Prova di carattere e orgoglio di Charlotte che si conferma squadra difficile da battere in casa, specialmente ora che la Buzz City si è risvegliata per i playoffs. Alla Time Warner Cable Arena gli Hornets pareggiavano la serie sul 2-2.
Lontani dall’occhio di Mordor di Miami e dal cancello nero, le fiammeggianti lingue di fuoco degli Heat sembravano essere meno efficacy.
Joe Johnson ha guidato la pattuglia degli Heat con 16 punti seguito da Deng con 15, la coppia di guardia Dragic/Wade si è fermata a 12 punti a testa.
La compagnia dell’anello di Clifford ha beneficiato di un Walker da 34 punti proprio career-high, Lee è stato uno dei tre Hornets a salire in doppia cifra, l’ultimo era un Lin, gregario giusto per far saltare la difesa degli Heat.
La corazza difensiva di Lee su tutti, ma anche Walker, Williams e altri, ha permesso di vincere una battaglia tra due delle difese più interessanti della NBA nonostante Miami vincesse la lotta a rimbalzo 46-36, sfornasse il doppio degli assist (20-10) e avesse una percentuale da fuori decisamente migliore rispetto a quella della franchigia di Jordan (37,9% contro 23,5%).
Charlotte però tenendo fede al proprio nickname ha giocato pungendo spesso in velocità con transizioni, 18 i punti da palle perse per la Clifford band contro i 10 della squadra di Spolestra. Un vero peccato che una delle due squadre dovrà abbandonare i playoffs già dopo il primo turno.
Clifford limitava a 8 le rotazioni dei Calabroni che con i loro panchinari ottenevano un plus/minus da capogiro.
Lin finirà con 21 punti, Zeller darà il suo contributo offensivo e Hawes quello difensivo.
La partita
Le squadre erano riconfermate rispetto a gara 3; Dragic, Wade, Johnson, Deng e Whiteside per gli ospiti in nero, Walker, Lee, M. Williams, Kaminsky e Jefferson per Charlotte.
La classica tripla di apertura di Deng e Whiteside in schiacciata a 10:18 per lo 0-5 mostravano da subito la decisione di Miami che approfittando di troppi errori di Jefferson e Walker nel primo quarto doppiavano nel punteggio Charlotte con una jam di Stoudamire, il quale recuperava anche un FT (a segno) per il fallo di Hawes a 2:33, così Miami saliva sul 22-11.
Clifford lanciava Jeremy Lin nella mischia e si rivelava subito il grimaldello per scardinare la difesa in divisa nera.
Toccato da due giocatori sul suo attacco verticale fronte a canestro trovava la continuazione; rilasciando la sfera che s’inerpicava sul primo ferro e varcava il valico metallico per ricadere dentro la retina.
Il libero supplementare finiva dentro e a :43.2 la squadra del North Carolina tornava al -5, anche se a chiudere il tabellino punti del primo quarto era Deng con un atletico appoggio saltato in allungo oltre i difensori fatto con il braccio destro completamente esteso.
Il 19-26 era punteggio un po’ bugiardo però, ritmi alti che gli Hornets nel secondo quarto cercavano di controllare meglio.
Deng a 10:48 provava la tripla da destra colpendo il ferro ma Marvin in allungo perdeva l’equilibrio e franava sul numero 9 avversario regalando tre liberi.
Il 3/3 ricacciava pesantemente indietro Charlotte sul 19-29, le difficoltà c’erano anche in attacco, ma i Calabroni spinti dal pubblico incominciavano la vera rimonta a 8:06; penetrazione di Lin fin sotto canestro, passaggio corto per Zeller che metteva dentro, Lee a 7:27 partiva sulla sinistra e sorprendeva Winslow appoggiando al vetro, Deng dall’angolo destro da tre punti non infilava e Charlotte finiva per pareggiare a 6:48, quando Wade rimaneva dietro a un blocco alto di Cody e Lee andando a prendersi il tiro da oltre l’arco dalla top of the key impattava a quota 32.
