Ecco una rapida carrellata di tutte le 30 scelte al primo giro effettuate stanotte al Barclays Center di Brooklyn, con qualche sorpresa dalla quarta in poi derivante anche dalle wild card rappresentate dagli scambi avvenuti tra le varie franchigie.
1 – New Orleans Pelicans: Zion Williamson (Duke)
Si è detto tutto di lui e di come Nola avesse vinto un terno al lotto con la prima scelta della lottery, dunque non staremo a descrivere per l’ennesima volta le doti atletiche e tecniche che fanno di Zion una “sensazione” ancor prima di vederlo scendere in campo nella Lega più famosa del mondo. Rimarchiamo però l’eccitazione e la felicità dimostrata da Williamson al momento di sentire chiamato il suo nome, segno che i rumors che lo volevano scontento di sbarcare nel profondo sud sono accantonati (almeno per ora).
2 – Memphis Grizzlies: Ja Morant (Murray State)
Formidabile realizzatore e assist man nonché talento atletico e creativo, Morant passa senza sorprese ai Grizzlies. La conferma, già nell’aria nelle scorse settimane, è avvenuta dopo la trade che ha allontanato Conley da Tennessee. Lui e Jaren Jackson Junior sono i due pilastri su cui dovrà fondarsi la resurrezione futura di Memphis.
3 – New York Knicks: Rj Barrett (Duke)
Terza chiamata per i Knicks e “seconda scelta” per importanza e appeal proveniente da Duke dopo il prodigio Zion. La sfortuna che sembra ogni volta accanirsi su NY ogni qualvolta inizia ad organizzare qualcosa di importante (vedi ottenere la first pick andata poi a Nola oppure avere quasi nel sacco Durant e vederlo accasciarsi al suolo) potrebbe però far spazio ad un luminoso futuro per il canadese. Barrett è meno celebrato del compagno di college ma per molti rappresenta il vero crack dell’intero panorama giovanile.
4 – Atlanta Hawks: De’Andre Hunter (Virginia)
Atlanta, che ha ottenuto la quarta scelta da New Orleans, bypassa Culver per andare sull’ala di cui evidentemente aveva necessario bisogno. Per arrivare infatti al campione NCAA con Virginia (strenuo difensore ma un po’ limitato nella varietà di soluzioni offensive), gli Hawks hanno infatti barattato le scelte #8, #17, #35 e #57 di questo draft dovendo inoltre sobbarcarsi l’oneroso contratto di Solomon Hill.
5 – Cleveland Cavaliers: Darius Garland (Vanderbilt)
Garland è un’ottima point guard, precedentemente associata ai Lakers prima del big splash su AD, ma per i Cavs è una soluzione che genera qualche perplessità, visto che avendo a roster Collin Sexton questo sembrava essere uno dei (pochi) ruoli coperti del proprio roster in ottica futura.
6 – Minnesota Timberwolves: Jarrett Culver (Texas Tech)
Originariamente in mano ai Suns, la sesta chiamata passa al fotofinish ai Wolves grazie allo scambio che porta in Arizona Dario Saric e la pick numero 11 (vedi più avanti). Culver è stato uno dei protagonisti principali della scalata alla Final Four NCAA, un prospetto dalle potenzialità offensive migliorabili (ad esempio il tiro dal long range) ma già oggi grande difensore.
7 – Chicago Bulls: Coby White (North Carolina)
White dedica la sua chiamata al padre scomparso anni fa e viene scelto dai Bulls, una posizione più indietro rispetto a molti mock draft. Boylen ha ora un ottimo tiratore da aggiungere al proprio arsenale, forse questo il motivo per aver rifiutato le offerte arrivate per scambiare la settima chiamata.
8 – New Orleans Pelicans: Jaxson Hayes (Texas)
Probabilmente il most improved player degli ultimi due anni di NCAA si accoppia a Zion Williamson in una delle “mosse a sorpresa” dell’audace ed infallibile David Griffin, che perso Davis acquisisce un buon lungo dandoci forse pure indicazioni sul futuro lontano da New Orleans di Julius Randle.
9 – Washington Wizards: Rui Hachimura (Gonzaga)
Ottima power forward con elevate capacità da scorer, Rui è il primo giocatore giapponese ad essere scelto al draft al first round e il secondo in generale: forse la più grande sorpresa dell’intera notte, visto che le preview lo indicavano qualche posizione più lontana.
10 – Atlanta Hawks: Cam Reddish (Duke)
Il terzo incomodo e brutto anatroccolo rispetto ai due più famosi “colleghi” di Duke deve scrollarsi di dosso la nomina di giocatore incompleto, in particolare migliorando le sue percentuali al tiro. Atlanta, che con lui e Hunter rinvigorisce il reparto forward, è il luogo ideale dove migliorare senza troppe pressioni.
11 – Phoenix Suns: Cameron Johnson (North Carolina)
Molti team sono rimasti impressionati per il suo tiro, in particolare dalla lunga distanza. Tra questi Phoenix, che incamerano Johnson almeno 7 posizioni avanti alle previsioni. Cam è il più anziano prospetto del draft, da limare e sistemare più che altro a livello tattico. La scelta è arrivata dai Timberwolves assieme a Dario Saric in cambio della 6 di cui sopra.
12 – Charlotte Hornets: P.J. Washington (Kentucky)
Ala sophomore molto migliorato nella scorsa stagione. Sbarca a Charlotte, dove sarà utile a portare solidità nel ruolo da ala grande ma probabilmente nulla più.
