In teoria avrebbe dovuto essere la serie più equilibrata di tutti i playoffs, insieme con quella tra Hawks e Celtics.
In realtà gara 1 rischia di avere effetti letali per gli Hornets, che, facendo un raffronto con la battaglia di Mohács, sembrano gli ungheresi in disfatta: “La battaglia durò due ore soltanto e spianò la via di Buda all’esercito ottomano di Solimano I”.
Se Clifford non troverà rimedio alla potenza degli avanti di Spolestra, rischia di far trovare la pianura scoperta che utilizzarono gli ottomani all’epoca per giungere al centro nevralgico del regno, anche se qui s’invertono i campi, poiché sono gli Heat a giocare in casa davanti al loro caldissimo, infernale pubblico.
Gli Heat hanno smantellato la difesa di Charlotte, la quale paga l’assenza di un vero protettore dell’anello come Biz lo scorso anno, spedito a Toronto per un Hansbrough che vede il parquet dalla panchina.
Re Hassan (21 punti e 11 rimbalzi) ieri ha dominato i lunghi degli Hornets, Zeller non è riuscito a opporsi efficacemente e Jefferson (13 punti) ha fatto ancora peggio concedendo troppo in difesa. Questo potrebbe essere un grave problema per Charlotte se anche Deng (31 punti) dovesse continuare ad accendersi come ieri. Impressionante la sua determinazione già dalla presentazione delle squadre in campo.
Dipinta sul volto e concretizzata alla prima palla, una tripla dall’angolo destro dopo due passaggi sull’esterno e una difesa di Charlotte già collassata.
Gli Heat scappavano sull’1-9, Charlotte rientrava con un parziale di 10-4 si riportava a -2 quando Lee con un banker shot segnava a 7:44 il primo tiro da due punti per i teal.
Miami però reagiva sfruttando l’ala grande sudanese naturalizzata inglese.
Il suo 5/5 dal campo (3/3 da oltre l’arco) mandava gli Heat a fine primo quarto sui 41 punti (record di franchigia in un quarto per la squadra della Florida), lasciando gli Hornets a 22.
50-67 era invece il punteggio all’intervallo, Miami toccava il 64% dal campo prima di abbassarsi sul 59,1%.
Charlotte era costretta a passare diverse volte dalla lunetta, mentre Miami ricorreva al fallo e Charlotte sbagliava qualcosa di troppo (tre errori su quattro in serie tra Kaminsky e Jefferson), dall’altra parte Miami viaggiava su autostrada tedesca senza incontrare resistenze valide nel pitturato.
Percentuali già altissime che miglioravano a inizio ripresa, quando un altro break degli Heat decretava senza ombra di dubbio la vittoria in gara 1, Charlotte sotto l’aspetto mentale scompariva, così la squadra di Spolestra faceva il vuoto recuperando ancor più numerosi rimbalzi offensivi.
42 totali per gli Heat contro 28 di Charlotte, 14 a 7 per Miami gli offensivi.
56 punti degli Heat in vernice, serataccia di Lin (3 assist, massimo in serata tra le fila di Charlotte) su Wade (16 punti), coach Clifford ha visto una delle peggiori versioni degli Hornets di quest’anno, mentre Spolestra poteva gioire per il +32 finale Hornets che hanno tentato di giocare il pallone all’inizio ma non hanno mai trovato il ritmo.
Walker e Batum, una point forward, hanno chiuso con un solo assist a testa, anche se il francese ha realizzato 24 punti tentando con qualche tripla di riavvicinare un punteggio sempre troppo lontano.
Miami ha giocato più semplicemente e ha chiuso surclassando la squadra di Clifford 27-11 anche in questa statistica con lo sloveno Dragic a quota 10. Numeri che in questo caso non sono ingannevoli ma dicono tutto su gara 1.
Gara 2 a Miami potrebbe già essere indicativa.
Se Miami ripeterà questa prova, la serie potrebbe già essere segnata, nel caso di risveglio dal torpore per Charlotte invece cambierebbe lo scenario, andando a Charlotte gli Hornets con il sesto record della stagione proveranno a difendere il bastione dalle palle infuocate degli Heat.
Difficile dire se ieri notte sia stato più merito degli Heat o demerito di Charlotte, il punteggio di 123-91 però parla chiaro e porta avanti Miami 1-0 nella serie in attesa di gara due sempre All’American Airlines Arena in programma nella notte italiana di giovedì, ore 1:00 AM.