Il 18 Marzo del 2014, i New York Knicks firmano per 5 anni e 60 milioni di dollari Phil Jackson come nuovo “President of basketball operations”. Nonostante qualche dubbio riguardo la sua volontà di vivere a New York e la sua visione del basket ritenuta da qualcuno un po’ “all’antica”, la mossa fu generalmente accompagnata da sospiri di sollievo se non genuina eccitazione nella comunità dei tifosi Knicks. D’altronde il retaggio delle gestioni precedenti non era certo da rimpiangere, e Jackson è un vincente come nessuno o quasi all’interno del panorama NBA. A distanza di quasi 3 anni è quindi lecito chiedersi, il bilancio di Phil a New York è finora positivo o negativo? Promosso o bocciato?
Quando si ha a che fare con un personaggio di tale spessore, che conservati tra i mobili di casa ha 13 anelli da campione NBA (2 da giocatore, un all-time record 11 da allenatore) diventa difficile capire e quindi giudicare in maniera oggettiva la sua visione a lungo termine senza mettere in dubbio se gli si stia dando troppo o troppo poco credito. Se a questo ci si aggiunge una personalità che nessuno avrebbe problemi a definire particolare, con la passione per i mind-games e la tendenza a dire cose che sembrano avere sempre più significati di quelli più evidenti, le cose si rendono ancora più complesse. Per questo motivo, penso sia una buona idea guardare a tutti i movimenti di roster dall’arrivo di Phil al MSG, allo stato del monte salari, alle scelte fatte e a quelle a disposizione, senza preoccuparsi troppo di quel tweet enigmatico, di quell’articolo di giornale scritto da un suo amico, o di quell’intervista che sembra voler tirare un colpo alla sua star. Solo mossa per mossa (le più importanti), in questi 3 anni: andiamo!
Aprile-Giugno 2014: Mike Woodson, viene rilasciato dall’incarico di Head Coach, al suo posto i Knicks firmano l’esordiente Derek Fisher, per 5 anni e $25 milioni.
È l’inizio per Jackson e ci troviamo già alla prima, enorme, sliding door. Per il ruolo di HC Jackson infatti guarda a due esordienti, uno è il suo fidato Fisher, con il quale ha vinto 5 anelli ai Lakers, e l’altro è Steve Kerr, con il quale invece ne ha vinti solo 3 a Chicago. Kerr sembra essere la prima scelta e dopo averci pensato su a lungo (vabbè, dai, un po’ di narrativa), decide di accettare l’offerta di Golden State con i quali poi vincerà l’anello alla sua prima stagione da allenatore. Quel che sarebbe successo ai Knicks con Kerr in panchina non ci è ovviamente dato sapere, ma quel che è certo è che Fisher lascerà i Knicks dopo un anno e mezzo, con il record di 40 vittorie e 96 sconfitte (29.4% di vittorie) e in generale senza aver dato mai l’impressione di avere in mano il controllo della squadra. Fisher, preso probabilmente per la conoscenza della Triple post offence (TPO o “Attacco triangolo”), sembra essere sempre in mezzo al guado tra il mandato di installare un sistema di gioco sicuramente difficile e probabilmente obsoleto come la TPO e il tentativo di formarsi come coach NBA a tutti gli effetti.
Considerati i risultati e considerato anche l’improbabile contratto quinquennale regalato a un head coach esordiente senza motivi apparenti, il parere su questa mossa non può che essere negativo.
25 Giugno 2014: Tyson Chandler e Raymond Felton vengono spediti a Dallas in cambio di Jose Calderon, Shane Larkin, Wayne Ellington, Samuel Dalembert e due second-round picks.
Nella sua prima trade al comando dei Knicks, Phil fondamentalmente sacrifica il contributo in campo e in spogliatoio di un veterano come Chandler in cambio di spazio salariale, due seconde scelte e una point guard che sembra essere perfetta per la TPO. Purtroppo diventa immediatamente chiaro che i giorni da giocatore NBA di Calderon siano ormai alle sue spalle. Lo spagnolo andrà a formare con il redivivo Sasha Vujiacic quello che è senza ombra di dubbio il peggior back-court della lega (con buona pace dei Nets che pure si erano impegnati), specialmente a livello difensivo, e verrà tradato senza troppi rimpianti un paio di stagioni dopo. Le due scelte diventeranno nel draft nel giorno successivo alla trade Cleanthony Early (34th) e Thanasis Antetokoumpo (51st), due giocatori che non sembrano aver cambiato il destino della franchigia di New York. Il giudizio su questa trade non può quindi che essere negativo, ma si tratta In ogni caso di una mossa con poche conseguenze per i Knicks che pur avendo ottenuto quindi un ritorno povero se non nullo, hanno anche perso molto poco tra l’ormai scomodo Felton e un Chandler in fase calante a cui spettavano comunque $14.5M nella stagione 2014-2015.
