- Sembra che ogni settimana ne debba cadere almeno una di imbattute.
Stavolta è toccato a Baylor che, dopo aver aggirato possibili upset contro West Virginia, Mississippi State e Kansas State negli ultimi minuti di partita, ha dovuto cedere a Kansas nella Phog Allen Fieldhouse, uno dei peggiori luoghi dove provare a mantenere un’imbattibilità.
Una grande prova di forza degli uomini di Bill Self ed una grandissima prova di Thomas Robinson, sempre più in testa nella corsa al POY, che ha distrutto sui due lati del campo la temibile e infinita (5 giocatori con uno wingspan che supera i 7 piedi) frontcourt dei Bears con 27 punti e 14 rimbalzi. Robinson è stato ben coadiuvato dalla grande serata di Tyshawn Taylor che ha costantemente attaccato la prima linea della zona 2-3 di coach Drew per creare spazio per i compagni e stavolta le solite 5 palle perse messe a referto, per come sono maturate, non hanno inciso sul risultato.
A Baylor non è bastato stavolta un Pierre Jackson in doppia doppia e fa impressione vedere l’intero frontcourt con lo stesso numero di rimbalzi totali di Robinson.
I Jayhawks hanno avuto un avvio di stagione non semplice, con Self alle prese con un roster molto meno talentuoso rispetto alle passate edizioni, ma nell’incredibile upset subito contro Davidson qualcosa ha girato nella loro testa. Hanno decisamente svoltato, trovando un ottimo collettivo finalmente a tempo gli uni con gli altri e hanno dato un segnale importante alla Big12, conference di cui non vogliono perdere il primato dopo le 5 vittorie negli ultimi 6 anni.
- Per una squadra che sale, ce ne sono due che scendono. Vertiginosamente.
Indiana dopo aver superato parecchi ostacoli nella non-conference schedule, tanto da fargli guadagnare un posto nel ranking al ridosso delle prime 10 posizioni, aveva risposto molto bene anche alla prima sconfitta stagionale contro gli Spartans, pareggiando il cammino nella Big Ten con la vittoria sulla favorita Ohio State e ripartendo con le W contro Michigan e Penn State. Dopodichè, la squadra di Tom Crean non ne ha più azzeccata una, perdendo nella rumorosissima Assembly Hall contro una modesta Minnesota, subendo la schiacciante vendetta dei Buckeyes (solo 14 punti nel primo tempo) e guadagno una evitabile sconfitta contro Nebraska.
Ora il record nella conference è di 3-4 e la situazione non si fa facile, visto che le partite più importanti da qui in poi le giocherà lontano da casa.
- Per Connecticut invece il record non è in passivo, ma certo che il 4-3 ottenuto fin ora va ben sotto le aspettative degli Huskies.
Sì, hanno avuto Calhoun lontano dalla panchina (tornato però nella sconfitta contro Cincinnati) a scontare la squalifica per i recruiting poco legali, ma comunque una squadra che partiva con sogni di gloria, soprattutto dopo l’arrivo di Andre Drummond, che dopo la brutta figura del Who’s Herb Pope, sta facendo vedere grossi passi avanti.
Jeremy Lamb ha dimostrato di avere una dimensione solida da go-to-guy e prima opzione offensiva, ma non è che questa nuova versione del giocatore si sposa poco con i bisogni di UConn? Anche perché vedendolo giocare si ha una sensazione di distaccamento dalla squadra che non ha niente a che vedere con l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto visto lo scorso anno.
- A proposito di brutte figure, pessima quella fatta da North Carolina a Tallahassee nella partita contro Florida State.
Non bastasse la sconfitta roboante subita dai Seminoles, squadra prettamente difensiva ma che per l’occasione ha riservato una prestazione da 90 punti ai Tar Heels con un Deividas Dulkys da 32 e 8/10 nelle triple, Roy Williams ha chiuso la partita sul -30 mettendo in campo i walkons, ovvero i giocatori che fanno la squadra senza borse di studio. Quelli che nei grandi atenei non vedono mai il campo, per intenderci.
Una “prassi” che solitamente viene attuata dalla squadra vincitrice per dare un momento di gloria ad elementi che solitamente non ne hanno, mentre gli avversari dovrebbero pagare la sconfitta con i soliti elementi in campo. Primo errore.
Ma non solo, il quintetto appena uscito e l’allenatore si sono allontanati dal campo a sirena non ancora suonata, lasciando walkons in campo e assistenti in campo. Secondo errore, arrogante e irrispettoso nei confronti di Florida State.
Williams in seguito ha tentato di discolparsi parlando di “sicurezza della squadra nel caso di una invasione di campo”, scusa abbastanza futile.
