Tra poche ore, al Barclays Center, si terrà il Draft. Tre italiani attendono di sentire chiamato il loro nome (Banchero, Procida, Spagnolo). Milioni di tifosi pendono dalle labbra del Commissioner per scoprire il futuro delle loro franchigie. Pochi malati di mente, come me, non vedono l’ora di sentire tutte le pazze trade che avverranno nelle prossime ore.
Perdiamo allora un po’ di tempo in questo masochistico tentativo di decifrare i misteri dei front office con un bel mock draft. E buon draft day a tutti!
1) Orlando Magic
La scelta: Paolo Banchero, PF, Duke
Squadra giovanissima (Suggs, Anthony, Wagner, Isaac, Fultz, Carter Jr. per dirne solo alcuni). Perché non aggiungere a così tanto talento uno dei prospetti più pronti alla NBA e ripartire a costruire la casa Magic dopo aver scavato solo le fondamenta per anni? La tentazione Holgrem o Jabari è molto alta, ma il cuore tricolore mi dice Paolo. Il tiro dalla distanza e la difesa rimangono punti di debolezza, ma di tempo non gliene manca…
2) Oklahoma City Thunder
La scelta: Jabari Smith, PF, Auburn
2.08m, 42% dall’arco, what else? Non è un caso che abbia stregato i front office della lega (e non solo), non è un caso che sia dato come la più probabile prima scelta assoluta. Rinforzo necessario per una OKC che nei prossimi anni, complice la politica di Sam Presti, potrà sfornare due nuovi roster completi solo di prime scelte al Draft. Chiunque sarà scelto diventerà il primo protagonista di questa rifondazione.
3) Houston Rockets
La scelta: Chet Holgrem, C, Gonzaga
Oltre 2.10, rim-protector, shot-blocker spaventoso, dotato di skill offensive stratosfericamente innaturali per un gigante della sua stazza. Eppure, sinceramente, non mi convince fino in fondo. Difensivamente, troppo esile; offensivamente, molto discontinuo. Dovrà fare il passo di maturità proprio passando alla lega dei grandi. Certo, metterlo in squadra con Green, Porter Jr e Sengun è da leccarsi i baffi. In ogni caso, la trade che ha portato Christian Wood ai vicini Mavs indica chiaramente che la scelta dei Razzi sarà un’ala grande o un centro. Insomma, uno dei tre soliti noti.
4) Sacramento Kings
La scelta: Shaedon Sharpe, SG, Kentucky
La logica direbbe Jaden Ivey, ma logica non è mai stato sinonimo di Sacramento. In linea con le discutibili decisioni degli ultimi anni, i Re californiani scelgono un giocatore che l’ultimo parquet ufficiale che ha calcato è stato quello della sua high school un anno fa. Ma, se è rimasto quel giocatore lì, è tanta, tantissima roba. Proprio giocatore che, dopo una stagione spaventosa da rookie, i Kings scambieranno per un pacchetto di noccioline e Sabonis (Haliburton insegna).
5) Detroit Pistons
La scelta: Jaden Ivey, SG, Purdue
Esplosività, eleganza, handle, tiro. Unisci un atleta straordinario con Cade Cunningham e Saddiq Bey… il risultato è yes please!! Il bisogno più pressante forse sarebbe il reparto dei lunghi per lasciare spazio di crescita ad un finora poco convincente Killian Hayes come PG… ma la filosofia del best available ha sempre un posticino speciale nel mio cuore, e di migliori di Ivey, a questo punto, non ce ne sono.
6) Indiana Pacers
La scelta: Keegan Murray, PF, Iowa
Duarte il terribile, Haliburton (ottenuto tramite un furto con scasso), TJ Warren forse redivivo e tanti punti di domanda. I Pacers sembrano voler cedere Brogdon e Turner… allora diamogli un bel 4. Murray ha prodotto 24 punti e 9 rimbalzi a partita con il 40% da tre, a cui poi si aggiungono stazza e difesa. Base giovane e solida da cui far ripartire un progetto morto dai tempi dell’addio di Paul George.