13 Luglio 2014: Carmelo Anthony rifirma con i Knicks per $124M in 5 anni, con l’aggiunta di una “no-trade clause” che gli permette di mettere il veto su qualsiasi trade che lo coinvolga.
La firma della star della franchigia era praticamente un obbligo per Jackson, e il contratto molto oneroso (comunque 5M in meno del max che avrebbero potuto offrire i Knicks) non è diventato un particolare peso visto e considerato l’aumento del cap negli anni successivi. Questa firma è ovviamente al centro di molti dibattiti proprio in queste settimane e in molti l’hanno criticata apertamente additandola come una delle peggiori scelte di Jackson, ma bisogna comunque considerare che la considerazione e il contributo di Melo tre anni fa non erano paragonabili a quelli attuali, e che riuscire a trattenere la propria stella indiscussa nonché all’epoca uno dei migliori 10 giocatori della lega fu giudicato una vittoria per il front office dei Knicks. Quello che rovina il tutto è chiaramente l’aggiunta della no-trade clause, un lusso che non ha praticamente nessun giocatore in NBA e che ha enormemente ridotto lo spazio di manovra e il valore sul mercato di Anthony a distanza di qualche anno. Pur non potendo ovviamente conoscere i dettagli delle contrattazione tra Melo e i Knicks, la presenza della clause rende il giudizio su questa mossa non più che neutrale.
5 Gennaio 2015: Iman Shumpert e J.R. Smith vengono scambiati, in una trade che coinvolge Cleveland e OKC, in cambio di Lou Amundson, Alex Kirk, Lance Thomas e la seconda scelta 2019 dei Cavs.
Con questo salary dump palese, a inizio 2015 Jackson dichiara ufficialmente finita la stagione NBA dei Knicks e cerca di aumentare le sue chance in lottery. I Knicks stanno andando già molto bene nella maratona nel tanking, tanto che soli due giorni dopo questa trade siglano il record di sconfitte consecutive con la 13sima L di fila per mano dei Wizards, record che verrà poi ulteriormente migliorato fino alla 16sima sconfitta consecutiva patita per mano dei Milwaukee Bucks in quel di Londra, partita che il sottoscritto ha avuto la fortuna di vedere dal vivo (per i soli parziali, dopo 5 minuti e mezzo nel primo quarto, i Bucks erano sopra 14-0). Shumpert e JR sono poi ovviamente diventati campioni NBA con i Cavs, mentre i Knicks hanno finito la stagione con il peggior record di sempre (17-65). Analizzandola semplicemente per i giocatori coinvolti, questa trade non può che avere un giudizio negativo, ma c’è anche da dire che Shumpert e JR non sarebbero stati per i Knicks gli stessi giocatori che sono poi diventati nel sistema Cavs, e che da un punto di vista di strategia a lungo termine tankare in quel momento della stagione, con l’aggiunta del risparmio sul cap, era una scelta che aveva senso per i Knicks. In generale, il mio parere su questa trade è più o meno neutrale.
19 Febbraio 2015: Pablo Prigioni viene mandato a Houston in cambio di Alexis Shved e le seconde scelte 2017 e 2019 dei Rockets.
Non la mossa che ti cambia la franchigia, ma comunque ottenere due seconde per il cadavere di Pablo Prigioni non è male. Aggiungici il sogno realizzato di vedere due mesi di Shved metterne 15 a sera in maglia Knicks al Garden e il giudizio non può che essere positivo.
25 Giugno 2015: Con la 4a scelta nel Draft 2015, i New York Knicks selezionano Kristaps Porzingis.
Se c’è qualcosa per cui fra dieci o vent’anni potremmo ricordare gli anni di Jackson ai Knicks in maniera positiva, è la scelta dell’unicorno al draft 2015. A distanza di due anni e rileggendo i nomi la scelta del lettone alla quarta potrebbe anche sembrare obbligata, ma all’epoca non lo era affatto (molti spingevano per Mudiay) e bisogna dare atto a Jackson di aver avuto il coraggio di fare una scelta non semplicissima e potenzialmente impopolare (come testimoniano i fischi durante la serata del draft). Porzingis è allo stato attuale più o meno l’unico motivo per cui i tifosi Knicks riescono ancora ad alzarsi la mattina, e sembra avere le stimmate da giocatore-franchigia. Il giudizio qui è quindi ovviamente positivo.
