La felicità dei campioni di Kentucky

Kentucky ha vinto il titolo, Calipari ce l’ha fatta. Finalmente il coach dei Wildcats può togliersi l’enorme scimmia che aveva sulla spalla, dopo essersi fatto al nomea di grande reclutatore, che riesce sempre a raggruppare una quantità impressionante di talento ma che poi finisce sempre per trovare un modo per non vincere.

Questa volta la sua Kentucky, con cinque giocatori che potrebbero andare al primo giro del prossimo draft, di cui tre in lotteria, compresa la praticamente certa prima scelta assoluta, era semplicemente troppo forte per perdere.

In un certo senso Calipari si vendica pure di Bill Self che nel 2008 (quando l’attuale coach dei Wildcats era a Memphis), lo aveva battuto nella finale per il titolo, una sconfitta sanguinosa, nella gara della tripla di Mario Chalmers e dei liberi sbagliati di Derrick Rose.
La partita di ieri sera ha confermato quello che tutti sapevano, e cioè che questa Kentucky era semplicemente la squadra migliore della nazione, come dice il suo stesso coach: “Volevo che tutti vedessero che quest’anno siamo la squadra migliore. Volevo che fosse una stagione storica”.

Per farla diventare tale, è servita una finale giocata alla grande, in particolare da Doron Lamb, miglior realizzatore dei suoi (22 alla fine): i sei punti più importanti sono quelli che, con due triple consecutive, hanno portato i suoi sul +16 a metà secondo tempo, dando ai Wildcats un vantaggio fondamentale.

Sotto in doppia cifra, poteva essere il palcoscenico perfetto per Kanasas, che nel Torneo NCAA si è esaltata nelle rimonte: i Jayhawks, infatti, sono riusciti a ridurre lo svantaggio fino al -5 a novantasette secondi dalla fine, bloccandosi però nel momento i cui i Wildcats hanno segnato tutti e cinque i tiri liberi concessi loro, portandosi a casa un meritato titolo.

Oltre a Lamb, sono arrivati in doppia cifra anche Kidd-Gilchrist e Marquis Teague (11 e 14 alla fine), con Terrence Jones a quota nove. Ma, a fare molto rumore, è stata però la prova del solito Anthony Davis (votato MOP, Most Outstanding Player), che avrà fatto salivare ancora di più gli scout NBA. Davis, pur in una serata in cui ha segnato un solo canestro dal campo (su dieci tentativi), è riuscito ad essere decisivo, facendo tutto quello di cui la squadra aveva bisogno e chiudendo con 16 rimbalzi, 6 stoppate, 5 assist e 3 recuperi, un tabellino semplicemente spaventoso.

Kansas invece conclude con l’amaro in bocca una stagione comunque magnifica, per una squadra che non era assolutamente attesa a questi livelli: i Jayhwaks sono arrivati fino a qui da sfavoriti, costruendosi un’identità e facendo leva su Thomas Robinson che, anche ieri, non ha tradito le aspettative, mettendo a segno, in quella che probabilmente sarà la sua ultima partita al college, una doppia doppia a quota 18 punti e 17 rimbalzi (ma con 6/27 dal campo).

Come detto, anche ieri sera i Jayhwaks si sono ritrovati sotto nel punteggio, addirittura di diciotto punti nel primo tempo e sedici nel secondo, ma questa volta non sono riusciti a fare la loro classica rimonta.

Per quanto la sconfitta faccia male, una volta lasciata passare la delusione, Kansas non potrà che essere soddisfatta: si pensava che i ragazzi di coach Bill Self non sarebbero neanche stati in grado di raggiungere il Torneo, ed invece sono arrivati in finale, perdendo solamente contro quella che in pratica è una squadra NBA, ed hanno vinto l’ottavo titolo consecutivo di conference in un anno in cui partivano senza quattro dei migliori cinque realizzatori della stagione passata.

Doveva essere un anno di transizione, ed invece è diventato un anno quasi perfetto, una dimostrazione dell’intensità di questo gruppo di ragazzi e del lavoro di coach Self.

In un college basket caratterizzato da giocatori che vanno e vengono, è normale che siano i coach, vale a dire quelli che (tendenzialmente) rimangono, a conquistarsi il proscenio. E quindi questo sarà non solo il titolo di Anthony Davis e Doron Lamb e di questa incredibile edizione dei Kentucky Wildcats, ma sarà soprattutto di Calipari.

Il suo stile di reclutamento era definito, in tono un po’ dispregiativo, “One and Done”, sottolineando come riuscire ad avere i migliori prospetti significa anche rassegnarsi a perderli dopo un anno, senza la possibilità di costruire un nucleo. Da ieri notte, la definizione è cambiata: è diventata “One and Won”.

One thought on “Kentucky campione, la prima volta di Calipari

  1. Bell’articolo!!
    Wildcats hanno vinto come da pronostico! Con A. Davis comunque ci andrei piano, ottimo prospetto ma ancora troppo grezzo in attacco, per quanto riguarda la difesa è tutta da verificare tra i pro!! Discorso simile per t robinson che sembra comunque avere qualcosa in meno del 23!

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