Gli occhi di tantissimi appassionati NBA sono puntati sulla Southwest Division, che quest’anno non è solo Texas Triangle: talenti cristallini in ascesa come Doncic, Williamson e Morant, rosters giovani e in ascesa come Memphis, New Orleans e Dallas, ma anche i Rockets in cerca di una dimensione dopo l’abbandono del gm Daryl Morey e di Mike D’Antoni e alle prese con la telenovela Harden, sono solo alcuni degli ingredienti per una stagione esplosiva a sud-ovest.
In attesa che parli il campo, dunque, ecco l’analisi delle cinque formazioni chiamate al difficilissimo compito di strappare una piazza playoff nella sempre competitiva e dura Western Conference.
DALLAS MAVERICKS
Arrivi: Tyler Bey, Josh Green, Nate Hinton, Wes Iwundu, James Johnson, Josh Richardson, Tyrell Terry
Partenze: Antonius Cleveland, Seth Curry, Justin Jackson, Michael Kidd-Gilchrist, Courtney Lee, Josh Reaves, Delon Wright
Probabile quintetto: Doncic, Hardaway Jr, Richardson, Finney-Smith, Porzingis
Punti di forza: Potremmo essere alla stagione della definitiva consacrazione di Luka Doncic; hanno lavorato bene in free agency per sistemare la difesa.
Punti di debolezza: Al di là delle ginocchia di Porzingis, sembra mancare ancora quell’esperienza in grado di renderla stabilmente da deep run nei playoff. La fiducia a Tim Hardaway, preferito a un Seth Curry in ascesa, è una mossa dagli esiti incerti.
Analisi: L’ultima stagione dei Dallas Mavericks ha visto il ritorno della franchigia di Mark Cuban ai playoff, e ora la domanda che si pongono i tifosi Mavs (ma non solo) è: la squadra è pronta per cercare di andare fino in fondo?
Luka Doncic ha meravigliato il mondo intero con numeri e giocate che, se confermati, porterebbero l’ex MVP dell’Eurolega a concorrere per l’analogo premio individuale anche in NBA. Oltre allo smisurato talento personale, lo sloveno ha mostrato anche una buona intesa con l’altra stella designata, Kristaps Porzingis; nella scorsa stagione il lettone ha rimesso in mostra a tratti ciò di cui è capace e con cui aveva incantato a New York, ma i problemi fisici hanno ancora limitato il suo numero di partite giocate, così come è accaduto per Dwight Powell, rollante di riferimento di Doncic finchè non è stato fermato dal tremendo infortunio al tendine d’Achille.
Se ci aggiungiamo lo stop del promettente play Jalen Brunson, che si stava imponendo come primo cambio del play, si può dedurre che proprio la tenuta fisica della squadra è una scommessa che Dallas dovrà vincere se vorrà avanzare ancora nella postseason, soprattutto considerando che, oltre ovviamente a Porzingis, anche Brunson e Powell sono stati confermati per questa stagione.
La free agency, taciute le (velleitarie) voci sull’approdo in Texas di un terzo top player (Doncic da solo non è ancora in grado di rendere Dallas una piazza appetibile per i big in offseason) ha visto la dirigenza cercare di rimediare a una certa mancanza di grinta e cattiveria difensiva palesata soprattutto durante la serie coi Clippers; ecco quindi Josh Richardson e soprattutto James Johnson ad aggiungere fisicità, difesa e versatilità ai quintetti Mavericks.
Rick Carlisle a dirigere e amalgamare il tutto è sempre una garanzia; la squadra è sicuramente interessante, ma probabilmente non è ancora il momento di vederla come potenziale pretendente alla finale playoff, mancando ancora quel pizzico di esperienza e di talento in più, soprattutto tra gli esterni dove si è perso un Seth Curry in crescita in favore del pur ritrovato Tim Hardaway Jr.
Record 2019-2020: 43-32
Previsione 2020-2021: 45-27
HOUSTON ROCKETS
Arrivi: Sterling Brown, DeMarcus Cousins, Jerian Grant, Gerald Green, Mason Jones, K.J. Martin Jr., Jae’Sean Tate, John Wall, Christian Wood, Kenny Wooten
Partenze: DeMarre Carroll, Tyson Chandler, Robert Covington, Michael Frazier, Jeff Green, William Howard, Luc Mbah-a-Moute, Austin Rivers, Thabo Sefolosha, Russell Westbrook
Probabile quintetto: Wall, Harden, House, Tucker, Wood
Punti di forza: Harden è sempre Harden, e vincendo le scommesse sulla tenuta fisica di Wall, nonché convincendo il Barba ad accettare il nuovo corso della franchigia, hanno ancora per le mani un potenziale offensivo enorme.
Punti di debolezza: Un head coach esordiente come Stephen Silas sarà chiamato a gestire una situazione incandescente, tra i malumori di Harden e la convivenza tra tanti scorers; difensivamente appaiono ancora non all’altezza di una vera contender.
