VOTI OTTENUTI: 1.696.769

PARTECIPAZIONI: 3 All Star Games (MVP nel 2014)

STATISTICHE: 23.6 punti, 5.6 assist, 40.5% da tre, in 34.8 minuti d’impiego

https://www.youtube.com/watch?v=n3L_qZ98ixE

Qualche lustro orsono, le cifre di Uncle Drew, com’è soprannominato, avrebbero fatto storcere il sopracciglio a più d’un commentatore: ma come, un giocatore con quel talento, che sforna la miseria di cinque assist ad allacciata?

All’epoca (dieci o quindici anni fa) Kyrie sarebbe stato catalogato come “guardia tiratrice nel corpo di un play”, ossia una di quelle combo-guard rimaste a lungo incomprese da un modo di ragionare troppo dogmatico. Kyrie Irving è un giocatore ideale per i suoi Cleveland Cavaliers: con LeBron James in campo, a coach Lue non occorreva tanto un creatore di gioco, quanto piuttosto un “closer”, ruolo che a Miami veniva interpretato da Dwyane Wade, e che in Ohio spetta di diritto al ventiquattrenne Kyrie, giunto alla sesta stagione in maglia vinaccia (con un titolo di campione ad impreziosirne la carriera).

Entrate spezza-caviglie, cambi di direzione fulminanti, il miglior trattamento di palla di tutta la NBA e un tiro che non fa prigionieri sono le armi usate dal nativo di Melbourne, Australia, per cambiare l’inerzia delle partite e trovare al momento giusto, la giocata giusta per i suoi, e tremendamente frustrante per gli avversari, che sanno di non avere contromisure quando Kyrie entra in ritmo.

Se in quel di Cleveland la stella di Irving resta inevitabilmente un po’ in ombra, complice la presenza di LBJ, l’All Star Game rappresenta un’occasione perfetta per sfoggiare le sue capacità realizzative, magari andando a caccia di un secondo MVP, che faccia il paio con quello vinto tre anni fa proprio a New Orleans…

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.