È appena passata la notte dove i sogni diventano realtà, dove il lavoro di una vita di molti giovani viene riconosciuto e premiato.
Dopo una lunghissima attesa per giocatori, franchigie e tifosi, l’NBA Draft 2020 – il primo della storia ad essere tenuto con format virtuale – è ufficialmente concluso.
Come al solito, non sono mancate sorprese tra trade e scelte inaspettate, ad iniziare dalla quarta scelta assoluta, dopo invece che i primi tre nomi chiamati erano stati quelli che più o meno tutti si aspettavano.
Altre chiamate, invece, ci hanno lasciato alquanto dubbiosi, sia per quanto riguarda il valore del giocatore, sia per quanto riguarda l’appropriatezza del fit all’interno della rosa. Ma analizziamo le mosse squadra per squadra.
Atlanta Hawks: voto 7
Con la numero 6 gli Hawks chiamano Onyeka Okongwo, a mio parere il miglior lungo di questo draft, soprattutto per le sue abilità di difendere e attaccare il ferro. Vi sono però molti dubbi riguardo alla necessità effettiva della squadra di un giocatore con le sue caratteristiche, dopo che gli Hawks hanno acquisito solo la scorsa stagione i servigi di Clint Capela.
Vedremo se l’intenzione di Lloyd Pierce sarà quella di alternarli, farli convivere o più semplicemente scambiare Clint Capela ad una squadra in disperato bisogno di un lungo che faccia la differenza (Boston Celtics su tutti).
Più tardi, con la cinquantesima chiamata, viene scelto Skylar Mays, una guardia con un potenziale sottovalutato di playmaking e grande facilità di tiro.
Boston Celtics: voto 8,5
Con le tre scelte al primo giro, si può facilmente affermare che Ainge non sbaglia, andando a coprire una delle crepe più evidenti di una sempre più palese contender: il tiro da tre punti.
Con la scelta numero 14 si assicura le prestazioni di Aaron Nesmith, ala piccola nonché migliore tiratore del draft con un eloquente 52% da dietro l’arco. Dopo poche scelte, alla numero 26, è chiamato Payton Pritchard, point-guard veterana di 140 partite da titolare in Oregon.
Dopo aver scambiato la trentesima scelta del primo giro con Memphis per due future scelte al secondo giro, i Celtics chiudono il draft alla scelta 47, con Yam Mader, un’altra point-guard, segno forse che i rumors che indicano Kemba Walker sull’uscio di casa non sono così infondati.
Brooklyn Nets: voto 6,5
Rinunciano volentieri alla diciassettesima scelta, ricevendo, in una trade a tre squadre con Clippers e Detroit, un tiratore puro come Shamet. L’unica altra scelta, la numero 57, è usata per Reggie Perry, ala grande che può fungere anche da centro aggiunto per le sue abilità di rimbalzista.
Charlotte Hornets: voto 10
Alla scelta numero tre agli Hornets cade in braccio un no-brainer, una scelta che deve essere fatta senza neanche pensarci: LaMelo Ball, guardia, il giocatore più talentuoso e sicuramente più pronto del draft.
Una volta formata la coppia Graham-Ball, Micheal Jordan si è concentrato sui lunghi, andando a scegliere alla numero 32 e 42 rispettivamente Vernon Carey Jr. e Nick Richards. Come ciliegina sulla torta, alla 56, si è concesso il lusso di prendere la point-guard più esperta del draft, Grant Riller, aggiungendo così un altro esplosivo tiratore. Tutto porta a un Rozier con le valigie in mano.
Chicago Bulls: voto 7,5
Con la scelta numero 4, la sorpresa del draft: con Toppin e Avdija ancora disponibili, Donovan al suo primo draft da Bull sceglie Patrick Williams, ala piccola. Apparentemente un azzardo, ma credo che qui, più di ogni altra scelta, sia contata la consistenza e costanza del giocatore, con l’aggiunta di un fisico già pronto per il salto di livello.