Analisi: Si conclude il ciclo Daryl Morey-Mike D’Antoni senza avere portato in casa Rockets il terzo anello dopo i due dell’epoca Olajuwon; per la dirigenza, invece, non si è chiuso il ciclo James Harden, ma il Barba potrebbe avere altre idee.
Harden ha messo in chiaro che per restare a Houston vuole una squadra ancora in grado di competere per il titolo NBA; ad accompagnare le dichiarazioni dell’ex Thunder, le voci di un suo trasferimento a Brooklyn (dove ritroverebbe l’ex compagno Durant) o Miami, astri emergenti della Eastern Conference; negli ultimi giorni inoltre si sono fatti sempre più insistenti i Sixers, che potrebbero (forse) mettere in piedi uno scambio con Ben Simmons. Il roster costruito dal nuovo general manager Rafael Stone, dal canto suo, non sembra aver soddisfatto del tutto le aspettative del top player designato e dei tifosi Rockets.
Dalla free agency sono arrivati infatti, come acquisti principali, l’emergente lungo Christian Wood dai Detroit Pistons e soprattutto John Wall, scambiato con Russell Westbrook la cui convivenza con Harden non ha convinto né la dirigenza né buona parte degli analisti NBA. Wood ha senz’altro l’occasione per il salto di qualità a livello personale, ma quello che può dare ai Rockets potrebbe non essere ciò che cercano, dovendo ancora crescere ad altissimi livelli sia difensivamente che come rim protector. Riguardo a Wall, al di là dei problemi fisici che lo hanno portato a non terminare le ultime due stagioni ai Wizards, si tratta di un giocatore che a 31 anni ha pregi e difetti delineati, e soprattutto non sembra il complemento ideale per Harden, vista la sua predilezione ad attaccare il ferro piuttosto che a sfruttare gli spazi creati dal Barba sul perimetro.
Tantissime scommesse, tantissimi cambiamenti (ben dieci le cessioni) e un head coach esordiente in tale veste come Silas che si trova già alle prese una situazione tra le più complicate possibili; sicuramente hanno ancora molti punti nelle mani, ma così come sono i Rockets non appaiono una contender fatta e finita.
Record 2019-2020: 44-28
Previsione 2020-2021: 42-31
MEMPHIS GRIZZLIES
Arrivi: Desmond Bane, Mario Hezonja, Xavier Tillman Sr., Killian Tillie, Jahlil Tripp
Partenze: Josh Jackson, John Konchar, Jontay Porter, Anthony Tolliver, Yuta Watanabe
Probabile quintetto: Morant, Brooks, Jackson Jr., Anderson, Valanciunas
Punti di forza: La squadra è giovane, promettente e talentuosa, e i suoi elementi di spicco hanno iniziato a mostrare lo scorso anno quello che sanno fare; hanno un’ottima prospettiva futura e buone possibilità di far bene anche nel presente.
Punti di debolezza: Valanciunas resta l’unico elemento con una certa esperienza. Le poche mosse nella offseason danno la sensazione di una stagione in cui si spera di crescere, ma senza fretta di arrivare in fondo. Pesa inoltre l’infortunio di Jackson, almeno per l’inizio stagione.
Analisi: I Memphis Grizzlies in estate hanno mancato i playoff solo dopo lo spareggio coi Portland Trail Blazers, concluso all’overtime e con un Lillard versione uomo in missione; un risultato che ha lasciato sicuramente l’amaro in bocca ai tifosi dell’ex franchigia di Vancouver, ma che potrebbe essere solo l’inizio di un’era brillante, guidata da Jaren Jackson Jr. e soprattutto da Ja Morant.
La seconda scelta assoluta 2019 ha preso immediatamente in mano le redini della squadra, coi suoi quasi 18 punti e 7 assist abbondanti di media conditi da giocate spettacolari e un ottimo feeling con un ritrovato Jonas Valanciunas, riferimento principale dei Grizzlies sotto canestro. L’affiatamento del roster è senza dubbio uno dei punti di forza della squadra allenata da Taylor Jenkins; pochi i movimenti in entrata, soprattutto provenienti dal draft accentuando così la componente giovanile caratteristica dei Grizzlies versione 20-21 (nessun elemento sopra i 30 anni).
Proprio l’assenza di innesti di peso è però un’arma a doppio taglio: i ragazzi sono svegli e con tanta voglia di mettersi in mostra, ma il rischio che le difese si adeguino si aggiunge all’ovvia mancanza di esperienza. Inoltre c’è da considerare l’incognita sul pieno recupero di Jaren Jackson Jr. dopo l’infortunio al menisco, soprattutto per un giocatore il cui apporto atletico è fondamentale.
Difficile quindi che i Grizzlies possano andare oltre un primo turno playoff. Il futuro però è roseo, e il presente farà comunque divertire ed emozionare i supporters.
Record 2019-2020: 34-39
Previsione 2020-2021: 38-34
NEW ORLEANS PELICANS
Arrivi: Steven Adams, Eric Bledsoe, Wenyen Gabriel, Willy Hernangomez, Kira Lewis Jr.
