6’11”, Senior, Duke): L’anno scorso determinante nella stagione di Duke, nonostante i limiti atletici può costruirsi una carriera NBA da face-up power forward grazie all’abilità di tiratore, che si aggiunge ai tanti centimetri e a un arsenale offensivo comunque abbastanza vario.
Michael Snaer (SG, 6’5″, Senior, Florida State): Emerso l’anno scorso nel ruolo decisivo che ha avuto nell’ottima stagione di Florida State, è forse un po’ sopravvalutato come profilo generale. Ma nel peggiore dei casi ha cittadinanza in NBA anche solo per l’abilità difensiva e il tiro dalla distanza, sempre che accetti lui per primo un possibile ridimensionamento.
Alex Len (C, 7’1″, Sophomore, Maryland): Olexiy all’anagrafe, essendo il ragazzo ucraino. Atletico, veloce e coordinato soprattutto in relazione alla stazza, conosce il gioco e ha fondamentali che tradiscono la formazione europea; è inoltre efficacissimo nel giocare il pick-and-roll, in attacco ma soprattutto in difesa, dove si distingue anche nel proteggere il ferro.
Reggie Johnson (C, 6’10”, Senior, Miami): Il fisico imponente (anche troppo, nonostante abbia già perso un notevole numero di chili rispetto ai suoi inizi collegiali) e la mano educata sono gli aspetti che più attirano l’attenzione, visto l’ottimo uso che il giocatore fa di questa combinazione. Se Dexter Pittman ha trovato una scelta al draft non c’è modo di credere che non possa farcela anche Reggie.
James Michael McAdoo (PF, 6’9″, Sophomore, North Carolina): Dopo un anno di apprendistato dietro a Henson e Zeller, è atteso a una significativa breakout season. L’agilità e la velocità di piedi sono quanto di meglio si possa trovare nel ruolo e James ha anche istinti per il gioco rari per un ragazzo della sua età, oltre a un senso della posizione a rimbalzo d’eccezione.
Reggie Bullock (SF, 6’7″, Junior, North Carolina): Atteso a un ruolo più consistente in attacco, ad oggi comunqe eccelle in difesa e tira molto bene sugli scarichi. Già questo può bastare per costruirsi una solida carriera NBA da specialista, sfruttando la visibilità che sta avendo a UNC.
C.J. Leslie (SF/PF, 6’9″, Junior, North Carolina State): In una lista di nomi ovviamente piena di potenziali fisico-atletici di alto livello, qui siamo davanti a uno dei più clamorosi. Allucinante per velocità, primo passo, verticalità e coordinazione, dato il buon trattamento di palla sembra spesso di veder giocare una guardia. Ma tecnicamente è poco affinato e mostra preoccupanti cali a livello di voglia e concentrazione.
Lorenzo Brown (PG, 6’5″, Junior, North Carolina State): Devo essere sincero e dichiarare che ne ho una considerazione piuttosto bassa: inconsistente e con poca leadership, il ragazzo mostra limiti preoccupanti nella conduzione della squadra. Ma gode di alta considerazione per alcuni istinti offensivi oggettivamente notevoli e per il mix di centimentri e ball-handing raro da trovare nel ruolo.
Richard Howell (PF/C, 6’8″, Senior, North Carolina State): Animale d’area e buon difensore sull’uomo, nonostante la carenza di centimetri è una tipologia di giocatore che trova spesso spazio in NBA. Miglioramenti offensivi sarebbero però necessari, soprattutto perchè in termini di visibilità può perdere terreno a favore di giocatori simili ma atleticamente più sfolgoranti.
T.J. Warren (SF, 6’8″, Freshman, North Carolina State): Realizzatore silenzioso, che non forza alcuna conclusione prendenosi ciò che la difesa concede: fa canestro in molti modi diversi senza avere una preferenza in particolare e ad oggi è lui lo scorer migliore dei Wolfpack. Farebbe bene a restare al college e dimostrare di saper rendere con responsabilità più alte, ma il mix fisco-tecnico è molto appetibile.
Erick Green (PG, 6’3″, Senior, Virginia Tech): Si è guadagnato la menzione con qualche parvenza di miglioramento in quanto a visione di gioco: se sotto questo aspetto riesce a rendersi presentabile anche in ottica NBA, può migliorare di molto la sua reputazione presso gli scout, che già hanno un’alta considerazione di queste combo-guard realizzatrici che hanno nel gioco in transizione il loro habitat naturale.
