La serata è fredda, il meteo promette neve per tutta la notte e dunque la camminata dal mio ufficio al TD Garden non è delle più piacevoli: eppure non si può fare a meno di fermarsi ad ammirare il panorama del “waterfront” di Boston.
Al Garden, è “business as usual”, i tifosi sembrano aver già dimenticato le ultime sconfitte – in particolare la batosta contro Toronto giusto 24 ore prima. Sono tutti pompati dall’aspettativa legittima di una vittoria per mettere a tacere almeno per una notte tutti i pensieri negativi di queste ultime settimane.
Nel pre-partita, durante lo shoot-around dei giocatori, si vedono molti volti sorridenti e scherzosi. Tatum e Brown “giocherellano” sotto canestro, Kyrie “usa” il rookie Williams come difensore su cui allenarsi nel “bump and shoot”.
Non si vede Rozier – fuori questa sera – neanche presente in giacca e cravatta. Wic Grousbeck – proprietario di maggioranza dei Celtics – fa il giro dei giocatori e li saluta uno ad uno. Dopo la stretta di mano con Kyrie, si sposta verso la prima fila vicino al canestro, proprio dove mi ero appostato per rubare qualche scatto. Sarà solo una mia sensazione, eppure sembrava aver cambiato espressione dopo aver salutato Irving, una sorta di “poker face” per non mostrare il proprio stato d’animo. Come ho detto, sicuramente è tutto solo nella mia testa.
Dopo il solito rituale di inizio – l’inno Americano e l’introduzione delle squadre – finalmente si parte, finalmente vedremo i Celtics tornare alla vittoria – perché questa non possono assolutamente perderla, no?
Entrambe le squadre partono lente. I Celtics in particolare sembrano ancora frastornati dalle recenti sconfitte, soprattutto quella di ieri sera contro i Raptors. Ed infatti, i Celtics dopo pochi minuti si ritrovano già sotto di 9 punti. Kyrie Irving sembra essere l’unico capace di trovare il canestro, con 6 punti nella prima metà del quarto. Dopo 6 minuti fuori Tatum (2 punti) e Brown (0 punti), dentro Hayward e Brown. I Celtics reagiscono e rientrano in partita con il primo quarto che si conclude 24-24. Irving con 11 punti sembra aver voglia di giocare di fronte al pubblico di casa.
Il secondo quarto inizia con Jaylen Brown aggressivo sia in fase di attacco – suoi i primi due canestri – che in fase di rimbalzi difensivi. Suo anche un bel blocco in recupero su un contropiede di Portland innescato da una airball di Theis.
Gordon Hayward si becca una standing ovation prima per essersi buttato a capofitto sul parquet per recuperare una palla vagante e subito dopo per aver recuperato un rimbalzo in fase di attacco. Che sia la partita della svolta per Hayward? Speriamo.
La panchina dei Celtics ancora una volta và in difficoltà, tanti i tiri “wide open” che non entrano. Smart torna in campo ed è il solito cagnaccio difensivo tanto amato dai tifosi. A 3 minuti dall’intervallo ruba palla in difesa e lancia Tatum tutto solo sotto il canestro avversario per il facile “dunk” che infiamma un TD Garden che ha un bisogno disperato di trovare qualcosa di positivo in questo periodo tanto difficile.
Una prima metà piuttosto bruttina per entrambe le squadre finisce con Portland avanti di un punto, 43-42.
Il terzo quarto si conferma tabù per i Celtics: il solito blackout in cui non entra un tiro neanche a pagarlo, concedendo canestri facili all’avversario in fase di transizione. Dopo appena 4 minuti Boston si ritrova sotto di 9 punti, 55-46.
A due minuti dalla fine del terzo quarto, con i Celtics sotto di 12 punti, si comincia a sentire qualche lamento dagli spalti. Il quarto si conclude sul 64-74. Entrambe le squadre stanno giocando con poca energia, Portland decisamente più efficiente, con un super Lillard che finora ha totalizzato 27 punti, 5 rimbalzi e 3 assist. Per i Celtics, Kyrie, Horford e Tatum in doppia cifra. Morris a seguire con 8 punti, il resto della squadra decisamente sottotono. Brown ha dalla sua 9 rimbalzi, Hayward dopo un inizio incoraggiante si ritrova con appena 3 punti e 2 assist.
Il quarto quarto inizia con Marcus Smart che ruba palla in fase difensiva e va a canestro in contropiede. Non appena il Garden inizia a crederci, Hayward perde palla in attacco, concedendo un facile canestro in transition: un po’ l’emblema di questa stagione per i Celtics.
