L’offseason 2019 qui in Georgia sembra aver approntato sostanziali modifiche al roster di Lloyd Pierce, che si affaccia al nuovo torneo con ambizioni maggiori rispetto alle ultime due stagioni, passate ad assestare la rosa, provare top prospect e tankare il giusto per accumulare scelte al draft, alcune delle quali sacrificate in trade, che fanno apparire il gruppo attuale sempre più giovane e talentuoso, ma arricchito anche della giusta esperienza e maturità.
Così si spiegano gli scambi che hanno portato ad Atlanta Evan Turner, ottimo sesto uomo per coach Stotts in Oregon e Chandler Parsons dai Grizzlies, veterani che potranno fungere da guida per i loro numerosi compagni meno attempati.
Soprattutto se ad un ipotetico starting lineup composto da Trae Young (20 anni), Kevin Huerter (idem), De’Andre Hunter, John Collins (entrambi 21) e Alex Len (26), si aggiungono pure due profili la cui caratura è ormai accertata quali Allen Crabbe e Jabari Parker, possiamo concludere che gli Hawks inizieranno il futuro torneo ancor più ricchi di gioventù e talento, ma anche profondità e saggezza, che in una Eastern Conference ridimensionata rispetto al vecchio campionato, potrebbe benissimo portare Atlanta a dire la sua e tornare a ridosso del 50% di vittorie, riassaporando magari pure l’emozione della postseason.
Dopo aver trovato tre cardini nel back-to-back draft 2017 e 18 in Collins, Young e Huerter, il già giovanissimo core della squadra diventa sulla carta ancor più splendente grazie a nuovi ipotetici diamanti grezzi del calibro di Hunter, Cam Reddish e Bruno Fernando!
Come accennato prima, trade multiple, firme, re-signing e rinunce hanno fatto la loro parte, dando al GM Travis Schlenk la palma di architetto proattivo di questa offseason, creando certamente un roster interessante attorno alla triade di nuovi rookie. Sarà il campo, sempre e comunque, a dirci se la campagna 2019/20 degli Hawks sarà stata un successo o un fallimento.
L’addio a Taurean Prince ci sembra altresì sensato, prima di tutto perché con la conferma di un contratto in scadenza al 2020, i progetti di un team che ragiona così a lungo termine non avrebbero collimato con simile strategia, secondo perché il giocatore, sempre utile e produttivo, rappresentava forse l’unico elemento da poter offrire in scambio per ottenere pick vantaggiose ed infine perché aver individuato in Brooklyn ad inizio estate la franchigia con cui effettuare baratti si è rivelata una mossa iper astuta da parte di Schlenk!
I Nets infatti, all’epoca erano probabilmente il club con la maggiore necessità di liberare spazio salariale dato che Irving e Durant si trovavano già in viaggio virtuale verso lo stato di New York. Il risultato finale ha visto gli Hawks acquisire Crabbe (18,5 M), la scelta numero 17 al draft 2019 e la prima protetta del 2020 e i Nets Prince, un secondo giro 2021 ed un risparmio sostanzioso con cui si sono mossi in free agency (quasi 50 milioni).
In una squadra ricca di genio e doti offensive, rinunciare ad un ottimo marcatore e buon tiratore fuori dell’arco, ma dallo scarso atletismo e quasi disinteressato alla protezione nell’altro lato del parquet, ottenendo due pick e una guardia da doppia cifra ancora ventisettenne per un anno, ci sembra un lavoro eccezionale portato a termine dalla dirigenza.
La chiamata alla 4 di Hunter è anch’essa assolutamente giustificata. Il ventunenne da Virginia College arriva al proscenio maggiore forte di un campionato NCAA che lo immette di diritto tra i debuttanti Top 5 disponibili, certamente il primo dopo Williamson, Morant e Barrett; se il suo impatto andrà a confermare le virtù intraviste, il nucleo verrà implementato di un gioco senza errori ed eccellente in difesa, che potrebbe ergere Young e soci come low-level contender ad Est prima del previsto.
Probabilmente sulla carta ancor più conveniente è stato acquisire al secondo giro Bruno Fernando da Maryland, sfruttando anche la fortuna di averlo visto scivolare fuori dal primo! La “giocata” con la quale Schlenk ha ceduto due futuri second-rounder e la chiamata 57 ai Sixers per il ventunenne al numero 34 è a nostro avviso stata studiata preventivamente, visto che il ragazzone, oltre ad essere ex compagno di college di Huerter, fornisce agli Hawks un po’ di peso da frontcourt e un set di abilità in continua espansione da non sottovalutare. Una mossa low cost che potrebbe consegnare a Pierce un’ala-centro da 110 kg e 2,10 metri pratico a passare e tirare da tre. Staremo a vedere.
Vince Carter terminerà la sua meravigliosa avventura a 42 anni, cercando col ruolo da player-coach di aiutare i ragazzi a gestire la loro foga, portandoli a dare il massimo per onorare la strabiliante e lunga carriera del proprio teammate. La consideriamo una mossa dovuta per una simile star, sempre coi piedi per terra ed utile alla causa, che porterà “Vinsanity” ad essere l’unico della storia ad aver giocato quattro decenni diversi.
Qui in Georgia l’amalgama e una maggiore esperienza, unite a requisiti tecnici sulla carta pregevoli da parte di giovanissimi talenti, dovrebbero garantire ad Atlanta un miglioramento nella gestione dei match e in autostima.
Il vantaggio, non da poco, è che il team ottimamente assortito da Schlenk non deve dimostrare nulla a nessuno nei prossimi due anni, a differenza di Nets, Heat e Pacers per esempio, e tutto quel che di buono si vedrà sul parquet sarà un bonus da utilizzare in un futuro che si preavvisa luccicante e ricco di soddisfazioni.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.