Gli Hornets non si fermavano a metà dell’opera ma proseguivano; Kemba era abbattuto sotto canestro e a 6:05 portava sul +2 la squadra in divisa bianca.
Sempre lui a 5:09 con una cucchiaiata sottomano sulla destra faceva segnare al maxi schermo il 36-32, Johnson però, sfruttando il giro palla di Miami che faceva lavorare Charlotte sulle rotazioni, con la sua freddezza ed esperienza infilava una tripla dalla diagonale destra a 4:29.
Diciannove secondi più tardi un acrobatico Lin riusciva ad andare oltre alla difesa di Miami per l’appoggio non semplice sulla destra.
A 1:53 si concludeva sulla sinistra un gioco di scambi tra Lee e Jefferson, il sistema binario funzionava, Lee andava a orbitare dietro la faccia scura del pianeta Big Al eclissandosi per i difensori di Miami e realizzava in jumper il 46-37.
Le squadre rientravano nella lockeroom sul punteggio di 48-39 per Charlotte dopo gli ulteriori jumper di Walker e Dragic.
Charlotte a inizio ripresa con un parziale di 9-0 volava… Jefferson in post basso sinistro giocava fuori un pallone per Kemba, dalla diagonale sinistra in ritmo, il play in divisa bianca fendeva il cotone interno della retina e portava Charlotte sul 55-39.
Miami perdeva un pallone sull’asse Dragic/Whiteside, con il centro che non controllava la sfera sulla pressione retrostante di Kemba, il quale ormai sembrava un polipo in difesa rubando un pallone a un Dragic troppo confidente nel palleggio sul post basso destro.
A 9:27 Big Al prendeva in area quel pizzico di vantaggio per segnare altri due punti; il +18 (57-39) era punteggio che sembrava già poter chiudere la partita.
Gli Heat però non sembravano venuti in North Carolina per una gita in campagna e la guardia slovena con una tripla schermata accorciava le distanze sul -13, Deng a 7:49 con l’ennesima sua tripla della serie assottigliava il gap sotto la soglia dei 10 punti (58-49), i ghiacci di Charlotte si scioglievano velocemente con la tripla di Johnson in faccia a Marvin a 6:35, erano tre punti per il 58-54.
Whiteside da sotto poi mostrava l’effetto serra del calore degli Heat anche sulla crosta della vernice, due punti a 5:55 oltre Frank con Miami sul -2.
A Charlotte mancava sicuramente l’energia di Lin in campo, squadra troppo bloccata, Kemba allora faceva da solo a 5:04, meraviglioso crossover chiuso in layup su Deng.
Richardson dalla diagonale sinistra concedeva agli Hornets il minimo vantaggio; il suo tris di punti lasciava gli Hornets sul +1, 60-59.
Kemba nella metà campo offensiva degli Honets non studiava nulla, semplicemente ripeteva l’attacco a canestro, questa volta chiuso sulla sinistra con la medesima mano, la vittima che non reggeva il passo questa volta era Stoudamire.
Dopo due liberi di Wade a segno (62-61), Charlotte riceveva da Zeller 4 punti; i primi due ottenuti grazie a due liberi (fallo Stoudamire), i secondi con un blitz a 2:10, entrata in corsa orizzontale di Cody in uno contro uno, gancio alzato abbastanza particolare, così Hornets sul +5.
Un bel canestro orchestrato da Hawes, passaggio sulla corsa per Lin che in salto pareva un treno spostando Richardson (a contatto in salto al quale veniva chiamato il fallo) sull’appoggio era propedeutico al gioco di tre punti che chiudeva un parziale di 7-0 e il quarto sul 69-61.
Gli Hornets entravano negli ultimi 12 minuti con 8 punti da difendere, ma una tripla di Winslow da destra ne lasciava solamente 5 a disposizione.
Lin tuttavia dai 14 punti precedenti saliva a 20 in breve tempo, a 11:25 con un’entrata di forza su Dragic lo batteva, l’avambraccio sul fianco dello sloveno su Lin non era gradito agli arbitri e Jeremy completava il gioco da tre punti per il 72-64.