13 – Miami Heat: Tyler Herro (Kentucky)
Un quality shooter forte e psicologicamente vigoroso proveniente (anche lui) dalla corte di Coach Calipari. Poi? Nella NBA di oggi se la metti con costanza da tre sul resto ci si può lavorare.
14 – Boston Celtics: Romeo Langford (Indiana)
Considerata la possibile dipartita di Irving e la conseguente necessità di guardie non sorprende l’arrivo di Langford nel Massachussetts. Promettenti le sue parole cariche di sicurezza dopo la chiamata dei Celtics, soprattutto perché è reduce da un’annata costellata di vari infortuni (il che non è mai un buon segno).
15 – Detroit Pistons: Sekou Doumbouya (Limoges)
Dalla Francia arriva questo giovane prodigio, simile per caratteristiche a Pascal Siakam. 18enne da Limoges CSP, dovrà ambientarsi in un nuovo paese e alla durezza della big league, ma ha impressionato tutti per l’atletismo e per una inconsueta flessibilità difensiva: da seguire a Detroit con molto interesse.
16 – Orlando Magic: Chuma Okeke (Auburn)
Rischia di stare fermo tutta la prossima stagione per un infortunio ai legamenti del ginocchio, ma se sano è un bel colpo, specialmente dal punto di vista difensivo, per i Magic del futuro.
17 – New Orleans Pelicans: Nickeil Alexander-Walker (Virginia tech)
Non sarà mai probabilmente un All-Star ma NAW è una solida combo guard che può fare abbastanza bene ogni cosa più o meno da subito.
18 – Indiana Pacers: Goga Bitadze (KK Mega Bemax)
Altro international player, stavolta georgiano. Sbarca ad Indiana, si ispira al connazionale Zaza Pachulia e vorrebbe far rimangiare a molti la poca considerazione immortalata da una certa foto di qualche giorno fa…
19 – San Antonio Spurs: Luka Samanic (Petrol Olimpija)
Ala croata molto forte tecnicamente che sbarca agli Spurs: verrà inquadrato e messo a punto più che altro fisicamente per reggere l’urto con i pariruolo NBA (e con le urla di Popovich).
20 – Philadelphia 76ers: Matisse Thybulle (Washington)
Pick scambiata con Boston per effettuare una scelta stravagante, visto che Thybulle è un grande difensore ma al momento decisamente rivedibile in attacco.
21 – Memphis Grizzlies: Brandon Clarke (Gonzaga)
Pick arrivata da OKC, Clarke è un centro grintoso ma la cui altezza ridotta per il ruolo ha probabilmente scoraggiato molti facendolo scendere parecchio rispetto alle previsioni della vigilia.
22 – Boston Celtics: Grant Williams (Tennessee)
Terzo anno, lungo da Tennessee. Undersized per il ruolo ma molto fisico, sa giocare ma andrà visto in un area NBA per capire se davvero possa venirne fuori qualcosa.
23 – Oklahoma City Thunder: Darius Bazley (Princeton High school)
Atletico, tatticamente intercambiabile e grande saltatore, arriva in Oklahoma dai Jazz via Grizzlies. Oggetto misterioso: ha saltato il college perchè voleva andare a giocare in G-League, ha finito per scegliere di allenarsi un anno da solo (!).
24 – Phoenix Suns: Ty Jerome (Virginia)
Pick in arrivo dai Celtics (e precedentemente dai 76ers) assieme ad Aron Baynes in cambio della prima scelta 2020 dei Bucks protetta 1-7. Playmaker campione NCAA con Virginia, sa come si vince e saprà essere utile fin da subito anche se il contesto tecnico…
25 – Portland Trail Blazers: Nassir Little (North Carolina)
Le quotazioni di Little sono letteralmente crollate in sede di draft, perchè in alcuni mock era dato a ridosso delle prime 10. I Blazers non si fanno sfuggire l’opportunità di scommettere sul talento di UNC, possibile steal of the draft?
26 – Cleveland Cavaliers: Dylan Windler (Belmont)
Ala tiratrice bianca mancina, con Troy Murphy come NBA comparison (poveretto…). Nel gulag dell’Ohio potrebbe avere un po’ di spazio.
27 – Los Angeles Clippers: Mfioundu Kebengele (Florida State)
Nipote di Mutombo con le stesse caratteristiche dello zio (altezza e fiuto per le stoppate in primis). Questa pick arriva dai Nets in cambio della 56 e della prima scelta 2020 dei Sixers.
28 – Golden State Warriors: Jordan Poole (Michigan)
Guardia al secondo anno capace di esplosioni realizzative e titolare di un 37% da tre in carriera che fa ben sperare i Warriors, soprattutto in vista di un anno senza Thompson e KD.
29 – San Antonio Spurs: Keldon Johnson (Kentucky)
Esterno arcigno e grintoso in pieno stile Spurs, che come tutti i rookie di Pop per il primo anno vedrà il campo molto poco, ma che è atletico e si sbatte in difesa.
30 – Cleveland Cavaliers: Kevin Porter Jr (Southern California)
Un peperino dal carattere un po’ troppo fumantino fuori dal campo, è però un gran talento mancino capace di crearsi situazioni dal nulla. Va però migliorato in difesa perchè al momento siamo alle aste e ai cerchietti. Scelta proveniente da uno scambio con Detroit.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.