SEC
BJ Young (SG, 6’3″, Sophomore, Arkansas): I pochi centimetri non sembrano un problema per questo realizzatore eclettico che ricorda qualcosa di Dwyane Wade nel modo di attaccare il canestro e giocare nel mid-range. Per ora ha dato scarsi risultati la conversione in point guard, ma se dovesse riuscire… “sky’s the limit”.
Patric Young (C, 6’9″, Junior, Florida): Ha un’eccezionale base fisico-atletica con la quale sopperisce a dovere ai pochi centimetri e attira contemporaneamente le attenzioni generali. Efficace in situazioni dinamiche, presente a rimbalzo e attivo in difesa, quest’anno deve fugare i dubbi sulla sua costanza di rendimento.
Erik Murphy (PF, 6’10”, Senior, Florida): Face-up power forward con mobilità, ball-handing e un tiro mortifero. I tiri che si prende sono composti per il 50% da conclusioni dietro l’arco, ma è anche un sottovalutato scorer dall’interno dell’area; almeno a questi livelli, perchè in ottica professionistica è la dimensione perimetrale a determinare per la maggior parte la sua reputazione.
Kenny Boynton (SG, 6’2″, Senior, Florida): Tiratore sottodimensionato ma incredibilmente efficace. Non è di quelli che tira tutto quanto gli passa per le mani, e anzi proprio per questo ai Gators è nominalmente la point guard titolare; ma in ottica professionistica il suo potenziale in tal senso è piuttosto limitato, nonostante possa riciclarsi come perfetto specialista.
Kentavious Caldwell-Pope (SG, 6’5″, Sophomore, Georgia): Jump-shot affidabile e capacità di arrivare al ferro, fisico e atletismo, presenza in difesa. Il potenziale insomma è notevole e spiega come mai abbia così tanti estimatori nonostante uno stile di gioco ancora troppo selvaggio e povero in fatto di letture.
Nerlens Noel (C, 6’10”, Freshman, Kentucky): Se ne è parlato talmente tanto che probabilmente non necessita di ulteriori presentazioni. Nonostante la base fisico-atletica impressionante e la presenza difensiva è ancora piuttosto grezzo nelle letture e nella comprensione del gioco: andrà a giocarsi la prima scelta assoluta, ma non c’è da aspettarsi un impatto simile a quello di Davis sulla stagione collegiale.
Ryan Harrow (PG, 6’2″, Sophomore, Kentucky): Giocatore di quelli che tanto piacciono agli americani: atletismo, velocità e ball-handing sono stati alla base del suo hype, ma a North Carolina State è stato inconsistente e ha mostrato solo pochi flash del suo talento. Deludente anche alle prime apparizioni con i Wildcats, ma se Calipari riesce a sgrezzarlo può essere il suo ennesimo “one-and-done”.
Kyle Wiltjer (PF, 6’10”, Sophomore, Kentucky): Perfetto complemento del compagno di squadra presentato qui in basso, le caratteristiche principali che ne fanno un prospetto interessante sono tre: il tiro, il QI cestistico e il fatto di giocare in una squadra dall’hype elevatissimo.
Alex Poythress (SF/PF, 6’7″, Freshman, Kentucky): Combo-forward in realtà considerevolmente più alta di quanto non dica la misurazione riportata, è un giocatore aggressivo e dominante dal punto di vista fisico-atletico. Già determinante in difesa, deve migliorare significativamente in quanto a tiro e trattamento di palla.
Archie Goodwin (SG, 6’4″, Freshman, Kentucky): In questo avvio si sta dimostrando il prospetto più interessante dei Wildcats: scorer che attacca il ferro senza timore, per ora non sta tirando male neanche da tre nonostante sulla carta questo non dovesse essere il suo forte. Da plasmare in difesa, ma il potenziale fisico-atletico è anche qui di primissimo livello (anche a lui la misurazione di ESPN non rende giustizia).
Phil Pressey (PG, 5’11”, Junior, Missouri): Quanto di meglio possa offrire il college basketball in fatto di playmaking, su un giocatore che sa anche creare per se stesso. Sta soffrendo la mancanza di un alternativa come Michael Dixon, che ha dovuto lasciare la squadra in seguito a due accuse di violenza sessuale.
