A tre giorni di distanza dalla partita che sembrava sciogliere ogni dubbio sull’esito finale di queste Finals i Cavs ribaltano i ruoli e davanti al loro – caldissimo – pubblico spazzano via gli Warriors, come il vento – freddissimo – dell’Ohio spazza le strade della città di Cleveland, che adesso può sperare. Il risultato è un rotondo 120-90 figlio di una prova di orgoglio e carattere dei padroni di casa, e rispecchia perfettamente l’inversione dei ruoli rispetto ai primi due episodi della serie.

Golden State dopo aver tirato col 51.8% (e 12/30 da tre) ed aver perso quindi palloni ha chiuso gara-3 con 9/33 (27%) da tre e 18 palle perse. Dall’altra parte Cleveland ha chiuso col 52% abbondante con 12/25 da tre, 17 rimbalzi offensivi e 23 assist rispetto al 6/22, dodici rimbalzi d’attacco e 16 assist delle prime due partite.

I Cavs iniziano fortissimo con un parziale di 9-0 chiuso da una tripla dall’angolo di Richard Jefferson, partito in quintetto a causa l’assenza di Kevin Love, fermato dai medici dopo la concussion rimediata nello scontro contro Barnes in gara-2. Della sua probabile assenza si era scritto molto nei giorni precedenti alla partita visti i tanti problemi,soprattutto difensivi, dell’ex Twolves. La sua è, senza ombra di smentite, un’assenza pesante per i Cavs ma la versatilità di Jefferson ha permesso a coach Lue di avere in attacco un campo più aperto e poter cambiare meglio in difesa, specialmente sugli esterni di Golden State che avevano distrutto Love sulla Baia.

 

 

Cleveland ha grande voglia di rivalsa e lotta su ogni pallone, mettendo in campo un’energia assente in precedenza. Intensità che si trasforma in buone scelte, come quella di attaccare presto, alzare il ritmo in transizione, muovere la palla entrando nei set-offensivi senza dare tempo alla difesa di posizionarsi correttamente.

I Warriors, che in trasferta nei playoff non sono nuovi ad approcci sbagliati, regalano di fatto i primi dodici minuti a LeBron (4/4 nei primi dodici minuti) e compagni e chiudono sotto di venti un primo quarto totalmente dominato da Kyrie Irving. Sedici punti (7/9 al tiro) e soprattutto una grande decisione: la sua velocità ha messo in seria difficoltà Golden State e l’entrare convinto in campo, aggressivo, gli ha permesso di prendere la fiducia necessaria per segnare tutti quei tiri che invece nelle prime due partite erano usciti.

 

Sfruttare l’aggressività iniziale – ed una difesa rivedibile di Curry – per chiudere a canestro dopo un taglio back-door. Una lucidità che era mancata ad Oakland

 

La mole offensiva del suo gioco è rimasta pressappoco la stessa, con la grande differenza che ieri notte l’efficacia è stata agli antipodi. Dopo aver tirato con 6/25 in situazioni di jump-shot sulla Baia ieri ha risposto con 7/18 condito da tre triple ed un irreale 66.7% di canestri non assistiti. Magari rientrano poco nel concetto di ball-movement necessario per scardinare una difesa come quella dei Warriors e sono gli stessi tiri che avevano portato alcuni a porsi delle domande sulla sua reale grandezza. I 30 punti finali sono una bella risposta.

 

Parlando di bellezza.

 

Anche nella metà campo difensiva l’atteggiamento di Irving è stato diverso nettamente diverso, come del resto di tutta la squadra che ha concesso appena 90 punti e dopo un quarto periodo quasi tutto di garbage-time. E parlando di difesa non si può non parlare di Tristan Thompson che oltre ai 14 punti ha messo in campo tutta la sua voglia di competere, lottando su ogni palla e difendendo splendidamente contro gli esterni degli Warriors sugli inevitabili switch con grandi risultati visto l’1/6 da tre punti concesso. Cosa ancora più importante è stato il suo dominio sotto i tabelloni finendo con tredici rimbalzi catturati di cui ben 7 offensivi.

Una difesa che ha registrato un solo colpo a vuoto, nella parte centrale del secondo quarto dove la squadra di Lue ha subito un po’ il calo di LeBron e Irving e la presenza di giocatori come Shumpert, Frye e Dellavedova (unico a chiudere con un plus-minus negativo) che sono apparsi ancora spaesati. Golden State si è rifatta sotto con un gran quarto di Green e Thompson ma Cleveland ha saputo reagire continuando a mostrare una diversa aggressività che ha contagiato anche JR Smith, tornato sui suoi livelli.

