Dopo 8, lunghissimi, mesi di attesa, finalmente il College Basketball è ripartito e con lui anche la nostra rubrica settimanale che cercherà di evidenziare gli avvenimenti più significativi, quelli meno, e da quest’anno anche piccoli consigli sulle partite da vedere, visto che i canali (legali e non) non mancano di certo.
- Non c’è miglior modo per ritornare a respirare fin da subito l’aria NCAA della Tip-Off Marathon, 24 ore di partite non stop a pochi giorni dalla partenza ufficiale dove si può trovare dalle mid-major meno importanti, vittime predestinate delle gare all’alba (orario che non augurerei al mio peggior nemico) , fino ai big games della prima serata che concludono in bellezza una giornata ricchissima.
- Il big game più atteso era sicuramente quello tra Kentucky e Duke, concluso con la vittoria dei ragazzi di coach K con il punteggio finale di 75-68. Partita molto bella e bello spot per la stagione appena iniziata, con Kentucky che dimostra di essere una squadra completamente diversa da quella dello scorso anno, talentuosa sì, ma non con quella chimica tale da permettere fin da subito vittorie importanti e rumorose.
Calipari a fine primo tempo, oltre ad aver accusato i Blue Devils di floppare un po’ troppo, si era detto molto contento del -2 fino a quel momento rimarcando ancora una volta come la squadra sia ancora molto acerba e con i caschetti da cantiere ancora sulla testa.
Dall’altra parte la maggior esperienza di Curry & Co l’ha fatta da padrone, soprattutto nel finale di partita si notava che Duke sapeva muoversi meglio in un momento così delicato. Bene Seth Curry, bene con riserve invece Mason Plumlee, che potrebbe avere una breakout season tonante ma a patto che riesca a contenere al meglio la grande carica di energia, troppe volte causa dei suoi problemi di falli che anche in questo caso l’ha decisamente limitato nel finale.
- Quando parli di Kentucky non puoi fare a meno, soprattutto nelle prime partite di dare un’occhiata ai nuovi arrivati, i freshman.
Partiamo dal tato atteso Nerlens Noel, il quale sembra aver chiarito fin dalle prime battute che il paragone con Anthony Davis, oltre ad essere di una discreta pesantezza, non sussiste. Noel ha fatto vedere una gran grinta in campo, buone letture in difesa e voglia di sporcarsi i gomiti, ma è ancora molto grezzo su tanti aspetti, soprattutto offensivi dove oltre al grande atletismo non può contare su molto altro.
Rimandato anche Alex Poythress, animale a rimbalzo ma anche qui troppo aggressivo per i canoni arbitrali, mentre Archie Goodwin ha fatto vedere lampi alla Russell Westbrook, comprese alcune scelte di gioco discutibili.
- A proposito di freshman, l’altro protagonista della “Decision” dello scorso aprile, Shabazz Muhammad, non ha certo vissuto il suo miglior periodo nella settimana appena passata.
A 40 minuti dalla prima palla a due stagionale di UCLA, la NCAA ha dichiarato Muhammad non “eleggibile” (traduzione dall’inglese ignobile, ma fatico a trovare un altro termine in italiano che renda l’idea) a causa di alcuni benefits ricevuti durante le sue visite non ufficiali ad alcuni atenei ritenuti irregolari.
La storia ovviamente ha catalizzato l’attenzione di quasi tutto il panorama collegiale, perché la possibilità di assistere ad un caso come quello di Enes Kanter di due anni fa sembrava riaffiorare.
Ma ieri notte, ad una settimana esatta dal rifiuto di giocare, la NCAA ha rivisto la sua posizione (forse aiutata anche da un caso bello spinoso rivelato durante la settimana) ed ha permesso al talento proveniente da Las Vegas di giocare sin dalla prossima contro Georgetown.
Una situazione… particolare che ancora una volta mette molti dubbi sulle scelte dirigenziali della NCAA, non nuova a critiche da questo punto di vista.
Ora Flea (sì, proprio il bassista dei Red Hot Chili Peppers) potrà togliersi la maglia “Free Shabazz”…
- UCLA nel mentre non ha sentito granchè la mancanza di Muhammad, grazie ad un’altra faccia nuova dei Bruins.
No, non l’atipico Kyle Anderson, numero 3 della classe 2012.
No, neanche il centrone Tony Parker, uno dei migliori centri provenienti dal liceo.
