Las Vegas e Los Angeles, oltre ad avere un nome chiaramente latino come la maggior parte dei loro abitanti, non distano poi così tanto. Oddio, a posteriori della giornatina che ho passato sabato, forse questa cosa andrebbe rivista, ma tant’è. Ormai è fatta.

La giornata inizia molto presto, troppo presto. Ore 2.00AM ho il mio Uber fuori dalla porta di casa che mi aspetta per portarmi alla fermata dei bus di Las Vegas. Un Greyhound prenotato dall’Italia che mi porterà nella città della California in circa 6 comode ore. La fortuna è quella che il bus, vista anche l’ora, è deserto e ognuno può prendersi anche 4 posti.

Io mi svacco e, come mio solito, non dormo una mazza. Però ho il tempo di preparare le domande che vorrò fare a Simone Fontecchio se e quando riuscirò ad intervistarlo.

Il bus arriva a Union Station di Los Angeles in perfetto orario e decido di prendere la Subway per andare da “Pastry’s”, uno dei più antichi ristoranti di L.A. per fare una buona colazione.

NO WAY. C’è coda che gira attorno al locale e rischierei di andare troppo lungo. Quindi decido di incamminarmi verso la Crypto.com arena per registrarmi come Media e poter accedere alla Media-Room dove spero ci sia qualcosa da mangiare perchè sto collassando.

Arrivo al piazzale antistante il palazzetto e lì trovo tutte le statue dei protagonisti dell’epoca dei Lakers

Devo dire che, nonostante non sia mai stato un fan di Kobe, essere lì ai piedi della sua statua, mi ha fatto davvero effetto.

Una volta accreditato, mi sono fiondato sul campo. Eh si, perchè tra le possibilità del mio pass, c’è quella di poter guardare da bordo campo il riscaldamento. Individuo subito Simone e vado a salutarlo.

Non lo disturbo più di tanto e vado a sentire la conferenza stampa di coach Monty Williams, dei Detroit pistons. Vuoi non fargli una domanda?

Dopo il coach, vado a raggiungere il posto a me riservato. Salgo. Salgo. Salgo ancora e arrivo. Diciamo che si vede tutto.

Non importa, la cosa fondamentale è essere lì ed essere pronti per dopo, per l’intervista. Sono riuscito a convincere uno dei Pistons a portare Simone in conferenza stampa, dato che a me non sarà concesso andare negli spogliatoi per intervistarlo personalmente. No problem!

La partita dei Pistons è solida, fino a quando Paul George dei Los Angeles Clippers non decide di vincerla praticamente da solo. Poco supporting cast dalle altre 2 stelle quali Harden e Westbrook, mentre Leonard è sempre una garanzia.

Finisce la partita e mi fiondo in conferenza stampa. Arriva Simone e io sono pronto

Ho commesso diversi sacrilegi con quest’intervista, ma è quello che volevo fare in quel momento, nonostante tutti i protocolli vogliano che le domande siano fatte in inglese. Ma non volevo impappinarmi come mio solito. Ecco, proprio come ho fatto con “Rip” Hamilton. Vi metto il mio video integrale, anche se con un po’ di vergogna…Ma non mi sono mai trovato davanti ad una superstar come lui.

Avrà capito? Mah…cmq, ho preso anche lui.

Una volta raggiunto l’obiettivo, mi dirigo in sala stampa e poi subito a prendere il pullman di ritorno verso Las Vegas.

E’ stata una giornata lunga, eterna, ma ho vissuto una delle esperienze più eccitanti della mia seppur breve carriera.

That’s it, baby!

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