Marzo è per sua natura un mese imprevedibile sul piano atmosferico, ma ancora di più se si parla di college basket.
Come ogni anno la March Madness presenta delle favorite d’obbligo, alcuni team pronti a fare lo scalpo alle grandi e degli incontri di sicuro interesse fin dal primo turno.
Le BIG
#1 Ohio State
I ragazzi di Thad Matta si presentano al torneo con la seed #1 assoluta, forti della vittoria al torneo della Big 10 e di una regular season condotta con autorità. I buckeyes sono un team dotato del giusto mix di esperienza (Buford, Lighty, Diebler) e gioventù (Sullinger, Craft) ed hanno tutte le carte in regola per candidarsi alla vittoria finale. Unico neo, la scarsità delle rotazioni, che in un torneo dai ritmi incalzanti alla lunga potrebbe contare.
#1 Duke
Coach K è alla caccia del secondo repeat dopo quello del 1991-1992, ma si trova nella parte di tabellone più difficile, con avversarie insidiose e temibili fin dai primissimi turni. Il probabile rientro di Irving toglierà dalle spalle di Smith e Singler l’incombenza di trascinare da soli i compagni, tuttavia un ruolo chiave lo giocheranno i fratelli Plumlee. Infatti, in questa stagione Duke ha dimostrato di essere un team dalla spiccata trazione posteriore, con i principali limiti derivanti dalla scarsa pericolosità offensiva della frontline.
#1 Pittsburgh
I Panthers sono in una fase di flessione della loro stagione, con 3 sconfitte nelle ultime 6 gare, compresa quella subita nei quarti di finale della Big East. Questo non ha impedito ai ragazzi di Dixon di conquistare la seed #1 e di accasarsi in un regional abbordabile, per quanto debbano incontrare dei team dalla spiccata fisicità. Se Wanamaker e compagni riusciranno a superare l’insidia dei primi turni, probabilmente avranno il cammino spianato verso le final four.
#1 Kansas
L’organico a disposizione di Bill Self è tra i più completi e profondi di tutto il panorama collegiale, su tutti spiccano i gemelli Morris, lunghi dalla grande mobilità e completezza del gioco. La grande addizione del recuiting di questa stagione, Josh Selby, ha destato qualche perplessità vista la difficoltà di inserimento negli schemi e nei meccanismi di gioco dei Jayhawks. L’impressione è infatti che il perfetto meccanismo costruito da Self, giri meglio senza Selby in campo, visto che il talentuoso freshman ha la tendenza ad accentrare troppo il gioco su se stesso.
#2 Notre Dame
Gli Irish rientrano di diritto nel novero delle grandi di questo torneo, forti di una brillante stagione nella difficilissima Big East e della spiccata solidità dimostrata. La fine della carriera collegiale di Harangody la scorsa stagione ha reso il gioco di Notre Dame più equilibrato e meno vincolato alle prestazioni della propria stella designata. Con un quintetto fatto di soli senior, tra cui spiccano Ben Hansbrough e Tim Abromaitis, gli Irish possono contare su un’esperienza che nei finali punto a punto potrebbe risultare determinante.
#2 San Diego State
Coach Steve Fisher ha nel suo carnet un titolo NCAA vinto nel 1989 e un pletora di successi targati Michigan. Ora è alla guida di uno dei gruppi più intriganti dell’intero panorama collegiale, su tutti il talento Kawhi Leonard. S. Diego State è fresca vincitrice del titolo della MWC che le ha consentito una seed #2 nella stessa parte di tabellone di Duke. Gli Atzecs fanno della fisicità e dell’atletismo un punto di forza, ma sono carenti e poco costanti nel tiro dalla distanza, obiettivo realistico sono le elite 8, ma non si può mai dire, è marzo dopotutto.
Le mine vaganti
Con questo termine intendiamo quei team che potrebbero creare molti grattacapi alle big e fare più strada nel torneo di quanto la seed assegnata faccia pensare.
#9 Tennessee
Tennessee assomiglia alle montagne russe, i volunteers sono un team decisamente umorale, capace di vincere con i top team e di perdere poco dopo contro un modesto mid-major team. Alla base della stagione altalenante di Tennessee sta certo la squalifica di 8 partite comminata a coach Pearl, per le irregolarità nel recruiting e per aver mentito alla NCAA. Tuttavia, Duke si troverà di fronte una bella gatta da pelare, nel caso Tennessee dovesse passare il primo turno contro Michigan.
#11 Missouri
I Tigers sono finiti alla #11 a causa della flessione nella seconda parte della stagione, ma restano un team temibile a causa della grande pressione a tutto campo e ai ritmi infernali imposti ai propri avversari. Marcus Denmon e compagni saranno un ostacolo temibile per Cincinnati al primo turno e sono sicuramente una delle variabili impazziti del tabellone.