No, sicuramente non Larry Drew II.
Stiamo parlando di Jordan Adams, che con pochi riflettori addosso ha piazzato nelle prime tre gare 21, 26 e 25 punti. Se il buongiorno di vede dal mattino…
- Oltre all’affaire-Muhammad, un’altra grande delusione di questa prima settimana sono state le varie partite sulle portaerei, programmate per festeggiare al meglio il Veteran’s Day.
Esperimento che dopo la bella scenografia proposta lo scorso anno nella partita tra North Carolina e Michigan State doveva essere lasciato perso.
Già lo scorso anno i problemi di condensa sul parquet provvisorio avevano messo a rischio le caviglie dei giocatori scesi in campo, stavolta invece sulle tre previste se ne sono giocate solo una e mezzo.
Esatto, una e mezzo: Ohio State e Marquette hanno cancellato la partita, Florida e Georgetown non sono andati oltre il primo tempo, San Diego State e Syracuse hanno posticipato la partita alla mattina seguente anche a causa del forte vento.
Sicuramente partite del genere hanno un colpo d’occhio meraviglioso, ma siamo sicuri sia intelligente riproporle anche il prossimo anno? Sarebbe invece da cavalcare ciò che hanno fatto con UConn e Michigan State, ovvero portare le squadre in una base militare americana all’estero (in questo caso in Germania) e farli giocare all’interno di un hangar, mantenendo il bel sodalizio con la US Army.
- A proposito di UConn, la squadra di Kevin Ollie passerà una stagione abbastanza travagliata vista l’esclusione dal Torneo della Big East e quello NCAA, ma questo non gli preclude di lavorare guardando al futuro e farlo senza la pressione dei risultati.
Il primo colpo d’occhio è ottimo. Nonostante la partenza di giocatori quali Lamb, Drummond, Oriakhi e Roscoe Smith, la squadra gira molto bene e potrebbe essere una bruttissima cliente durante la stagione per le squadre che hanno bisogno di vittorie importanti per accedere al Torneo.
E chissà che questa non sia la nascita di un altro buon giovane allenatore.
- Tra le squadre da seguire nel sommerso delle mid-major c’è sicuramente North Texas, squadra della piccola Sun Belt Conference in cui gioca una possibile lottery pick del prossimo draft come Tony Mitchell, 4 atletico e con potenziale illimitato.
Ma non è per Tony Mitchell che la prendo in esame, o almeno al momento non è lui il protagonista, quanto la ancor più piccola università di Albama-Huntsville, talmente piccola da essere un college di Division II.
Ebbene, nella seconda partita stagionale, dopo esser stata ripassata da Doug McDermott e la sua Creighton, i Mean Greens sono stati battuti proprio da Alabama-Huntsville in una debacle che sicuramente rimarrà a memoria per un bel po’ di tempo.
Sicuramente non una bella partenza per una squadra che punta a presenziare al prossimo Torneo NCAA.
- Sempre dal sommerso: tenete un occhio a South Dakota State, ma soprattutto a Nate Wolters.
I Jackrabbits non sono un granchè come roster, ma Wolters è un giocatore fantastico, uno dei migliori della nazione, dotato di QI alto e di una gran capacità realizzativa.
Se volete trovare del tifo molto poco mainstream questa potrebbe essere una possibilità.
- Eccoci arrivati ai consigli della settimana sulle partite da vedere:
Si parte domenica con la finale del Puerto Rico Tip-Off tra North Carolina State, la favorita per il titolo della ACC, e Oklahoma State, che ha tra le sue fila due futuri pro come LeBryan Nash e Marcus Smart.
Lunedì bello ricco con Indiana (#1 del ranking) contro la Georgia di Kentavious Caldwell-Pope, Kansas-Washington State e soprattutto il debutto di Shabazz Muhammad in UCLA-Georgetown.
Si passa al mercoledì dove Michigan se la vedrà con Pittsburgh, possibile sleeper in Big East e non solo.
Giovedì da non perdere Memphis-VCU e Minnesota-Duke, con i ragazzi di K davanti ad una squadra tutt’altro che facile da battere.
Infine venerdì abbiamo un’interessante Oregon-UNLV ed una bella sfida all’interno del ranking tra Creighton e Wisconsin, dove si potrà ammirare Doug McDermott, uno dei candidati al POY
(da Draftology)