Alex Oriakhi (PF/C, 6’9″, Senior, Missouri): Decisivo nel titolo di UConn nell’anno di Kemba Walker, l’anno scorso ha visto calare minutaggio e rendimemto e ha in seguito optato per il transfer dopo i noti problemi degli Huskies. A Mizzou sta tornando ai livelli che gli competono, forte anche di un contesto di squadra adatto a lui: resta una presenza fisica e atletica che può avere senso anche in aree NBA.
Jarnell Stokes (PF, 6’8″, Sophomore, Tennessee): Diciannove anni da compiere e non dimostrarli: Stokes è fisicamente e tecnicamente molto più avanti rispetto ai suoi coetanei. Giocatore intenso su entrambi i lati del campo, in post basso si destreggia benissimo grazie a letture ed enciclopedico uso del fisico; il tutto con neanche un anno di college alle spalle, cosa che rende molto intrigante il suo potenziale.
Pac-12
Mark Lyons (PG, 6’1″, Senior, Arizona): Point guard esplosiva e offensivamente completa, deve dimostrare di essere sensibilmente migliorato nel playmaking rispetto a quanto fatto vedere a Xavier. Finora ingiudicabile visto il calendario non certo proibitivo affrontato dai Wildcats, sarà fondamentale tenerlo d’occhio durante le partite di conference.
Solomon Hill (SF, 6’7″, Senior, Arizona): Combo-forward molto aggressiva e dal fisico potente che quest’anno dovrebbe poter giocare prevalentemente da 3 visti gli arrivi importanti via recruiting. Se dimostra di poterlo fare anche al livello più alto le sue quotazioni possono salire considerevolmente, soprattutto in ragione di un altissimo QI che potrebbe farne un prezioso uomo di complemento.
Allen Crabbe (SG, 6’6″, Junior, California): Attualmente uno dei migliori realizzatori in Division I, principalmente grazie al suo jump-shot. Nonostante sia il miglior giocatore dei Golden Bears è però anche sempre sotto controllo nelle scelte e mostra buona attenzione al contesto di squadra, fattori che uniti ai tanti centimetri lo rendono molto più appetibile rispetto alla tipologia media di tiratore folle.
Andre Roberson (SF/PF, 6’7″, Junior, Colorado): E’ uno dei migliori rimbalzisti e difensori in circolazione, ha buonissime letture di gioco e mette un’intensità pazzesca in ogni cosa che fa in campo; manca ancora un po’ a farne un’ala piccola in pianta stabile, ma il potenziale è intrigantissimo e può essere paragonato a quello di Kawhi Leonard.
Arsalan Kazemi (PF, 6’7″, Senior, Oregon): Il Paul Millsap (collegiale) dell’Iran, detto in parole povere. Primo iraniano a giocare in Division I, ha pochi centimetri per il ruolo ma è una calamita per i rimbalzi e un concentrato di intensità, inoltre difensore versatile e conoscitore del gioco. Nonostante il ruolo ridimensionato rispetto a quello che aveva a Rice, ad Oregon può trovare un contesto più adatto a lui.
Eric Moreland (PF, 6’10”, Sophomore, Oregon State): In attacco c’è molto lavoro da fare, tanto che a volte appare disinteressato. Ma sull’altro lato del campo è tutta un’altra storia: mobile, con braccia lunghissime e capace di letture di alto livello, Moreland mostra una fame rara in difesa e a rimbalzo; anche troppo grintoso, perchè se c’è aria di rissa è sempre tra i primi ad accorrere sul posto.
Shabazz Muhammad (SG, 6’6″, Freshman, UCLA): Superati i problemi di eleggibilità, si presenta come legittimo pretendente al prossimo pick n.1. Se c’è da fare canestro difficilmente si può trovare un esterno più efficace di Shabazz, che sorprende per maturità fisica e mentale e può essere determinante anche sul lato difensivo del campo.
Kyle Anderson (SF, 6’9″, Freshman, UCLA): Secondo fiore all’occhiello della classe 2012 di UCLA, in questo avvio è sembrato ancora un po’ immaturo. Ma resta di fatto un playmaker nel corpo di un’ala, con un potenziale da point forward notevole anche per il piano di sopra: vietato stupirsi se decidesse di dichiararsi al draft anche in caso di una stagione collegiale non sfolgorante.
Jordan Adams (SG, 6’5″, Freshman, UCLA): Meno pubblicizzato rispetto ai suoi illustri compagni, ha stupito in questo avvio di stagione per la costante facilità con cui trova il canestro. Se Howland riesce a disciplinarlo a dovere in quanto a scelte di tiro, può emergere prepotentemente.