26 Giugno 2015: I New York Knicks spediscono Tim Hardaway Jr. ad Atlanta in cambio dei diritti al draft di Jerian Grant (19th pick). Contestualmente cedono due seconde scelte (2020 e 2021) a Philadelphia per i diritti a Willy Hernangomez (35th).
Il figlio del 5-time all star Tim Hardaway non ha certo impressionato nelle sue due stagioni ai Knicks e ottenere una prima scelta per lui fu considerata piú o meno da tutti una magata da parte dei Knicks. A distanza di due anni peró, Jerian Grant é stato sbolognato ai Bulls nella trade per Derrick Rose e Hardaway Jr. sembra finalmente un giocatore NBA in questa stagione con miglioramenti in praticamente tutte le categorie statistiche e in particolare nelle percentuali di tiro. Hernangomez é chiaramente un giocatore con tantissimo potenziale pur con le prevedibili limitazioni, e in generale la sua presa per due seconde scelte sembra davvero un’ottima mossa. In generale direi che il giudizio e’ positivo.
9 Luglio 2015: I Knicks firmano i FA Aaron Afflalo ($16M, 2 anni con PO al secondo), Derrick Williams ($9M, 2 anni con PO al secondo), Robin Lopez ($54M, 4 anni) e acquisiscono in sign&trade Kyle O’Quinn ($16M, 4 anni) per il diritto di scambiare le seconde scelte 2019 con Orlando piú cash.
Con queste mosse in free agency si segna probabilmente il punto piú alto del percorso che sembra possa portare i Knicks ad essere persino una franchigia normale (ovviamente non sará cosí, ma per qualche giorno in quel caldo luglio di due anni fa, tutto ció sembrava possibile). Le firme di Afflalo e Lopez sembrano andare in linea con gli allontanamenti di giocatori come JR o Felton per “motivi di armonia in spogliatoio”, e cioé due solidi veterani che pur non facendo certo saltare nessuno dalla sedia, sono in grado di conferire un apporto decente e affidabile per tutta la stagione. Phil usa anche lo spazio salariale ottenuto dalle mosse precedenti per fare un tentativo con Derrick Williams, seconda scelta assoluta nel draft 2011 (tentativo fallito, ma che comunque ci poteva stare), e per riportare a casa il New York native Kyle O’Quinn con un ottimo contratto. I Knicks sembrano quindi contornare la propria stella Carmelo con giovani di prospettiva dal draft (Porzingis, Hernangomez, Grant) con solidi veterani (Lopez, Afflalo), senza strapagare né legarsi per troppo a lungo con nessuno. Per una squadra che viene da una stagione da 17 W queste mosse puntano chiaramente ad una situazione di equilibrio e come detto di normalitá, e il giudizio su questa free agency é per me quindi positivo.
Febbraio-Giugno 2016: Derek Fisher viene licenziato, al suo posto inizialmente Il vice Kurt Rambis ad interim, e successivamente Jeff Hornacek ($15M, 3 anni).
Nel Febbraio del 2016, il licenziamento di Derek Fisher é diventata una mossa curiosa ma comunque difficile da criticare. A distanza di un anno e mezzo dal suo insediamento, la squadra non ha un’identitá né un gioco riconoscibile, i dettami della TPO non sembrano essere stati ricevuti dai giocatori senza che questo abbia portato allo svilupparsi di alternative di gioco. Il rapporto tra Phil e il suo protetto sembra in qualche modo essersi deteriorato. I Knicks non vanno mai in transizione e adottano principalmente un gioco a metá campo senza né capo né coda e generalmente continuano a perdere. Rimane peró criticabile l’idea di dare un contratto di 5 anni a un esordiente, per poi licenziarlo dopo una stagione in cui gli é stato affidato un roster che é praticamente un rogo di pneumatici in fiamme. Stendendo un velo pietoso sui mesi sotto la guida di Rambis, arriviamo all’ultima off-season che ha visto la firma di Jeff Hornacek per 3 anni dopo la sua esperienza, inizialmente molto positiva e poi naufragata in malo modo, sulla panchina dei Phoenix Suns. Un’acquisizione che ha spaesato molti, dato che non risulta Hornacek abbia mai giocato né allenato la TPO, sistema di gioco che sembrava essere condizione imprescindibile per lo Zen Master. É davvero troppo presto per giudicare l’operato di Hornacek sulla panchina Knicks, ma sicuramente l’inizio non è incoraggiante. Su questo avvicendamento in panchina mi mantengo per ora neutrale.
