Le due sconcertanti prestazioni di Charlotte a Miami, unite al dominio casalingo degli Heat, facevano apparire la squadra di Jordan e Clifford come già spacciata.

C’è da dire che gara tre, per chi subisce le prime due sconfitte, è già senza ritorno e gli Hornets lo sapevano bene, così come conoscevano la loro forza tra le pareti dell’Alveare, del cartone così inspessito da rendere quasi invulnerabile e inespugnabile per chiunque il luogo amico.

L’aspetto mentale ha avuto un ruolo fondamentale, nonostante Batum fosse out per la distorsione alla caviglia sinistra, Charlotte ha giocato per vincere, Miami un po’ appagata dalle due W precedenti è stata meno intensa.

Sull’orlo del precipizio i Calabroni hanno trovato fiducia in se stessi giocando e ritrovandosi, il pubblico è stato il sesto uomo in campo e Clifford modificando il quintetto (non poteva andare avanti con gli stessi lunghi) ha dato una mano a uscire dalle spire tattiche impostate da Spolestra rimasto basito a fine gara.

Tutti questi elementi uniti all’orgoglio hanno spinto al miglioramento la squadra, una trasformazione che appare come il +, il – era vincere la sfida.

Per riavere una serie, gli Hornets dovranno dare continuità alla prestazione odierna e afferrare anche gara 4.

 Tra le chiavi della vittoria, a parte entusiasmo, intensità e difesa a sporcar palloni, numericamente ci sono i palloni persi (solo 4 per CHA) a sfiorare il record di altre tre squadre per meno turnover commessi in una gara di playoffs (3 da parte di tre squadre). 

Per chi ha sempre seguito sostenuto i Bobcats, questa è la prima vittoria nei playoffs dopo 12 anni di esistenza. In realtà i Cats sono andati in pensione e gli Hornets ricominciano da dove avevano lasciato, con il loro spirito guida a condurli sulle orme della vittoria, ritrovata in una partita di post season dal 2002 dagli Hornets 1.0, contro i New Jersey Nets di Jason Kidd.

Miami ha perso la sua supremazia in gare 3 negli assist (13-18), nei tiri dal campo (complice una difesa di Charlotte attenta con un Lee ottimo) 34,2% contro il 38,9% e sui palloni persi ha subito un 1-15 devastante, pur mantenendo con Whiteside (13 pt., 18 rimbalzi e 4 stoppate) il controllo dei tabelloni 53-47.

Tra le fila degli Heat si stagliavano il solito Deng, top scorer di serata con 19 punti (5/6 da tre) e Wade con 17 punti. Dalla panchina gli Heat ricavavano solo 13 punti con Richardson e Winslow in pessima serata.

Gli Hornets invece evidenziavano un attacco bilanciato tra i titolari e la second unit realizzava 34 punti guidata da Lin con 18. Walker 17, Kaminsky 15, Williams e Zeller 12, più Jefferson 10 salivano in doppia cifra.

 La partita

 Miami teneva fede al vecchio detto: “squadra che vince non si tocca” e riproponeva; G. Dragic, Wade, J. Johnson, Deng e Whiteside, Clifford invece intuiva l’esigenza di cambiamento e provava a ridisegnare i lunghi; Walker, Lee, Marv. Williams, Kaminsky e Jefferson erano i prescelti per contrastare lo starting five di Spolestra.

 Gara 3 iniziava per Luol Deng alla stessa maniera di gara 1; primo pallone disponibile per lui nel corner sinistro, Kaminsky schierato in campo da Clifford per marcarlo se lo dimenticava subito e gli Heat passavano sullo 0-3.

Jefferson rispondeva pe la Buzz City ma Kaminsky perdeva ancora Deng che andava sulla destra, Frank rimaneva a osservare la vernice e i punti di Miami si tramutavano in 6 contro i 2 di Charlotte.

L’uomo su cui fare affidamento era sempre Jefferson che accorciava, inoltre Walker si prendeva una tripla dall’angolo sinistro che scavalcava Whiteside e mandava avanti 9-8 i Calabroni per la prima volta nella serata a 9:11.

Su una transizione colpiva ancora una volta Deng (4/4 da fuori) da tre punti e gli ospiti riprendevano il +3 che diventava un +5 quando Wade realizzava in pull-up dalla media diagonale sinistra.

Miami toccava il +6 facendo a pensare a una fuga. Nessuno però aveva fatto i conti con lo spirito guida di Charlotte, il Calabrone fantasma s’impossessava di Lin che a 4:37 lanciava una tripla per il riavvicinamento e Kaminsky a 3:55 mandava a bersaglio due liberi per il -1.