A metà secondo round, alla 44, è scelto il lungo Marko Simonovic, giocatore alquanto mobile, molto interessante se accompagnato nella maturazione agonistica.
Cavaliers: voto 9
Probabilmente con quel nove ho fatto scoppiare tre o quattro ribellioni tra gli appassionati, o tra tifosi che avrebbero anche qui preferito vedere Toppin o Avdija.
I Cavaliers avevano solo due problemi: l’attacco e la difesa. Hanno deciso di puntare forte su Isaac Okoro alla scelta numero 5, andando sicuramente a migliorare la fase difensiva. Potenzialmente però, se il ragazzo mantiene il suo miglioramento offensivo degli ultimi tempi, i Cavs andranno anche a sbloccare l’arsenale offensivo di due lottery picks ancora nel mondo dei sogni: Garland e Sexton.
Dallas Mavericks: voto 9
Con la diciottesima scelta, i Mavs scelgono la guardia Josh Green, tiratore e difensore di grande potenziale. Alla numero 31 aggiungono un’altra guardia, Tyler Terry, un fenomenale tiratore da tre partendo da palleggio. Poi acquisiscono la scelta 36, in una trade che porta Seth Curry alla corte del suocero Doc Rivers e fa fare il percorso inverso a Josh Richardson.
Decisamente un upgrade difensivo per Dallas, coronato con la scelta alla stessa chiamata numero 36 di Tyler Bey, guardia alquanto presente nella metà campo amica. Sembrano tutte mosse che portano nella direzione di una sempre più profonda corsa nei prossimi Playoff, sulle spalle sempre di KP e di Luka Doncic.
Denver Nuggets: voto 8
Con due scelte molto vicine i Nuggets aggiungono Zeke Nnaji (scelta 22), ala grande ottima offensivamente ma con non poche lacune difensive, e RJ Hampton (scelta 24, acquisita presso New Orleans dal pacchetto di scelte usate per arrivare a Jrue Holiday dai Bucks), guardia, potenzialmente una delle maggiori “Steals of the draf”t, se aiutato a crescere in ambito di tiro.
Detroit Pistons: voto 10
Tanto, tanto talento per Detroit. Si inizia con una scelta che personalmente amo: alla numero 7, senza farsi spaventare dai big ancora disponibili, i Pistons scelgono Killian Hayes, guardia con enorme abilità di passaggio e sfruttamento del pick-and-roll.
In seguito, per una futura scelta, acquisiscono da Houston Trevor Ariza e la scelta numero 16, usata per prendere il giovane lungo Isaiah Stuart.
Neanche tre scelte dopo, con una trade a tre squadre con Clippers e Brooklyn, questa volta Detroit manda Luke Kennard a Los Angeles e la scelta numero 57 ai Nets, guadagnando Rodney McGruder e la scelta numero 19, sfruttata per l’ala Saddiq Bey, un giocatore molto completo. Per concludere, alla numero 38 è scelta la guardia Saben Lee.
Golden State Warriors: voto 7,5
Sono ore strazianti per i californiani: Woj ha confermato la orribile notizia della rottura del tendine di Achille da parte di Klay Thompson. Nonostante ciò, la strategia è rimasta la stessa: alla numero 2, il centro James Wiseman, minaccia immediata intorno al ferro in entrambe le metà campo.
Poi, con due scelte tarde, sono aggiunte la guardia italiana Nico Mannion, scelto alla 48 nonostante un anno fa fosse dato perfino da lottery, e Justinian Jessup, buona guardia tiratrice. Non so, però, quanto Wiseman possa aiutare in ambito vittorie una Golden State che sarà costretta a tenersi stretta un giocatore come Wiggins per l’ennesimo colpo di sfortuna.
Houston Rockets: voto 6,5
Un draft di smistamento e attesa, come se già una spada di Damocle pendesse sul loro capo. Dati via Covington e Ariza, nonché la scelta numero 16 acquisita da Portland nella prima trade, finalmente alla numero 52, i rinnovati Rockets, sotto coach Silas, scelgono Kenyon Martin Jr., figlio d’arte, ala piccola con enormi abilità atletiche ma altrettanto grandi limiti al tiro.
