Il 5 Febbraio scorso i Connecticut Huskies rischiarono di perdere con una squadra dal pessimo record (13-18, Seton Hall). Dopo qualche tempo si ritrovarono con un misero 9-9 nella regular season della Big East. Ma da quando è iniziato il torneo della propria conference ospitato dal Madison Squadre Garden, gli Huskies non hanno più perso un colpo. Dalla vittoria nella Mecca del basket fino allo stadio degli Houston Texans il passo sembra essere stato breve: 10 vittorie consecutive nelle quali un uomo è spiccato su tutti gli altri. Kemba Walker ha guidato i suoi Huskies alla terza finale della loro storia. Dopo Rip Hamilton nel 1999, Emeka Okafor nel 2004, tutti i tifosi provenienti dal campus di Storrs, sede dell’università, hanno un Kemba nel cuore e nei loro sogni di terzo titolo nazionale.
Kentucky dal canto suo merita una standing ovation per le grandi prestazioni offerte durante tutto il torneo, non ultima quella di ieri notte. Nonostante la superiorità degli Huskies, i Wildcats hanno infatti venduto cara la pelle, tirando addirittura per la vittoria. Se non fosse stato per l’errore di Liggins a 3 secondi dalla fine, coach Calipari avrebbe avuto la seconda opportunità della sua carriera per vincere il tanto agognato titolo nazionale, già sfuggitogli nel 2009 contro i Jayhawks di Mario Chalmers, quando guidava la Memphis di Derrick Rose.
In realtà l’inizio della gara sembra dare molto adito alle speranze dei tifosi di Lexington, perchè i Wildcats partono bene, difendendo e facendo delle ripartenze di Brandon Knight e Terrence Jones (7 punti in pochissimi minuti) un arma fondamentale per il 12-9 iniziale. Il centro bianco di Kentucky Harrelson si da molto da fare a rimbalzo, e infatti quelli offensivi sono già 6 nel giro di 10 minuti di gioco. Ma UConn è sveglia e dimostra di esserci assestando un importante parziale di 10-0 guidato ovviamente da Kemba, che con 9 punti iniziali, conditi anche da uno spettacolare crossover, e con l’aiuto del talentuoso freshman Jeremy Lamb, regala il 19-12 alla propria squadra.
Jim Calhoun sembra soddisfatto mentre il primo tempo scorre senza troppi patemi d’animo, con una difesa Huskies che limita gli avversari a soli 21 punti nei primi 20 minuti di gioco con un pessimo 8/26 al tiro. I Wildcats cercano di reagire, ma a parte Terrence Jones, i suoi uomini più importanti sembrano non essere in campo. Il +10 della fine del primo tempo, arriva con un bellissimo taglio backdoor di Jeremy Lamb, servito ottimamente da un Walker in serata di grazia nel segnare e nel servire i compagni (nel solo primo tempo ben 6 assist).
La ripresa dunque ricomincia dal 31-21, con la squadra di coach Calhoun che sembra non poterla perdere per alcun motivo al mondo. Ma spesso queste considerazioni sono sbagliate, specialmente nel college basket, e infatti i Wildcats rientrano più convinti del fatto che la loro zona 2-3 possa produrre i risultati sperati e che l’attacco sia capace di fare molto meglio di quanto fatto nel primo tempo. Detto fatto perchè finalmente Brandon Knight fa “gol” dalla lunga distanza, seguito poco dopo da Darius Miller: due triple che dimezzano lo svantaggio a 4 lunghezze nel giro di un minuto, mentre l’attacco di UConn segna il primo canestro della ripresa con Roscoe Smith solo dopo 4 minuti di gioco.