Dewayne Dedmon (PF/C, 7’0″, Junior, USC): Storia particolare: la madre per convinzioni religiose (è Testimone di Geova) gli ha sempre proibito di praticare sport di squadra. Dedmon comincia così a giocare solo a diciotto anni, rendendo particolarmente intrigante l’evoluzione del suo potenziale nonostante ad oggi ne abbia già ventitrè. Ha molti estimatori che potrebbero convincerlo a saltare l’anno da senior.
Abdul Gaddy (PG, 6’3″, Senior, Washington): Buon passatore ma più istintivo che razionale, in questo avvio di stagione sta soffrendo un po’ la maggior pressione cui è sottoposto. La difesa e il buon fisico per il ruolo sono le sue qualità più pragmaticamente utili nell’immediato, ma ha anche buoni margini di miglioramento tenendo conto non ha ancora ventun’anni e già quattro di college alle spalle.
C.J. Wilcox (SG, 6’5″, Junior, Washington): Tiratore micidiale capace di crearsi il proprio tiro, sta mostrando importanti progressi in aree del gioco come l’attaccare il canestro e la difesa sull’uomo. Realizzatori del suo livello non sono comuni, motivo per cui una volta scongiurato il pericolo della monodimensionalità può veder crescere esponenzialmente le sue quotazioni.
Brock Motum (PF, 6’10”, Senior, Washington State): Intelligente e di fondamentali completi, ha un feeling clamoroso per il canestro e può segnare in moltissimi modi diversi. L’allontanamento di Reggie Moore dalla squadra è stato un brutto colpo anche per lui, ma l’australiano ha tutte le qualità per ripetere la straordinaria stagione da junior.
Mountain West
Kendall Williams (PG, 6’4″, Junior, New Mexico): Ha scomodato paragoni oggettivamente improponibili nonostante abbia un’ottima base fisico-atletica per il ruolo; se non si intestardisce nel cercare la via del canestro mostra anche intelligenza e propensione a cercare i compagni. Potrebbe mal digerire l’ingombrante presenza di Greenwood e decidere di lasciare anzitempo una squadra adatta a dargli visibilità.
Jamaal Franklin (SG, 6’5″, Junior, San Diego State): Anche qui il profilo atletico è di altissimo livello, e supportato da uno stile di gioco particolarmente aggressivo. Attaccando il ferro trova la via del canestro in ogni situazione, ma la selezione delle conclusioni lascia molto a desiderare e anche per questo il tiro da fuori, atteso a miglioramenti, per ora sta viaggiando su uno sconsolante 20%.
Mike Moser (SF/PF, 6’8″, Junior, UNLV): L’anno scorso si è imposto all’attenzione generale con una stagione da protagonista: giocatore versatile con potenziale per rendere bene in entrambi i ruoli di ala, alle solide doti fisiche abbina un raro QI, che ad esempio ha grande parte nel dominio a rimbalzo che caratterizza a tratti il suo gioco vicino al ferro.
Anthony Bennett (SF/PF, 6’8″, Freshman, UNLV): Freshman tra i più attesi in assoluto, il canadese ha una base fisico-atletica d’eccezione e una conversione in small forward da portare a termine, nonostante sia già a buon punto sotto molti aspetti. Sta avendo un impatto immediato e attirando molte attenzioni, può essere il Moe Harkless del 2013.
West Coast
Brandon Davies (PF, 6’9″, Senior, BYU): Viene ricordato principalmente per essere stato vittima del severissimo honor code di Brigham Young nell’anno di Fredette, venendo sospeso proprio sul finire della stagione. Oggi è l’uomo cardine dei mormoni, presenza fisica importante sotto canestro che ha allargato il proprio range d’azione in attacco.
Elias Harris (PF, 6’8″, Senior, Gonzaga): Il tedesco dopo una stagione da freshman impressionante ha visto crescere enormemente le aspettative su di lui, poi deluse nell’annata da sophomore. E’ però passata inosservata la sua decisa ripresa nell’anno da junior, che l’ ha riposizionato sulla mappa dei prospetti NBA: oggi si propone come leader emotivo dei Bulldogs, rimbalzista di livello e scorer versatile.
