La partita inaugurale delle NBA Finals 2023 aveva visto pienamente rispettato il pronostico della maggior parte degli appassionati trasformandosi ben presto in una passerella per i favoriti Denver Nuggets, saldamente al comando sin dal primo quarto e che hanno anche veleggiato sul ventello di scarto prima di concludere sul 104-93 finale portandosi sull’1-0.
Mai sottovalutare coach Spoelstra e i suoi Miami Heat, però.
Gli uomini in rossonero hanno mostrato di essere riusciti ad archiviare immediatamente la sconfitta di gara-1 e di essere in grado di ribattere colpo su colpo alle bordate dei Nuggets, confermando la resistenza mentale sovrumana che è uno dei fattori ad averli portati fino alle Finals partendo dal play-in tournament.
Ora la serie è sull’1-1, il fattore campo è nelle mani degli Heat ed è più che lecito domandarsi se coach Spo e Jimmy Butler potranno condurre Miami a un’altra cavalcata verso quello che sarebbe il quarto titolo della squadra presieduta dal leggendario Pat Riley, costringendo i migliori Denver Nuggets di sempre (parlano i fatti essendo questa la prima finale giocata in Colorado) ad attendere ancora per dare al fenomenale Nikola Jokic un quantomai meritato anello.
Addentriamoci dunque nella ricerca delle risposte che potrà darci la gara-2 giocata nella notte italiana tra domenica 4 e lunedì 5 giugno, una partita che a prescindere dalla squadra vincente si è rivelata quantomai combattuta e intensa, con due formazioni affiatate e votate al gioco corale e il giusto spazio alle iniziative personali dei rispettivi leader. Un grande spot per le Finals, per quanto presumibilmente ai piani alti della lega ancora si stia inghiottendo amaro pensando alla possibile riedizione dell’ultraclassica Celtics-Lakers…
Adam Silver trying to explain a Denver Nuggets & Miami Heat Finals to the networks pic.twitter.com/qs74WWRpwd
— Jay Thompson (@jameekaB15) May 20, 2023
Dalla prima palla a due alzata al Pepsi Center il messaggio dei Miami Heat è stato subito chiaro e lampante: siamo sotto di una gara ma la serie è ancora lunga, si riparte da 0-0. Il reset totale della formazione della Florida è testimoniato dal 10-2 Heat con cui inizia gara-2 e soprattutto dal protagonista principale di questo break iniziale: Max Strus.
Alla sua prima gara di finale NBA in assoluto a 27 anni Strus aveva clamorosamente toppato con uno 0/9 da tre (a cui si aggiunge anche un tiro sbagliato da due per lo 0/10 totale) ma la sua seconda chance lo ha visto prendere e segnare il primo tiro della gara e aggiungerci poi quello del succitato 10-2. Strus si fermerà di fatto alle 4 triple del primo quarto (su 7) ma partire fortissimo era già un passo importante per gli Heat di gara-2 e se lo hanno fatto il merito è sicuramente, oltre che di Gabe Vincent, del buon Max.
Miami trascorre tutto il primo quarto in vantaggio ma dopo aver toccato il 24-15 arriva immediata la prima stoccata dei Nuggets e a guidarla è ovviamente Nikola Jokic.
Il Joker si mette a fatturare sia coi punti che con gli assist per mettere in ritmo Jamal Murray, a fine primo quarto sono già 11 per il serbo e soprattutto si sono poste le basi per il succitato allungo che vede Denver toccare il massimo vantaggio sul +15 con uno scatenato Murray.
Jamal Murray's monster and-1 dunk ⚒
Captured by #PhantomCam
Denver can improve to 2-1 in the #NBAFinals presented by @YouTubeTV with a win in Game 3… Wednesday, 8:30 PM ET on ABC! pic.twitter.com/TVnuuwr1yM
— NBA (@NBA) June 5, 2023
Potrebbe essere il preludio a un’altra gara casalinga dominata dai Nuggets con Miami a cercare di conservare le forze per l’esordio della serie davanti al pubblico di casa ma Miami ha davvero sette vite. La squadra ospite si mantiene in vita non con break spezzagambe ma rispondendo colpo su colpo ai canestri di Denver trovando di volta in volta contributi dagli esperti Kyle Lowry e Kevin Love.
Il finale del primo tempo è poi territorio di Jimmy Butler, ancora una volta l’uomo in più a disposizione di Spoelstra quando la situazione sembra volgere al peggio. L’ex Wolves firma tutti i suoi 7 punti nell’ultima parte della seconda frazione di gioco compreso un canestrone in allontanamento in faccia a Jokic e all’intervallo lungo Denver, che sembrava aver preso in mano le redini della gara, conduce solo di 6 lunghezze.
Jimmy Butler TOUGH fadeaway 😤
Halftime on ABC, stay tuned for Q3!#NBAFinals presented by @YouTubeTV pic.twitter.com/UfgowkwU8C
— NBA (@NBA) June 5, 2023
Si potrebbe pensare che Denver abbia ottenuto comunque un importante risultato chiudendo avanti il primo tempo senza far rientrare gli avversari sotto i due possessi (pieni) di scarto ma la vera arma in più degli Heat in gara-2 è stata proprio la forza mentale e il saper trarre energia da qualsiasi momento favorevole, oltre all’abilità di Erik Spoelstra nel riuscire a trovare uomini sempre pronti anche a dare un contributo piccolo ma essenziale.
