La rincorsa è durata anni ma alla fine i Milwaukee Bucks ce l’hanno fatta: a quasi mezzo secolo dall’ultima apparizione datata 1974 i cerbiatti giocheranno la finale NBA che vedrà per loro uno scontro totalmente inedito in questa prestigiosa sede con i Phoenix Suns vincitori della Western Conference.
La squadra allenata da Mike Budenholzer ha superato in 6 gare la sorpresa assoluta dei playoff NBA di quest’anno, gli Atlanta Hawks a cui va riconosciuto l’onore delle armi per come hanno ribaltato i pronostici della vigilia sia contro i New York Knicks sia soprattutto contro i Philadelphia 76ers e per come hanno lottato senza esclusione di colpi anche contro i Bucks che però si sono mostrati decisamente meglio attrezzati per la lotta al titolo NBA.
Per i georgiani la consolazione, non così magra, sta nella consapevolezza che questa finale di Eastern Conference rappresenta con moltissime probabilità un punto di partenza per un importante ciclo nel segno della scintillante stella di Trae Young.
A proposito di stelle, dalla parte di Milwaukee ci si sarebbe aspettato un Giannis Antetokounmpo leader e trascinatore assoluto dei Bucks ma il responso del campo è stato alla fine diverso al di là delle prestazioni di assoluto livello del greco MVP nel 2019 e dell’infortunio che lo ha costretto a terminare la serie in gara 4.
Come vedremo infatti il vero uomo in più per i neocampioni dell’Est è stato un Khris Middleton che si era già caricato varie responsabilità sulle spalle in questa postseason (a partire dal canestro-partita nella gara di apertura contro i Miami Heat) e che nelle ultime due partite della serie, giocate senza Antetokounmpo, ha definitivamente vestito i panni del condottiero consentendo alla sua squadra di vincere entrambe le contese e volare alle Finals.
Lo stop di Giannis, il cui infortunio al ginocchio sinistro non comprende per fortuna nessuna rottura ma per il quale non c’è ad oggi una data ufficiale di rientro, ha costretto Budenholzer a trasformare un modo di giocare di Milwaukee pesantemente accentrato sul greco che in questi playoff è rimasto in campo il più delle volte sopra i 40 minuti (ben 50 in gara-7 contro i Brooklyn Nets) e che solo nelle partite ampiamente decise era sceso sotto tale soglia di utilizzo.
Le ultime due partite hanno invece mostrato, al coach prima che al pubblico, che le risorse a cui attingere per i Bucks sono ampie: bastava semplicemente prendersi la responsabilità (il rischio?) di esplorarle.
L’inizio della serie al Fiserv Forum di Milwaukee ha visto Atlanta partire fortissimo così come era avvenuto nei precedenti due turni playoff con un copione che ha visto nel ruolo di protagonista assoluto, manco a dirlo, Trae Young.
Potremmo limitarci a citare il suo tabellino da 48 punti con 50% dal campo e 11 assist (è vero che ormai Young rappresenta una certezza per appassionati e analisti, ma non dimentichiamo che si tratta di un 23enne che alla sua prima finale di Conference accarezza subito il cinquantello…) ma ciò non renderebbe appieno giustizia a come ha continuato a giocare senza alcun tipo di pressione la sua pallacanestro mantenendo alto il livello di gioco di squadra e trascinando gli Hawks al vantaggio alla fine del terzo quarto per 88-85.
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La rabbiosa reazione dei padroni di casa ha visto sugli scudi un Antetokounmpo a un assist dalla tripla doppia (34 punti con 14/25 dal campo, 12 rimbalzi e 9 assist) che ha prima dato la scossa verbale ai suoi dopo le meraviglie di Young e poi giocato da vera star attaccando continuamente il ferro e muovendo la difesa; il risultato è il +7 Bucks con la tripla di Jrue Holiday (altro giocatore importante per i Bucks nella serie e nei playoff) con 4′ da giocare.
Il finale di gara ha però sorriso agli Hawks con Young che vista sbarrata la strada verso il ferro si è affidato ai compagni di squadra, da John Collins (23 punti con 11 rimbalzi e una sola tripla su 5, ma pesantissima nel penultimo minuto) a Clint Capela che ha svolto esattamente il compito che gli è richiesto da sempre: rimbalzone in attacco e canestro da sotto per il sorpasso definitivo a 30” dal termine contro tre avversari.
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Come contro New York e Philadelphia quindi gli Atlanta Hawks hanno subito rigirato il fattore campo in gara-1 con la tripla del pareggio di Middleton che si spegne sul ferro: per lui 0/9 da tre ma significativo che abbia nuovamente preso il tiro decisivo.
Le gare immediatamente successive hanno visto tuttavia i Milwaukee Bucks riprendere in modo autoritario il timone della serie. Il pareggio per la squadra di Budenholzer è arrivato immediatamente in gara-2 con un tremendo +34 maturato a partire da un secondo quarto il cui parziale recita un eloquente 43-17 in favore di Milwaukee.
Altrettanto immediato è stato il ritorno del fattore campo nelle mani di chi lo aveva all’inizio della serie con una gara-3 potenzialmente letale per le sorti degli Hawks.
Dopo tre quarti all’insegna dell’equilibrio più totale (56-56 dopo 24′, 85-83 per Atlanta al termine del terzo quarto) a 30” dal suono della terza sirena è arrivata infatti la quantomai sfortunata scavigliata di Trae Young che ha messo accidentalmente il piede su quello di un arbitro provocando la conseguente storta.