23 Giugno 2016: I New York Knicks acquisiscono Derrick Rose, Justin Holiday and una seconda scelta al prossimo draft dai Chicago Bulls in cambio di Robin Lopez, Jerian Grant and Jose Calderon.
Il backcourt dei Knicks era sicuramente il reparto che piú di tutti necessitava di una svolta, e si puó arrivare a capire il tentativo fatto da Jackson con Rose, un ex-MVP che peró nella stagione precedente era stato tra le peggiori PG della lega, che si trova al suo ultimo anno di contratto. Come al solito quello che stupisce nella trade è l’impressione che ancora una volta PJax abbia cambiato idea e direzione troppo in fretta. Oltre a sbolognare Calderon infatti, nella trade vengono inclusi anche due tra le ultime acquisizioni dei Knicks, il sophomore Jerian Grant (per cui si era dato via Hardaway Jr.) e Robin Lopez, un buon centro di rotazione con un contratto onesto. Holiday si è rivelata una buona presa, ma l’esperimento Rose è del tutto fallito e dubito ci sia qualcuno tra i tifosi che spera in una sua rifirma in estate. Pur essendo stato inizialmente contento di questa trade, perchè mi sembrava una scommessa dal costo relativamente ridotto (Grant e RoLo non sono certo perdite incolmabili), il senno di poi e soprattutto il continuo spettacolo di Rose ignorare Porzingis e compagni nelle ultime azioni di gara per andare in hero-ball solo contro tutti mi fa pendere il giudizio su questa trade verso il negativo.
9 Luglio 2016: Joakim Noah firma per 4 anni, $72M
Cosa fai quando il tuo futuro giocatore franchigia è un 7’3” che tira da fuori che dovrebbe assolutamente evolversi da 5 nel corso della sua carriera, e il tuo attuale giocatore franchigia è un’ala 32enne che con l’etá e l’evoluzione del gioco NBA avrebbe solo da guadagnare a spostarsi da PF piú o meno in pianta stabile? Mi pare ovvio, firmi un centro 31enne injury-prone che oltre a fare dell’agonismo la sua dote principale è anche in evidente declino fisico per 72 milioni di dollari in 4 anni!
Non ci sono doti di mentore, uomo-spogliatoio, leadership o da insegnante difensivo che tengano, il giudizio su questa firma è ben piú che negativo.
9 Luglio 2016: I Knicks firmano Courtney Lee ($50M, 4 anni), Brandon Jennings ($5M, 1 anno), Mindaugas Kuzminskas ($6M, 2 anni) e rifirmano Lance Thomas ($27M, 4 anni)
Separiamo il resto della free agency 2016 dall’ingaggio di Noah perchè, a differenza di quest’ultimo, le altre firme oscillano tutte tra il medio e il buono. Courtney Lee è a mio parere uno dei migliori role-player della lega, non un giocatore che ti cambia la squadra certamente, ma un ottimo tiratore, difensore sulla palla e di sistema, con costanza di rendimento. Ottima anche la firma di Kuz, che pur essendo troppo lento per poter aspirare a grandi cose in NBA, è stato comunque uno dei migliori finora in questa stagione, grazie soprattutto alla sua intelligenza cestistica. Lance ti dá quella versalitá sui due lati del campo che è diventata assolutamente fondamentale nella NBA moderna, e Jennings è stata una scommessa a basso rischio (solo annuale per lui) per dare energia dal pino. Qualche mese dopo i Knicks firmeranno anche l’undrafted Ron Baker, giá idolo del Garden e giovane che fa intravedere la possibilitá di farne un giocatore di rotazione. Insomma, qualche firma piú azzeccata, qualche altra meno, ma in generale un giudizio positivo sulla free agency 2016 se si esclude il contratto a Noah.
