Golden State “finisce il lavoro” di fronte al pubblico di casa, vince Gara 5 125 a 121 e torna per il secondo anno consecutivo in finale nella Western Conference.
Gli Warriors si presentano sul parquet di casa reduci dall’incredibile vittoria all’Overtime di gara 4 e dalla prestazione mostruosa di Curry che ha permesso ai suoi di giocarsi così il passaggio del turno in casa.
Portland potrebbe essere sotto choc per la sconfitta di gara 4 e potrebbe offrirsi come “vittima” predestinata ad un avversario più forte, che ha ritrovato il suo miglior giocatore e che sembra ormai avviato alla vittoria nella serie. Invece i Blazers si dimostrano squadra vera e si presentano pronti a combattere anche in questa Gara 5 come hanno fatto in tutte le altre partite della serie.
Sostanzialmente per tutta la gara le due squadre stanno vicine ed il punteggio resta in equilibrio, Portland trova i suoi giocatori pronti, McCollum segna 27 punti e Lillard ne segna 28, Crabbe e Aminu contribuiscono con 20 e 16 punti rispettivamente, ma Golden State ha ritrovato Curry 29 punti con 5 su 11 da tre punti e 11 assist e quando non ci arriva Steph è Klay Thompson a “intervenire” con una prestazione balistica clamorosa: 33 punti con 13 su 17 dal campo e 6 su 9 da 3 punti.
Portland e Golden State stanno vicino per tutta la gara, Portland chiude davanti il primo quarto e poi il primo tempo 63 a 58, poi Golden State aumenta i giri in attacco e Curry con un buzzer beater sulla sirena del terzo periodo dà il vantaggio ai suoi 93 a 91.
I Blazers inseguono per tutto il quarto periodo ma non riescono mai ad andare davanti nel punteggio con gli Warriors che ribattono colpo su colpo, sino a quando a 24 secondi dalla fine Curry sigilla la vittoria con la tripla del 121 a 116.
Alla fine passa la squadra favorita e che si è dimostrata più forte nel corso della serie, vincendo due gare anche senza Curry e trovando in Thompson ed in Green dei giocatori capaci di guidare la squadra, poi quando ritorna l’MVP della lega ritorna, cambiano ulteriormente passo e chiudono la serie.
Portland ha davvero reso difficile la vita a Golden State, in modo molto più significativo di quanto dica il punteggio finale della serie, difatti senza un clamoroso quarto periodo di squadra per vincere Gara 2 e l’overtime da leggenda di Curry in gara 4, potremmo esser qui a commentare una serie completamente diversa, ma siccome non servono le ipotesi, ma serve far canestro, Golden State vince meritatamente, senza nulla togliere a Lillard, McCollum e a tutti i Blazers che per lunghi tratti di partita hanno tenuto testa alla squadra campione NBA in carica.
A testimonianza di ciò, Thompson dichiara:
“That might be the closest five-game series of all time.
Anche coach Kerr rende onore agli avversari:
“Just a fantastic series, we had to fight and scrap and claw and do everything possible, and that’s a tough team to guard and a tough team to play against.”
Lillard, che in questa stagione è definitivamente diventato la faccia della franchigia dell’Oregon si dichiara davvero orgoglioso di quello che la squadra ha fatto nel corso della stagione, nei playoff e in questa serie seppur persa contro Golden State: “I think the experience that we got was great,regardless of what other people expected, I think what we were able to do is reassure ourselves that the foundation that we built this year is the right thing. We did it the right way and that’s what allowed us to be in this position. “We’ve built something that would be fun to be a part of,there is not a selfish guy in our group. We got here working hard and being together. Since I’ve been in the league, I haven’t been around a team that I’ve spent this much time around and had this much fun with, from top to bottom. Even our rookies … I don’t think that’s common around the league. There’s no jealousy. Guys have friendships and we enjoy being around each other, not trying to one-up each other. I think our culture that we’ve established this season is something that guys would want to be a part of.”
Lillard vuole testimoniare che la stagione appena conclusa deve essere il punto di partenza per una squadra giovane come Portland e dice anche come il percorso fatto contribuirà ulteriormente alla crescita di un gruppo di giocatori già ben amalgamati dal punto di vista caratteriale e tecnico.
Golden State ha, come detto, faticato più del previsto per avere ragione dei Blazers, ma alla fine arriva per la seconda stagione di fila alla finale di Conference e continua la corsa al secondo titolo NBA consecutivo, finale atteso per la squadra che ha stabilito il maggior numero di vittorie nella storia della regular season NBA e che annovera tra le sua fila il primo giocatore in grado di vincere il premio di MVP della stagione regolare con voto unanime: Steph Curry.
Si perchè all’inizio di Gara 5 Curry riceve davanti al pubblico adorante della Oracle Arena il suo secondo premio come MVP dell’NBA, vinto quest’anno con voto unanime, prima volta che ciò si verifica nella storia della lega.
Adesso Golden State aspetta in finale una tra OKC e San Antonio, mentre Portland si prepara alla prossima stagione NBA con qualche certezza in più di quelle che aveva all’inzio di questa annata.