Kentucky deve avere un gusto per il brivido. Se non così, infatti, in che altro modo si possono spiegare le quattro partite del Torneo giocate dai Wildcats, tutte decise nell’ultimo minuto?
La gara di ieri è sembrata, in particolare, una replica di quella giocata due sere prima contro Ohio State: I Buckeyes avevano, infatti, pareggiato i conti, in rimonta, con una tripla di Jon Diebler.
Per North Carolina, invece, ci ha pensato Tyler Zeller, con due tiri liberi.
A tre minuti e diciotto secondi dalla fine, dunque, la situazione era in perfetta parità (67-67): i Wildcats, ancora una volta, sono riusciti a cavarsi dai guai nei quali si erano cacciati, come al solito aiutati da Brandon Knight, ancora una volta superbo. Ha chiuso con ventidue punti, top scorer della serata e il bello è (per i suoi) che, le statistiche, non danno neanche una minima idea di quanto il suo contributo sia stato fondamentale: è riuscito con costanza a segnare i punti che spezzavano le gambe agli avversari, proprio quando Kentucky era in difficoltà.
Questa Kentucky arriva dunque alla Final Four al termine di una gara particolarmente suggestiva, in quanto proponeva la sfida tra due delle squadre storiche della NCAA. Entrambi gli atenei, infatti, avevano conquistato 105 vittorie nel Torneo nella loro storia. Dopo tre sconfitte consecutive contro North Carolina, saranno i Wildcats a volare in Texas per la semifinale nazionale, dove sabato se la vedranno con UConn.
Un grande ritorno sul palcoscenico più importante, dopo tredici anni, per uno dei programmi cestistici con maggiore tradizione nel panorama NCAA.
I Wildcats arrivano alle Final Four alla faccia di chi pensava che la squadra di quest’anno fosse molto più debole di quella dell’anno scorso, che si era fermata ad un passo dall’obiettivo. Che Kentucky, quest’anno, non godesse di enorme rispetto è dimostrato anche dal fatto che, nonostante la vittoria nella SEC, ha ottenuto solo la testa di serie numero quattro nella propria zona del bracket, con l’obbligo tra l’altro, per fare strada, di battersi contro la numero uno Ohio State.
Potrebbe essere la dimostrazione di come essere una squadra di buoni giocatori, con un buon mix di gioventù ed esperienza, che giocano insieme è ancora, fortunatamente, più importante di avere tanti solisti di altissimo livello.
A fine gara Josh Harrelson, che ha retto alla grande contro la temuta front line dei Tar Heels, ha bene riassunto la situazione: “Abbiamo riportato in alto Kentucky. Molti avevano dubbi su di noi, moli non pensavamo che fossimo la squadra che siamo. Ce l‘ abbiamo fatta come squadra, ed ora siamo tornati”.
Questa vittoria è molto importante anche per coach Calipari: arrivato due anni fa da Memphis, dove aveva costruito un grande programma, è stato chiamato da Kentucky per riportare una nobile decaduta al posto che merita.
La pressione su di lui è notevole (è il coach più pagato della nazione), ma nonostante questo è riuscito a riportare ai fasti antichi il programma cestistico di Kentucky. La serie dei risultati ottenuti nella sua carriera di sta decisamente allungando. Quello di quest’anno sarà il suo terzo viaggio alla Final Four con tre squadre diverse (anche se poi sia quello con Massachussets nel 1996 che quello con Memphis nel 2008 sono stati eliminati dai record dalla NCAA per delle violazioni), fatto che lo rende l’unico coach, insieme a Rick Pitino, ad aver realizzato un’impresa come questa.
Per North Carolina la sconfitta è decisamente dolorosa e difficile da accettare, come dice anche Barnes a fine gara: “Non avevo dubbi, pensavo che ce la saremmo cavata. Abbiamo vissuto così tante situazioni simili che l’idea di perdere non mi era neanche passata per la testa”
E’ stato lui, insieme al solito Zeller (ventuno punti e nove rimbalzi alla fine), a tenere in piedi una UNC che però, per tutta la gara, ha faticato a tenere a bada gli avversari: alla fine è riuscita comunque a piazzare una parziale (10-2) che l’ha riportata in corsa per la vittoria, ma non è riuscita a chiudere il lavoro.
Coach Roy Williams a fine gara è ovviamente triste: “Mi concentrerò sul fantastico gruppo di ragazzi che abbiamo e su questa fantastica stagione. Questo, però, non elimina il dolore che si sente oggi”
Tornando ai Wildcats, arrivare alle Final Four non è decisamente niente male per una squadra che, nel corso della stagione, ha avuto la sua buona dose di problemi, faticando a vincere in trasferta e, soprattutto, perdendo sei partite consecutive con uno scarto inferiore ai cinque punti.
A prima vista, questo problema è stato risolto.
Ragazzi ho scoperto il vostro sito ora e siete davvero bravi! Gli unici con cui mi posso un pò confrontare sull’NCAA basketball in tutta Italia credo..
Questa partita l’ho vista e devo dire che Harrelson ha limitato uno dominante come Zeller, dopo aver battagliato quasi alla pari in post con Jared! Calipari è il maestro del recruiting, lo sappiamo bene! Ed è assurdo che dopo essersi visto smantellarsi la squadra da un evento chiamato NBA Draft 2010 (Wall, Cousins, Patterson, Bledsoe e Orton —> quintetto che già da ora in NBA non guasterebbe) ha saputo ricostruire tutto sul freshman Knight (uno che più la palla pesa più la butta dentro). Niente da dire, tutti in piedi ad applaudire il buon John!