Era il 13 giugno 2023 e nello Stato del Colorado veniva proclamata una giornata di festa nazionale. Niente impegni, tutti in piazza a festeggiare il primo titolo dei Denver Nuggets.

Quella sera, Jokic e compagni hanno compiuto un’impresa che rimarrà negli annali del basket. Dopo 47 lunghissimi anni, i ragazzi di coach Malone hanno portato a casa il primo anello, interrompendo la più lunga striscia di stagioni senza successi di una franchigia nella storia dell’NBA.

Vincere aiuta a vincere e i Nuggets puntano a difendere il titolo guadagnato quasi un anno fa. L’obiettivo del roster di Malone è chiaro: entrare nella ristretta cerchia di squadre che hanno centrato il back-to-back.

Con tale espressione si intende la doppietta consecutiva di successi, un’impresa realizzata da pochissime franchigie. Per la precisione, solo 13 squadre nella storia del basket americano hanno vinto l’anello per due anni consecutivi. Gli ultimi in ordine cronologico sono stati i Golden State Warriors. Quella squadra era una macchina perfetta. Il trio Curry-Thompson-Durant suonava una sinfonia meravigliosa, sotto la guida di un direttore d’orchestra geniale quale Steve Kerr.

Nell’ultima decade, prima degli Warriors, altri grandi team vantano il back-to-back. Gli Heat di LeBron James tra il 2012 e il 2013 o il dominio a tinte gialloviola dei Lakers tra il 2009 e il 2010, successi targati dalla coppia Kobe Bryant-Pau Gasol.

Oltre che sulle superstar, chi ha vinto per due o tre anni consecutivi (centrando il Three-Peat, vedi i Bulls di un certo Michael Jeffrey Jordan) poteva contare su un roster di primissimo livello. Titolari All-Star, riserve al livello dei titolari o quasi. Dunque, per  pronosticare un possibile back-to-back in casa Nuggets è necessario scendere nei dettagli di un roster multiforme.

Anche nei momenti bui, Denver ha la fortuna di poter contare su un faro proveniente dalla lontana Serbia: Nikola Jokic. L’MVP delle scorse Finals sta dominando i parquet americani, affermandosi come uno dei migliori giocatori di questo sport.

Le statistiche del buon Nikola sono impressionanti: 25.9 punti, 12.2 rimbalzi e 9.1 assist a gara. Quasi una tripla doppia di media in stagione. Parlando di triple doppie, Jokic guarda tutti dall’alto. Sono 21 quelle realizzate in 66 gare, 55 doppie doppie portate a casa fin qui. Al momento, il serbo guida l’MVP ladder (ossia la classifica del prossimo MVP della Regular Season), davanti a Shai Gilgeous-Alexander e Giannis Antetokounmpo. Le incredibili prestazioni del centro motivano la sua presenza in vetta alla classifica.

I Nuggets navigano a vele spiegate verso i prossimi play-off, sognando il secondo anello. La franchigia del Colorado occupa la seconda posizione a Ovest, alle spalle di Oklahoma. Fin qui, Denver vanta un record di 47-21, un numero di vittorie inferiore solo agli inarrivabili Boston Celtics (a quota 53).

Attualmente, Michael Malone può contare su una delle squadre più in forma della Lega. Nelle ultime 10 gare, il record dei Nuggets recita 8 vittorie e 2 sole sconfitte, certificando il gran momento delle pepite del Colorado. Unica nota negativa è legata alle prestazioni fuori casa. Denver soffre lontano dalle mura amiche, con un 20-15 (a fronte dell’ottimo record in casa di 27-6) che, pur essendo un risultato positivo, non fa rientrare i campioni in carica nell’elite stagionale per successi in trasferta. D’altronde nessuno è perfetto e i Nuggets confermano il detto popolare.

Carte alla mano, le “pepite” gialloblu sono una delle squadre più costanti del campionato. Le 6 vittorie consecutive messe a segno dalla sfida con Dallas fino alla vittoria contro Memphis rappresentano al meglio la forza di questo roster. In particolare nella gara contro i Grizzlies, Jokic ha messo in mostra tutto il suo dominio. Il Joker ha chiuso la partita con una tripla doppia da 26-14-10, totalizzando 11/11 da due, 1/1 da 3 e tutti e tre i liberi insaccati nella retina. Tripla doppia con il 100% di realizzazione, una Gioconda cestistica.

