Giusto un mese fa scrivevo della stagione dei Knicks e delle loro prospettive.

Superata la metà di luglio le certezze sono aumentate, sebbene il puzzle debba ancora essere completato con gli ultimi tasselli mancanti.

Le certezze sono venute dal drat e dal mercato anche se le strategie di Leon Rose si sono accavallate proprio a ridosso del draft con la trade orchestrata coi Nets per portare ai Knicks Mikal Bridges, che approfondiremo meglio in seguito.

I Knicks si presentavano al draft di quest’anno con due prime scelte, la 24 via Dallas e la 25, più la 38 al secondo giro via Utah Jazz.

La scelta numero 24 si è tradotta in Kyshawn George immediatamente tradato ai Wizards in cambio della scelta 26 al primo giro e della 51 al secondo giro di chiamate.

Con la scelta 25 NY ha draftato il diciottenne francesce Pacome Dadiet, un prospetto ancora molto grezzo con buone prospettive di crescita, soprattutto difensive, lo scorso anno in Germania con l’Ulm. La scelta dei Knicks è stata vista in prospettiva, col ragazzo che potrebbe stare ancora un anno in Europa, anche se dalle sue intenzioni sembra voler effettuare il salto tra i professionisti US fin da subito. L’ultimo francese scelto dai Knicks, tale Frank Ntilikina, sappiamo tutti come è andata a finire, mi vien da adire che peggio non si possa fare.

Arrivati alla 26 i Knicks hanno imbastito un’altra trade, stavolta coi Thunder, cedendo la scelta (Dillon Jones) in cambio di 5 scelte future al secondo giro.

Finita qui? Nemmeno per sogno. Al secondo giro i Knicks hanno scambiato tre seconde scelte (2027, 2029, 2030) per la 34 dei Blazers, poi tradottasi in Tyler Kolek. Il play di Marquette ha convinto i Knicks con le sue qualità di regista, di realizzatore (38% dall’arco) e con buone doti difensive sebbene ancora grezze, potrà dare minuti di respiro a Jalen Brunson una volta che avrà la necessaria familiarità con gli schemi di Thibodeau. In Summer League a Las Vegas il ragazzo ha sinora dimostrato delle qualità eccelse. È ancora prestissimo per dirlo ma potrebbe emergere come una delle soprese di questo draft.

A quel punto I Knicks potevano ancora scegliere alla 38, tuttavia hanno imbastito un’altra trade coi Thunder ed altri team, scendendo alla 40 più un compenso in denaro. La 40 (Oso Ighodaro) è finita a Phoenix che in cambio ha girato ai Knicks la 56 e una scelta al secondo giro nel 2028.

A quel punto I Knicks potevano scegliere alla 51, mentre seguivo in diretta la selezione di Melvin Ajinca mi sono detto basta francesi, invece anche in questo caso si è trattato di uno scambio con il francese a Dallas in cambio della 58, i diritti (inutili) del finlandese Petteri Koponen scelto al draft 2007, e cash.

Alla 56 ricevuta da Phoenix New York ha selezionato Kevin McCullar Jr, giocatore esperto reduce da un brutto infortunio all’high school che gli ha fatto perdere partite al college e lo ha fatto scendere in basso al draft. È un ragazzo di 23 anni con ottime doti atletiche ed ottimo difensore, il che lo rende il two way player che tanto piace a Thibodeau, nel caso in cui stia bene potrebbe trovare spazio nelle rotazioni dei Knicks.

Infine, l’indaffarato secondo giorno del draft ha visto i Knicks selezionare con la scelta numero 58 ricevuta da Dallas il lungo Ariel Hukporti, vista la necessità di aggiungere forze al reparto lunghi. Si tratta di un ragazzo di 22 anni alto sette piedi, molto grezzo in attacco ma buon rimbalzista e stoppatore, il che gli potrebbe far trovare la sua dimensione in NBA.

Chiusa la parentesi draft è sul mercato dei free agent o degli scambi che i Knicks hanno finalmente rotto gli indugi dopo anni “conservativi” e stelle e presunte tali lasciate accasarsi altrove per la disperazione dei tifosi.

New York era tra le franchigie NBA con più prime scelte a disposizione (dopo Thunder, Jazz e Spurs), un patrimonio non dilapidato nemmeno quando Utah rese disponibile Donovan Mitchell, il cui matrimonio coi Knicks sembrava vicino, ma poi giudicato troppo costoso, creando un backcourt potenzialmente troppo basso con lui e Brunson.

Poi da bravo nerd NBA il 26 giugno apro la pagina Instagram di Adrian Wojnarowski e mi ritrovo questa news:

Subito mi vien da pensare che ci siano dei problemi col rinnovo di OG Anunoby. Certo 5 prime scelte sono tante ma secondo me sono ben spese, alla faccia di chi dice che è il prezzo in draft picks più alto di sempre per un giocatore non all-star (per quanto questo termine mi stia antipatico).

