Primo mese di stagione e tempo dei primi bilanci per i vari atenei, di seguito affrontiamo una veloce carrellata dei team che hanno destato le migliori impressioni, a due settimane dall’inizio dei tornei di conference:
1.DUKE (10-0)
I campioni in carica hanno iniziato la stagione in maniera scoppiettante, mantenendo intonsa la casella delle L anche a scanso di una schedule piuttosto impegnativa, che li ha visti affrontare alcune delle rivali più accreditate sulla strada del repeat.
Molto convincenti sono state infatti le vittorie su Michigan State e Kansas State, ottenute con buona autorevolezza e con una grande prestazione del freshman meraviglia Irving contro gli Spartans. Proprio recentemente, nella partita con Butler, Irving si è infortunato ad un alluce del dito sinistro, il che potrebbe tenerlo fuori per il resto della stagione. Questa defezione ridimensiona un team che pareva decisamente un gradino sopra i contendenti, frutto di un backcourt molto profondo e ricco di qualità. Inoltre anche sotto canestro, il sophomore Mason Plumlee sta fornendo un ottimo contributo, e si candida al ruolo di futura lottery pick, nel caso dovesse costruire dei solidi movimenti fronte e spalle a canestro. Nonostante l’infortunio di Irving i blue devils restano quindi i favoriti d’obbligo, anche se con un margine decisamente minore rispetto ai principali concorrenti.
2.OHIO STATE (8-0)
Dopo la partenza di Evan Turner i buckeyes si erano consolati con una delle migliori recruiting class del paese, con la stella di Sullinger a brillare su tutti. Il talento di casa, nativo di Columbus sta stregando per la maturità e l’incisività dimostrata nelle sue prime sei uscita con la maglia di Ohio State. Le mani educate e la capacità di attaccare l’anello erano conosciute, tuttavia ad impressionare è il modo in cui riesce ad essere efficace nel creare spazio per i compagni con la sua sola presenza. Ohio State è un team estremamente equilibrato nella distribuzione degli attacchi, efficace sia nel pitturato che dall’arco, con i due senior Lighty e Diebler a colpire dalla distanza. Inoltre il gruppo è eterogeneo e composto da un ottimo mix di gioventù ed esperienza, con i freshman Craft e Thomas il junior Buford ed il senior Lauderdale a completare una rotazione solida e competitiva. I ragazzi di coach Matta sono partiti bene in questa stagione, prendendo lo scalpo di Florida e Florida State, candidandosi seriamente per un viaggio alle final four.
3. KANSAS (9-0)
Aspettando Godot, o meglio aspettando Selby, il freshman tanto decantato che finalmente entrerà in campo il prossimo 18 dicembre contro USC, dopo aver scontato il periodo di ineleggibilità forzata. Per il momento, dopo la partenza di Collins e Aldrich, è bastato un Marcus Morris in stato di grazia a trascinare i Jayhawks verso il percorso netto in questo inizio di stagione. Il team appare solido e profondo in quasi tutti i reparti, in questo primo scorcio di stagione la schedule non è stata proibitiva tuttavia la vittoria contestatissima contro UCLA è stata compensata da due prove convincenti contro Arizona di un Williams sontuoso e contro Memphis. Bill Self è una garanzia, ma l’impressione è che le chance di vittoria finale di Kansas passeranno molto probabilmente attraverso la capacità di Selby di incidere fin da subito dal punto di vista realizzativo e di gestione della squadra, in un ruolo che fino allo scorso anno è stato in mano ad un giocatore di sicuro affidamento come Collins.
4. SYRACUSE (10-0)
Coach Boheim ha perso 3 uomini di riferimento della scorsa stagione, la prima scelta Wesley Johnson e l’asse play-pivot titolare Rautins-Onuaku, giunti alla fine del loro percorso accademico in maglia orange. Per questo motivo Syracuse non partiva tra le primissime posizioni ai nastri di partenza di questa stagione, nonostante una buona recruiting class con Fab Melo e Dion Waiters su tutti. Il primo mese di stagione ha confermato la bontà del lavoro svolto da uno dei coach più autorevoli e rispettati dell’intero panorama NCAA, da più di 30 anni sulla panchina dell’ateneo dello stato di New York. Rautins è stato sostituito in quintetto da un ottimo Jardine, ancora da testare quando la palla scotterà sul serio, mentre Jackson sta avendo un ottimo rendimento sotto canestro nel ruolo di pivot titolare. Una delle chiavi di questo ottimo inizio di stagione per gli orange sta anche nella crescita di Triche, un sophomore che aveva fatto intravedere ottime cose nella scorsa stagione. Per questi motivi, nonostante un inizio di stagione carico di difficoltà per Melo, e piuttosto sottotono per Joseph, gli orange dimostrano di essere in palla e pronti per giocarsi le proprie carte verso le final four. Il team appare molto più solido di quanto preventivato ed è reduce da una convincente vittoria contro Michigan State al Jimmy V Classic, dopo 3 stentati successi contro Michigan, Georgia Tech e North Carolina State.