Come scritto sopra, un roster da back-to-back deve essere composto da tanti giocatori all’altezza di tale impresa sportiva. In Regular Season i ritmi sono sì alti, ma la competizione e l’agonismo dei play-off è tutt’altra cosa. In 4 gare si deve provare a portare a casa una serie al meglio dei 7. Nel momento in cui l’obiettivo sfuma si alza l’asticella e il massimo contributo di ogni singolo elemento del roster è indispensabile per chiudere i conti il prima possibile e avanzare lungo il cammino che porta al titolo.

In primis, va elogiato Jamal Murray. La guardia canadese è una delle stelle della franchigia del Colorado e dell’intera Lega. Murray sta sfoderando prestazioni di altissimo livello. Negli ultimi 10 giorni, Jamal ha guidato Denver alla vittoria in 4 occasioni su 5 gare disputate.

I numeri, seppur alti e significativi, non bastano per raccontare le giocate del numero 27 gialloblu. Murray ha spumeggiato nel match vinto contro Utah, mettendo a referto 37 punti e tirando con il 61% dal campo e il 66% dalla lunga distanza.

Anche nella caduta dei suoi Nuggets contro Dallas nell’ultimo turno disputato, Jamal ha sfoggiato una prestazione di qualità. I 23 punti di serata arrivano al termine di una gara sofferta per Denver. I Nuggets e i Mavs hanno dato spettacolo in Texas, con i giochi costantemente aperti e conclusi proprio sulla sirena finale da una giocata no sense di Irving.

In particolare, Murray ha tenuto in vita i suoi con la tripla del 105 a 102 a 26 secondi dalla fine, pareggiata poco dopo da un’altra perla da 3 punti del solito Doncic. Da evidenziare anche l’apporto in difesa della guardia di coach Malone. Nel primo quarto, il numero 27 dei Nuggets si è messo in mostra con una stoppata incredibile sullo spilungone Daniel Gafford (quasi 20 centimetri più alto di Murray).

Una seconda menzione d’onore va a Michael Porter Jr. L’ala di Denver è completamente sbocciata dopo l’All Star Game. Dalla serata delle stelle, MPJ viaggia a 19.9 punti di media, con il 55% dal campo e il 42% da tre. Il ragazzo combatte sotto entrambi i canestri, portando a casa quasi otto rimbalzi a gara.

Anche in questo caso, i numeri non possono raccontare lo Showtime di Michael nelle ultime uscite. Nella gara vinta dai Nuggets contro gli Spurs, Porter Jr ha deciso di posterizzare Victor Wembanyama e i suoi 223 centimetri di altezza. Nella recente sfida contro Dallas, il ragazzo ha chiuso il primo tempo tra i migliori in campo, piazzando alcune triple sontuose soprattutto nel primo quarto di gara.

La mente pensante dietro ogni giocata è quella di Mike Malone. Il coach siede sulla panchina dei Nuggets dal lontano 2015. In 9 anni, Malone si è affermato come uno dei migliori head coach in circolazione e, soprattutto, è entrato nella storia di Denver.

Nel 2018, l’allenatore newyorkese ha riportato i Nuggets ai play-off dopo 5 anni di assenza. Inoltre, sotto la guida di Malone, Denver ha vinto tre titoli della propria Division (nelle stagioni 18/19, 19/20 e 22/23), le Finali della Western Conference e il tanto desiderato anello.

Il basket di Malone si fonda su due concetti: velocità e precisione. Denver è una squadra che fa del palleggio la principale arma. I Nuggets sono al terzo posto per numero di assist a partita (29.3), dietro a Indiana e San Antonio. Inoltre, Malone costruisce la maggior parte dei suoi schemi partendo dalle penetrazioni per attaccare il ferro o far smarcare compagni, pronti al tiro dalla media e lunga distanza.

Il recente passo falso contro Dallas non getta ombre sul possibile successo di Jokic e compagni, pronti a ripetere quanto fatto di buono nove mesi fa. Basti pensare che i principali candidati al successo sono, attualmente, i Boston Celtics, sconfitti al  TD Garden per la prima volta in stagione proprio dai Nuggets. Mike Malone dovrà sperare nella tenuta fisica dei suoi, specie di Jamal Murray, sfortunato in tema di infortuni.

La strada che porta alle Finals è ancora lunga e sul sentiero diretto alla gloria si possono presentare ostacoli più o meno insormontabili. Per Denver, la determinazione nel voler difendere il titolo non deve diventare smania di vincere.

La pressione c’è, ed è ovvio che sia così. La speranza del popolo dei Nuggets è quella di tornare a gioire in piazza, godendosi un altro giorno di festa nazionale alla fine del torneo.

Chi non vede l’ora che la stagione termini è sicuramente Nikola Jokic, impaziente di andare a passare un po’ di tempo insieme ai suoi cavalli, con magari un nuovo splendente anello al dito.

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