I Clippers vincono anche Gara 2 contro i Blazers per 102 ad 81, la serie si trasferisce ora a Portland dove Sabato verrà giocata gara 3.
Come in Gara 1 anche in questa partita i Clippers stanno sostanzialmente davanti tutta la gara e non permettono mai ai Blazers di impensierirli portando a casa una vittoria “normale” e come detto in occasione di Gara 1, per i Clippers è fondamentale vincere delle partite “normali” dopo i travagli della regular season.
Rispetto a Gara 1 il quintetto dei Clippers fa il suo dovere ma non mette insieme numeri strabilianti, il solo Paul va oltre quota 20, con 25 punti a referto, Blake Griffin ad esempio si ferma a 12 punti, sono invece la panchina e la difesa dei Clippers che stavolta incidono pesantemente sull’esito di Gara 2.
Jamal Crawford, fresco vincitore del premio di “Sesto Uomo dell’Anno” per la terza volta in carriera guida la second unit dei Clippers che mettono insieme due parziali decisivi, uno di 12 a 2 all’inizio del secondo periodo che porta il vantaggio degli Angelini a 15 punti, ed uno ancor più decisivo all’inizio del quarto quarto di 14 a 4 per far fare alla squadra di Doc Rivers l’allungo decisivo che gli permette di gestire poi tutto il quarto periodo, difatti sia Griffin sia Paul rientrano sul terreno di gioco solo con 7’38” da giocare nell’ultimo periodo.
Complessivamente la panchina di Los Angels mette insieme 43 punti contro i 10 soli punti di quella dei Blazers.
In queste condizioni diventa davvero proibitivo per Lillard e compagni portare a casa la parte buona del referto. Dice Rivers: “They came in and opened the floor and just played and got ball movement,but then on the other end I thought they got a ton of stops and scores. So that was huge for us.”
Conferma J.J.Redick: “The bench won us the game,defensively, they were great all the way down the line and they each had impact on the game.”
I Clippers ancora una volta riescono a difendere bene per tutta la partita costringendo i Blazers al 34,1% dal campo, la loro peggior prestazione di tutta la stagione. La fisicità di Jordan e Griffin, l’aggressività sulla palla di Paul e Johnson hanno man mano spento i Blazers, che non hanno trovato alternative a Lillard che dopo un buon inizio si è man mano spento, sia per la fatica sia per la sempre maggior pressione della difesa Clipper.
La speranza per i Blazers è che tornando a Portland su un campo amico e con dei canestri conosciuti possano ritrovare un di quel “flow” offensivo che li ha fatti arrivare al quinto posto nella Eastern Conference.
Probabilmente i Blazers pagano la scarsa esperienza di playoff e complessiva della squadra che probabilmente pensava di vivere un anno interlocutorio nel post LaMarcus Aldrige ed invece trovando una grande stagione di Lillard (prevdibile) di McCollum (molto meno prevedibile) si sono trovati più avanti di dove pensavano di essere e ora sembrano non essere in grado di gestire i playoff NBA, specie contro una franchigia esperta e rodata come i Clippers.
Los Angeles d’altro canto sta giocando come una squadra esperta deve fare, usare le proprie certezze e forze, CP3 e la panchina, e dare subito un tono alla serie mantenendo il fattore campo, difatti andare in Oregon sul 2 a 0 permette a Los Angeles di affrontare le prossime gare con tranquillità aspettando l’occasione per vincere almeno una partita sul parquet avversario e mettersi così nelle condizioni di chiudere la serie senza troppi affanni.
Adesso la serie si trasferisce in Oregon, dove sabato si giocherà Gara 3. Vedremo se i ferri amici del Moda Center aiuteranno i Blazers a ritrovare ritmi e percentuali tali da permettergli di vincere la gara e tenere aperta la serie.