Una serie in pieno equilibrio a Est e un’altra che invece sembra avere già un padrone a Ovest, questo è ciò che ci hanno proposto finora le finali di Conference nella stagione NBA di quest’anno.
Un risultato parziale che non si può dire del tutto inaspettato dato che i Boston Celtics e i Miami Heat sono entrambe apparse in ottima forma e soprattutto hanno mostrato un grande gioco di squadra mentre i Golden State Warriors erano i favoriti della vigilia sebbene i Dallas Mavericks venissero comunque dallo sgambetto ai Phoenix Suns leader della Western Conference in regular season.
Analizziamo allora ciò che è successo in entrambe le Conference Finals con un occhio a quello che potrebbe succedere nel prosieguo della serie.
EASTERN CONFERENCE: MIAMI HEAT (1) vs BOSTON CELTICS (2) 2-2
Che la serie tra le prime due classificate potesse essere all’insegna dell’equilibrio come accennato era da aspettarsi ma i continui ribaltamenti di fronte spesso e volentieri all’interno delle gare stesse hanno reso la contesa tra i Celtics e gli Heat del tutto imprevedibile. D’altra parte quando a scontrarsi sono due sistemi di gioco rodati e due roster affiatati come quelli agli ordini dell’esordiente Ime Udoka e del veterano Erik Spoelstra non è raro che a decidere le partite siano gli imprevisti, soprattutto se relativi all’infermeria.
Boston non ha infatti fatto in tempo ad accogliere il ritorno di Robert Williams che subito ha dovuto affrontare gara-1 priva del proprio leader oscuro e principale difensore sugli esterni Marcus Smart. Malgrado questo i Celtics hanno mantenuto il punteggio in loro favore per tutto il primo tempo dell’esordio nella serie giocato in Florida spinta dai 21 con 9/14 del solito devastante Jayson Tatum e dai 12 senza errori dal campo del rientrante Williams.
Nel secondo tempo però si è scatenata la furia di un Jimmy Butler che nel 2021/22 sembra sempre più il migliore in carriera. 41 per Jimmy Buckets (27 nel secondo tempo) che rispolvera le sue doti di realizzatore quando conta aggiungendoci 9 rimbalzi e con tanto di 12/19 dal campo e 17/18 ai liberi; senza Smart a cercare di contenerlo e con la difesa di Boston che cede di schianto subendo 39 punti nel terzo quarto gli Heat trasformano così una partita di rincorsa in una passerella per la squadra di casa nell’ultimo quarto che conduce all’1-0.
Parlavamo però di ribaltamenti di fronte e gara-2 ne ha servito uno bello caldo con Boston che non solo si prende il fattore campo ma con il rientro di Smart da 24 punti e i 51 totali della coppia Jaylen Brown-Jayson Tatum recita un monologo assoluto alla FTX Arena (che per molti resta affettuosamente la AAA) andando in doppia cifra di scarto già a fine primo quarto e chiudendo a +25 il primo tempo senza stavolta lasciare spazio alle sortite, per la verità piuttosto velleitarie, dei padroni di casa. Nonostante Butler faccia anche stavolta il suo dovere chiudendo a 29 con 11/18 a mancare è soprattutto il supporting cast con in testa un Bam Adebayo in difficoltà che marca solo 6 punti con 3/6. Sul centro di Miami però ci torneremo…
Si va in Massachussetts con la serie sull’1-1 e Boston chiamata a difendere il fattore campo spinta dal pubblico di casa ma in questa serie nulla va come ci si aspetta e così è Miami a infliggere ancora una volta 39 punti in un quarto ai Celtics (stavolta il primo) e a costringere i locali a tentare la rimonta. Nel terzo quarto Jimmy Butler non rientra in campo per un’infiammazione al ginocchio ma l’infermeria pareggia i conti quando si gira la caviglia, ancora una volta, di Marcus Smart; nel frattempo Miami chiude il terzo quarto ancora sul +15 senza lasciare apparenti possibilità di rientro per i Celtics.
L’ultimo quarto rischia però di cambiare completamente la storia della partita. Smart decide di stringere i denti e tornare in campo ad assistere un Jayson Tatum che alla fine arriverà a 40 punti con 14/20 ma è soprattutto Jaylen Brown a prendere per mano i suoi e guidarli a un incredibile -1 con una sua tripla a 2’39” dal termine. La risposta di Miami però arriva puntuale con Max Strus che toglie il tappo dal canestro per gli Heat (16 punti con 4/7 da tre e la bomba fondamentale dopo il succitato -1) e Bam Adebayo che chiude l’area a qualsiasi tentativo di Boston. Dicevamo di Bam deludente in gara-2, stavolta però il centro si prende la rivincita con una devastante doppia doppia da 31+10 rimbalzi e guida Miami, priva di Butler, al 109-103 finale con cui il fattore campo torna in Florida.
La squadra di Spoelstra però dovrà tornare ad esibirsi di fronte al proprio pubblico con una sconfitta bruttissima sul groppone: quella di gara-4 dove malgrado l’assenza di Smart per l’infortunio alla caviglia Miami non riesce a portare in doppia cifra neanche uno degli uomini del quintetto base (Jimmy Butler ha giocato sull’infiammazione ma con un inguardabile 3/14 dal campo per solo 6 punti) e realizza solo 82 punti subendo il ventello di scarto dai Celtics che ritrovano così la grinta necessaria per continuare a giocarsela.