Indiana Pacers: voto 7,5
Con solo una scelta nel draft, la numero 54, Indiana seleziona Cassius Stanley, ala piccola che era reputata talento da primo round, e che verrà usato da Indiana come un giocatore 3-and-D, un tiratore-difensore, che in più è dotato anche di grande atletismo.
Los Angeles Clippers: voto 7,5
Acquisito Kennard via trade da Detroit, mandano a New York una scelta al secondo giro 2023 per la scelta numero 33, usata per il lungo Daniel Orotu. Giocatore necessario per dare profondità ai centri, con abilità sia vicino che lontano dal ferro.
Poi, alla scelta 55 – acquisita nella già citata trade a tre squadre con Detroit e Brooklyn – selezionano Jay Scrubb, ala piccola con grande abilità nello sfruttare il pick-and-roll. Insomma, la strada è ancora lunga ma le premesse iniziano già a intravedersi. Ora si vedrà veramente di che pasta è fatto Ty Lue, nuovo coach.
Los Angeles Lakers: voto non classificabile
Una scelta al draft, la numero 28, spesa nel migliore dei modi, andandosi a prendere Dennis Schroder. Mi sento di dare ai gialloviola un 8 per una mossa che li ha ulteriormente migliorati.
Memphis Grizzlies: voto 9
Senza scelte al primo round, appena vedono Desmond Bane scivolare fino alla 30, i Grizzlies alzano la cornetta e con la promessa ai Celtics di future scelte si portano a casa uno dei due o tre migliori tiratori del draft, da aggiungere a due giovani del calibro di Morant e Clarke. Alla numero 35, poi, scelgono Xavier Tillman, ala grande con enormi qualità difensive e una sottovalutata abilità di playmaking. Perdonatemi se lo dico: quanto mi piace questa Memphis di giovani!
Miami Heat: voto 8,5
Freschi di miracolosi playoffs, gli Heat hanno una sola scelta al draft e due grandi necessità: una guardia, che vada come secondo o supplisca a Dragic, e un lungo, essendo Leonard e Olynyk non in grado di sostituire nemmeno lontanamente un All-Star del calibro di Adebayo.
Il duo Riley-Spoelstra, che di colpi ne ha sbagliati ben pochi, si getta su Precious Achiuwa, lungo con abilità fisiche mostruose e capacità difensive molto simili a quelle di BamBam, e che lo scorso anno ha registrato una doppia-doppia di media (15 punti, 10 rimbalzi). L’amaro in bocca per la mancata scelta di uno tra RJ Hampton o Tyrese Maxey probabilmente verrà sciacquato via dalla consapevolezza che il vecchio Pat ne sa una più del diavolo.
Milwaukee Bucks: 8,5
Dopo lo riuscito scambio per Jrue Holiday, la secchiata in faccia riguardo al fallimento della trade per Bogdanovic (che diventerà restricted free agent) ha fatto muovere i Bucks per rinforzare il reparto tiratori. Così alla numero 45 selezionano Jordan Nwora, ala piccola con una enorme abilità di tiro dall’arco. Alla numero 60 è chiamato Sam Merrill, guardia più esperta e con poco meno del 50% da tre. Coach Bud ha messo le persone giuste al posto giusto, ora però il destino dei Bucks è nelle mani di Giannis e delle sue volontà.
Minnesota Timberwolves: voto 7,5
Con la prima scelta scelgono il miglior giocatore per il loro sistema, che era già occupato nelle posizioni di playmaker e centro. Si gettano quindi su Anthony Edwards, giocatore con il potenziale alla Dwayne Wade ma con problemi di genere caratteriale e attitudinale.
Poi, con una trade strappalacrime per i ricordi che fa riemergere, Ricky Rubio, accompagnato dalle scelte numero 25 e 28, torna a Minnesota mentre a OKC va la scelta numero 17. La scelta numero 25 a sua volta è poi girata a New York con la 33 per la numero 23.