Matthew Dellavedova (PG, 6’4″ Senior, Saint Mary’s): Playmaker con QI e visione di gioco clamorosi, letale nel giocare il pick-and-roll e allo stesso tempo realizzatore completo e affidabile, il tutto su un fisico di livello per il ruolo. I dubbi su di lui riguardano prettamente l’aspetto atletico, ma alle Olimpiadi ha ugualmente trovato moltissimi estimatori giocando da titolare con l’Australia.
Kevin Foster (SG, 6’2″, Senior, Santa Clara): Mortifero tiratore sottodimensionato che sembra disegnato apposta per furoreggiare in Europa, merita una menzione perchè rende molto meglio se non deve costruirsi il tiro da solo e non è la principale preoccupazione della difesa avversaria. Motivo per cui potrebbe trovarsi più a suo agio da specialista in NBA piuttosto che da punta di diamante al college.
Conference USA
Adonis Thomas (SF, 6’7″, Sophomore, Memphis): Abbastanza deludente durante la scorsa stagione prima di infortunarsi, ma la partenza di Will Barton gli concede ampio spazio e grandi responsabilità nella Memphis di quest’anno. A livello di consistenza è già migliorato, se compie lo step definitivo e riesce a imporsi come leader dei Tigers salirà considerevolmente nella considerazione generale.
Keith Clanton (PF, 6’9″, Senior, South Florida): Lungo mobile e molto versatile, e in particolare scorer efficace sia fronte che spalle a canestro. Aveva inizialmente chiesto il transfer come Marcus Jordan, ma alla fine ha deciso inaspettatamente di tornare con i Knights.
Missouri Valley
Doug McDermott (PF, 6’8″, Junior, Creighton): Tra i migliori realizzatori del panorama collegiale, la mancanza di atletismo ne ridimensiona in parte le ambizioni professionistiche. Ma, se presumibilmente faticherà di più all’interno dell’area, la dimensione perimetrale, l’alto QI e l’intensità che mette in campo gli concederanno ugualmente una chance al piano superiore.
Jackie Carmichael (PF, 6’9″, Senior, Illinois State): Forse sottovalutato per la carenza di upside, è però un giocatore piuttosto completo: fisico e atletismo, mano educata, movimenti affidabili spalle e fronte a canestro, presenza in difesa e a rimbalzo; sta lavorando per allargare ulteriormente il proprio range, ma già così può ambire a una scelta ben più alta di quanto non gli si faccia credito.
Colonial
Jamelle Hagins (PF/C, 6’9″, Senior, Delaware): E’ un lungo atletico e molto intenso, calamita per i rimbalzi che raccoglie con incessante attività e tremendo stoppatore. In attacco ha una limitata serie di movimenti efficaci e non ha paura di usare il fisico, e in definitiva con qualche chilo di muscoli in più può essere un credibile giocatore NBA.
Mid-American
Zeke Marshall (C, 7’0″, Senior, Akron): Ha tutte le qualità necessarie per essere un intimidatore eccezionale, e in effetti è la protezione del proprio ferro il suo più grande punto di forza. Tuttavia va ancora incontro a troppi problemi di falli, e inoltre necessita di aggiungere molta massa muscolare se vuole poter dire la sua anche in NBA.
D.J. Cooper (PG, 6’0″, Senior, Ohio): Le fortune della squadra passano da lui, che tra l’altro è stato il principale fattore nelle sorprendenti apparizioni di Ohio in due degli ultimi tre tornei NCAA. Troppo limitato per catalizzare molte attenzioni in ottica draft, l’eccezionale velocità e l’abilità di attaccare il canestro e creare in penetra-e-scarica possono comunque risultare interessanti.
Horizon
Ray McCallum (PG, 6’3″, Junior, Detroit): Fisico e primo passo sono di alto livello, è un attaccante completo e soprattutto dominante ad alti ritmi e nell’attaccare il canestro, in difesa si comporta piuttosto bene sul proprio uomo. Eppure le letture e il playmaking sono ancora pesantemente inadeguati, e lo scegliere di giocare per papino ad oggi non ha portato a miglioramenti significativi.
Alec Brown (C, 7’1″, Junior, Green Bay): Centro bianco filiforme ma con mano educatissima, ottimo senso per la stoppata e buona mobilità. L’anno scorso ha attirato le attenzioni di molti ma in questa stagione ha cominciato in modo agghiacciante: non una grande idea, tenendo conto che ci si aspetta da lui una significativa breakout season (e in teoria una conseguente buona stagione di Green Bay).