7) Toronto Raptors
La scelta: Bennedict Mathurin, SG, Arizona
Se davvero Anunoby sta volando in direzione Portland in cambio di questa scelta, forse la scelta più logica sarebbe prendere un 3 o un 4. Mathurin è, però, semplicemente troppo forte per ignorarlo. Difesa perimetrale ottima, solido tiro da tre (37%), insomma il prototipo della nuova guardia NBA.
8) New Orleans Pelicans
La scelta: Dyson Daniels, SG, Ignite
Roster a mio parere veramente forte, soprattutto con l’astro nascente Herb Jones e l’aggiunta di McCollum. In questi casi, aggiungere una guardia di livello non fa mai male. 24 punti a partita con il 40% dall’arco, alto ben oltre i 2 metri: signore e signori, Dyson Daniels.
9) San Antonio Spurs
La scelta: AJ Griffin, SF, Duke
Se davvero scambieranno Dejounte Murray, sarà rebuild totale. Allora vale tutto. Griffin fornisce tiro dalla distanza, vitale nella NBA moderna, ma preoccupa dal punto di vista medico. Una scommessa, insomma, di quelle che le squadre in rebuild-mode si possono permettere
10) Washington Wizards
La scelta: TyTy Washington Jr, PG, Kentucky
Altra squadra in rebuild, soprattutto se Beal sarà scambiato. E se Satoransky è la tua PG titolare… forse hai bisogno di aiuto. Washington è dotato di ottimo tiro e di elevate capacità di playmaking, un’ottima base da cui ripartire nella capitale.
11) New York Knicks
La scelta: Tari Eason, PF, LSU
Atletico, difensivo: esattamente la medicina che serve a NY sponda arancioblu. Attaccante ancora da esplorare, ma comunque con un solido 35% dall’arco e con anche il fisico dalla sua. Una cosa è certa, i Knicks devono iniziare a far giocare i giovani che scelgono (vedi Grimes, Sims, eccetera)
12) Oklahoma City Thunder
La scelta: Ochai Agbaji, SG, Kansas
Guardia tiratrice (41% da tre), a OKC. Può sempre servire…
13) Charlotte Hornets
La scelta: Jeremy Sochan, PF, Baylor
Arsenale offensivo inesistente, versatilità ed efficacia difensiva alla Bam Adebayo. Se Bridges partirà, per l’attacco di LaMelo saranno dolori, ma il mercato è sempre un’incognita.
14) Cleveland Cavaliers
La scelta: Ousmane DIeng, PF, Francia
Squadra che mi fa impazzire, e che può permettersi, soprattutto se continuerà a muoversi bene sul mercato, di scegliere progetti a lungo termine. Dieng ha enorme potenziale, ma non ha mai giocato a livello collegiale americano. Certo, l’esperienza neozelandese (come LaMelo prima della NBA) gli ha fatto guadagnare qualche cartuccia, ma rimane un giocatore da accudire nella crescita.
15) Charlotte Hornets
La scelta: Jalen Duren, C, Memphis
Sono anni che Charlotte ha disperato bisogno di centri di ruolo, Duren può andare a tappare proprio quel buco. Atletismo off-the-charts sia come attaccante che come protettore del ferro.
16) Atlanta Hawks
La scelta: Johnny Davis, PF, Wisconsin
Con Collins ai saluti, Davis va a coprire immediatamente il ruolo di 4. Mid-range letale, tiro da fuori ancora discontinuo ma compensato da una forte presenza difensiva.
17) Houston Rockets
La scelta: Malaki Branham, SF, Ohio State
Dopo uno tra Holgrem, Banchero e Jabari, ecco arrivare in quel del Texas uno dei tiratori più consistenti del draft, a sostituire l’ormai mummificato Eric Gordon. 42% da tre e quasi 20 a partita nella parte finale dell’anno: un biglietto da visita niente male per Branham.
18) Chicago Bulls
La scelta: Mark Williams, C, Duke
Starting 5 fissato, ora si tratta solo di costruire una profondità di panchina adatta ai playoff. Williams è un vice-Vucevic perfetto, anche se opposto. Non ha tiro dalla distanza, ma atletismo da vendere e abilità di shot-blocker abbondantemente dimostrata in una March Madness giocata ad altissimo livello.