Con quest’ultima, i T-Wolves selezionano Leandro Bolmaro, ala piccola che rimarrà ancora per un anno a Barcellona. A fine primo giro, con la chiamata numero 28, è chiamato Jaden McDaniels, ala grande.
Oltre a molti dubbi su Edwards, Minnesota non è riuscita a migliorare una orrenda difesa. Probabilmente con KAT e D-Lo sarà allora una gara a chi segna di più.
New Orleans Pelicans: voto 8,5
Un anno dopo aver scelto Zion, e avendo in possesso un numero di prime scelte nei prossimi anni minore solo a quello di Sam Presti a OKC, i Pelicans usano la loro unica scelta (altre tre le ha cedute via trade) per riempire il vuoto lasciato da Holiday. Con la scelta numero 13, dunque, selezionano Kira Lewis Jr., guardia di velocità esagerata con grande abilità di penetrazione e passaggio. Con un giocatore come Zion, e un All-Star come Ingram, sembra che i Pelicans siano di nuovo in carreggiata.
New York Knicks: voto 8
Acquisisce, cedendo la scelta numero 27 e la numero 38, la scelta 23, che, accompagnata dalla ottava scelta, sarebbe dovuta servire a fare un salto in avanti, magari nella top-5. Non ce n’è stato bisogno: Obi Toppin, nativo della grande mela, è tornato da solo a casa. Con lui alla numero 8 i Knicks guadagnano il migliore giocatore di college dell’anno scorso e un attaccante devastante.
Poi la scelta 23 è scambiata per la 25 e la 33, subito girata ai Clippers per una compensazione futura. Con la venticinquesima scelta, allora, Tom Thibodeau fa capire che Russ Westbrook non è benvenuto selezionando Immanuel Quickley, guardia con buon tiro da fuori e tiro da media distanza ai limiti della perfezione.
Oklahoma City Thunder: voto 7
Dalla patria delle prime scelte, governata da Sam Presti, non ci si può aspettare un draft tranquillo. Acquisiscono la scelta 17 mandando Rubio, la 25 e la 28 a Minnesota. Con questa, selezionano Aleksej Pokusevski, giovanissimo lungo serbo con abilità da guardia.
Poi, con le scelte 34 e 37, arrivano alla corte di Mark Daigneault sia Theo Maledon che Vit Krejci, il primo dei quali preso sotto l’ala protettrice da un certo Tony Parker. Insomma, sembra proprio che il rebuild a OKC sia solo incominciato; d’altronde con 17 prime scelte tra il 2020 e il 2026… Curiosità: tutte e tre le scelte sono investite su giocatori europei con nessuna esperienza oltremare.
Orlando Magic: voto 8
A Orlando mancava una point-guard dotata di fantasia: eccoli serviti. Alla scelta numero 15, i Magic aggiungono Cole Anthony, forse eccessivamente sottovalutato dagli scout di questo draft. La guardia è dotata di abilità nel tiro e nella creazione del tiro per i propri compagni, e sembra già pronto a prendersi la responsabilità di tiri importanti.
Philadelphia 76ers: voto 9
La nuova combinazione Daryl Morey e Doc Rivers inizia facendo scintille. Oltre all’acquisizione di due tiratori puri come Seth Curry e Danny Green ma soprattutto dopo essersi riusciti a liberare del contratto esageratamente pesante di Al Horford ai danni di OKC, le scelte al draft sono quasi perfette.
Alla numero 21, ringraziando la scelta di Miami di andare su un lungo, selezionano Tyrese Maxey, una egregia guardia tiratrice che spera di seguire le orme del suo predecessore Tyler Herro. Nel secondo round, Morey pesca alla 49 Isaiah Joe, guardia tiratrice di tutto rispetto, e alla 58 Paul Reed, ala grande con abilità difensive evidenti,
L’unica cosa che mi trattiene dal conferire 10 a Philly è che se dovessero in qualche magico modo riuscire a portare James Harden alla corte di Doc, dovrei inventarmi un numero che sforerebbe il millenario sistema decimale.