Per Boston Tatum (anche lui in condizioni fisiche non ottimali per una botta alla spalla in gara-3) stavolta marca visita con 5/20 dal campo ma ci pensano un Brown stellare da 31 con 7/9 da 2 (anche se 1/7 da 3) e gli uomini d’area con Al Horford che cattura 13 rimbalzi e Robert Williams vicino alla doppia doppia con 12 punti, 4/5 dal campo e 9 carambole catturate.
Si torna dunque a giocare a Miami sul 2-2 e con una serie dall’andamento totalmente impronosticabile. Dovendo però indicare una favorita mantengo il mio pronostico iniziale e vado ancora con i Celtics che hanno dimostrato, con gli Heat ma nei playoff in generale, di saper reagire a qualsiasi tentativo di buttarli giù e forse da questo punto di vista si fanno preferire agli avversari che tra l’altro sono alle prese, come gli avversari, con problemi fisici (detto di Butler c’è Tyler Herro che è rientrato in questa serie ma con minuti controllati e con status “day by day”) Ma una vittoria di Miami sarebbe tutto fuorchè sorprendente: non ci resta che assistere all’epilogo di questa spettacolare serie.
WESTERN CONFERENCE: GOLDEN STATE WARRIORS (3) vs DALLAS MAVERICKS (4) 3-0
Sembra già scritto il nome della finalista NBA che verrà dalla Western Conference con i Golden State Warriors sempre più somiglianti a quelli che hanno dominato l’NBA nei ’10s e che hanno condannato i Dallas Mavericks a quel 3-0 da cui nessuno è uscito sportivamente vivo nella storia della National Basketball Association. Forse il cappotto è una punizione eccessiva per gli uomini di Kidd ma la franchigia della Green Bay Area si è dimostrata superiore sotto tutti gli aspetti disinnescando le armi che avevano consentito ai texani di approdare in finale di Conference ai danni dei favoriti Phoenix Suns.
Rispetto ai Memphis Grizzlies eliminati dai Warriors nel turno precedente Dallas ha giocato in maniera meno sfrontata continuando a puntare su difesa sul perimetro e tiro da fuori sfruttando gli spazi creati da Luka Doncic ma questo non è finora bastato a strappare una vittoria con la formazione allenata da Steve Kerr che già in gara-1 ha controllato con autorità chiudendo sul +10 il primo quarto e cavalcando un grande Andrew Wiggins (non sarà la prima rivincita per l’ex Wolves in questa serie) sia in attacco che in difesa soprattutto nel primo tempo quando gli Splash Brothers avevano le polveri piuttosto bagnate.
Con Doncic che non andrà oltre 20 punti con 6/18 dal campo i Warriors controllano agevolmente nel secondo tempo e Steph Curry può salire a 21 punti personali per imporsi come top scorer; il finale recita un eloquente 112-87 che per quanto possa ricordare l’inizio della serie con Phoenix e i canti “Suns in 4” dei tifosi dell’Arizona si è rivelato poi esplicativo anche per il resto della serie.
I Mavericks hanno avuto però un’occasione d’oro in gara-2 quando il loro gioco ha iniziato improvvisamente a funzionare. 9/12 da tre nel secondo quarto, 24 di Doncic nel primo tempo (già superati i punti di gara-1) e i Warriors che hanno 32 punti da Curry e Wiggins sui loro 58 totali per un +14 Dallas all’intervallo lungo che apre quantomeno a un finale in volata.
Già nel terzo quarto però Golden State si riprende la partita col protagonista che non ti aspetti: Kevon Looney scrive 21+12 rimbalzi con 11/14 dal campo costringendo la difesa a riaprire il perimetro per le cannonate di Curry (32 con 6/10 da tre) Jordan Poole (23 con 7/10 dal campo) e Wiggins (16 con 3/5 da tre) I Warriors volano quindi a Dallas sul 2-0 in loro favore e lasciando gli avversari aggrappati al ricordo della serie precedente quando proprio dalle partite in casa iniziò la rimonta che li ha portati in finale.
In gara-3 però il copione è diverso con i tiratori dei Mavericks a soffrire la pressione: Reggie Bullock e Maxi Kleber combinano per un disastroso 0/12 da tre e quindi i 40 punti con 11 rimbalzi e 11/23 dal campo di Luka Doncic sono solo il più classico dei losing efforts. Curry è inarrestabile anche in trasferta e scrive 31 con 10/20 totale e 5/10 da tre ma il protagonista è ancora una volta Andrew Wiggins che è il secondo realizzatore dei Warriors con 27 punti e si prende anche lo sfizio di uno schiaccione in testa a Doncic.
Lo sloveno si assumerà la responsabilità della sconfitta ma la sensazione è semplicemente che Dallas non abbia più molto da chiedere a una stagione che è stata assolutamente positiva con l’approdo alle finali di Conference che possono essere un importante punto di partenza per costruire qualcosa di più succoso intorno alle meraviglie di Doncic. Dal canto loro i Warriors sono lanciatissimi verso la finale e appaiono addirittura come i favoriti per come stanno mettendo inesorabilmente a nudo i punti deboli avversari punendoli all’istante con le triple di Curry esattamente come cinque anni fa; resta da vedere se i Mavericks riusciranno a evitare il cappotto ma per le Finals 2022 è davvero difficile che i Warriors non saranno della partita.
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.
Condivido quasi tutto ma a parità di salute vedo gli Heat favoriti di un’incollatura per via del fattore esperienza+coaching.
Dallas attualmente non è abbastanza completa per competere coi Warriors sulle 7 partite.