Kentucky c’è, l’intervallo è servito a coach Calipari per instradare i suoi verso una rimonta che a tratti pareva impossibile. Anche Doron Lamb sembra averne beneficiato, perchè quando mancano 15 minuti alla sirena segna due triple consecutive capaci di regalare l’insperato vantaggio ai suoi Wildcats. 35-33 è a quel punto il risultato a favore dei ragazzi di coach Cal, che però devono fare i conti con la freddezza e l’assoluta classe di Kemba Walker: senza farsi intimidare pareggia immediatamente la gara con un jumper difficilissimo poco dentro la linea dei tre punti e poco dopo ci mostra le sue grandi capacità difensive rendendosi protagonista della sicura giocata della partita, la stoppata arrivando da dietro ai danni di un Doron Lamb convinto di andare ad appoggiare in tranquillità il punto del +3 in contropiede.
Mancavano 10 minuti alla fine e gli Huskies erano in un brutto momento, sopratutto al tiro, ma piano piano riescono a riprendere il loro ritmo offensivo, non solo grazie al suo leader, ma anche grazie al freshman Jeremy Lamb, capace di giocate bellissime, come quella del +4 arrivata dopo un uscita a ricciolo degna dei migliori interpreti del gioco. Il punteggio è a quel punto sul 46-42, ma due penetrazioni, una di Terrence Jones e l’altra di Brandon Knight, rimettono il punteggio in parità. I Wildcats dimostrano di potersela giocare per un semplice motivo: i rimbalzi offensivi che regalano parecchi “second chance points”. Purtroppo per coach Calipari, Kemba è in una di quelle serate che solo i grandi campioni sanno vivere e con due canestri consecutivi, di cui uno dopo un bellissimo coast to coast, ridanno il +4, seguito da un grandissimo canestro dell’ottimo Napier, che con un up and under da il +6 e rimette l’inerzia della gara nelle mani di UConn.
Kentucky non si può dare per vinta, e con il primo canestro da lontano del tiratore Liggins accorcia a 3 lunghezze lo svantaggio. Dopo una persa di Walker, i Wildcats vedono il proprio freshman Brandon Knight sparacchiare da lontano con 56 secondi sul cronometro, ma Harrelson tiene vivo il possesso per Kentucky: Liggins subisce fallo e va in lunetta segnando solo 1 libero su 2 dando il meno 2 sul 54-52. A quel punto i Wildcats coraggiosamente decidono di difendere fino allo scadere dei 35 secondi: la scelta paga perchè Knight recupera il pallone e da l’opportunità ai suoi di pareggiare o addirittura vincere la gara. A 3 secondi dalla fine Liggins lascia partire la tripla del +1, ma il ferro dice di no e i Connecticut Huskies dopo i liberi decisivi di Napier, ottengono l’accesso alla finalissima di lunedi notte contro i sempre più sorprendenti Butler Bulldogs.
“Peccato perchè abbiamo tenuto una grande squadra sotto i 60 punti ed era quello che volevo. Il fatto è che non mi aspettavo di segnarne solo 55. Abbiamo avuto la nostra occasione, e come allenatore è tutto ciò che puoi chiedere a questi ragazzi: darci un opportunità.”
Erano le parole di coach Cal, che si deve fermare al cospetto di un Walker da 18 punti, 7 assist e 6 rimbalzi. L’altro Husky in doppia cifra è Jeremy Lamb, autore 12 punti con un ottimo 5/8 dal campo: la prestazione dei Wildcats non è da dimenticare perchè hanno provato con tutte le loro forze e molto di più di vincere questa gara contro un avversario che si è sicuramente dimostrato migliore. Non sono bastati gli 11 punti e 15 rimbalzi del miglior Terrance Jones, non aiutato questa volta da Brandon Knight, che si’ ha segnato 17 punti ma tirando con un orrendo 6/23 dal campo.
Dopo un pessimo 1/8 dalla lunga distanza, ma con una grande prestazione di squadra che ha visto assistiti 16 dei 23 field goal totali, Jim Calhoun può esprimere tutta la sua gioia e soddisfazione per aver raggiunto la terza finale della sua carriera:
“I ragazzi hanno deciso di non voler tornare a casa e ora ci aspetta una grande sfida ma il solo fatto di poterla giocare è bellissimo”.