 

Nonostante un calo i Cavs non smettono di difendere con intensità lottando su tutti i palloni e sfruttando le possibilità di superiorità numerica correndo in contropiede. Qui grande giocata a tre sull’asse LeBron-Irving-Smith con JR che buca la retina

 

La presenza di JR è fondamentale per i Cavs ed i 20 punti con cinque triple sono una delle più belle notizie per coach Lue. Anche in difesa è sembrato più reattivo, ma quando si parla di JR tutto passa sempre dall’attacco e punire le disattenzioni difensive o prendersi tiri che per molti sarebbero senza senso è vitale per permettergli di collaborare con la squadra. I 141.9 di OffRtg e 48.2 di NetRtg – migliore della partita – non è casuale.

 

Cleveland ha mostrato un attacco completamente diverso, muovendo la palla, attaccando i recuperi ed aprendo il campo. Poi la mano di JR fa il resto

 

Golden State era riuscita a ricucire in parte lo strappo, chiudendo il primo tempo sul 51-43 nonostante un Curry fantasma con tre falli e le folate dei Cavs. Ma a porre fine ai pensieri di rimonta ci ha pensato LeBron James, giocando un terzo quarto semplicemente incredibile. Nell’huddle prima dell’inizio della partita lo si era distintamente sentito gridare “Follow my lead” più volte e a differenza delle partite giocate ad Oakland stavolta il Re ha ispirato i compagni a suon di colpi da fuoriclasse.

 

Le rivincite di LeBron. Prima in faccia a Draymond Green…

 

Si è caricato di responsabilità – come sempre – ma giocando una partita intelligente. Ha assecondato il grande inizio di Irving, ha aspettato che la partita andasse da lui ed ha saputo ritrovare un jumper credibile che gli ha consentito di scardinare totalmente la difesa dei Warriors.

 

Poi in faccia ad Iguodala…

 

Il 5/12 dal palleggio gli ha permesso di avere l’area più aperta e di arrivare più facilmente ad un ferro protetto in maniera meno efficace (8/13 in Restricted Area). Il tutto difendendo in maniera eccezionale su Green, cancellandolo offensivamente ed attaccandolo con decisione ogni volta, e su Curry, negandogli anche i lay-up a gioco fermo e sovrastandolo fisicamente, mandando un messaggio forte e chiaro.

 

Infine in testa a tutta la Bay Area con una schiacciata mostruosa. Si può ammirare anche in slow-motion o in versione Street-Fight.

 

Il dominio fisico di LeBron – su due lati del campo – è essenziale per Cleveland e volare sopra il ferro, o piazzare una tripla in transizione altrettanto importante, è un’iniezione di energia ed adrenalina dritta al cuore di compagni e tifosi che risulta impossibile da contenere per gli avversari.

Venerdì la Quicken Loans Arena tornerà ad essere una bolgia, e la sensazione è che tutta la serie girerà attorta all’esito di gara-4. Cleveland non sa ancora se avrà a disposizione Love o meno e, ancora senza dubbio, tutti i tifosi dei Cavs e soprattutto Tyronn Lue spera di poterlo riavere in campo. Spetterà a Love dimostrare di valere il contratto firmato in estate e far valere il suo indiscutibili talento. Il quintetto con LeBron e Jefferson intercambiabili nelle posizioni di 3-4 ha funzionato meglio, ma c’è bisogno – oltre che di una rotazione più lunga – di poter variare l’assetto della squadra. Nel quarto periodo il quintetto con Frye da centro più quattro esterni (sempre si possa considerare James un esterno) ha pagato buoni dividendi non appena Frye ha aumentato la sua intensità difensiva, permettendosi di rimanere in campo senza finire nella girandola di cambi dell’attacco di Golden State. Se Love riuscisse a fare lo stesso darebbe a Lue un arma tattica importante, permettendo a Thompson di riposare e poter continuare a punire i lunghi degli Warriors – Bogut, Ezeli, Varejao, – grande punto debole nella partita di ieri.

Servirà infine mantenere la stessa aggressività, la stessa voglia di competere vista in gara-3. E anche sotto il punto di vista tattico la scelta di alzare il ritmo e attaccare Curry cercando di sfiancarlo in difesa hanno pagato grandi risultati. I Cavs sanno di aver appena messo fuori la testa da una situazione molto delicata, ma la strada è ancora molto lunga. Poi certo, saper volare aiuta molto.

3 thoughts on “I Cavs dopo Gara 3: Follow my lead

  1. Una serie chiusa in gara-3 è un danno economico per tutta l’NBA, mai dimenticarlo.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.