Pessimo comportamento e caduta di stile da principianti.
- Impressionante l’impatto avuto finora da Anthony Davis a Kentucky.
Mentre in molti si aspettavano un talento capace di poter guidare in attacco una squadra che fa dei freshman la risorsa principale, Davis ha stupito tutti dimostrandosi il miglior difensore del panorama collegiale finora.
Non che fossero un segreto tali doti ma l’impatto avuto è stato devastante, in cui le cifre (quasi 5 stoppate e 2 rubate ad allacciata) dicono tantissimo ma non tutto. Grande intimidatore con istinti difensivi importanti per l’età, sa leggere bene il da farsi grazie anche ad una buona lettura dei movimenti di avversari diretti e non, soffre i fisici più muscolosi ma compensa il tutto con le braccia chilometriche.
Queste ottime prestazioni hanno portato i media a chiedersi se gli altri componenti della squadra non stiano un po’ troppo approfittando di questa polizza dietro per prendersi qualche leggerezza in fase difensiva, primo su tutti Terrence Jones, che invece lo scorso anno aveva dimostrato di essere più di un buon difensore, caratteristica che però in questa stagione non è ancora emersa. Forse proprio per colpa di Davis.
- Rimanendo nella SEC, ottime anche le prestazioni di Arnett Moultrie a Mississippi State.
Arrivato da UTEP dopo un anno di stop a causa del transfer, anche Moultrie ha confermato di essere un ottimo rimbalzista ed un solido difensore, ed inoltre ha mostrato buonissime cose anche nell’altra metà campo, tanto che ora guida la squadra sia nei rimbalzi (11) che nei punti (16) a partita.
Una bella sorpresa, considerando che per la seconda volta consecutiva trova un compagno di reparto di non facile gestione. Se infatti a UTEP condivideva l’area con Derrick Caracter, ora deve fare i conti con Renardone Sidney, che però finora sta accettando tranquillamente il ruolo di role player dietro appunto a Moultrie e Dee Bost.
- Se state cercando una conference tra le mid-major che possano darvi delle belle soddisfazioni in vista dei vari tornei che si svolgeranno agli inizi di marzo, vi consiglio di dare un’occhiata a quello che succede nella Missouri Valley.
E’ una conference che non contiene molto talento, fatta eccezione per il nuovo fenomeno Doug McDermott di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, ma è composta da squadre ben allenate e ben messe in campo e rischia di essere equilibrata fino alla fine, quando la ricerca per un posto nel Torneo Ncaa renderà le partite ancora migliori.
Oltre alla Creighton di McDermott si segnalano la Wichita State campione uscente del NIT, e pure Missouri State che porta in dotazione uno dei miglior slasher tuttofare della nazione, ovvero Kyle Weems. Assieme a loro meritano attenzione Illinois State e Drake, ma anche squadre che non hanno avuto fortuna in questo inizio come Indiana State (il college di Bird) e Northern Iowa, che due anni fa salì alla ribalta per l’upset alla March Madness ai danni di Kansas ai danni del piccolo Alì Faroukmanesh.
Il livello delle partite non sarà da Nba, ma comunque sono divertenti e mai scontate.
- Ha avuto esito scontato invece la partita tra Western Carolina e Toccoa Falls.
I Catamounts non sono una squadra irresistibile, come dimostra anche il record negativo avuto finora, ma nella partita in questione hanno stabilito un discreto record, vincendo con il punteggio di 141-39. Sì, ben 102 punti di scarto.
Ora vi chiederete voi, ma se Western Carolina non è buona, questo Toccoa Falls College cosa dovrebbe essere? Beh, fa parte della NCCAA (National Christian College Athletic Association), ovvero una lega composta da un centinaio di scuole cristiane, molto simili a piccoli monasteri, dove i ragazzi che mettono su completino e scarpe da basket in futuro potrebbero indossare la tonaca.
Sull’utilità di partite come questa nutro seri dubbi, probabilmente l’allenatore Larry Hunter ha voluto dare una ventata di fiducia ai suoi ragazzi.
A chi interessassero gli highlights di questo scempio, eccoli qua.
- Ma alla fine c’è anche chi fa di peggio, come un allenatore che floppa sul contatto con un giocatore avversario, fingendo un attacco di cuore.
L’autore di questo incomprensibile gesto è Tom Herrion, coach di Marshall che è caduto così dopo un futile contatto con Isaiah Sykes di UCF.
Una scena incomprensibile che inizialmente ha allarmato chi era d’intorno alla panchina, subito tranquillizzato da un salto di Herrion nel momento in cui si è conclusa l’azione offensiva di UCF.
Anche qui, non una grande figura.
(pubblicato da Draftology)