Da tempo la temperatura non era stata così calda negli uffici della NBA.
È un appuntamento annuale, ma per il quale ci si prepara durante tutto il resto dell’anno. In pochi giorni, pochissime ore, sono racchiusi i destini di ogni franchigia, almeno per ciò che concerne la prossima stagione, ma non si esagererebbe a dire anche “le prossime”.
L’NBA potrà iniziare a intavolare e ufficializzare trade tra pochissime ore, poi, due giorni dopo, sarà il turno dei giovani aspiranti dell’NBA Draft, e a seguire sarà la volta della Free Agency.
Stanno per iniziare settimane di fuoco, e il dovere di ogni squadra sarà quello di rinforzarsi il più possibile per ambire a strappare il Larry O’Brien Championship Trophy dalle braccia di un LeBron James che sembra più intenzionato di sempre a non lasciarselo scappare.
Molte sono le situazioni da tenere attentamente sotto osservazione
Houston Rockets
Mike D’Antoni e Daryl Morey, ideatori della pazza Houston di cui siamo stati tutti testimoni, hanno lasciato la squadra. E a quanto pare da qui a breve inizieranno a mancare anche i giocatori.
Westbrook e Harden sembra abbiano già comunicato o fatto trapelare la loro volontà di cambiare aria (con Il Barba che progetta sempre di più l’atterraggio a Brooklyn); Danuel House e PJ Tucker hanno espresso scontento per l’uso in campo e per desideri salariali non soddisfatti. Invece Austin Rivers e Eric Gordon sono scontenti per il poco tempo di gioco concesso loro.
Insomma, al povero Stephen Silas, nuovo coach, rimarrebbe un abbandonato Robert Covington (anche lui però coinvolto in trade rumors), e quei sette o otto giocatori di cui le squadre si priveranno volentieri per mettere le mani sui pezzi pregiati di casa Houston. L’inizio pare decisamente in salita per lui.
NBA Draft 2020
Mai come quest’anno la prima scelta sembra veramente impronosticabile. Il talento non manca, ma se il Draft si basasse solo su questo forse allora LaMelo Ball sarebbe quasi all’unanimità dato come prima scelta.
Il 18 novembre, però, conteranno soprattutto le necessità delle squadre, e a Minnesota nel ruolo di point-guard hanno già un certo D’Angelo Russell. Insieme a Melo, James Wiseman e Anthony Edwards sono gli altri due chiari migliori prospetti.
L’ordine di scelta è ancora da definirsi, così come è da definirsi quale squadra avrà quelle scelte. Crescenti rumors, infatti, indicano un desiderio di Golden State di scambiare la seconda scelta per un giocatore decisivo fin da subito, ma al contempo il bisogno quasi affannoso di dotarsi di un lungo di livello potrebbe portare gli Warriors verso Wiseman.
Scesi dai primi tre gradini del podio, attendono di essere chiamati i due giocatori a mio parere più sottovalutati del Draft, assieme a Killian Hayes e Onyeka Okongwu: l’israeliano Deni Avdija e Obi Toppin, fresco di Naismith College Player of the Year.
Insomma, chiunque tra questi due cadrà nelle mani di Chicago (quarta scelta) e Cleveland (quinta scelta) sarà una manna dal cielo. Ma attenzione, perché questo grande livellamento tra talenti potrebbe portare a sorprese non indifferenti, e mai come oggi, a poche ore dal Draft, fare pronostici è inutile.
Free Agency e Mercato
Pochi sono i talenti cristallini che entrano in free agency quest’anno, pochi quelli che porterebbero a un ribaltamento degli equilibri della Lega. Soprattutto, la maggior parte dei restricted free agents probabilmente rifirmerà con la squadra attuale.
I due nomi più caldi rimangono Danilo Gallinari e uno scontento Gordon Hayward, che però andrebbe a rinunciare a una player option da 34 milioni di dollari.