#6 St. John’s
Steve Lavin ha impresso il proprio marchio ad un team che da quasi dieci anni non si affacciava a marzo al grande ballo, fornendo una grande difesa ed esaltando il talento di Dwigt Hardy, giocatore che nel vecchio continente potrà recitare una parte importante. I Red Storm saranno un brutto cliente per tutti e se supereranno l’ostacolo Gonzaga al primo turno potranno recitare un ruolo di protagonisti sulla strada per Houston.
#10 Michigan State
Michigan State è team da grandi occasioni, in particolare quando scocca marzo i team di Izzo si esaltano, anche quando partono da under dog come quest’anno. Il tabellone relativamente abbordabile e la tradizione degli Spartans nei momenti che contano potrebbero condurre Michigan State a risultati imprevedibili.
#11 Marquette
I ragazzi di Buzz Williams si sono meritatamente conquistati il torneo e si presentano come una delle variabili impazzite del primo turno. Con il loro gioco fatto di intensità senza lunghi di ruolo, possono mettere in difficoltà qualsiasi team in una partita secca. Da seguire con particolare attenzione l’ottimo freshman Vander Blue, oltre al leader designato Johnson-Odom.
Upset alert
#10 Michigan State – #7 UCLA
Quando si associano le parole marzo e Izzo il risultato spesso porta ad una vittoria. Pochi team e pochi allenatori hanno infatti una tradizione vincente al torneo come Izzo e Michigan State. Per questo, nonostante l’annus orribils, compresa l’esclusione di Lucious, gli Spartans sono sempre un team temibile da affrontare quando arriva la primavera, specie in partite senza ritorno. UCLA ha talento e profondità per andare avanti nel torneo, ma si trova subito di fronte ad un ostacolo durissimo.
#11 Gonzaga – #6 St. John’s
Gonzaga ha iniziato la stagione in maniera terribile, mettendo seriamente in dubbio la propria partecipazione al torneo. Alla fine il talento di Harris, Sacre e Gray è stato premiante, e con la vittoria nella finale della WCC i bulldogs si sono conquistati l’accesso al torneo, condannando St.Mary’s al NIT. St. John’s si affida alla propria difesa e al talento di Dwight Hardy, uno dei maggiori ingredienti del successo dei ragazzi di Steve Lavin. Gonzaga-St.John’s è sicuramente uno degli scontri più equilibrati del primo turno ed è partita assolutamente da seguire.
# 13 Morehead State – # 4 Louisville
Kenneth Faried contro Louisville, team che fa dell’imprevedibilità la propria forza ma che proprio per questo è più vulnerabile e meno solido. Morehead State è un ottimo team da mid-major, ed è trascinato dal miglior rimbalzista del panorama NCAA, tutti ingredienti che rendono questo scontro davvero molto interessante.
#3 Xavier – #11 Marquette
Marquette si è conquistata l’invito al ballo grazie ad una buona stagione nella Big East e all’ottimo risultato conquistato al torneo di conference. I ragazzi di coach Williams giocano una pallacanestro intensa e veloce, senza lunghi di ruolo ed in una partita secca possono essere letali. Xavier, è reduce dalla delusione per la sconfitta nel torneo della A10, dopo aver dominato la regular season, pertanto Tu Holloway e compagni dovranno prestare attenzione fin da subito per sperare di far strada nel torneo.
#13 Oakland – #4 Texas
La domanda che sorge spontanea è cosa ci fa Texas alla #4? Come se non bastasse i Longhorns si sono trovati in dote quello che forse è il team più insidioso tra le seed più alte. Oakland, guidata dal filiforme lungo Keith Benson, ha dominato la Summit dopo aver affrontato una schedule extra conference temibilissima ed impegnativa. Così i ragazzi di Rick Barnes dovranno fin da subito tenere gli occhi aperti, onde evitare di uscire al primo turno come lo scorso anno.
# 5 Cincinnati – #11 Missouri
Missouri è stata nella prima metà di stagione una delle squadre più temibili, calando però nel pieno della regular season della Big12. I tigers saranno un banco di prova molto difficile per Yancy Gates e compagni, che dovranno sopportare per 40 minuti i ritmi infernali e la pressione a tutto campo che i ragazzi di coach Mike Anderson esercitano sui propri avversari. In questo scontro appare paradossalmente favorita proprio la squadra dalla seed più bassa.
# 7 Temple – # 10 Penn State
Penn State gioca una pallacanestro molto vicina all’essere definita orribile, tuttavia tremendamente funzionale ed efficace e votata a mettere fuori ritmo l’avversario di turno. I Nittany Lions sfruttano con sagacia tattica il cronometro dei 35”, confidando nella fase offensiva alle doti balistiche di Talor Battle. Per Temple un primo turno molto insidioso contro un avversario molto ostico, reduce dalla finale della Big 10.