Phoenix Suns: voto 5
Senza dubbio una delle poche note dolenti del draft. Dopo un’ottima trade per portare CP3 nel deserto, usano la scelta numero 10 su Jalen Smith, centro. È sicuramente un lungo di livello su entrambi i lati del campo, eppure i Suns hanno già DeAndre Ayton. Non valeva forse la pena prendere un Vassel o un Nesmith, ancora tutti disponibili a quel momento? Ma i Phoenix Suns ci hanno sempre abituati a scelte ben poco condivisibili, che volentieri si rivelavano colpi di genio più che errori madornali.
Portland Trail Blazers: voto 5
La scelta numero 16 è stata usata nella trade per arrivare a Robert Covington, andando così a migliorare una difesa che lo scorso anno aveva evidenziato numerose criticità. La scelta rimanente è la 46, usata per selezionare CJ Elleby, ala piccola con elevata media punti (19 a partita) ma una percentuale al tiro estremamente bassa (sotto il 40%). Forse è stato un azzardo.
Sacramento Kings: voto 10
A mio parere, assieme a San Antonio e Detroit, i Kings sono i veri vincitori del draft. Non provano a fare mosse avventate verso l’alto e questo è ricompensato con un Tyrese Haliburton, point-guard fenomenale alla scelta 12 (12!). In più, una trade nel secondo round con Memphis permette ai Kings di aggiungere al roster un formidabile difensore, Robert Woodard, con la quarantesima scelta.
Poco dopo, alla numero 43, selezionano Jahmi’us Ramsey, un egregio tiratore da media e lunga distanza. Insomma, un back-court con Hield, Fox e Haliburton promette bene. Unico intoppo: nella stessa Division sono presenti squadre del calibro di Lakers, Clippers, Warriors e Suns.
San Antonio Spurs: voto 10
Per la prima volta dopo un anno in quel del Texas succede qualcosa di positivo. Alla numero 11, snobbato da numerose squadre, viene scelto Devin Vassell, ala piccola con le migliori qualità da 3-and-D del draft, che probabilmente Pop affiancherà subito a Murray e White. Il secondo colpaccio arriva nel secondo round, scelta numero 41: Tre Jones. Data da molti nel primo round, la point-guard garantisce una alternativa di estrema sicurezza per Gregg Popovich.
Capolavoro.
Toronto Raptors: voto 8
Alla fine del primo round, con la scelta numero 29, scelgono Malachi Flynn, play di piccola stazza. Le piccole guardie, però, sembrano far bene in una Toronto che ha visto con sé VanVleet e Lowry. È ottimo in uscita da pick-and-roll e egregia nell’aprire spazi per i compagni. Aggiungendo Jalen Harris con la scelta numero 59, Nurse si assicura un’ala con grandi abilità realizzative e creative.
Utah Jazz: voto 6
Se Udoka Azubuike, scelta numero 27, è stato davvero scelto come secondo di Gobert, ci sarebbe da preoccuparsi. Ha enormi limiti in termini di velocità difensiva e capacità di tiro. I Jazz recuperano un po’ selezionando Elijah Hughes, una solida ala piccola che sa segnare da ovunque.
Washington Wizards: voto 9
Alla numero 9, con tutta la fortuna che è servita, gli Wizards si trovano un fenomenale Deni Avdija, che con le sue abilità offensive andrà ad implementare un attacco già alimentato da Bradley Beal. Con la scelta numero 53, Cassius Winston dà profondità nel ruolo di guardia, punto debole della squadra della capitale.
23 anni, folgorato fin da bambino dal mondo americano dei giganti NBA e dei mostri NFL, tifoso scatenato dei Miami Heat e – vien male a dirlo – dei Cincinnati Bengals. Molto desideroso di assomigliare a un Giannis, basterebbe anche un Herro, ma condannato da madre natura ad essere un Muggsy Bogues, per di più scarso.