Però quello che molti GM sanno è che questa free agency sarà solo l’antifona al pandemonio che potrebbe scatenarsi tra poco meno di un anno. Nel 2021 saranno free-agents LeBron James, Kawhi Leonard, Paul George, Chris Paul – tutti con player-option – Antetokounmpo, Lowry, Oladipo, Holiday, e la lista potrebbe andare anche avanti.
Leonard e James sono gli incedibili, ma attenzione a George, che, vista la sua ultima campagna nei playoffs pessima, potrebbe addirittura essere scambiato, almeno così si vocifera, per un certo Russell Westbrook.
I Lakers, nel frattempo, secondo Woj (fonte ESPN) hanno già piazzato la prima zampata della stagione, aggiudicandosi Dennis Schröder e mandando a OKC una pressoché inutile scelta numero 28 e un Danny Green che aveva a dir poco deluso, e che sarà probabilmente subito girato da OKC al primo acquirente.
Anthony Davis è ufficialmente uscito dalla player option per poter rifirmare con i Lakers un contratto più remunerativo e lungo. Il Re sta già giocando le sue carte, “Job’s just beginning”. Ora toccherà alle altre tenere il passo del Prescelto.
Milwaukee all-in per Giannis
Un minuto si dice che Milwaukee non può riuscire a dare ad Antetokounmpo una squadra di livello, un minuto dopo ci si ritrova con due trade pesanti da parte della dirigenza dei Bucks.
Tutto sembrava fatto per un ultimo anno di Giannis e la free agency, i più ottimisti dicevano che al massimo avrebbe firmato un contratto breve da uno o due anni in più. Una doppia mossa da manuale della dirigenza Bucks però probabilmente ci priverà della possibilità di vedere il Greco a South Beach, e anzi si inizia a sentire profumo di supermax per l’MVP in carica: Jrue Holiday e Bogdan Bogdanovic sono infatti dati per certi in arrivo nel Wisconsin.
Per Holiday a New Orleans sono spediti con biglietto di sola andata George Hill, Eric Bledsoe, 3 scelte al primo giro e uno scambio di un paio di scelte. Per Bogdanovic – e Justin James – con una sign-and-trade sono scambiati a Sacramento Donte DiVincenzo, Ersan Ilyasova e DJ Wilson. Insomma, i Bucks hanno appena migliorato il proprio reparto tiratori, grande mancanza dei playoffs della passata stagione, e hanno migliorato con Holiday una difesa che già era tra le più forti della NBA.
La voglia di andare a rubare quel titolo a The Chosen One sembra più viva che mai in Wisconsin.
Facciamo ora un passo indietro, a neanche due ore dopo l’inizio del mercato: ecco la prima bomba. Chris Paul è stato scambiato insieme a Abdel Nader a Phoenix in cambio di Ricky Rubio, Kelly Oubre Jr., Ty Jerome, Jalen Lecque e una scelta al primo giro del 2022. Si forma così in Arizona un backcourt niente male: Chris Paul e Devin Booker, veterano e giovane All Star.
Dopo poche ore, scoppia una seconda bomba, più forte anche della prima. James Harden ha chiesto ufficialmente di essere scambiato, precisando che la destinazione a lui più gradita è Brooklyn. E in tutto questo, ha rifiutato una estensione del contratto che gli avrebbe portato nel portafogli 103 milioni di dollari in due anni (51,5 milioni all’anno lo avrebbero reso il giocatore più pagato nella storia della NBA). Insomma, Il Barba sembra deciso ad andarsene a gambe levate da Houston.
Intanto sempre in casa Rockets, Covington, cioè l’unico che sembrava potesse non muoversi, viene spedito a Portland in cambio di una scelta al primo giro 2020 e una scelta protetta al primo giro 2021.
Il mercato NBA è tornato, ed è soltanto l’inizio.
23 anni, folgorato fin da bambino dal mondo americano dei giganti NBA e dei mostri NFL, tifoso scatenato dei Miami Heat e – vien male a dirlo – dei Cincinnati Bengals. Molto desideroso di assomigliare a un Giannis, basterebbe anche un Herro, ma condannato da madre natura ad essere un Muggsy Bogues, per di più scarso.