Proprio per questo nel terzo quarto la partita è giocata punto a punto con Miami a continuare a giocare la propria pallacanestro e Denver a non riuscire a trovare un altro allungo. E se Nikola Jokic proprio non riesce ad essere contenuto nè da un Bam Adebayo che sta facendo la stessa fine di chi lo ha preceduto nei playoff in difesa sul Joker, nè da un volenteroso ma attempato Cody Zeller e nè dagli estemporanei tentativi di Kevin Love al termine della terza frazione di gioco scorgiamo un particolare fondamentale nel tabellino Nuggets del quarto: Jokic 18 punti e 6/10 dal campo, tutti gli altri a zero o al massimo a 2 punti.
https://www.youtube.com/watch?v=2zS3_AY9Ap0&ab_channel=NBA
Le carte di coach Spo sono quindi scoperte: cercare di limitare il fenomeno serbo è molto, ma molto meno remunerativo dell’evitare che i suoi compagni di squadra possano affiancarlo. Alla fine del terzo quarto però l’andazzo della gara sembra ancora favorevole a Denver: Jokic ha piazzato nell’ultimo minuto e mezzo una zampata che ha portato i suoi a +8, come accennato non c’è possibilità di fermarlo e soprattutto il suo genio nel passaggio potrebbe infiammare i tiratori Nuggets da un momento all’altro.
Serve qualcuno che possa contribuire a ricucire lo svantaggio nei primissimi minuti dell’ultimo quarto per poi sperare di riuscire a resistere sul punto a punto nel finale. E l’ex assistente di Pat Riley rischia grosso individuando quel qualcuno in un formidabile tiratore uscito però dalle rotazioni a causa delle sue carenze difensive: Duncan Robinson.
Protagonista nei playoff 2020 degli Heat che arrivarono alla prima finale dell’era Jimmy Butler, il tiratore Robinson fu blindato a Miami da un principesco contratto da 90 milioni firmato nel 2021 e valido per i successivi cinque anni ma dopo quella firma il suo minutaggio andò sempre più scemando in favore di uomini altrettanto letali dal perimetro ma in grado di offrire più garanzie per la difesa corale sugli esterni di Spoelstra.
Ieri Duncan ha immediatamente segnato 10 punti per riportare Miami a contatto nel più classico dei “redemption game”: aveva un compito da assolvere, l’ha svolto come meglio non poteva.
Duncan Robinson on fire to start the 4Q 🔥 pic.twitter.com/fSfrP6PJbu
— ESPN (@espn) June 5, 2023
La sparatoria di Robinson è coronata dal sorpasso Heat per merito anche di un protagonista che abbiamo lasciato per l’ultima parte della gara ma il cui contributo è stato fondamentale per energia e fatturato offensivo. Gabe Vincent ha dato ancora una volta tutto per la sua squadra, chiudendo con 23 punti, 8/12 dal campo e 4/6 da tre punti. Non un brutto affare averlo pescato dal sommerso per Miami.
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Gli Heat sembrano padroni del campo, entra in partita anche Bam Adebayo, a 3’40” dal termine della gara la tripla di Caleb Martin (suo unico canestro dal campo su 3 tentativi) porta Miami sul +12. Finita? Neanche per sbaglio: Jamal Murray si risveglia dal torpore in cui era caduto dopo aver fatto faville nel primo tempo e riesce ad affiancare a dovere Jokic che nel frattempo continua imperterrito a segnare.
Giusto per dare un po’ di numeri: doppia doppia da 41 punti, 11 rimbalzi, 16/28 dal campo e altra prestazione monstre da parte del Joker.
Miami si affida a Jimmy Butler per restare avanti ma Murray realizza la tripla del -3 a 70 secondi dal termine. L’adrenalinico finale che segue premia però alla fine la squadra di Spoelstra: Butler sbaglia da tre, lo stesso Murray avrebbe la tripla dell’overtime ma va corto, finisce 111-108 in favore degli Heat e col fattore campo ribaltato.
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Vittoria meritatissima per la squadra di Spoelstra che ora è attesa dalle due gare consecutive davanti al pubblico amico per mantenere il vantaggio del fattore campo. Riconosciuti i dovuti elogi alla squadra floridiana non si può però dire che la favorita a portarsi a casa il Larry O’Brien Trophy non sia ancora Denver.
Le prime due gare di questa serie hanno confermato che Nikola Jokic continua a dominare anche nelle sue prime Finals personali senza che gli avversari abbiano ancora trovato qualche tipo di contromisura. Di contro per espugnare la Ball Arena Miami ha avuto bisogno di una gara da 17/35 da tre, in cui praticamente nessuno ha marcato visita e sono state spese tantissime energie per una squadra il cui punto debole è proprio la condizione fisica.
Certo, c’è da considerare che Michael Porter Jr., tiratore di riferimento di coach Malone, ha iniziato la serie con un pessimo 3/17 da tre punti e che ovviamente Jokic non può fare tutto da solo. Denver ha però tutte le carte in regola per riportarsi in vantaggio vincendo all’American Airlines Arena (attuale Kaseya Center) e malgrado la bellissima gara-2 di Miami il pronostico non può che essere, almeno sulla carta, ancora in favore dei Nuggets.
Ovviamente a meno di altri miracoli di coach Spoelstra…
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.
Mai sottovalutare gli… arbitri.
Ovviamente alla NBA un altro sweep avrebbe dato noia e hanno rimediato da par loro con lo scippo perfetto.
Che Spoelstra sia meglio di Malone è un’ovvietà, ma senZa aiutino esterno pure questa avrebbe arriso a Denver.