5. PITTSBURGH (10-1)
I panthers sono un gruppo esperto, composto quasi esclusivamente da junior e senior, che ha cambiato davvero poco rispetto all’assetto dello scorso anno. Finora la schedule non è stata delle più proibitive con i due scontri più impegnativi, contro Maryland e Texas, superati abbastanza agevolmente. Anche se il primo banco di prova contro un team in stato di grazia come Tennesse si è concluso con la prima sconfitta, le quotazioni di Pittsburgh appaiono immutate. La durezza e la competitività della Big East saranno sicuramente un banco di prova estremamente probante per i ragazzi di coach Dixon, che guida un gruppo privo di prime punte, ma ricco di talento ed estremamente imprevedibile. Su tutti spicca per eclettismo Brad Wanamaker, un tuttofare dinamico che si rende utile in molti modi, intangibles compresi. La sensazione è che i panthers saranno davvero un brutto cliente per chiunque abbia ambizioni da titolo, da qui ad aprile.
MENZIONE D’ONORE
Quest’anno Connecticut (8-0) partiva addirittura fuori dai ranking pre-stagionali, dopo la scorsa deludente annata, conclusa con la prevedibile esclusione dalla march madness. Nessuno però aveva fatto i conti con questo Kemba Walker apparso a tratti dominante. Il suo atletismo e la sua velocità erano già conosciuti, quello che sorprende sono le percentuali al tiro, che fanno segnare un ragguardevole 42% dall’arco. Gli huskies hanno conquistato il Maui Invitational prendendo lo scalpo di un buon team delle mid-major come Wichita state e di due corazzate come Michigan State e Kentucky, entrando di diritto nella top 10 stagionale. Se il tiro di Walker regge, UConn sarà davvero un brutto cliente per tutti da qui a marzo, la big east, come per altri team, dirà se si tratta di un fuoco di paglia o di una costante.
Tennessee (7-0) ha preso lo scalpo, dopo Villanova, anche di Pittsburg, battuta piuttoso nettamente in casa. Vedremo come i Vols sopperiranno allo stop di 8 partite imposto dalla NCAA a coach Pearl durante il torneo della SEC. Squadra umorale per definizione, ma se continueranno con questa solidità si candidano assolutamente per le final four, lo scorso anno sfuggite per 1 punto contro MSU. Partito Chism è arrivato il talentuosissimo fresman newyorkese Tobias Harris, dotato di un arsenale offensivo completo e di fondamentali purissimi. Tennessee ha praticamente mantenuto il nucleo portante della scorsa stagione, con un’addizione di talento e maggiore esperienza.
UNC come va?
UNC fa fatica, il tasso di talento è ottimo ma stanno pagando i problemi enormi di playmaking di Larry Drew III e in parte di Strickland. Reggie Bullock e Kendall Marshall non stanno facendo male, in particolare il secondo ma sono ancora acerbi.
Harrison Barnes invece, arrivato con le stimmate del predestinato, sta faticando non poco tirando con percentuali pessime dal campo, forse anche per colpa del sistema offensivo.
Note liete il recupero di Henson, finalmente incisivo ed il solito Tyler Zeller, che come lo scorso anno è il principale terminale offensivo.
Il record non è dei migliori ed hanno perso contro Vanderbilt, Minnesota e Illinois, ma sono reduci da una buona vittoria contro Kentucky. Se continuano a crescere il torneo è assicurato ma dubito seriamente possano dire la loro per le final 4.
ma invece kentucky di pitino?? è arrivato il turco kanter poi giusto?
spiace tanto per eddie irving di duke che poteva far faville.. ma quindi per lui niente nba l’anno prossimo?
Allora..Pitino allena Lousville che è nel Kentucky ma è un ateneo diverso. Kentucky è allenata da Calipari, che sta facendo una buona stagione in un team pieno di freshmen, dopo aver perso ben 5 giocatori al draft. Vittorie importanti e confitte contro UCONN e UNC. Kanter è stato dichiarato ineleggibile dall’NCAA.
La point guard di Duke invece si chiama Kyrie Irving..speriamo recuperi il dito..