La stagione 2023-24 della National Basketball Association ha visto nascere una nuova stella dai 226 cm di altezza e 243 cm di apertura alare di Victor Wembanyama.
L’astro nascente francese aveva già cominciato a brillare nella Francia che gli ha dato i natali il 4 gennaio 2004 dove aveva avuto occasione di saggiare il professionismo prima al Nanterre, poi all’ASVEL Villeurbanne del presidente Tony Parker e infine al Metropolitans 92 (ex Paris-Levallois) fregiandosi del titolo di campione di Francia alla corte di Parker e soprattutto potendo disputare l’Eurolega e l’Eurocup, le due massime competizioni europee.
Questa introduzione potrà sembrare didascalica ma la formazione cestistica di Wembanyama è un aspetto fondamentale da tenere a mente quando si analizza il suo impatto sull’inizio della corrente stagione NBA.
La militanza oltreoceano di Victor comincia quindi nell’estate 2023 quando il francese viene scelto, combinazione del destino, proprio dai San Antonio Spurs che il suo ex presidente Parker ha contribuito a rendere grandi, anzi enormi, nei primi dieci anni del terzo millennio e oltre. Gli speroni texani accolgono quindi un altro lungo dopo l’Ammiraglio David Robinson e Tim Duncan e con il maestro Gregg Popovich che si era già occupato di rendere entrambi le superstars indimenticabili che sono entrate nel cuore di tutti gli appassionati nel mondo intero.
Come accade spesso, per non dire sempre, molti erano i dubbi di tifosi e analisti riguardo a cosa potesse dare Wembanyama (prontamente ribattezzato Wemby) ai suoi Spurs e alla NBA in generale: troppo leggero, finirà col rompersi appena iniziano i contatti veri in campionato, poi qui siamo negli Stati Uniti, non potrà certo fare tutto ciò che ha messo in mostra in Europa, per non parlare del fatto che quella di San Antonio è in assoluto la sua prima esperienza al di fuori della natia Francia (escludendo la Minicopa del Rey giocata in prestito al Barcellona nel 2018, a 14 anni)
E invece il campionato NBA inizia e Victor non solo ha già cominciato a rinforzarsi fisicamente ma soprattutto è già pronto.
Per questo motivo ho rimarcato come il contesto in cui Wembanyama sia cresciuto cestisticamente fosse quello del professionismo FIBA e delle competizioni ULEB. Molto spesso, soprattutto oltreoceano, si sottovaluta l’intensità con cui si giocano le gare di queste competizioni (soprattutto in Eurolega) unita al fatto che abituano già i cestisti a disputare più gare alla settimana come accade oltreoceano.
Il discorso FIBA Europe vs NBA è ovviamente troppo complesso per approfondirlo in un’analisi dedicata ad altro ma questo mi sembra sufficiente per affermare che la preparazione di Wembanyama è stata di livello assoluto anche per la massima lega mondiale.
Conclusa la trattazione sul curriculum cestistico di Wemby, possiamo ritenerci liberi di scrivere sul suddetto impatto sulla NBA del francese. Che si può riassumere in una sola parola: rivoluzione.
Wembanyama si è confermato una combinazione devastante di mezzi fisici messi a disposizione dalla genetica e del grande lavoro per trasformarli in qualcosa di unico per un giocatore di pallacanestro.
Qualsiasi palla alta è preda delle sue chilometriche leve in post basso e non esiste tiro che non possa stoppare; il suo trattamento di palla gli consente affidabilità anche nel condurre la transizione offensiva dopo aver catturato uno dei 6.4 rimbalzi difensivi che tira giù a gara (8.6 in totale) e ha le gambe per essere pericoloso al tiro non solo da piazzato, ma anche in uscita dai blocchi. Praticamente il giocatore NBA attualmente più alto che può tirare come una guardia, fulminare l’avversario sul primo passo e intimidire gli avversari quando si tratta di attaccare il ferro della sua squadra.
Wemby is a menace https://t.co/ueTNj53Hcv
— B I G L O U I E 🫵🏾👱🏾♂️ (@LouieDi13) November 6, 2023
Così come Dirk Nowitzki ha indotto i lunghi ad essere pienamente affidabili al tiro e Steph Curry ha elevato ad arte il run-and-gun, per citare due che il gioco l’hanno a tutti gli effetti cambiato, anche Wembanyama con ogni probabilità darà il via a una generazione di giocatori di frontcourt con proprietà di palleggio e velocità nel percorrere il campo.