Johnson come arma tattica in penetrazione spingeva i suoi al nuovo +6, ma a 2:38 Lin s’infilava in verticale sulla destra, Whiteside lo toccava ma solo per farli completare il gioco da tre punti. Rispondeva ancora l’esperto Joe Johnson in floater, ma a 1:11 si galvanizzava Lin con una drive dalla baseline destra realizzava in artistico reverse layup.

Lee riportava in vantaggio gli Hornets in chiusura cercando e subendo fallo con un arresto e tiro. A :48.1 infilava i due FT per il 29-28 di fine primo quarto.

 Dalla propria jungla psicologica usciva nel secondo quarto Marvin Williams; passaggio in back-door di Lin sulla baseline destra per la nostra SF di serata che lasciava indietro Winslow e arrivava come un treno a canestro per appendersi come un dirompente Tarzan a piegare il ferro per una mega dunk (33-29).

Quattro punti consecutivi della guardia slovena ospite ricucivano lo strappetto sul -1.

Lin rispondeva con altrettanti punti, raddoppiato decideva di andare da solo e batteva la difesa di Miami arrampicandosi in area con un tiro che batteva sul plexiglass destro prima d’infilarsi e con un’entrata in twisting & turning non lasciava scampo a Stoudamire.

Miami rientrava e Whiteside a 2:32 falliva l’occasione di pareggiare realizzando solo uno dei FT concessi dagli arbitri, 21 secondi dopo Cody, posizionato oltre la linea da tre punti, non vedendo nessuno si decideva a varcare il semicerchio e andava per il piazzato lungo che infilava.

Si lottava sotto le plance e la difesa degli Hornets faceva il suo dovere, appena iniziato il giro del minuto finale Marvin colpiva da tre punti per il 49-44 che Charlotte conservava sino alla sirena con un’altra ottima difesa costringendo Winslow a un tiro ai 24 da lontano dopo aver rischiato anche di riprendere possesso della sfera.

 Il terzo quarto era quello decisivo, anche se Kaminsky iniziava male non sfruttando un mismatch con Wade bravo a difendere, anche Miami non sembrava più infallibile comunque sbagliando una tripla aperta con G. Dragic.

Un parziale di 7-0 a favore di Miami inaugurato dalla quinta tripla (su altrettanti tentativi da fuori) di Deng e chiuso da due punti di Whiteside abile a recuperare un rimbalzo a 8:26, riportava la situazione in stallo.

A far pendere l’ago della bilancia a favore degli Hornets era Kaminsky, il quale a 8:07 partiva per una driving; spin su Wade nella vernice e appoggio morbido in mano destra direttamente nella retina sopra la mano di Wade inutilmente protesa a difesa.

Era solo l’inizio di un parziale di 18-0 con il quale i Calabroni pungevano gli Heat; Kaminsky attaccava frontalmente Winslow e lo batteva di forza, sul contatto tra i 2 saltava fuori un tiro supplementare per la squadra di Jordan che si avvantaggiava ulteriormente dalla lunetta. Frank The Tank in hook turnaround sul lato destro e Lin a 3:46 mandavano in orbita Charlotte sul 67-53.

Zeller a rimbalzo offensivo diventava un fattore subendo due falli prima di recuperare la sfera, sul secondo Charlotte entrava in bonus e Cody rimaneva concentrato portando altri due punti cuscinetto come ulteriore margine di sicurezza. A 1:38 il distacco diveniva abissale: 71-5.

Dopo ben sette minuti e ventidue secondi dall’ultimo canestro di Miami, Dragic interrompeva il parziale andando in lunetta; primo libero errato, secondo trasformato.Un giro e tiro dal post basso faceva chiudere a Kaminsky coerentemente il suo quarto strepitoso.

La frazione si chiudeva sul 75-58, un parziale nel quarto di 26-14 che portava Charlotte a comandare tranquillamente in vista degli ultimi 12 minuti.

 Nell’ultimo quarto Wade con un driving layup e un movimento sul salto per cambiare appoggio ed evitare la stoppata provava a dare la scossa alla sua squadra, ma dall’altra parte Charlotte aveva ritrovato gente in fiducia; 11:18 catch n’shoot di Williams sul lato sinistro e tre punti d’oro per il 78-60.

A 10:49 Zeller riceveva sulla linea di fondo destra e si arrangiava su Whiteside depositando parallelamente al lato tabella.

A 9:46 Miami incassava anche il coast to coast di Lin senza fare resistenza presa in transizione.

Sul +24 Charlotte, Miami rientrava sul -16 quando Wade segnava una sospensione frontale contro Lee.

Troppo tardi, la distanza rimaneva inalterata e i Calabroni vincevano 96-80 in attesa di una gara 4 che potrebbe riaprire o chiudere i giochi.

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