Jett Howard (Michigan – 6’8” – Guardia)

Figlio di Juwan, il suo allenatore ai Wolverines, dalla struttura fisica oversized per il ruolo di guardia che gli permette di avvantaggiarsi sui difensori quando si avvicina a canestro ma non lo penalizza eccessivamente in difesa anche se in questo ambito ha ampii margini di miglioramento.

Buona la percentuale al tiro fuori (37% da 3pti) ed ottimi i movimenti offensivi, dovrebbe sentire meno degli altri il passaggio ai pro visto che suo padre utilizza un sistema assimilato nei 25 anni trascorsi nell’NBA come giocatore prima ed assistente poi.

 

Kobe Bufkin (Michigan – 6’4” – Guardia)

Arrivato in NCAA in punta di piedi, dopo un primo anno anonimo Kobe ha fatto un salto di qualità sia nei numeri che nella credibilità. Il fisico normolineo nasconde un inatteso atleticismo che gli permette di crearsi un tiro ed andare in penetrazione arrivando al tiro indifferentemente con entrambe le mani oppure chiudere con un concreto tiro in sospensione, come attesta il 48% dal campo.

I 4,5 rimbalzi di media evidenziano come sia capace di leggere la partita e farsi trovare nel punto giusto al momento giusto anche se difensivamente al piano di sopra sarà limitato dai suoi centimetri.  Per il suo sviluppo come giocatore sarebbe stato preferibile fare un altro anno a Michigan ma dopo che Hunter Dickinson ha chiesto di entrare nel transfer portal, avrebbe rischiato di rimanere come leader di una squadra molto debole.

 

Kris Murray (Iowa – 6’8” – Ala)

E’ vero che il suo gemello Keegan sia più forte? I numeri dicono di si e coach McCaffery quando li ha avuti entrami a roster ha puntato sul fratello, ma essere inferiore rispetto a chi ha giocato 76 partite da titolare in NBA non significa essere scarsi.

Kris ha un miglior playmaking, tira abbastanza bene dalla media distanza e da oltre l’arco soprattutto vista la sua altezza (33,5% da 3pti) ed ha buoni movimenti senza palla ma è meno atletico e tende a prendere tiri senza cercare il contatto col difensore.

 

Maxwell Lewis (Pepperdine – 6’7” – Ala)

Non è facile mettersi in mostra quando giochi in una squadra modesta che ha chiuso la stagione 9-22 ma Lewis non è passato inosservato agli scout ed è rimasto nei loro taccuini nonostante abbia finito la stagione in fase calante.

Buon realizzatore, non ha mai avuto problemi ad assumersi le responsabilità nei momenti chiave delle partite, tende a spettacolarizzare i tiri dopo un contatto col difensore; probabilmente lavorerà per velocizzare la sua meccanica di tiro perchè tende ad abbassare il pallone prima di iniziare il movimento e quei decimi non può concederli nell’NBA.  Deve lavorare molto sull’aspetto difensivo mettendo su dei muscoli perchè al momento è un po’ troppo leggerino per il ruolo che l’attende.

 

Derek Lively II (Duke – 7’1” – Centro) e Dariq Whitehead (Duke – 6’7” – Ala)

Per entrambi i Dukies vale lo stesso ragionamento: la scelta di dichiararsi per il draft dopo una stagione nella quale il n.1 e il n.2 della scorsa classifica ESPN100, quindi giocatori sui quali c’erano notevoli aspettative, hanno giocato poco producendo ancor meno, assomiglia alla scommessa di chi ha paura di non fare meglio in futuro e preferisce cercare di monetizzare l’indubbio talento prima che un secondo anno mediocre possa offuscarlo.

Se immaginare Lively che marca un centro NBA fa sorridere, Whitehead può gestire difensivamente molte ali piccole ma soprattutto ha un discreto tiro da 3pti (42% in stagione) su cui costruire un futuro.

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