Dopo un primo round nel quale abbiamo ampiamente dimostrato che anni e anni di partite e approfondimenti non servono ad una beata mazza al momento di azzeccare i pronostici, la redazione di Play.it USA ha deciso di proseguire imperterrita nel percorso di distruzione della sua autostima e regalarvi le previsioni anche per il secondo turno dei playoff NBA (con un filo di ritardo ma il ponte pasquale ha colpito anche noi). Sulla carta tutte e quattro le serie si preannunciano molto incerte e divertenti: speriamo mantengano le promesse e se poi arrivassero quattro gare 7 non credo dispiacerebbe a nessuno.
P.S. Oh, però il cappotto dei Bucks sui Pistons lo abbiamo preso tutti e quattro. Son soddisfazioni!
EASTERN CONFERENCE
Milwaukee Bucks – Boston Celtics
Max: Amo i Bucks, amo Giannis e amo Budhenzolzer. Ma temo molto i Celtics, la loro esperienza in post season, il loro coach e Kyrie Irving come clutch player. I Cerbiatti partono senza un Brogdon nel motore e con i favori del pronostico, il che non è mai bello per una squadra con meno esperienza. Qui ci potrebbe stare tranquillamente l’upset, ma noi crediamo in Giannis MVP, per cui andiamo con i Bucks incrociando le dita. 4-2.
Giorgio: I Celtics si sono sbarazzati dei Pacers con molta più facilità del previsto, mostrando quella difesa arcigna a cui dovranno sicuramente aggrapparsi (con ancora più decisione) anche contro i Bucks. Milwakee è infatti un’avversaria di ben altra pasta e Giannis è passato sopra ai Pistons come un novello Attila lasciando dietro di sè solo sale e macerie. Lo scontro più interessante è forse quello tra le due panchine, con Stevens e Budenholzer che giocheranno una vera e propria partita a scacchi per cercare di guadagnare un vantaggio tattico sull’avversario. I Bucks dipendono molto dal tiro da tre, ma ormai non siamo più ai tempi in cui questo era considerato un handicap e credo che proprio la superiore potenza di fuoco rispetto agli avversari sarà il fattore che deciderà la serie. 4-2
Andrea: I Bucks ci sono o ci fanno? La serie coi Pistons, vista la morbidezza degli avversari non ci ha dato risposte definitive, e anche gli indecifrabili Celtics versione 2019 hanno approfittato dei demeriti dei Pacers, gagliardissimi, ma che non la buttavano dentro veramente mai. Boston ha tutto quello che serve per cambiare marcia nei playoff e in stagione si è esaltata quando ha affrontato le big nei confronti diretti. Il valore aggiunto di Milwaukee però è un’idea tattica solida e vincente, su cui coach Budenholzer ha costruito una bella leadership sulla squadra; difficile che i concetti tattici si sgretolino sul più bello, soprattutto con un Giannis così in forma. 4-3
Francesco: Finalmente iniziano anche i Playoffs della Eastern Conference, che dopo alcuni primi turni “di rodaggio” ci propongono serie dal pronostico niente affatto scontato, tra formazioni tutte legittimate ad ambire alla palma di Padroni dell’Est. Boston è un club profondissimo, che può faticare in Regular Season, ma che nei PO è l’ideale per consentire a coach Brad Stevens di adeguarsi agli avversari di turno. La Milwaukee di Budenholzer è viceversa una formazione strutturata in modo più classico, con un MVP in pectore (Antetokounmpo, ovviamente) al centro dell’attacco e 60 vittorie in carniere a certificare la crescita di una franchigia che potrebbe essere matura per tornare a quelle Conference Finals che mancano dal 2001. I Celtics (che hanno appena perso il leggendario John Havlicek) sono la formazione più esperta, hanno un closer formidabile come Kyrie Irving, possono contrapporre Jayson Tatum a Khris Middleton (l’anno scorso lo aveva marcato Marcus Smart) e vantano una panchina più profonda e talentuosa (divario acuito dall’assenza di Malcolm Brogdon nelle prime due gare). Una possibile chiave di lettura della serie sarà la capacità di limitare la superstar avversaria; i Bucks proveranno a stancare Irving facendolo lavorare tanto in difesa (dovrà pensarci l’ottimo Eric Bledsoe) mentre i Celtics hanno in Al Horford un centro che può provare a lavorare di fisico e intelligenza per limitare l’esuberanza del Freak Greco, mentre sarebbe più rischioso ricorrere alla combinazione Horford-Baynes, che si è dimostrata piuttosto sterile nel corso della serie contro i Pacers. 2-4
Toronto Raptors – Philadelphia 76ers
Max: Anche il primo turno era partito con una sconfitta per i Sixers, ma qui l’avversario è di un’altra pasta. Se Philadelphia può pareggiare e magari anche superare in talento il roster dei Raptors, è a livello di chimica e di aggiustamenti che Brett Brown si troverà in difficoltà: quando i giocatori su cui fare affidamento dalla panchina sono 1 e mezzo, che aggiustamenti vuoi proporre contro un roster infinito come quello di Toronto? Servono i miracoli dalla coppia Simmons-Embiid. 4-2.