Un evento avverso che generalmente rischia di segnare una serie e ha sicuramente condizionato la terza partita della finale ad Est: sebbene Young abbia deciso di restare in campo (ma per sua stessa ammissione senza poi riuscire ad incidere) Milwaukee ha preso il comando della gara nell’ultima frazione di gioco senza più voltarsi indietro trascinata dalla prima prestazione stellare nella serie di Khris Middleton.
Il 22 ospite si è lasciato alle spalle lo 0/9 da tre di gara-1 siglando una pesante doppia doppia da 38+11 rimbalzi con 6/12 dall’arco accompagnato degnamente da Antetokounmpo che ha detto 33 con 13/21 (anche se col “solito” 6/13 ai liberi) L’ultimo quarto è stato un capolavoro personale di Middleton che ha trascinato con 23 punti nella frazione i suoi al vantaggio nella serie per 2-1.
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Gara-4 ha rischiato però di mischiare nuovamente le carte in tavola con la sfortuna che non fa sconti a nessuno.
Privata del proprio leader assoluto Atlanta ha approcciato la seconda gara della State Farm Arena con la testa di chi non ha nulla da perdere partendo già con un 10-2 iniziale e martellando costantemente dal perimetro per un +10 di parziale nel secondo quarto che ha fatto andare le squadre alla pausa lunga sul +13 in favore degli Hawks. Con l’inerzia saldamente nelle mani dei padroni di casa è poi arrivato a 7’20” dal termine del terzo quarto il tristemente noto infortunio di Giannis Antetokounmpo che ha tolto definitivamente dalla gara i Bucks.
Il +22 del tabellone della State Farm Arena dopo la sirena finale di gara-4 poteva essere la nuova svolta della serie. Invece è stato l’inizio della fine per le speranze di NBA Finals degli Atlanta Hawks.
Come accennato Milwaukee ha saputo trovare soluzioni alternative a un gioco che si basava quasi completamente sugli attacchi al ferro di Antetokounmpo e tali soluzioni costituiranno un tesoretto prezioso per la serie finale dei Bucks.
In gara-5, giocata ancora senza Trae Young, Milwaukee ha ritrovato la vena offensiva di Brook Lopez che in attacco si è negli anni riciclato quasi esclusivamente come tiratore da tre punti e che nella quinta partita, ben imbeccato da un Jrue Holiday sempre più prezioso (13 assist in gara-5 per l’ex giocatore dei Pelicans) ha aggredito il ferro con poderose schiacciate come ai tempi dei Nets.
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I voli di Lopez, miglior marcatore dei suoi con 33 punti, hanno subito scavato il primo importante solco nella gara col primo quarto chiuso sul 36-24 in favore dei Bucks che hanno trascorso il resto della gara a controllare autorevolmente i tentativi di rientro degli Hawks che paradossalmente, malgrado l’assenza di Antetokounmpo potesse suggerire il contrario, hanno attaccato ben poco l’area affidandosi soprattutto alle soluzioni perimetrali soprattutto di un Bogdanovic da 28 e 7/16 dall’arco, che però in gara-5 hanno funzionato molto meno (2/7 da tre per Kevin Huerter, 1/4 per Lou Williams contando anche che i 16 tentativi di Bogdanovic sono un po’ tanti)
Milwaukee si è presa nuovamente il vantaggio nella serie contando anche sulla doppia doppia di Khris Middleton da 26 punti con 50% dal campo e 13 rimbalzi oltre che 8 assist. Per il 22 dei Bucks la conferma definitiva del suo valore come leader in attesa di ripetersi nuovamente alla State Farm Arena.
La partita decisiva in casa degli Atlanta Hawks vedeva il ritorno in campo di Trae Young ma ha visto tra i protagonisti proprio Middleton che nel terzo quarto ha spaccato in due la gara segnando 16 punti nei primi 4 minuti della frazione. Ad affiancare il leader dei Bucks in assenza di Antetokounmpo il miglior Jrue Holiday dei playoff che sfiora la tripla doppia con 27 punti, 9 rimbalzi e 9 assist e si occupa di tenere lontani gli Hawks che stringono disperatamente in difesa sullo stesso Middleton.
Il terzo quarto di gara-6 dice 44-29 Bucks, Atlanta non ha più il solito contributo stellare di uno Young fermo a 14 punti con 0/6 da tre, non va oltre il rientro sul -6 a 4′ dalla fine e così alza bandiera bianca tra i meritatissimi applausi del suo pubblico.
Altrettanto meritata però la vittoria nella serie per i Milwaukee Bucks che possono guardare con fiducia alla finale consapevoli che oltre ad Antetokounmpo c’è molto altro. Non si sa ancora quando rientrerà il greco ma sarà importante per la squadra di Budenholzer non affidarsi completamente a lui al suo ritorno, men che meno contro una squadra come i Suns che invece gioca in maniera corale e ragionata con Chris Paul direttore di un’orchestra con tantissimi strumenti.
La finale NBA è alle porte e Khris Middleton, Jrue Holiday e compagni hanno dimostrato di essere pronti a portare a Milwaukee il secondo anello. Per Atlanta non è ancora il momento ma con il Trae Young visto durante tutti i playoff nelle future stagioni chi vorrà competere per andare lontano nella postseason dovrà molto probabilmente fare a lungo i conti con gli Hawks.
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.
Milwaukee senza greco gioca meglio, ma Chris Paul è in missione.
Se nessuno si infortuna è facile si vada a gara-7.
Atlanta sorprendente nonostante la zavorra di Gallinari (invece di leggere le statistiche già di per sé discutibili guardate il plus-minus da mani nei capelli…): per tornare il prossimo anno serve un secondo violino per Young.