Gara 1 delle Finals 2023 è di Denver: 104-93. Come da pronostico, come tutti si aspettavano. Ciò non toglie nulla alla prestazione assolutamente regale degli uomini di Micheal Malone.

Due erano i focus annunciati dal coach dei Nuggets nelle conferenze stampa pre-partita: non concedere fast break points dopo palle perse, e limitare il tiro dalla lunga distanza di Miami. Detto, fatto.

Sono 10 le palle perse di Denver, solo 4 i punti in contropiede concessi agli Heat. Una difesa in transizione da manuale. Unico momento di sbandamento all’inizio dell’ultimo quarto, quando Miami ha iniziato ad accelerare le operazioni mettendo la palla a spicchi in mano a quel vecchio volpone di Kyle Lowry.

Per quanto riguarda il tiro dall’arco, i Nuggets hanno limitato Miami al 33%. E se anche questa specifica battaglia i padroni di casa l’hanno persa (i Nuggets hanno tirato con il 29.6% segnando solo 8 triple), cancellare completamente dal campo i cecchini di Spoelstra era fondamentale. Strus 0/10, Martin 1/9, Robinson 1/6.

I famosi undrafted, quei role players che Butler vuole chiamare semplicemente “compagni di squadra”, i fautori decisivi della vittoria di gara 7 contro i Celtics. Finché loro tirano 2/25 dal campo, per Miami c’è davvero poco da fare.

Merito della difesa di Denver? Anche. Ma i floridiani hanno continuato a generare tiri di alta qualità, sbagliandone uno dopo l’altro. E tagliando corta ogni speranza di rimonta e di upset.

Nella metà campo offensiva, Miami è mancata sicuramente. Non solo per una questione di tiri realizzati (39/96). Bam Adebayo ha tenuto in piedi più del dovuto la baracca: 26 punti, 14 rimbalzi, 5 assist e ottimi possessi difensivi contro Jokic, per quanto sia possibile.

Il grande assente è stato Jimmy Butler. La caviglia, dopo tre settimane senza riposo, forse si fa sentire. La difesa di Aaron Gordon anche. Ma 13 punti per la stella di una squadra sono troppi pochi. Ma ciò che più è mancato è stata la sua solita cattiveria agonistica. Spesso e volentieri, grazie a PnR con Bam o con uno dei tiratori, si trovava il matchup preferito.

Il Butler della serie contro i Bucks avrebbe attaccato in uno contro uno andando al ferro. Ieri invece il canovaccio era ben diverso: attacco e scarico fuori. Rinunciando anche a tiri nel midrange che sono il pane per i suoi denti. Mai si è caricato la squadra sulle spalle. E, ripeto, la difesa di Denver non è sembrata così asfissiante da giustificare una prestazione del genere.

Dall’altra parte, i Nuggets sono stati praticamente perfetti. Hanno risposto, colpo su colpo, a qualunque strategia difensiva Erik Spoelstra schierasse. Il primo quarto è iniziato con difesa a uomo. Poi un breve passaggio a uomo, tentando di sfruttare la lunghezza di Haywood Highsmith dalla panchina per raddoppiare Jokic nel pitturato. È bastato un tentativo: Joker raccoglie palla, piroetta e palla in mano a Micheal Porter Jr. con nonchalance… solo rete. Niente più raddoppi per il resto della partita.

Funziona molto bene il gioco a due Jokic-Murray (strano) e funziona bene la combinazione atletismo-altezza-tocco che rende Porter Jr virtualmente immancabile dai più bassi Heat. Per i primi undici minuti di gioco, Jokic decide che tirare non ha molto senso. Basta far circolare la palla e far girare la testa ai poveri floridiani. Sei assist a fine primo quarto, dieci a fine primo tempo, 14 a fine partita.

A questi aggiungiamo i 27 punti e i 10 rimbalzi per avere una tripla doppia all’esordio nelle Finals. È la seconda volta nella storia dopo Jason Kidd vent’anni fa. Ed è proprio questo che rende la vita di Miami un inferno. Che non c’è soluzione all’attacco degli uomini di Malone.

Se si vuole tenere Joker lontano dal ferro, lui troverà Aaron Gordon che fisicamente demolisce il suo marcatore (12 punti nel primo quarto per l’ex Orlando, 16 alla sirena). Se si gioca man-to-man, rimane immarcabile: contro Adebayo, un signor difensore, Jokic ha segnato il 64% dei tiri e ha messo a referto 9 assist. Se lo si raddoppia, trova il tiratore libero. Se gli si toglie la palla dalle mani, è letale con gli screen assists (9 in gara 1, che hanno propiziato 18 punti). E se non vede una situazione che gli piace, palla a terra e si va ad appoggiarla al tabellone. Se questo non è il giocatore più forte al mondo, vi prego spiegatemi cosa sto sbagliando.

Ma la vittoria di Denver è stata collettiva. A fine primo quarto i punti di vantaggio sono 9, dopo dodici minuti 17, poi 24, poi 21. È un dominio totale, mascherato da un ultimo quarto senza senso di Haywood Highsmith che ne piazza 12 con l’83% dal campo.

Jamal Murray non è quello della Bolla del 2020, è troppo di più. È intelligente, sa leggere alla perfezione quando è il caso di penetrare e quando quello di sfruttare una drop coverage per piazzare un tiro solo soletto. 26 punti, 10 assist e 6 rimbalzi per la guardia, sempre più stella al fianco di quel mostro di Jokic.

A questi si aggiungono i già citati 16 di Gordon (con la difesa ottima), i 14 di Porter Jr, arrivati tutti in momenti pesantissimi della partita per respingere l’arte maggio di Miami. E altrettanto pesanti i 10 dalla panchina di Bruce Brown, panchinaro di extra lusso che ha fatto tirare Miami con il 25% dal campo quando era il difensore più vicino.

Spoelstra le ha davvero provate tutte. Zona 3-2, zona 2-1-2 (che nell’ultimo quarto ha dato qualche fastidio di troppo a Denver). Non ce n’è stato per nessuno. Denver è troppo forte.

Ma la serie è ancora lunga. Denver farà aggiustamenti, e pregherà che i tiri di Miami continuino a fare conoscenza troppo ravvicinata con il ferro. Dall’altra gli Heat hanno una sola speranza: spostare la pressione su Denver. Cercando di strappare gara 2 fuori casa. Ma soprattutto ritrovando quel tiro letale dalla lunga distanza che riesce a scavare solchi, e che obbligherebbe Denver a giocare con più fretta e a forzare tiri più difficili. Più facile a dirsi, lo so.

Una chiave potrebbe essere il ritorno di Herro in gara 2 (data per probabile). L’aggiunta di un tiratore della sua qualità aggiungerebbe punti interrogativi alla difesa di Denver e darebbe a Miami più qualità al tiro, che sia midrange o dall’arco. E poi un aiuto divino non sarebbe male. Anche se contro questo Jokic, ho i miei dubbi che possa funzionare.

One thought on “NBA Finals 2023: Denver domina Gara 1

  1. Ci credete che quei pagliacci hanno assegnato l’MVP a Embiid? Scippo del secolo.

    Se Spoelstra avesse le redini dei Nuggets la serie sarebbe dichiarata già chiusa per KO tecnico.
    Invece si gioca perchè sport vuole che Jokic&co. se lo sudino, il primo, meritatissimo, titolo.

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