Golden State vince Gara 2 per 110 a 99, porta la serie sul 2 a 0 e, seppur priva di Steph Curry, mantiene intatto il fattore campo.
Tutto chiaro e limpido. E invece no perchè in questa Gara 2 i Blazers sono arrivati all’inizio del quarto periodo con 11 punti di vantaggio sull’87 a 76, anche se poi è finita 110 a 99…
Sin dal primo quarto Portland parte bene e il suo backcourt inizia a mettere i canestri che in gara 1 non erano mai entrati ed anche tutti gli altri giocatori dei Blazers sembrano ben in partita, mentre Golden State fatica e subisce gli aggiustamenti difensivi di Stotts che rallentano e limitano Klay Thompson, così Portland chiude il primo periodo 34 a 21.
I successi due periodi di gioco sono in sostanziale equilibrio, con Golden State che trova un po’ più facilmente il canestro e con Portland che però continua a controllare ritmo di gioco e punteggio.
Poi inizia il quarto periodo, a questo punto della gara Lillard ha 25 punti a referto, chiuderà con 25 punti a referto, non segna più in tutto il quarto periodo, non riesce a trovare più il canestro, tutto quello che aveva funzionato nei primi tre quarti in questo finale di gare non funziona più.
Golden State aumenta man mano la pressione difensiva, guidata da Draymond Green, e prima rallenta, poi soffoca l’attacco di Portland che mette assieme 12 punti nel quarto quarto e 8 negli ultimi 9 minuti di partita.
La difesa alimenta l’attacco, infatti a fine gara Steve Kerr dirà: “Our run in the fourth quarter, we had a lot of guys step up and make big shots and big plays,but it was our defense that fueled everything.”
Nello stesso lasso di tempo gli Warriors prendono fiducia, ed incitati da Curry in panchina, prendono anche il controllo del gioco e del punteggio, negli ultimi 9 minuti di gara (sotto di 9 punti) segnano 28 punti con 8 su 12 dal campo e 10 su 10 ai liberi rivoltando completamente la gara: il -11 di inizio quarto diviene il +11 di fine partita.
Con Curry a bordo campo in borghese a fare la cheerleader è ancora una volta Draymond Green a prendere in mano la squadra, in modo quasi fisico, nell’ultimo quarto, poi i canestri sono di Thompson, Livingston ed altri, ma è l’ex Michigan State che stringe 3 viti in difesa e fa sentire la sua volontà di vincere a compagni e avversari, cambiando fisicamente l’inerzia della gara ed il risultato finale.
La linea statistica di Green è : 17 punti, 14 rimbalzi, 7 assist, 4 stoppate ed 1 palla recuperata, non viene rilevato l’enorme impatto emotivo che questo giocatore ha sulla squadra e che permette a Golden State non solo di recuperare 11 punti di svantaggio in quarto, ma di darne altri 11 agli avversari costretti ad un pietoso 3 su 14 dal campo negli ultimi 9 minuti di gara.
Portland ha l’impressione di aver buttato un’occasione, perchè avere tutte insieme: 11 punti di vantaggio alla Oracle Arena, gli avversari fuori giri e fuori gara, il pubblico tacitato, Curry in borghese non capita spesso, ovvero non capita mai quando giochi contro gli Warriors del 2015/2016 che hanno vinto 73 partite in regular season, difatti McCollum a fine gara dichiara: “We had them on the ropes,didn’t knock them out. That’s what good teams do. They hung around and they make a run in the fourth quarter. We weren’t able to sustain.”
Si perchè dal secondo quarto di Gara 1 al terzo quarto di Gara 2 Portland ha fatto più punti di Golden State, esattamente 176-157, hanno dimostrato di poter competere con i Campioni NBA in carica, di poter stare a questo livello di gioco, però gli Warriors sono in vantaggio nell’unico tabellone che conta quello delle partite vinte.
Gara 3 si giocherà Sabato a Portland, vediamo se l’aria di casa consentirà ai Blazers di riprendersi da questa sconfitta maturata in maniera così incredibile mentre già pregustavano la vittoria.