La Central Division è quella dei campioni in carica, o per meglio dire quella di LeBron. Dai tempi del trasferimento a Miami la squadra di King James domina senza patemi l’intera Eastern Conference, eccezion fatta per quegli effimeri Atlanta Hawks versione 2015.
Quest’anno la prospettiva non sembra differente, ma non mancano motivi per buttare un occhio sulle sfide che animeranno l’inverno dei Grandi Laghi.
Ci sono tre nobili decadute – Bulls, Pistons e Pacers – che puntano a un immediato rilancio e, nel caso di Chicago, anche a qualcosa di più. Che siano proprio loro i rivali designati dei Cavs?
Intanto assicuriamoci di non perdere di vista i Bucks, mina vagante della division: forse è ancora presto per inserirsi tra le grandi, ma non per dare spettacolo.
Chicago Bulls
Quintetto: Rajon Rondo, Dwayne Wade, Jimmy Butler, Nikola Mirotic, Robin Lopez
Rotazioni: Jerian Grant, Tony Snell, Doug McDermott, Taj Gibson, Bobby Portis
Allenatore: Fred Hoiberg
Punti di forza: tre All-Star sugli esterni e un go-to-guy d’eccezione per liberare Jimmy Butler da responsabilità offensive, un Mirotic pronto al decollo dopo gli anni di apprendistato; il pitturato e i tiri dalla distanza saranno competenza sua.
Punti di debolezza: basterà un pallone solo per contentare Rondo, Wade e Butler? La dimensione perimetrale del gioco con quei tre è quasi assente. La panchina è nutrita, ma fin troppo giovane.
Previsione: la rifondazione dei Bulls non è cominciata come ci si aspettava. Via i perenni acciaccati Rose, Noah e l’antico Gasol, dentro altri due veterani di lusso. La decisione di Wade di tornare nella sua hometown ha scosso l’NBA e forse anche gli stessi Bulls; i nomi sono quelli di chi punta alla vittoria, ma la sintonia di Flash col resto della squadra è tutta da verificare, specialmente con Jimmy Butler che se ne vede sottrarre le chiavi sotto al naso.
Robin Lopez è un’ottima aggiunta e complemento ideale per Mirotic, Jerian Grant un buon tassello per il futuro, ma in tutto questo i vari Snell, McDermott e Portis rischiano di passare un’altra stagione a sventolare asciugamani. Se non scommetti sui giovani quando hai un coach, Fred Hoiberg, appena uscito dai college, quando intendi farlo?
Record: 47-35
Cleveland Cavaliers
Quintetto: Kyrie Irving, Iman Shumpert, LeBron James, Kevin Love, Tristan Thompson
Rotazioni: Toney Douglas, Mike Dunleavy, Richard Jefferson, James Jones, Chris Andersen
Allenatore: Tyronn Lue
Punti di forza: un LeBron eletto a eroe cittadino e con le spalle finalmente libere dai sogni di un’intera comunità; non augurerei di trovarselo di fronte al mio peggior nemico.
Punti di debolezza: lo spettro dell’appagamento è dietro l’angolo, JR Smith – se non troveranno un accordo per il suo rinnovo – farà sentire la sua mancanza. Che versione di Kevin Love vedremo?
Previsione: squadra che vince non si cambia. Banalità a parte, l’estate in Ohio è vissuta sulla riconferma di James, Jefferson e Jones e sulla rinuncia a Dellavedova. JR Smith chiede un contratto oneroso e i Cavs tentennano, al suo posto è possibile la promozione in quintetto di Iman Shumpert, ma si tratta di giocatori differenti e coach Lue dovrà accordare gli strumenti.
I consueti rumors sulla cessione di Kevin Love si sono conclusi in un nulla di fatto, siamo curiosi di vedere se il Beach Boy riprenderà la sua carriera da quella eccezionale difesa su Steph Curry nel finale di gara 7. A supportarlo è in arrivo Chris Andersen, altro pretoriano di James, un innesto prezioso per dare fiato a Thompson. Dunleavy è l’ennesimo veterano a infoltire gli esterni, il rookie in miniatura Kay Felder medita di rimpiazzare Mo Williams come guardia in uscita dalla panchina. Inutile nasconderlo; l’appuntamento è a giugno, il terzo tête-à-tête coi Warriors.
Record: 62-20
Detroit Pistons
Quintetto: Reggie Jackson, Kentavious Caldwell-Pope, Tobias Harris, Marcus Morris, Andre Drummond
Rotazioni: Ish Smith, Stanley Johnson, Jon Leuer, Henry Ellenson, Aron Baynes
Allenatore: Stan Van Gundy
Punti di forza: Andre Drummond nel fiore degli anni, con una nuova regola sui falli intenzionali cucita su misura per lui. Stan Van Gundy ha il prototipo di squadra che predilige e degli interpreti rodati.
Punti di debolezza: l’impressione è che manchi ancora il centesimo per fare il dollaro. Se Jackson, Caldwell-Pope, Harris e Drummond hanno già espresso il massimo delle potenzialità, resta da sperare in Stanley Johnson. L’ex OKC salterà i primi 2 mesi almeno per un problema al ginocchio: nel frattempo chi gioca titolare?