Winslow faceva sparire la palla a due sentinelle dei Calabroni ai bordi del ferro in appoggio frontale, ecco però arrivare a 10:44 il ventesimo punto di Lin; tripla storta che batteva sul plexiglass e finiva dentro per il 75-66 con Jordan che approvava in panchina.
Troppi errori di Charlotte in successione però, Miami a 6:08 spingeva ancora, questa volta sul -1, Green da sinistra (entrato per Dragic con problemi di falli) su uno scarico e con Lin caduto infilava dalla diagonale sinistra il 76-75.
Kemba si assumeva la responsabilità di non far sorpassare Miami cercando di colpire in attacco e ci riusciva con un tiro dalla media a 5:55.
Green non era altrettanto bravo andando a prendersi un tiro costruitosi da solo e Kemba in incursione seminava due giocatori Heat, Wade si tuffava nel semicerchio sotto canestro incocciando il corto della PG teal & purple, due FT chiamati dalla terna mentre Kemba cadeva a terra. Il 2/2 mandava Charlotte sull’80-75.
Wade in attacco commetteva ancora fallo spingendo Kemba, charge per gli arbitri. Mentre l’occhio infuocato di Mordor degli Heat era attratto da Big Al in post basso, Jefferson non era egoista, vedeva Walker andare dietro le quinte sulla sua mattonella a sinistra, scarico fuori, diagonale da oltre la linea dei tre punti e bomba accecante.
L’83-75 a 4:58 poter chiudere i conti era ancora illusorio, anche perché Miami non segnava immediatamente ma accorciava con un floater di Johnson al quale replicava Walker a 3:50 dal suono della sirena; le sue finte e la sua alzata dal pitturato ridavano gli 8 punti di vantaggio alla squadra di Jordan.
Johnson però era uno di quei veterani che possono cambiarti le partite e con la sua tripla Miami non alzava bandiera bianca anche se l’attacco di Kemba chiuso in step back contro Richardson (che lamentava una spinta di avambraccio) issava sul +7 (87-80) Charlotte.
Wade con due realizzazioni segnava 4 punti consecutivi con il secondo canestro a 1:57 dalla destra cadendo indietro davvero notevole.
L’87-84 era da brividi, anche perché Big Al in uno vs uno tirava corto contro il primo ferro controllato da Whiteside.
Richardson mancava la tripla del pareggio dall’angolo sinistro e nel finale era decisivo Lee, tiro ai 24 secondi, palla sul ferro, corsa rapida in avanti per catapultarsi sul rimbalzo e ottenere tempo extra per la gestione di un secondo attacco, Kemba decideva per la tripla ma era azzardata.
Per un fallo di Williams, Whiteside a :31.1 andava in lunetta ma splittando lasciava un +2 alla squadra di Clifford.
Charlotte non chiamava time-out, Spolestra decideva di non far fallo, la difesa di Miami era buona, Kemba ai 24 tirava da tre quarti campo colpendo fortunatamente il ferro, Lee era immenso ancora una volta a rimbalzo, da dietro Deng impegnato a contrastarlo commetteva fallo sulla palla vagante e a :04.6 Lee si presentava in lunetta per chiudere i conti.
Il 2/2 portava oltre il break e gli Hornets e la serie sul 2-2.
La partita terminava sul risultato di 89-85.
Gara 5 sarà ovviamente importantissima per entrambe.
Una gara pilota per un possibile match point da giocarsi a Miami, che stando a quanto visto sino ad oggi ha il vantaggio del fattore campo e proverà a farlo rispettare, la ritrovata Charlotte però vola sulle ali dell’entusiasmo ma se vorrà portare a casa la serie avrà bisogno di regolare l’organo di Johnston (un sensore che pare i vespidi abbiano nelle antenne per controllare la velocità del volo) sul ritmo e vincere in trasferta giocando con la personalità e l’energia che mette in casa.