I Phoenix Suns vincono anche gara 2 e sono ora sul 2-0 in queste NBA Finals dai partecipanti inaspettati alla vigilia della stagione.
Se i Bucks hanno dato tutto in questa gara 2, lo credo davvero, e hanno perso lo stesso ancora una volta allora non ho molti dubbi.
Cosa possono fare di più questi Bucks ? Cosa può fare di più un eroico Giannis col ginocchio non a posto ? Poco, temo.
Eppure hanno perso un’altra partita giocata per buona parte alla pari prima della scossa finale di Phoenix. Nell’ultimo quarto i tiri importanti entrano solo per i Suns. Devin Booker non ha ancora accelerato, da buon fanatico di auto d’epoca sa quando e come farlo, per ora sta in terza marcia per lo meno.
Chirurgico, letale, si costruisce il suo tiro, la mette dentro quando più conta. E’ la vera star della serie e lo sappiamo tutti. Come i veri campioni è decisivo nei momenti in cui semplicemente non si può sbagliare.
Giannis fa lo stesso ma con fatica doppia e non sto parlando del ginocchio. Il greco deve andare dentro, spin e controspin, andare su contro tre o addirittura quattro uomini che collassano a centro area su di lui. Devin prende e tira, anche da fuori, soprattutto dal mid-range.
Kendall Jenner forse per una volta ci ha visto giusto, è lui l’uomo, altro che Ben Simmons. 31 punti, 7-12 da tre, 12-25 dal campo, è pronto per entrare da vincitore nella prossima puntata di “Al passo con i Kardashian”, con l’anello al dito e con Kim che gli dice quanto gli calzi bene quel “brillocco” luccicante.
Non dovrei parlare di nessun altro che di Giannis però, lo abbiamo ammirato tutti e non già da ieri notte. 42 punti, 12 rimbalzi, 15-22 dal campo e 11-18 ai liberi. Si prende le sue responsabilità, non si nasconde, mette dentro anche una tripla su 5 tentativi.
Il suo discorso di pura passione in panchina è commovente, lo è di più la sua voglia in campo. Per tornare a Ben Simmons, lui i tiri non li prende per paura, Giannis ci prova comunque. Sono due modi di affrontare il limite, al netto di rimetterci la faccia.
Fa meno male non provarci nemmeno ? No, bravo Giannis. Certo, continuo a pensare che un due volte MVP non possa tirare un airball dalla lunetta sul palcoscenico delle Finals ma qui conta qualcos’altro di meno tangibile. Contano le qualità che il greco ha dentro di sé.
Chris Paul è stato a tratti non incisivo, con più di una giocata con poca lucidità, anche nel finale. Non da lui ma 23 punti e 8 assist col 50% dal campo ci dicono che in cabina di regia c’è sempre il veterano alla sua sedicesima stagione a caccia del primo titolo. Motivato e concentrato.
Phoenix gioca di squadra, c’è qualità sia offensiva che difensiva e il merito va ovviamente dato a Monty Williams. Pacato, un amico dei giocatori, intelligente.
I Suns hanno tre star, per Ayton un piccolo passo indietro in gara 2, e un supporting cast da livello superiore. Bridges (27 punti, 3-9 da tre), Crowder, Johnson, Payne. Gente senza fronzoli che lotta, si sporca le mani. Ognuno è pronto quando chiamato.
Le Finals si vincono così e questo aspetto è meno evidente per Milwaukee, al netto dell’incapacità di coach Bud di saper legge la situazione in corso e porvi i necessari aggiustamenti.
Si è detto tanto di switch e di discrepanza nel numero dei liberi ma non si può sempre e solo ridurre tutto ad una questione tecnica. Phoenix è più profonda, più fresca, ha armi più sicure (leggi Booker) nel mettere in ghiaccio la partita.
E’ commovente Giannis, è commovente la folla del Wisconsin ma temo che una direzione precisa queste Finals le abbiano prese. I Bucks devono vincerne almeno una per i propri tifosi e sono sicuro che lo faranno, mi aspetto che si torni nella valle ma che alla fine prevarranno i ragazzi dell’Arizona.
Non c’è da stupirsi dei tifosi, molto di loro lo sono anche dei Green Bay Packers. Tra i migliori d’America, forse al primo posto, non c’è pandemia che possa distogliergli dal radunarsi festosi a decine di migliaia.
E’ un piccolo segno dei tempi che cambiano. Fino a pochi anni fa non c’erano né folla né maxischermi stile Mondiali o Europei di calcio per seguire da lontano le Finals. La globalizzazione segna un punto anche da loro, anzi due, perché la pubblicità sul campo sull’imminente Finale degli Europei tra Italia e Inghilterra è ben visibile e messa in risalto.
A proposito, per Flavio Tranquillo questi Suns giocano a un tocco come l’Italia di Mancini. Va bene, non è importante. Giocano bene entrambi, con le giuste motivazioni.
Phoenix inebria nel girare la palla, c’è sempre un uomo libero e, peccato per Giannis, la mettono quasi sempre dentro. C’è anche una singola azione con 10 passaggi, sarà il manifesto della loro vittoria di squadra.
Sono mancati gli aiuti, non c’è stato Middleton, Lopez è spesso meccanico e pesante nei movimenti. Alla fine del terzo Giannis aveva 32 punti esattamente come tutti i suoi compagni messi insieme.
I Suns tirano 20-40 da tre, gli avversari 9-31, 12-14 ai liberi contro 15-23. Col 50% da tre si va molto lontani, dispiace anche dirlo ma ho sempre pensato che i Bucks vadano dove gli porta Middleton e non Giannis. Ieri il primo non è pervenuto.
Come la cosa più prevedibile del mondo Milwaukee è partita forte. Aggressivi su Chris Paul, sia con Tucker che soprattutto con Holiday. Ha funzionato perché CP3 è stato meno pungente ma poi Booker chi lo marca, ancora, poi puoi solo sperare che uno dei tanti gregari sbagli.
Non stanno sbagliando. 2-0 Suns. Si va a Milwaukee, insospettabile città di passione. Io scrivo già 2-1, non voglio credere che vadano sotto di tre.
Per la questione principale, di quell’anello da esibire a Kim Kardashian in TV possiamo già cavarle le parole di bocca. “OMG, it’s so beautiful !”.
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”