Previsione: un mercato tranquillo quello dei Pistons, ma fatto di scelte oculate. Henry Ellenson selezionato al draft con la 18 è un prospetto interessante; per puntellare il reparto lunghi in attesa del suo sviluppo c’è un Aron Baynes ringalluzzito dalle Olimpiadi, arriva anche Boban Marjanovic mentre Jon Leuer è il tuttofare che mancava sugli esterni.
Tanti centimetri nel pitturato e poco tiro da fuori, in controtendenza con l’evoluzione della lega; una strategia che finora ha prodotto stagioni un po’ anonime. Attenzione però: se scatta l’intesa tra i maschi alfa del gruppo e Drummond inizia a incidere sulle partite, oltre che sulle statistiche, Detroit può solo migliorare.
Record: 46-36
Indiana Pacers
Quintetto: Jeff Teague, Monta Ellis, Paul George, Thaddeus Young, Myles Turner
Rotazioni: Aaron Brooks, Rodney Stuckey, CJ Miles, Kevin Seraphin, Al Jefferson
Allenatore: Nate McMillan
Punti di forza: un quintetto svecchiato ma senza esagerare, Paul George che torna a giocare nello spot di 3 e promette sfaceli.
Punti di debolezza: i Pacers hanno perso l’identità difensiva che ne fece le fortune qualche anno fa. Con un roster dalla modesta dose di talento, basteranno i nuovi dettami di coach McMillan per recuperarla?
Previsione: aria fresca in cabina di regia; Jeff Teague risponde all’identikit della PG tosta che tanto piace nell’Indiana, ma per meritarsi l’eredità di George Hill servirà la sua versione più costante. Il frontcourt si è fatto più denso; forse troppo, con un Al Jefferson dalla difficile collocazione e che certo non aiuterà il rendimento difensivo. Myles Turner sembra avere carta bianca e Thaddeus Young è un buon complemento per lasciare il perimetro a Paul George. Quando però i tuoi risultati dipendono in buona misura dalle lune di Monta Ellis e CJ Miles, non puoi mai dormire sonni tranquilli. Coach McMillan ha da rimboccarsi le maniche.
Record: 39-43
Milwaukee Bucks
Quintetto: Michael Carter-Williams. Kris Middleton, Giannis Antetokounmpo, Jabari Parker, Greg Monroe
Rotazioni: Matthew Dellavedova, Jason Terry, Mirza Teletovic, John Henson, Miles Plumlee
Allenatore: Jason Kidd
Punti di forza: l’Antetokounmpo visto nella seconda metà della scorsa stagione è roba da lustrarsi gli occhi. In attesa che Parker compia il salto di qualità, la panchina si presenta decisamente più solida e coach Kidd più sicuro delle sue scelte.
Punti di debolezza: nel Wisconsin tentano ancora di spiegarsi il calo dello scorso anno dopo la buona stagione 2015. Troppi i “se” che marcano il destino dei Bucks; Greg Monroe e Carter-Williams non hanno trovato compratori, toccherà ritrovargli un ruolo.
Previsione: Milwaukee avrebbe preferito ottenere qualcosa in più dal suo mercato estivo ma si è comunque mossa bene rinforzando la panchina. Jason Terry è un veterano di lusso, Teletovic ha ben impressionato nel vespaio di Phoenix e Dellavedova è un coltellino svizzero che vorresti sempre dalla tua parte, anche se non varrà i soldi che guadagna. Il prolungamento del contratto di Miles Plumlee testimonia il desiderio di coach Kidd di schierare un lungo moderno, capace di proteggere il ferro. Non è l’identikit di Greg Monroe, principale imputato per la crisi difensiva dello scorso anno. Occorrerà valorizzare sia lui che MCW per dissipare il clima da separati in casa.
Per il resto, al Bradley Center andrà in scena il The Greek Freak Show, con Jabari Parker a fare da spalla. I playoff sono alla portata ma il recente infortunio di Kris Middleton, uomo chiave delle rotazioni e unica seria minaccia dal perimetro, complicherà le cose.
Record: 44-38
Scrittore e giornalista in erba – nel senso che la mia carriera è fumosa -, seguo la NBA dall’ultimo All Star Game di Michael Jordan. Ci ho messo lo stesso tempo a imparare metà delle regole del football.
Sarà interessante vedere chi tira da 3 a Chicago
La division più interessante ad Est.
i Cavs erano forti e lo rimangono con una convinzione in più: quella del titolo.
i Pacers possono imporsi per profondità di organico e quintetto base molto solido.
i Pistons sono un poco nel mezzo, difficile che una squadra di Van Gundy molli, per me combatteranno sino alla fine e poi si vedrà.
i Bucks, per me si gioca molto sul greco Ante…, se sboccia definitivamente può fare onde e trascinarsi la squadra dietro.
i Bulls: ovviamente sono quelli da seguire con più attenzione, hanno un 50% di possibilità di fare bene e un 50% di fare male a mio parere. Certo affidarsi a uno come Rondo non depone a favore di chi punta all’affidabilità e serietà.