19) Minnesota Timberwolves
La scelta: Dalen Terry, SF, Arizona
Una delle squadre più eccitanti degli scorsi playoff ma che necessita di consistenza in campo. Terry è un tuttofare utilissimo off the ball, ma con l’abilità di tiro non da sottovalutare.
20) San Antonio Spurs
La scelta: EJ Liddel, SF/PF, Ohio State
Rebuild? Perché non prendere un giocatore da 20 punti a partita con il 37% dall’arco? il futuro è un mistero, tanto vale accumulare talenti affermati a livello collegiale
21) Denver Nuggets
La scelta: Jaylin Williams, PF, Arkansas
il ritorno dei vari infortunati riempie un po’ di più una rosa già colma di talento. Un giovane sostituto di Aaron Gordon credo, però, sia necessario. Williams fornisce mentalità difensiva à la Miami, il classico giocatore dalle “skills invisibili”.
22) Memphis Grizzlies
La scelta: Orlando Robinson, C, Fresno State
Difficile trovare aree da rinnovare a Memphis. Sicuramente la posizione più priva di talento è il centro. Robinson fornisce ai Grizz ciò che non hanno ancora, un true center con tiro dalla distanza (36% la scorsa stagione).
23) Philadelphia 76ers
La scelta: Wendell Moore Jr, SF, Duke
Moore prenderebbe il posto di un ormai vecchio e inefficace Danny Green. 42% dalla distanza e esplosività fuori dalla norma, il prodotto di Duke è complemento eccellente al big-3 Harden-Maxey-Embiid
24) Milwaukee Bucks
La scelta: Jalen Williams, SG, Santa Clara
40% da tre, nel 97esimo percentile come spot-up shooter. Anima gemella di un gioco che, come centro gravitazionale, ha le devastanti penetrazioni di Giannis.
25) San Antonio Spurs
La scelta: Andrew Nembhard, PG, Gonzaga
“Anzianotto”, e per questo pronto fin da subito per la vita NBA. Sicurezza al tiro, gestione ottima della palla: punto di partenza ideale per una squadra senza rotta.
26) Houston Rockets
La scelta: Kendall Brown, PF, Baylor
Fa sempre bene dotarsi di opzioni tra i bigs. Brown non offre consistenza né inventiva offensiva, ma ha certamente dimostrato sprazzi di elevato potenziale.
27) Miami Heat
La scelta: Nikola Jovic, PF, Serbia
Sembra lui ma non è lui, non è The Joker. Rimane un prospetto di cui sono follemente innamorato e che farebbe il caso di una squadra che ha faticato tutto l’anno a superare i 100 punti. Attacco e stazza, tutto ciò di cui Butler ha bisogno per far esplodere il potenziale di una perenne contender.
28) Golden State Warriors
La scelta: Christian Koloko, C, Arizona
Non sono un fan di Wiseman, e non sembrano esserlo nemmeno gli Warriors (nonostante la scusa infortuni). Koloko garantirebbe un solido sostituto per un Kevon Looney fenomenale nei playoff.
29) Memphis Grizzlies
La scelta: Jean Montero, SG, Overtime Elite
Lungo, atletico. Un mini-Morant (evidentemente meno talentuoso) dalla repubblica Domenicana per mantenere la filosofia di “giovani e affamati” che ha portato i Grizzlies ai recenti successi.
30) Denver Nuggets
La scelta: Trevor Keels, SG, Duke
Si è dimostrato abbastanza maturo per fare il grande salto. 32% dall’arco ma abilità sopraffina nel penetrare il pitturato. Opzione validissima per Denver, ormai in now-or-never mode.
23 anni, folgorato fin da bambino dal mondo americano dei giganti NBA e dei mostri NFL, tifoso scatenato dei Miami Heat e – vien male a dirlo – dei Cincinnati Bengals. Molto desideroso di assomigliare a un Giannis, basterebbe anche un Herro, ma condannato da madre natura ad essere un Muggsy Bogues, per di più scarso.