Giorgio: Phila ha un palese problema di coesistenza tecnico/tattica tra Embiid e Simmons sulla quale occorrerà riflettere approfonditamente durante l’estate. Per il momento ci sono da affrontare i Raptors, che in Gara 1 hanno sfoggiato un Leonard da 45 punti letteralmente immarcabile (sia da Butler che dagli altri). Coach Nurse ha ereditato un sistema funzionante ma è riuscito ad aggiungere quel quid in più e il modo in cui ha sviluppato Siakam ha del miracoloso. L’unico mio dubbio è che una squadra tifata da Drake troverà sempre un modo per mandare tutto in vacca, ma è probabile che questo accada più avanti. 4-1
Andrea: Altra serie equilibratissima, nella Eastern Conference c’è veramente una poltrona per quattro, ma Philadelphia è la squadra che ha forse mostrato più pecche nel corso della stagione, nonostante l’altissimo livello di talento. Toronto invece gioca con grande scioltezza, ha due veteranissimi dei playoff in Leonard e Gasol che permetteranno a Lowry di prendersi qualche partita di riposo, senza contare che coach Nick Nurse sembra capace di valutare i dovuti aggiustamenti con qualche attimo di anticipo rispetto al collega Brown. 4-2
Francesco: Sixiers e Raptors sono due franchigie che hanno mostrato la corda nei Playoffs, pagando con l’eliminazione i propri passaggi a vuoto mentali e tecnici. Toronto si è compattata attorno al talento di Kawhi Leonard e all’esplosione di Pascal Siakam, aggiungendo Marc Gasol alla trade deadline; questa serie ci dirà se le manovre di Masai Ujiri hanno pagato (inclusa la scelta di licenziare coach Casey sostituendolo con Nick Nurse), ma in fondo, vale lo stesso discorso per Phila: Jimmy Butler e Tobias Harris hanno elevato la qualità del quintetto e le soluzioni a disposizione di coach Brett Brown (non è sempre sembrato sul pezzo, per la verità), ma è chiaro che in questo caso, ci si aspetta segnali chiari e incoraggianti da parte di Embiid e Ben Simmons. Per entrambe le squadre un’uscita prematura sarà vissuta come una sconfitta (nel caso di Toronto, potrebbe implicare l’addio di Kawhi), una situazione peculiare che renderà ancora più complicato gestire l’emotività, incanalandola in prestazioni positive. Sotto il profilo tecnico, la parte del leone sarà recitata dal duello ibero-africano tra Gasol ed Embiid, senza dimenticare ovviamente gli appetitosi match-up tra Leonard e Butler e tra Siakam e Harris, mentre sotto il profilo tattico l’ago della bilancia potrebbe essere Kyle Lowry (alle prese con i soliti fantasmi da postseason) e l’impatto della second-unit dei canadesi, nettamente superiore a quella di Philadelphia. 4-2
WESTERN CONFERENCE
Golden State Warriors – Houston Rockets
Max: I Warriors si presentano con Curry e Thompson claudicanti e con tanta fatica fatta contro dei Clippers generosi e volitivi. Houston si presenta con il dente avvelenato e la consapevolezza che la finestra utile per questa squadra si sta chiudendo molto rapidamente. L’hero ball di Durant contro Houston funziona male, si sa. Upset. 2-4
Giorgio: I Warriors hanno perso due gare contro i Clippers (a cui comunque va tutta la mia stima) per colpa di un atteggiamento al limite della supponenza. Come al solito la senzazione che i Dubs siano il peggior nemico di loro stessi e se c’è un gruppo che ha ampiamente dimostrato di poter entrare sottopelle all’armata invincibile di Curry e Durant quelli sono proprio i Rockets. Occhio che,per quanto queste due squadre siano famose per l’efficienza offensiva la serie si deciderà nella metà campo opposta, dove Houston recentemente è cresciuta tantissimo mentre i Warriors a tratti affrontano l’impegno con irritante superficialità. Detto tutto questo, bravissimi Harden e soci ma come San Tommaso io finchè non vedo non ci credo. 4-2
Andrea: I Rockets sono arrivati allo stesso punto dela scorsa stagione, ma per una strada più perigliosa che forse li ha persino rafforzati. Ricordiamoci quanto andarono vicini a conquistare la Western Conference l’anno scorso, pensiamo che i Warriors hanno sofferto di qualche calo di tensione in più del solito, aggiungiamo un Chris Paul che finalmente potrebbe disputare una serie importante da sano (sto incrociando tutte le dita di mani e piedi a due a due mentre scrivo). Colpaccio di Houston. 2-4