Ohio Valley
Isaiah Canaan (PG, 6’1″, Senior, Murray State): Realizzatore compatto che si affida principalmente all’eccezionale tiro da tre punti, sopperisce con la qualità delle letture ai limiti fisici dimostrando una rara efficienza. Sempre sotto controllo e con la percezione di quanto avviene in campo, senza essere un playmaker si dimostra anche un buon facilitatore di gioco in una squadra di alto livello come i Racers.
Robert Covington (PF, 6’9″, Senior, Tennessee State): Al giorno d’oggi un’ala grande che sappia aprire il campo e giocare fronte a canestro raccoglie facilmente molti consensi, specie se come Covington ha un range esteso ben oltre i tre punti, sa segnare anche in area e ha un profilo fisico di alto livello. Ma Robert ha iniziato questa stagione come peggio non avrebbe potuto.
Patriot League
Mike Muscala (C, 6’11”, Senior, Bucknell): Si fa sentire sotto canestro per presenza a rimbalzo e soprattutto una dimensione realizzativa molto solida e di buona varietà. Mostra di saper utilizzare il fisico per prendere posizione e cercare il contatto del difensore, ma la Patriot League non gli concede molte occasioni per affrontare lunghi di livello. Tuttavia Bucknell può aspirare a un altro viaggio al Torneo.
C.J. McCollum (SG, 6’3″, Senior, Lehigh): Talento offensivo abbacinante, ha un feeling irreale per il canestro, che trova con una varietà di soluzioni difficilmente eguagliabile. Attualmente miglior realizzatore della Division I, in campo è anche estremamente versatile e intelligente tanto da rendere possibile una sua conversione in point guard in ottica professionistica. Vale le prime 20 nonostante i limiti atletici.
Sun Belt
Tony Mitchell (PF, 6’8″, Sophomore, North Texas): Ex top-recruit che per motivi accademici ha dovuto riciclarsi in un college minore. Va disciplinato un po’, abituato insomma a un contesto dove non possa fare quello che vuole senza pericolo di essere panchinato, ma il potenziale è elevatissimo: atleticamente difficile trovare di meglio, e tecnicamente è già abbastanza affinato.
Summit League
Nate Wolters (PG, 6’4″, Senior, South Dakota State): Slasher sopra la media, con visione di gioco, ball-handing e la tripla-doppia sempre a portata di mano. Se giocasse in una conference più forte avrebbe a buon diritto ben altre attenzioni, ma anche così resta un giocatore con potenziale da primo giro nonostante qualche problema di troppo in difesa.
Northeast
Jamal Olasewere (SF, 6’7″, Senior, LIU Brooklyn): Atletone fluido che sa giocare e si esalta negli alti ritmi di Long Island, nonostante il tiro da fuori sia da sviluppare. Se ne parla molto poco, ma può catturare le attenzioni degli addetti ai lavori per la combinazione atletico-tecnica, soprattutto se contribuirà per il terzo anno di fila a portare i Blackbirds al torneo NCAA.
Big Sky
Will Cherry (PG, 6’1″, Senior, Montana): Amico di Damian Lillard, suo storico antagonista in campo con cui ha in comune un’irreale etica lavorativa, piace soprattutto per l’abilità e l’intensità in difesa, nonostante sia anche leader offensivo della squadra migliore della conference. Da vedere come recupererà dall’infortunio al piede, molto simile a quello patito a suo tempo dall’ex Weber State.
Big West
James Ennis (SF, 6’7″, Senior, Long Beach State): Atleta straordinario e difensore tra i migliori in assoluto sugli esterni, le partenze di Ware e Anderson quest’anno lo dovranno portare necessariamente a un ruolo offensivo di maggior spessore, cui comunque sta dimostrando di poter adattarsi. Non vale meno di molti giocatori simili che militano in college più rinomati.
La-vo-ro-ne strepitoso.
Pezzo che deve essere un must read lungo tutto l’anno.
Complimentoni
Complimenti davvero, un articolo super!!
piacevolissimo da leggere e magari consultare in seguito, immagino la fatica per farlo! Ma complimenti!!!
A parte che Christmas giocherà di più grazie alla partenza di Fab Melo (Felipe al massimo sarà il cugino pazzo di 4°grado), pezzo fenomenale!
pezzo pazzesco. davvero complimenti per la qualità e la mole del lavoro svolto