Non ho mai pensato ad uno sweep come ora non penso che i Miami Heat possano regalarci una serie vera. La gara “perfetta” è arrivata ieri con un Jimmy Butler spettacolare. Lakers avanti 2-1, non c’è nessun panico.

Dobbiamo onorare questi Heat combattivi, questi uomini veri. Mi sono convertito a questa squadra un po’ tardi, ci avrei visto i Boston Celtics al posto loro in queste Finals d’ottobre.

Ho scoperto con colpevole ritardo che invece sono tosti davvero, allenati da un coach che all’epoca di LeBron in Florida sembrava addirittura sottovalutato ma che ad oggi è diventato a tutti gli effetti uno dei più bravi del giro, direi sicuramente tra i primi 3.

Hanno vinto una gara di Finals senza due quinti dello starting five, giocando come tutti con un solo giorno di riposo ma non potendo godere, essendo sfavoriti, di quel boost in più del pubblico di casa. Regole pazze del basket pandemico, edizione Covid-19.

I Lakers hanno buttato via troppi palloni, soprattutto all’inizio, AD ha avuto problemi di falli anche per studiata perizia degli avversari e ieri il supporting cast migliore non è stato quello tanto decantato dei gialloviola.

ONORE A JIMMY, COMUNQUE VADA

I miei rispetti, Jimmy. Vorrei ricordare che non è al 100%, ieri ha dimostrato almeno due qualità che già comunque gli riconoscevamo ma che meritano di essere evidenziate ancora una volta, anche a scopo pedagogico per chi per questo gioco scende in campo e si allaccia le scarpe.

Non è solo una questione di talento. Jimmy ha cuore e ha intelligenza, due qualità, credetemi, non sempre presenti tra le superstar NBA.

Un esempio ? Basta andare ad Houston. Banalizziamo ed estremizziamo, siamo d’accordo, ma l’idea è chiara. Russell Westbrook e James Harden sono le due superstar. Il primo ha tanto cuore, anche troppo, ma pecca troppo spesso di scarso IQ soprattutto nelle fasi decisive della gara e troppe volte gli abbiamo imputato scelte offensive di scarsa attenzione e di scarso studio del gioco.

Harden ha l’intelligenza giusta, legge bene le partite, ma si rilassa troppo in difesa, non mi ha mai dato l’impressione, per usare un’espressione da scuola media, di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Jimmy allora ha queste due qualità nel suo DNA e ce le ha anche ai livelli massimi. Ha promesso battaglia e per ora ha avuto ragione lui. I tifosi lo adorano per questo. “They are in trouble” ha detto dei Lakers, vedremo. Ha segnato 40 punti ma con 13 rimbalzi e soprattutto con 11 assist, facendo sempre la scelta giusta e finendo con 14-20 dal campo.

Raggiunge LeBron e Jerry West nel club di chi ha realizzato una tripla doppia alle Finals con 40 punti a referto. Alla fine la tripla doppia è arrivata quindi, ma non ne è stato LeBron l’autore, che si è invece fermato a due assist (25 pts, 10 reb, 8 ast).

SCENDONO LE QUOTAZIONI DI AD PER L’MVP

Capisco che possa risultare antipatico ma non mi illudo. La vera competizione per me, lo ribadisco, è tra LeBron e AD per il titolo di MVP. Le azioni del titolo di Anthony Davis sono calate drammaticamente.

Serata davvero difficile. Finisce con soli 15 punti e 5 rimbalzi, gravato dai falli fin dal primo periodo. Per riacquistare credito presso i giurati deve riscrivere una gara magica come quella di gara 2, possibile ma non scontato.

Resta troppo bello da vedere, sopratutto con quel jumper dalla media, con quei movimenti felpati di una limpidezza senza uguali per uno della sua stazza.

TUTTI IN CAMPO PER GARA 4

Dovrebbero tornare Dragic e Bam Adebayo, ques’ultimo dal peso specifico superiore per le residue chance di Miami. LeBron è uscito dal campo con 10 secondi sul cronometro, arrabbiato, sa che se questi Heat ne vincono una non al completo possono essere davvero pericolosi.

La chiava di gara 3 è stata la difesa di Miami, finalmente aggressiva, senza distrazioni. LA non può sempre fare il record di triple, raddoppiare AD è doveroso e soprattutto ha pagato attaccarlo senza esitazioni, inducendolo al fallo.

Miami chiude il gap sulle transizioni nei fastbreak e in mezza transizione. Abbiamo visto troppi layup regalati nelle prime due partite, finalmente tornano più veloci in difesa.

I lunghi degli Heat non sono atletici e con AD in piena forma possono ben poco ma hanno tocco e danno tutto quello che hanno. Olynyk chiude con 17 punti e 7 rimbalzi, Crowder con 12 pts e 8 reb e con 2 triple, anche Leonard dà un mano decisiva. Lo spirito è decisamente quello giusto.

Il paradosso è che se è vero che la maggior parte di noi ha dato per finita la serie dopo il 2-0 LA non è perché gli Heat siano scarsi. Sono inferiori ai Lakers e non si può negare, ma, ecco il paradosso, sono la squadra giusta perché si possa avere più partiti possibili.

LeBron lo sa. Il carattere che Jimmy Butler ha infuso ai suoi compagni non si insegna nelle scuole. E’ qualcosa che tiri fuori nei momenti decisivi perché ce l’hai dentro da sempre.

Gara 4 già domani, ancora con un solo giorno di riposo. I rating TV sono stati bassi, ieri su Twitter, che al mondo d’oggi è uno dei più importanti termometri per misurare l’influenza degli eventi presso il grande pubblico, non si parlava d’altro in tendenza che del Presidente Trump in apparente recupero da Covid in ospedale e della giornata NFL.

Ieri infatti era domenica e i Lakers come da tradizione sono scesi in campo in bianco. Quel bianco immacolato che preannunciava uno sweep è svanito con le pennellate di Jimmy Butler.

 

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