Il mese di dicembre 2022 ha fornito agli appassionati tantissimo spettacolo e tanti highlights da commentare, con prestazioni individuali come la tripla doppia da 60 punti di Luka Doncic o i 71 punti di Donovan Mitchell. Ma a livello di squadra c’è stata una sola franchigia al comando: i Brooklyn Nets.

Provenienti da un’estate turbolenta con le bizzarrie (per usare un eufemismo) di Kyrie Irving e le richieste di trade di Kevin Durant e protagonisti di un inizio stagione quantomeno deludente che ha portato al licenziamento di Steve Nash che conclude quindi la prima esperienza da head coach senza aver vinto nulla, l’ex squadra del New Jersey ancora a secco di titoli NBA ha visto il suo cammino in regular season cambiare completamente proprio a partire dall’ultimo mese dell’anno vecchio. Basti pensare che dal 27 novembre la squadra ora allenata da Jacque Vaughn ha perso solo 3 partite sulle 20 disputate.

Una di queste tre sconfitte è avvenuta però proprio nell’ultima gara, al 14 ottobre, dei Nets che vedeva una considerevole pressione sulle spalle della squadra sia perchè si giocava con i Boston Celtics primi nella Eastern Conference e unica squadra con Chicago ad aver battuto Brooklyn a dicembre sia perchè era la prima gara dopo una tegola di quelle pesantissime per chiunque, figurarsi per una squadra che sembrava aver trovato la quadratura del cerchio dopo tante peripezie: l’infortunio di Kevin Durant nella gara dell’8 gennaio contro i Miami Heat.

Come leggete dal tweet dell’autorevole Shams Charania l’ex MVP della NBA con la maglia dei Golden State Warriors nonchè ultima stella dei compianti Seattle Supersonics (ogni occasione è buona per ricordare una squadra che rimarrà sempre nel cuore di noi cresciuti con la NBA dei Nineties) sarà rivalutato tra due settimane per una slogatura al legamento del ginocchio destro e quindi il periodo in cui coach Vaughn dovrà fare a meno di lui non sarà sicuramente brevissimo.

Brutto affare perdere colui che ha retto il peso della squadra sulle spalle nel poco convincente inizio di stagione soprattutto pensando che KD va per i 35 anni. La prima partita senza di lui ha visto come accennato la sconfitta dei suoi Nets in casa contro quella che, classifica alla mano, è la migliore squadra della sua Conference (nonchè priva per l’occasione a sua volta di Jaylen Brown e Al Horford) che ha preso il largo in un ultimo quarto vinto 25-16.

Ma se una sconfitta coi Celtics sarebbe stata alla fine probabile anche con Durant in campo ora siamo alle prese col difficile compito di trovare una risposta alla domanda: i Nets hanno la possibilità di proseguire il cammino ai vertici di una Eastern Conference che quest’anno sembra sempre di più il girone maggiormente ostico per le pretendenti a quell’anello NBA mai raggiunto ad oggi dalla franchigia?

Jacque Vaughn, coach dei Nets dal 1 novembre, sarà il primo allenatore titolato dei Nets?

Jacque Vaughn, coach dei Nets dal 1 novembre, sarà il primo allenatore titolato dei Nets?

Per quanto mi riguarda anticipo il resto dell’articolo dicendo che la risposta è un sì quasi pieno. Non si può dire che Brooklyn sia ad oggi la favorita numero uno per il titolo ma molti aspetti dicono che parliamo di una contender a tutti gli effetti.

Il primo fattore è la difesa. Sappiamo che una squadra che vuole vincere non solo non può prescindere da una difesa tra le migliori della lega ma che questo fondamentale a livello di squadra funziona se tutti i giocatori hanno ben chiari i propri ruoli e sono disposti ad eseguirli al meglio.

Da questo punto di vista c’è stato un cambiamento gigantesco rispetto all’inizio dell’anno, basti pensare che il defensive rating dei Nets era di 122.4 al 31 ottobre dopo 6 gare disputate ed era il peggiore della lega per distacco mentre oggi è di 111.6, il nono della NBA (in questa classifica ad oggi comandano i Cleveland Cavaliers con 109.2) A cambiare le cose è stato senz’altro il cambio di coach ma anche l’innesto di Royce O’Neale e soprattutto la grande crescita di Nic Claxton.

Se l’ex Utah Jazz non ha troppo bisogno di presentazioni come 3&D capace di sacrificarsi sugli esterni, di aggiungere quel pizzico di cattiveria agonistica spesso necessario a primeggiare e altrettanto spesso di prendere tiri pesanti e metterli costituendo un’importante alternativa ai mostri sacri di Brooklyn (per O’Neale quest’anno un rotondo 41% da tre, miglior percentuale nei suoi 6 anni di carriera NBA) è molto importante a mio avviso anche il lavoro del giovane e longilineo centro titolare.