Mikal Bridges è semplicemente perfetto per il gioco di Thibodeau, non è il primo violino che pensavano i Nets, ma da seconda o terza opzione offensiva è semplicemente perfetto, allarga il campo ulteriormente per Brunson, ed è in grado di difendere chiunque sul perimetro. Stiamo inoltre parlando di un giocatore che non ha mai saltato una partita, il che mi preoccupa visto che il coach vorrà testare questa sua abilità.

I contatti tra Leon Rose e Sean Marks si sono intensificati dopo che il giocatore aveva espresso la sua volontà di raggiungere gli ex compagni college Brunson, Hart e DiVincenzo in quel di Manhattan. Da qui il nickname NovaKnicks visto il nucleo Villanova che costituirà l’ossatura della squadra.

Era dal 1983 che Nets e Knicks non erano coinvolte in una trade bilaterale, fino al botto ufficializzato il 6 luglio in cui sono stati inserite delle contropartite per meglio quadrare i conti:

I Knicks ricevono:

Mikal Bridges
Keita Bates-Diop
2026 2nd-round pick
I draft rights di Juan Pablo Vaulet

I Nets ricevono:

Bojan Bogdanovic
Mamadi Diakite
Shake Milton
unprotected 1st-round pick in 2025
unprotected 1st-round pick in 2027
unprotected 1st-round pick in 2029
unprotected 1st-round pick in 2031
unprotected pick swap in 2028
top-four protected 2025 1st-round pick via Bucks
2nd round pick in 2025

Il 27 giugno sempre fonte Wojespn si parla di un protocollo di intesa con OG Anunoby per un quinquennale da 212,5 milioni, il contratto più generoso di sempre dei Knicks, ma di questi tempi i record sono infranti di giorno in giorno.

Così i Knicks avranno una coppia difensiva mai vista in NBA, perlomeno negli ultimi 25 anni. E Bridges è una sorta di garanzia sugli eventuali problemi fisici di OG. Io avevo pronosticato un range di 175-200 per Og ma evidentemente i Knicks avevano concorrenza ed hanno assecondato le volontà dell’ex Raptor (Toronto per non pagare lui ha coperto di dollari Quickley….).

A questo punto le regole e le finanze hanno reso molto difficile il ritorno di Isiah Hartenstein su cui sono buttati a pesce i Thunder, offrendogli un faraonico triennale da 87 milioni che i Knicks non avrebbero mai potuto pareggiare.

Dispiace tanto visto il rendimento e l’impatto del giocatore, perfetto inserimento per OKC, ma le nuove regole NBA sono impietose e solo uno sconto poteva rendere possibile una reunion con il lungo, che ricordo ha giocato le ultime due stagioni a poco più di 8 milioni annui e dal prossimo anno vedrà triplicato il suo paycheck.

I Knicks avevano gli early bird rights su Hartenstein ed avrebbero potuto offrire circa 75 milioni per quattro anni, lontanissimi dal contratto che poi il giocatore ha firmato.

Perso Hartenstein, Mitch Robinson è stato tolto dal mercato, con la speranza che i suoi problemi fisici siano risolti e gli consentano di scendere in campo con maggior continuità.

Tanta carne al fuoco, ma fin qui non era il fulcro di ciò che sarebbe venuto. Si vociferava da tempo del rinnovo di Jalen Brunson e della possibilità di firmare un supermax il prossimo anno da 269 milioni.

Già un mese fa riportavo i rumors che parlavano di una possibile estensione quest’estate lasciando sul piatto più di 110 milioni ma onestamente nessuno poteva lontanamente immaginare quanto poi accaduto.

Nel concreto il leader dei Knicks ha firmato un’estensione quadriennale da 156,5 milioni, uno sconto di 113 milioni con una mossa senza precedenti nel panorama NBA, soprattutto in vista della flessibilità salariale che garantirà al front office.

A tal fine vale la pena far chiarezza sulle nuove regole salariali e sui cosiddetti apron ben riassunti da questo schemino:

In sostanza le nuove regole renderanno complicato effettuare scambi, e costringeranno le franchigie a cedere dei giocatori che invece vorrebbero mantenere a roster. Ma come? Col meccanismo degli apron. In particolare il secondo apron, novità di quest’anno conseguente l’accordo di contrattazione collettiva, è un ulteriore meccanismo restrittivo per limitare le spese delle franchigie NBA, che si aggiunge al salary cap (adottato nel 1984), alla luxury tax (1999), alla hard cap luxury tax (2011) e affini.

La finalità è sempre la stessa, quella di garantire il più possibile un equilibrio competitivo tra le franchigie della lega, stabilendo dei limiti in un contesto sempre più ricco di disponibilità economiche e con proprietari pronti a spendere pur di vincere o tentare di farlo.