La squadra continua a spingere, giocando bene in difesa e ripartendo velocemente in fase di transizione: in meno di due minuti si riportano a 4 punti, 76-72, timeout Portland!
Celtics ancora sotto di 4 punti, Kyrie dentro a 8 minuti dalla fine con Morris, Hayward, Tatum e Brown. I Celtics pur giocando con la giusta grinta, continuano a commettere errori grossolani in fase offensiva. Il boato un po’ sarcastico del pubblico quando il rookie Williams subentra a Gordon Hayward la dice lunga sulla performance dell’ex All Star.
A quattro minuti dalla fine Portland è avanti di 8 punti, 87-79. In campo il quintetto di partenza, con l’eccezione di Brown che sostituisce Morris, decisamente in fase negativa in questo periodo dopo una prima metà di stagione decisamente oltre ogni aspettativa.
I Celtics confermano anche in questa occasione di essere una squadra che non riesce a produrre stop difensivi nei minuti che contano: a 2:45 secondi dal termine si ritrovano sotto di 12 punti.
Una tripla di Smart, un follow up di Kyrie dopo una tripla mancata di Brown ed una azione dal post di Horford riportano i Celtics a -5, con un minuto rimasto da giocare: la partita e il Garden si accende. E poi – in stile Celtics 2018/19 – c’è Smart che sega le gambe a tifosi e compagni, tentando una tripla da lontano, totalmente scomposto con oltre 15 secondi rimasti nello shot clock. Portland prende il rimbalzo, facile canestro in contropiede, timeout Celtics: un copione visto e rivisto questa stagione. A 24 secondi dalla fine Kyrie azzecca una tripla che per un attimo riaccende le speranze del pubblico, ma è troppo tardi. I Celtics sono costretti a fare fallo su Lillard che li mette entrambi, Celtics ancora a -5: la partita finisce 97-92 nel disappunto del pubblico.
Finita la partita, si corre negli spogliatoi, in cui non vola una mosca. Sembra veramente un funerale, quasi da aver voglia di fare una battuta stupida per cercare di stemperare un po’ l’aria pesante.
Ai microfoni, Smart e Horford danno le solite risposte di rito, palese è la voglia di tagliare corto ed avviarsi verso casa – in fondo fuori nevica già da un’ora e le strade cominciano ad imbiancarsi.
Kyrie si concede di più – come suo solito – e come suo solito in queste ultime settimane, aizza un battibecco con il giornalista di turno, che gli chiedeva se il “confidence level” della squadra era ancora a livelli accettabili. Un commento in particolare da parte di Irving – quando dice che “non vede l’ora che arrivino i playoffs” – mi ha fatto riflettere: a mio avviso è palese che Kyrie abbia già deciso che lascerà i Celtics a fine stagione.
Ciò che mi ha colpito veramente è stato il coach Brad Stevens. Subito dopo la partita si presenta nella “press room” e non esagero quando dico che era visibilmente provato, voce bassa e tremolante e quasi i lacrimoni agli occhi. Non mi aspettavo certamente uno Stevens sorridente che racconta barzellette ai reporter, ma quanto meno una persona capace di trasmettere energia positiva e di inspirare sicurezza al pubblico presente. Tutt’altro, semplicemente sembra una persona che ha perso completamente lo spogliatoio e che ha esaurito tutte le risposte per le solite domande. Penso che se questa fosse un’altra squadra – con una dirigenza più instabile ed emotiva come lo sono molte nella NBA – Stevens rischierebbe seriamente l’esonero.
Un po di statistiche per concludere: per Portland Lillard brilla decisamente, con 33 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. A seguire un efficiente Harkless con 17 punti ed una percentuale di tiro del 61.5%. Per i Celtics, Irving è il top scorer con 31 punti, 5 rimbalzi e 4 assist. A seguire Tatum con 14 punti, Horford e Smart con 13 punti e Brown con 10 punti e 10 rimbalzi – tecnicamente un double double. Hayward di nuovo impalpabile con appena 3 punti e un totale di 3 tiri: troppo, troppo poco. Forse è il caso di ridurre drasticamente i suoi minuti – stasera intorno ai 27 – a favore di Brown e anche Rozier.
Con questa sono 4 sconfitte di fila per i Celtics, “saldamente” al quinto posto nella Eastern Conference. Philly – al quarto posto – comincia ad avere un buon margine. Se i playoffs iniziassero domani, i Celtics se li ritroverebbero al primo turno giocando in trasferta una potenziale gara 7. Con 20 partite rimaste in questa stagione scellerata, non è mai troppo tardi per ritrovare un minimo di gioco di squadra e di fiducia.