Per il momento i numeri parlano di 19.9 punti a partita e di 2.6 stoppate a gara che si uniscono ai suddetti 8.6 rimbalzi. E a proposito di numeri, i tifosi Spurs non potranno non aver colto che il suo tabellino nella gara inaugurale in casa contro i Dallas Mavericks sia stato lo stesso di un certo Tim Duncan…
Victor Wembanyama's NBA debut was very similar to Tim Duncan's first game in 1997. 😳 pic.twitter.com/AEFfnD85Yi
— theScore (@theScore) October 26, 2023
La rivoluzione Wembanyama è appena iniziata con somma gioia di tutti gli appassionati che potranno avere l’onore e il piacere di assistervi. Peccato che per il momento il principe Victor abbia ancora un regno non proprio fiorente.
I San Antonio Spurs non superano il primo turno playoff dal 2017 e non partecipano alla postseason dal 2019. Dopo aver salutato Kawhi Leonard in maniera non proprio conciliante e soprattutto indolore la franchigia texana non ha tratto più di due eliminazioni consecutive al primo atto dal tentativo di rebuilding targato DeMar Derozan-LaMarcus Aldridge e si è quindi buttata a capofitto nel tanking cedendo anche il suo pezzo più pregiato, Dejounte Murray, agli Atlanta Hawks nella scorsa stagione.
L’arrivo di Wembanyama ha indotto alcuni analisti a pensare che gli speroni potessero già tornare ad essere competitivi quantomeno per raggiungere la postseason. Detto che la stagione è appena all’inizio e quindi è presto per iniziare a trarre bilanci non è tanto il record di 3-6 a far pensare che non sia così (e che comunque relega San Antonio al terzultimo posto nella Western Conference davanti ai soli Utah Jazz, anche loro in pieno rebuilding, e ai Memphis Grizzlies in pienissima crisi senza Ja Morant) quanto ciò che ha portato all’attuale risultato nonostante Wemby abbia finora pienamente rispettato le attese.
Gli Spurs hanno la penultima difesa del campionato e finora solo i Washington Wizards, squadra che il sommo poeta Dante avrebbe definito nave senza nocchiero in gran tempesta per come scendano in campo senza la minima prospettiva futura, hanno fatto peggio dei 124.9 punti a gara che la squadra di Popovich concede agli avversari. Saltano agli occhi in particolare i 40 punti presi in casa dei Los Angeles Clippers, la rimonta dei non esaltanti Toronto Raptors subita in casa e soprattutto i 152 punti imbarcati dagli Indiana Pacers, franchigia sicuramente in crescita ma altrettanto sicuramente non di primissimo piano attuale.
Final score:
152 — Pacers
111 — SpursPacers tie a franchise record for the most points in a game. pic.twitter.com/jfybO5fZ4T
— StatMuse (@statmuse) November 7, 2023
Considerando che i principali elementi degli Spurs diversi da Wembanyama giocano insieme in NBA già dallo scorso anno si può dire che forse era da aspettarsi qualcosa in più non tanto rispetto alle 3 vittorie (conquistate contro i Rockets di inizio stagione ancora alla ricerca di un’identità e due volte contro Phoenix priva di Booker e Beal) quanto, appunto, a livello di competitività, di capacità di giocare le gare fino in fondo, magari anche perdendole, ma non abbandonandosi a sconfitte di 40 punti con il “domani andrà meglio” fisso in testa.
San Antonio non ha veterani di livello tanto che il ruolo di giocatore d’esperienza è sostanzialmente ricoperto dal solo Doug McDermott, ottimo tiratore ma privo di quel carisma che possa renderlo un vero leader, e ci si aspetta che giocatori come Keldon Johnson (14.8 punti nelle prime gare a fronte dei 22 della scorsa stagione) o Zach Collins (13.6 ma col 27.3% da tre e il 68.4% ai liberi) possano fare il salto di qualità per passare dall’essere realizzatori di una squadra in tanking a giocatori affidabili in una squadra che gioca per vincere, a prescindere dal riuscirci.
La ricostruzione può ancora dirsi in fase iniziale e i margini di miglioramento ci sono tutti anche prima di iniziare a mettere su un roster degno di un talento come Wemby. Basti pensare a Jeremy Sochan che al suo anno da sophomore sta mettendo in mostra un’abilità di passatore molto importante ma che si sta ancora adeguando al giocare da point guard.
Spurs' Jeremy Sochan opens up on his struggles to shift to point guard https://t.co/o6PxX1rAVJ
— San Antonio Express-News (@ExpressNews) November 11, 2023
Gli anni di rebuilding servono però anche e soprattutto a costruire una base in grado di essere all’altezza quando si tratterà di fare sul serio e quella di San Antonio, per il momento, non lo è.
Volendo riassumere in una frase: ci si chiedeva se Wembanyama fosse pronto per la NBA. Le prime partite hanno invece dimostrato che è forse San Antonio a non essere pronta per Wemby.
Come accennato però siamo all’inizio della stagione e c’è tutto il tempo per Popovich e i suoi ragazzi per smentire questo punto di vista e iniziare a circondare la propria stella di un contesto che possa farla brillare, così come è accaduto con i suoi illustri predecessori Robinson e Duncan.
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.