Tradotto in soldoni dalla prossima stagione, le squadre che superano i 190 milioni di dollari in stipendi dei giocatori, 49 milioni di dollari in più rispetto al tetto salariale dei 141 milioni di dollari, perderanno la possibilità di aggiungere talento\rinforzi ai propri team. 

In particolare alle franchigie che eccedono il secondo apron:

  • Sarà vietato acquistare giocatori mediante sign and trade o utilizzare i propri free agent in accordi di sign and trade. 
  • Non potranno più aggregare i contratti di più giocatori in uno scambio. 
  • Possono effettuare scambi uno ad uno solo se negoziano giocatori con lo stesso stipendio (o meno), senza poter eccedere di un solo centesimo il contratto che inviano. 
  • Perdono l’utilizzo di eventuali eccezioni contrattuali esistenti\maturate. 
  • È loro vietato includere contanti in qualsiasi operazione. 
  • Non hanno diritto di scelta dal draft 2032.

È il consueto gioco delle regole e della rincorsa alle eccezioni, il cui obiettivo è quello di evitare dei super team con tre o più star soprattutto da parte delle franchigie più ricche e con maggior mercato. Ed è il motivo per cui in estate abbiamo visto gente come Paul George, Klay Thompson o lo stesso Isiah Hartenstein cambiare franchigia.

Avvicina l’NBA all’NFL con le franchigie pronte a pianificare il successo sui rookie contracts o con stelle che prediligono il successo dei propri team alla massimizzazione dei loro contratti (comunque ricchi).

Fatta la doverosa e sintetica premessa di cui sopra sul nuovo meccanismo salariale, il rinnovo di Brunson rende l’idea della flessibilità che fornisce ai Knicks, considerando anche le valutazioni ed i contratti dei giocatori che sono aumentati in maniera vertiginosa negli ultimi anni.

Se vi fate un giro su Reddit nelle chat dedicate, i tifosi Knicks propongono statue intestate a Brunson o meno scherzosamente di acquistare magliette a manetta per ricompensare il giocatore della sua scelta.

Inutile dire a chi verranno indirizzati i canti MVP MVP al Garden dalla prossima stagione. In ogni caso la scelta può avere varie motivazioni, il lavoro del padre (fedelissimo di Thibodeau), il fatto che Leon Rose sia il suo padrino, la presenza dei compagni di college, il tutto mixato con la volontà di vincere qualcosa con New York che lo eleverebbe a ruolo di eroe nella grande mela.

Di redente Rose ha iniziato il lavoro di tessitura per completare il roster aggiungendo al minimo salariale (3,1 milioni) Cameron Payne, in sostanza un’assicurazione su indisponibilità di Brunson e sulla lenta maturazione di Kolek.

Non ancora chiarita la situazione di Julius Randle, che potenzialmente potrebbe firmare un’estensione già in estate, o aspettare il prossimo anno con una player option a suo favore. Il lungo texano rimane un trade asset interessante per i Knicks che al momento sono molto criptici sul giocatore.

Il contratto di Randle prevede due anni a 59 milioni con l’opzione citata a suo favore il prossimo anno, tanto ma non troppo per gli odierni parametri NBA, però in aria di rinnovo. Tecnicamente giulietto ha registrato 24 punti, 9,2 rimbalzi e 5 assist di media, numeri decisamente buoni ma con un misero 31% da tre, e con una tendenza a tenere la palla molto e rallentare il gioco, caratteristiche che secondo il mio parere cozzano con il potenziale gioco dei Nova Knicks del prossimo anno. 

L’eventuale cessione di Randle potrebbe liberare il posto in PF a OG Anunoby con Hart e Bridges in quintetto e Di Vincenzo panchinaro di lusso, tuttavia rimarrebbe un buco nel reparto lunghi difficile da colmare. Si vocifera di un interesse dei Clippers che potrebbero mettere sul piatto Zubac che però ha doti e numeri molto diverse da Randle ed in sostanza sarebbe il cambio di Robinson, senza però dare le stesse garanzie che forniva Hartenstein.

Probabile che da qui a settembre ci saranno ulteriori mosse da parte di Leon Rose e soci, tuttavia senza fretta. Per ora le certezze sono: un nucleo solido e per la prima volta la possibilità di vedere quattro compagni di squadra dello stesso college essere schierati come titolari in NBA; un gruppo ideale per il gioco di Thibodeau ed un upgrade rispetto alla scorsa stagione.

A tutti gli effetti sulla carta i Knicks si pongono come seconda forza ad est dietro Boston, con Phila che scalpita per scalzarli. Una cosa è certa, questo è il roster di NY più forte da 25 anni a questa parte ed il Garden sarà bollente la prossima stagione.

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