Finalmente i Nets hanno capito che non vale la pena affidare il ruolo di 5 a giocatori come l’attempato Blake Griffin o il demotivato Andre Drummond quando si ha la possibilità di crescersi in casa un centro veloce nel percorrere il campo, atletico e con lunghe leve che lo rendono un ottimo intimidatore (2.6 stoppate a gara) Certo, il 46.9% ai liberi lo rende poco adatto ai finali di gara ma Claxton al primo anno da titolare stabile è andato in doppia cifra di punti di media (11.8) col 73.6% da due e 8.3 rimbalzi. In poche parole finora il 23enne Nic si è rivelato l’uomo giusto per il frontcourt di Brooklyn.

Quello che però può far meglio sperare per i tifosi dei Nets è il fatto che così come in autunno Kevin Durant era il leader assoluto della squadra ora tale ruolo è ricoperto a tutti gli effetti da Kyrie Irving non solo per blasone ma anche perchè l’ex Cavaliers anche con Durant al suo fianco è diventato il riferimento offensivo principale della sua squadra.

Dopo gli infortuni e le polemiche il mese di dicembre ha regalato a tutti noi l’Irving migliore, che può colpire le difese nei primi secondi dell’azione o aprire spazi per le bocche da fuoco dei Nets come Joe Harris e Seth Curry nonchè elevare il livello dei compagni di squadra rappresentando per loro una sicurezza (ricordiamo che il giapponese Yuta Watanabe tira addirittura col 52% da tre quest’anno anche se solo con 3 tiri di media)

Dulcis in fundo l’intesa che ha raggiunto con Durant fa in modo che Kyrie sia ben disposto a dividere con lui le responsabilità cosa che in passato, per usare un eufemismo, non sempre è avvenuta come dimostrano gli screzi, seppur limitati alla convivenza sul parquet, che Irving ebbe con LeBron James e che lo portarono ad abbandonare Cleveland.

https://www.youtube.com/watch?v=gdCu0Wvfakc&ab_channel=BleacherReport

Quest’ultimo aspetto per la verità è quello che lascia i dubbi maggiori sulla tenuta dei Nets senza Durant. Irving come detto ha dimostrato di poter interpretare il ruolo di leader nella maniera migliore e dovrà continuare a farlo senza il suo sodale nonchè senza un top player di cui ha dimostrato di fidarsi.

E poi c’è Ben Simmons, uno dei più grandi punti interrogativi negli anni recenti della NBA e non solo. L’australiano continua a tirare poco (meno di 6 conclusioni a gara) e a segnare ancora meno (solo 7.5 punti a partita, per la prima volta in carriera in singola cifra di media) con la ciliegina sulla torta di un pessimo 41.3% ai liberi che si aggiunge quindi a quello di Nic Claxton. Il suo contributo però in termini di difesa, rimbalzi e assist rimane di tutto rispetto e mostra un’importante prospettiva per Simmons: quella di reinventarsi uomo squadra come ha fatto un’altra prima scelta, Andrew Wiggins, ai Warriors.

Come Wiggins ha ritrovato anche la prolificità in attacco mettendosi al servizio di Steph Curry e passando quindi da scorer poco consistente a Minnesota a tassello fondamentale dei nuovi Warriors anche Simmons potrebbe ripartire dal lavoro sporco per trovare definitivamente la sua dimensione. I dubbi però restano non fosse altro perchè la stampa è sempre ingenerosa verso di lui (ho letto critiche alla sua partita con Boston in cui non ha segnato, ma ha smazzato 13 assist e preso 9 rimbalzi) e bisognerà vedere se Ben dimostrerà di avere le spalle sufficientemente robuste a reggere quello che verosimilmente, senza KD, sarà un periodo di pressione per lui.

https://www.youtube.com/watch?v=_DcGT7B6Z8g&ab_channel=DrSwish

C’è ancora qualche remora nel definirli al top della NBA quindi ma i Nets ad oggi hanno dimostrato non solo di aver ritrovato la motivazione ma anche di avere grandi potenzialità che hanno fragorosamente messo in campo nell’ultimo mese. Vedremo se il rientro di Durant sarà atteso con calma e senza drammi con la squadra che continua a funzionare bene; viceversa anche il ritorno dell’ex Thunder non potrebbe fare molto contro una poco auspicabile situazione di confusione simile a quella di inizio stagione.

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