L’ East Region continua nella sua corsa controcorrente: in un Torneo NCAA che è storicamente casa di upset, trend confermato anche quest’anno con la caduta di alcune grandi già al primo turno, nell’East Regional, per il momento, tutti i pronostici (a parte la sconfitta di Florida State contro una buona squadra come Cincinnati) sono stati confermati e tre delle quattro teste di serie più alte sono ancora in corsa.
Dopo la prima partita, c’era tanta attenzione sulla partita di Syracuse (1) contro Kansas State (8). Gli Orangemen, sempre vedovi del oro centro Feb Melo, non avevano decisamente sfavillato non solo nella prima gara del Torneo, ma anche nelle ultime sette partite giocate, nelle quali il calo offensivo (nei punti realizzati e nelle percentuali da tre punti) è stata evidente.
A dire la verità, Syracuse ha avuto bisogno anche del primo tempo della gara contro Kansas State prima di prendere ritmo: una volta partiti, però, non si sono più fermati, dominando gli avversari nei secondi venti minuti e portando a casa una vittoria decisiva (75-59).
Jim Boheim a fine agra sottolinea proprio come la differenza, tra primo e secondo tempo, sia stata nella capacità dei suoi di segare: “Nel secondo tempo, abbiamo fatto canestro. Ultimamente non lo abbiamo fatto. Offensivamente non siamo andati bene nel primo tempo, dovevamo migliorare”.
Kansas State ha sofferto troppo la celeberrima zona di Syracuse, non riuscendo a trovare continuità offensiva, ed ha perso la partita nonostante abbai controllato egregiamente i tabelloni, anche in assenza del centro titolare Jamar Samuels, che non ha giocato per problemi di eleggibilità.
Kansas State quindi se ne va casa, mentre Syracuse arriva per la terza volta in quattro anni tra le migliori sedici squadre del college basketball, grazi ad una buona prova di squadra, in particolare di Jardine (16 e 8 assist), Dion Waiters (18 punti) e James Sutherland (15).
Ritrovare efficienza offensiva sarà fondamentale per Syracuse, in particolare perché nelle Sweet Sixteen si ritroverà contro Wisconsin (4), una delle migliori difese della nazione, che ha avuto ragione (60-57) di Vanderbilt (5) nella partita del terzo turno.
I Badgers devono ringraziare, per la vittoria contro Vanderbilt, la loro capacità di mantenere i due migliori realizzatori avversari decisamente sotto la loro media abituale: Jenkins e Taylor (che in stagione segnavano rispettivamente 20.1 e 16.3 punti di media) sono stata tenuti rispettivamente a sedici e nove punti realizzati, togliendo due bocche da fuoco fondamentali per l’attacco dei Commodores.
La partita è stata combattuta fino alla fine, con Vaderbilt che è stata quasi sempre ad inseguire (è andata per la prima volta in vantaggio solo all’inizio del secondo tempo), ritrovandosi addirittura sul meno nove con sei minuti da giocare. A quel punto i Commodores invece di mollare hanno reagito, si sono messi a zona e, guidati da Festus Ezeli, hanno riaperto la gara a due minuti e mezzo dalla conclusione (57-56).
La partita si è decisa quindi solo nelle ultime azioni, dove decisiva è stata la capacità dei Badgers di prendere tutti i rimbalzi più importanti e di segnare i liberi.
Il tiro che probabilmente ha cambiato la storia della gara è stato un errore di Jenkins dalla linea dei tre punti a pochi secondi dalla fine. In linea teorica Vanderbilt non poteva fare di meglio in un’azione così improntate, in quanto è riuscita a liberare il Jenkins e consegnargli la palla del possibile sorpasso: se poi il tuo miglior giocatore sbaglia quel tiro, c’è poco da fare.
Lui stesso, a fine gara, sembra prenderla con filosofia: “Ero libero, come mi era già capitato nel corso della gara, sentivo di avere la possibilità di far canestro. Semplicemente, la palla non è entrata”.
L’altro scontro delle Sweet Sixteen per quanto riguarda l’East Region sarà tra Ohio State e Cincinnati.
I Buckeyes (2) non volevano diventare la terza numero due eliminata nel giro di poche ore: anche loro ci hanno messo un po’ a darsi una regolata, in una partita di alti e bassi. Gonzaga (7), infatti, nella prima metà di gara è stata quasi sempre in vantaggio: Ohio State ha poi preso il comando delle operazione, conquistando anche un vantaggio in doppia cifra (58-48) nella seconda frazione che sembrava poter chiudere la gara.
Quel vantaggio, però, è stato dilapidato in fretta da una Gonzaga che non aveva intenzione di mollare: i Bulldogs, una squadra sempre insidiosa, sono infatti riusciti a pareggiare la partita a quota sessantuno con quattro minuti da giocare, con un parziale di 13-3 chiuso da una tripla di Elias Harris.
A quel punto però Jared Sullinger (18 alla fine) si è messo al lavoro sui due lati del campo, rendendo per mano Ohio State e rispedendo al mittente tutti i tentativi di recupero di Gonzaga e guadagnandosi un altro biglietto per le Sweet Sixteen (73-66 il punteggio finale).
L’arduo compito di sfidare un’Ohio State molto convincente nelle prime due gare del Torneo sarà di Cincinnati che, nell’unica gara giocata domenica in questo Regional, ha sconfitto Florida State.
I Bearcats arrivano dunque alle Sweet Sixteen per la prima volta dal 2001, eliminando una Florida State che veniva da sei vittorie consecutive e sembrava essere molto in forma all’inzio del Torneo, vista anche la recente vittoria nella ACC.
Florida State ha pagato il fatto di non essere riuscita a sfruttare la sua miglior arma, la difesa, nel secondo tempo di gara: Cincinnati infatti ha tirato con il 52% dal campo ed è stata praticamente perfetta dalla linea della carità (12/13).
Una volta persa la sua coperta di Linus, Florida State è sembrata in difficoltà, in particolare perdendo una marea di palloni (17) che si sono tramutati in diciannove punti per i Bearcats, un dato che sposta in modo decisivo l’equilibrio specialmente in una partita così equilibrata.
Cincinnati porta a casa una grande vittoria e completa quindi il quadro delle quattro squadre dell’Ohio (che oltre ai Bearcats include Ohio State, Ohio e Xavier ) che si qualificano tra le migliori sedici della nazione. E il passaggio del turno se lo sono decisamente guadagnati, vincendo una partita combattuta fino all’ultimo, come dimostrato dal fatto che, nel corso dei quaranta minuti di gioco, le due suadre si sono alternate in testa ben diciannove volte, e altre undici erano in parità.
Nessuna delle due squadre, nella seconda frazione, ha mai avto un vantaggio superiore ai tre punti, e sono arrivate in coppia fino agli ultimi minuti di gara. L’highlight più importante è decisamente rappresentato dalla rubata di Dion Dixon su Loucks e dalla sua successiva schiaccciata in contropiede che, dopo l’ennesimo pareggio di Florida State, ha permesso a Cincinnati di mettere la testa avanti una volta per tutte, quando mancavano solo novantadue secondi alla fine della gara.
Da quel momento in poi Cinicinnati non si è più voltata indietro, chiudendo tutti i conti con un otto su otto ai liberi negli ultimi trentacinque minuti di gara che non ha lasciato nessuna speranza a Florida State.
Il primo intenso weekend del Torneo NCAA è andato in archvio. Giovedì sera si ricomincia.