17 Febbraio 2017: E ora?
Dal giorno in cui ha preso in mano i destini della franchigia della grande mela circa tre anni fa, Phil Jackson non è stato certo a girarsi i pollici. Ma sono i Knicks allo stato attuale in una posizione migliore rispetto a quel giorno? L’anello che manca dagli anni in cui proprio lo Zen Master era giocatore, sembra anche solo minimamente piú raggiungibile adesso di quanto non sembrasse nel 2014? Dopo aver spezzettato e analizzato ogni sua mossa da presidente dei Knicks, possiamo dire quali sono stati i suoi principali meriti e, di rimando, i suoi principali difetti:
Pollice su:
- Ha scelto bene al draft
- Ha pescato bene dal mercato europeo (Kuz, Hernangomez)
- Non ha ingolfato eccessivamente il cap lasciandosi spazio di manovra
- Non ha tradato via tutte le prime scelte dei Knicks come fatto in passato
Pollice giú:
- É sembrato spesso ondeggiante tra mosse da rebuilding e altre da aspirante contender
- Ha firmato Melo con una “no-trade” clause riducendo il suo valore di mercato
- Insistente su un sistema di gioco che sembra ormai datato come la TPO
- Non sembra aver trovato un head coach a cui affidarsi long-term
Il futuro dei Knicks non sembra scendere verso un sentiero cosparso da petali di rose, ma non sarebbe cosí terribile come si potrebbe pensare (dimenticando per un attimo che stiam parlando dei masochisti Knicks). Kristaps Porzingis è il pezzo da cui ripartire, un gigante con un rilascio di palla da occhi a cuoricino, la testa sulle spalle e voglia di lavorare. Il fatto che abbia 21 anni non guasta. Il salary sheet non è come al solito tra i piú alti della lega, ed anzi ci sará spazio quest’estate per dare la caccia a qualche buon FA (certo, bisogna vedere se qualcuno avrá voglia di venire a New York). Ma soprattutto per la prima volta dai tempi di Giulio Cesare, i Knicks hanno tutte le proprie prime scelte a disposizione, dato particolarmente importante vista e considerata l’abbondanza di talento, specie tra le point guard di cui i Knicks disperatamente necessitano, che sembra esserci nella classe del Draft 2017.
Il contratto di Jackson ha ancora due anni alla fine di questa stagione, anche se sia lui che i Knicks hanno l’opzione di uscire dal contratto fra pochi mesi. Dolan ha confermato alla stampa la sua intenzione di onorare il contratto e Jackson sembra intenzionato a fare lo stesso. Nonostante l’operato di Jackson sia meritevole nel migliore dei casi di una sufficienza striminzita, ritengo sia lecito dargli un altro po’ di tempo per operare. Dal canto suo, Jackson deve avere il coraggio di abbandonare la sua predilezione per un sistema di gioco antiquato come la Triangle Offense e soprattutto di pensare al futuro a lungo termine della franchigia ripartendo da Kristaps Porzingis, senza continui tentativi di trovare scorciatoie per acciuffare l’ottavo posto ad Est. L’intelligenza e la conoscenza cestistica di Jackson non sono mai state in discussione, la domanda é se sia in grado di metterle a disposizione della franchigia e renderla migliore. Dopo tre anni al comando, in molti cominciano a pensare che la risposta sia negativa. Per Jackson, il tempo per dimostrare il contrario sta per scadere.
Nasce a Taranto, studia a Bologna, emigra a Cambridge. Tifoso Knicks dal ’99.
Dicono di lui:
– “Chi?” – Barack Obama; “Non so di chi lei stia parlando” – Bill Gates; “Cookieees!” – Cookie monster
Ottimo articolo, complimenti! Unica, piccola nota: è Triple-Post-Offense, con la “s”, sennò sembra un reato! :D
Secondo me il giudizio è negativo!
Probabilmente dovrebbe ritornare ad allenare…come president, non è il massimo.
Sembra non sappia che fare…in particolari con la guida tecnica…allenatori pescati così a caso…
Mentre sui giocatori ci sta provare nuove soluzioni, ma anche li non so dove vuole andare…
Tutta questa colpa data a Anthony mi sembra eccessiva…se non si ha una società con idee chiare è difficile avere la squadra al top…
Speriamo in questo draft e nell’anno prossimo…
Perchè un’altro anno è andato!
E a forza di sperare…
;)
Comunque vi faccio i complimenti.
Ottimo articolo!
Ottimo articolo. Il problema pare, come spesso accade, ingigantito dalla realtà di riguardare New York e P.Jackson: dai Knicks ci si aspetta sempre molto e si pensa che c.Zen sia una sorta di mago. Jackson in realtà ha fatto benino, partendo dalla situazione incasinata, ha provato a smuovere le acque sia ricostruendo che acquistando, ma i fatti non gli stanno dando ragione. Rose e Noah non hanno funzionato, il gioco latita, la difesa è spesso imbarazzante in ciò J.ha responsabilità,certo ma non del tutto. Forse lui vorrebbe ricostruire con più profondità, ma sa che un anno/due di stagioni stile Philadelphia sono intollerabili a N.Y.
Ad oggi il talento in squadra fra i giovani e Melo c’è, ma non è abbastanza per puntare ai p-o.; occorrerebbe un’infornata di scelte buone e 3 freeagent azzeccatissimi. Cosa non semplice, tanto più che la sensazione è che, se anche il prossimo anno fosse pessimo, Jackson sarebbe cacciato a pedate per sperare di rimediare un altro genio-guro-salvatore.