Partenze: Zylan Cheatham, Derrick Favors, Josh Gray, Jrue Holiday, Frank Jackson, Darius Miller, E’Twaun Moore, Jahlil Okafor, Kenrich Williams
Probabile quintetto: Bledsoe, Redick, Ingram, Williamson, Adams
Punti di forza: Williamson dovrebbe avere carta bianca dallo staff medico per giocare un minutaggio pieno, e Steven Adams appare sulla carta il complemento ideale per il talentuoso ex Duke.
Punti di debolezza: Per quanto Zion abbia già mostrato un talento non comune è pur sempre un sophomore che ha giocato poco la stagione da rookie; tra gli esterni potrebbe non esserci ancora la qualità per una stagione davvero vincente.
Analisi: Dopo tanto lavoro in infermeria e in palestra, e con gli ultimi mesi della scorsa stagione a mostrare un gustoso antipasto delle sue qualità, Zion Williamson è pronto a prendersi la NBA e ad accompagnare i New Orleans Pelicans ai playoff. Solo questo basta a rendere i Pelicans una delle squadre da seguire della stagione che sta per iniziare; il talento da Duke, se gli infortuni lo lasceranno in pace, promette giocate spettacolari e numeri da urlo. Basterà per riportare la Louisiana alla postseason?
Sicuramente Dell Demps non si è risparmiato nel cercare di costruire intorno a Williamson una squadra da playoff; ecco quindi Steven Adams ad affiancare Zion sotto canestro e a portare il suo indispensabile apporto di rimbalzi, presenza in area e lavoro sporco. Da Milwaukee, al posto di Jrue Holiday, è arrivato Eric Bledsoe, che potrebbe cercare a New Orleans una rivincita dopo non essere riuscito a vincere l’anello coi Bucks, alternandosi con Lonzo Ball e togliendogli la pressione della titolarità in regia.
Il rinnovo di Brandon Ingram con un ricco quinquennale da 158 milioni abbondanti di dollari potrebbe però rivelarsi un’arma a doppio taglio; sicuramente si tratta di un’investitura importante per l’ex Lakers, che dovrà mostrarsi all’altezza della fiducia riposta piuttosto che adagiarsi sugli allori del contrattone. Lo scorso anno Ingram ha saputo guadagnarsi la conferma anche per l’indubbia voglia di dimostrare il suo valore dopo la poco fortunata esperienza a Los Angeles; vedremo se raccoglierà la sfida di accompagnare Williamson e i Pelicans in alto.
Potenzialmente la squadra è migliorata, probabilmente a sufficienza per raggiungere i playoff; per una vera deep run la squadra non è ancora sufficientemente profonda e tra gli esterni molto sarà ancora richiesto al 36enne JJ Redick, ma i Pelicans non hanno fretta di forzare le tappe, e l’epoca Williamson è solo all’inizio. Ginocchia permettendo.
Record 2019-2020: 30-42
Previsione 2020-2021: 36-36
SAN ANTONIO SPURS
Arrivi: Keita Baynes-Diop. Cameron Reynolds, Devin Vassell, Tre Jones
Partenze: Bryn Forbes, Marco Belinelli, Chimezie Metu
Probabile quintetto: Murray, DeRozan, Gay, Aldridge, Poeltl
Punti di forza: La crescita di Dejounte Murray, l’apporto di punti di DeRozan, l’esperienza di Mills e Aldridge e la mano dell’eterno Popovich sono le poche certezze ancora nelle mani dei tifosi Spurs.
Punti di debolezza: Le inesistenti mosse di mercato dopo la passata stagione senza playoff appaiono esplicative sulla volontà della dirigenza di avviare il processo di rebuilding, piuttosto che di conseguire risultati immediati.
Analisi: Nessun movimento particolare né in entrata né in uscita per i San Antonio Spurs, che dalla cessione di Kawhi Leonard faticano terribilmente a trovare la propria dimensione e sembrano piuttosto in attesa della fine dei contratti di DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge, il cui breve ciclo va malinconicamente sfumando, per iniziare, dall’anno prossimo, il rebuilding vero e proprio.
Lo scorso anno è arrivata la prima assenza dai playoff dal 1998; la lotta a Ovest è serratissima ed è difficile, almeno sulla carta, che quest’anno ci sia posto per la squadra allenata da Gregg Popovich per la 25esima stagione consecutiva; Dejounte Murray è senza ombra di dubbio un giocatore in crescita, ma intorno ha invece vari elementi in fase calante come Rudy Gay (anche lui in scadenza quest’anno) e lo stesso Aldridge, che a 35 anni non sembra avere più molto da chiedere ad alti livelli in NBA.
Certo, DeRozan resta uno scorer di prim’ordine e il centro ex Portland garantirà comunque un sostanzioso apporto di punti e rimbalzi, ma la sensazione è che non ci sia nemmeno la volontà vera e propria, da parte della pluripremiata franchigia texana, di conseguire risultati immediati. Fa davvero strano dirlo dopo anni ad altissimi livelli, ma potrebbe essere arrivato, anche per gli onorati Spurs, il momento di tankare e dare fiducia ai propri giovani.
Record 2019-2020: 32-39
Previsione 2020-2021: 34-38
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.