La prossima stagione dei Los Angeles Lakers si aprirà con tanti cambiamenti ed un ritrovato entusiasmo per la franchigia della California del Sud.
Il brutto finale della stagione scorsa ha spinto la società a decisioni drastiche come l’ esonero di coach Walton, dopo una sola stagione di permanenza in panchina, e la sorprendente scelta di affidarsi a Frank Vogel, ex coach degli Indiana Pacers.
Tuttavia la notizia di maggior clamore, alla fine della Regular Season era stata quella dell’addio di Magic Johnson, diventato l’ uomo di riferimento della proprietà, nonché il regista dell’ operazione che ha portato a Los Angeles Lebron James.
Il primo anno di Lebron da Laker, ha assunto le caratteristiche del classico anno di transizione; dove a buoni momenti, soprattutto nella prima parte della stagione si sono alternati periodi di confusione, dove il roster, per quanto talentuoso, non è sembrato ben assortito e il Prescelto si è ritrovato a dover trascinare quasi da solo la squadra.
Da qui la decisione del front office di affiancare al Re un’altra stella, anzichè una serie di giovani di grande talento, ma non in grado di potersi ritagliare un ruolo nei Lakers attuali.
La scelta di Rob Pelinka è caduta su Anthony Davis, lungo ventiseienne in uscita dai New Orleans Pelicans, che aveva già comunicato lo scorso febbraio la sua volontà di lasciare la Louisiana, in mancanza di un progetto competitivo.
Per rendere possibile l’arrivo di AD sono stati sacrificati giovani come Lonzo Ball, Josh Hart e soprattutto Brandon Ingram, su cui la franchigia sembrava voler puntare, mentre è stato posto un veto sulla possibile cessione di Kyle Kuzma, giocatore dalla maturità sorprendente che è già diventato un pupillo di Lebron.
Dal canto loro i Pelicans, assecondando la volontà di Davis di giocare in una contender, hanno ricevuto anche quattro prime scelte che faciliteranno la ricostruzione della squadra, insieme a giovani che lontano dalle pressioni mediatiche di L.A. potrebbero sviluppare tutto il loro talento.
La trade permette ai Lakers di mettere la mani su uno dei più forti giocatori disponibili sul mercato, in grado di renderli competitivi da subito ma anche di poter programmare a medio-lungo termine, quando e se Lebron deciderà di lasciare.
Schierare un duo come quello composto da LBJ e The Unibrow proietta i gialloviola nei pronostici tra le prime posizioni di una Western Conference che si preannucia quanto mai agguerrita.
La possibilità di poter giocare al fianco di una coppia di fenomeni, ha convinto anche un free agents come Danny Green a sposare la causa gialloviola, mentre si parla insistentemente in questi giorni anche di veterani come Andre Iguodala o Carmelo Anthony per dare minuti di esperienza in chiave playoffs.
Il recente infortunio al ginocchio di Demarcus Cousins, arrivato a fine mercato FA, ha lasciato un vuoto nella posizione di centro,e dato che i tempi di recupero sembrano lunghi,coach Vogel potrebbe sperimentare un quintetto leggero con AD da centro e il giovane pupillo Kyle Kuzma, ad agire da 4 ”tattico”. Ai gialloviola sono accostati anche i nomi di Dwight Howard e Joakim Noah, per sostituire DMC in uno spot di centro che attualmente vede il solo McGee a roster.
Le combinazioni tecniche possibili grazie a due giocatori di questo livello sono pressochè infinite: entrambi sono dei realizzatori devastanti e se vogliono possono essere tra i migliori difensori della Lega, data l’abbondanza di talento fisico e atletico.
Voci di casa Lakers parlano di un Lebron disposto giocare da Point Guard, dedicandosi maggiormente all’organizzazione di gioco, lasciando quindi Davis libero di sfruttare tutto il suo devastante potenziale offensivo in area.
James,a quasi 35 anni, è arrivato a quella che potrebbe essere la sua ultima fermata NBA;dopo i due titoli già conquistati a Miami e le leggendarie Finals 2016 disputate con i Cavs, riportare al titolo i Lakers, entrando nella storia al pari di mostri sacri come Kareem Abdul Jabbar, Magic Johnson o Kobe Bryant, potrebbe rendere la sua legacy ancora più importante e farlo entrare di diritto tra i più grandi fuoriclasee all-time della NBA.
E’ una sfida che potrebbe ulteriormente impreziosire la carriera di King James, che resta comunque un campione straordinario, ma a cui viene riservata sempre qualche critica di troppo, specialmente se paragonato ad altri fuoriclasse del passato.
Anche Davis è chiamato alla stagione più importante della sua carriera finora: dovrà essere in grado di trasformarsi da dominatore assoluto in una squadra perdente a giocatore chiave, in grado di spostare gli equilibri nei Playoffs: giocare al fianco di Lebron è apparentemente semplice, ma allo stesso tempo terribilmente logorante, come potrebbe testimoniare Kyrie Irving, ed il ragazzo dovrà essere bravo a scrollarsi di dosso l’enorme pressione mediatica dell’ambiente angeleno.
Un’ impresa che non sembra impossibile per un predestinato come lui, che è abituato a stare sotto i riflettori già dai tempi del liceo passando per l’anno di college a Kentucky, conclusosi con l’unico titolo vinto in carriera che, nei suoi piani, e in quelli di tutto l’ambiente Lakers, non dovrà certo essere l’ultimo.