Francesco: La rivincita dell’epica Finale di Conference dello scorso anno è arrivata presto, complici le difficoltà incontrate da Houston nel corso di una RS che li ha visti emergere alla distanza, ricavando solamente la quarta piazza ad ovest. Dopo aver disposto con facilità di Utah, James Harden e compagni ritornano sul luogo del delitto: nei Playoffs 2018 sfiorarono l’impresa, prima di vedersi rimontare a seguito dell’infortunio di Chris Paul. La situazione è ideale per tentare un upset, perché c’è meno pressione dello scorso anno, ma ovviamente spodestare i bi-campioni NBA sarà un’impresa per titani. Sotto l’aspetto tattico, staremo a vedere se Andre Iguodala e compagni replicheranno la difesa contro il Barba proposta da coach Snyder (e, per la verità, suggerita tempo addietro da Scottie Pippen). L’altra chiave tattica sarà il tiro da tre, che riveste un ruolo importante per entrambe le compagini in gara; se D’Antoni vive e muore con le iniziative di Harden (che non potrà permettersi il 36% dello scorso turno) G-State schiera la solita formidabile batteria di solisti-altruisti capitanata da Kevin Durant, Steph Curry e Klay Thompson. 4-3
Denver Nuggets – Portland Trail Blazers
Max: I Nuggets son belli e simpatici da veder giocare, ma non hanno neanche lontanamente un closer come Lillard. Kanter contro Jokic può fare il Chamberlain? E’ l’anno buono per i Blazers in finale di Conference, i Nuggets possono anche ripassare l’anno prossimo. 2-4
Giorgio: Non essendomi ancora ripreso dallo smacco dell’eliminazione dei Thunder, che io bellamente avevo pronosticato in finale, faccio molta fatica ad esprimermi su questa serie. Pronostico apertissimo, perchè entrambe le squadre arrivano sulle ali dell’entusiasmo e guidati da due leader che non potrebbero essere più diversi ma che suscitano identica ammirazione. Jokic e Lillard hanno letteralmente dominato i rispettivi primi turni e meriterebbero entrambi di fare ulteriore strada, per cui mi rifugio io una gara 7 nella quale il fattore campo potrebbe nuovamente pagare dividenti per Denver. 4-3
Andrea: Difficile ragionare su questa serie, anche perché quasi tutti pensavamo che si sarebbero qualificati i Thunder – e qualcuno dava per favoriti anche i San Antonio Spurs. Denver ha messo in mostra pregi e difetti di un gioco forse ancora non del tutto maturo per puntare alle Finals, ma si è anche tolta un macigno dalle scarpe respingendo gli Spurs in gara 7 con una prestazione di carattere, di quelle che fanno morale. A Portland l’entusiasmo è altissimo, per adesso sono loro la sorpresa di questi playoff, e sono più riposati dei rivali. Hanno trovato ottime soluzioni nella serie contro OKC, ma l’organico non è all’altezza di quello dei Nuggets e basta poco perché l’equilbrio si rompa; tutto sta in Damian Lillard e nella sua capacità di tirar fuori altre tre o quattro partite capolavoro. 4-3
Francesco: Le quattro sfide di regular season tra Blazers e Nuggets sono state tutte decise con uno scarto inferiore ai 10 punti, ma non è solo per questo motivo che è lecito aspettarsi una serie equilibrata. Denver e Portland sono franchigie ben allenate da coach Malone e Stotts, costruite attorno ai rispettivi leader tecnici: parliamo ovviamente di Damien Lillard e Nikola Jokic, reduci da due serie di primo turno a dir poco entusiasmanti. Portland ha in McCollum e in Dame due esterni con tanti punti nelle mani (e non dimentichiamo il redivivo Seth Curry) chiamati a mettere in difficoltà i novizi Murray, Harris e Morris, che si sono ben comportati contro gli Spurs, e pur essendo meno atletici di OKC, danno l’impressione d’essere meglio organizzati. Anche il match-up tra i lunghi sarà cruciale; l’immensa classe di Jokic non si discute, e Kanter non è il difensore ideale (troppo piccolo e incline ad errori) con cui affrontarlo, ma il buon Enes potrà giocare la carta dei rimbalzi, e allo stesso tempo dovrà essere molto attivo in attacco per cercare di inguaiare il Joker con qualche fallo prematuro. Attenzione anche alle sfide in ala, con Torrey Craig e soprattutto Paul Millsap che dovrà cercare di far valere la propria forza in post per far pagar dazio a Mo Harkless e Al-Farouq Aminu. Sarà una splendida serie con i migliori ingredienti che la NBA può offrire: due superstar pronte a sfidarsi, allenatori preparatissimi, con a disposizione una girandola di giocatori tra l’ottimo e l’eccellente. 4-3
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