In attesa del ritorno della Regular Season NBA, ecco a voi una preview della Central Division, la più competitiva della Eastern Conference.
Ne fanno parte due squadre in cerca di conferma come i Cavs e i Bulls, che dovrebbero occupare i primi due posti in classifica a fine stagione, una squadra in rampa di lancio come i Bucks, che dopo una stagione estremamente positiva cercherà di aggiudicarsi nuovamente un posto nei playoff, migliorando il record dell’anno scorso, e due squadre come i Pacers e i Pistons, che dopo aver mancato la post-season hanno rinnovato il roster, e tenteranno di risalire.
Cleveland Cavaliers
Quintetto: Irving – Shumpert – James – Love – Mozgov
Panchina: Williams – Smith – Jefferson – Thompson – Varejao
Coach: David Blatt
Record 14/15: 53 – 29
Nonostante la bruciante sconfitta alle Finals dello scorso giugno, i Cleveland Cavaliers si apprestano a cominciare la nuova stagione come i grandi favoriti per la vittoria finale. Perchè?
Innanzitutto hanno il giocatore più forte del mondo, LeBron James, uscito tutt’altro che ridimensionato dalla serie contro i Warriors, avendo giocato un basket paradisiaco.
Inoltre hanno il lusso di poter schierare in campo Kyrie Irving, il play di origine australiana, e Kevin Love, che sebbene abbia avuto una stagione altalenante, rimane una delle migliori ali forti della lega. Il roster é profondo e completo in tutti i reparti, ed é presente un mix di giovani talentuosi e veterani esperti.
A inizio stagione partirà in quintetto Mo Williams, ex compagno di LBJ nella sua prima avventura in quel dell’Ohio, che permetterà a Irving di tornare in campo quando avrà recuperato pienamente da quel maledetto infortunio.
La guardia tiratrice titolare sarà Shumpert, che dovrà confermare quanto di buono fatto l’anno scorso, cercando di diventare un tiratore più affidabile; J.R. Smith subentrerà dalla panchina, garantendo pericolosità da dietro l’arco.
Ai due ex Knicks si aggiungono James Jones e il neo-arrivato Richard Jefferson, veterano Nba, che verrà utilizzato principalmente come tiratore sugli scarichi. Il reparto lunghi è uno dei migliori della lega, in quanto presenta, oltre a Love, Mozgov e il rientrante Varejao, che si alterneranno nel ruolo di centro.
Per Tristan Thompson il futuro é ancora incerto, dato che il lungo canadese chiede il massimo salariale, e non é ancora stato trovato un accordo tra lui e la dirigenza dei Cavs.
Le due incognite sono gli infortuni e la metà campo difensiva: se i giocatori dei Cavaliers rimanessero sani tutto l’anno, e la squadra di Blatt riuscisse a mantenere l’identità difensiva costruitasi nei playoff, allora potrebbe essere davvero il loro anno.
Bisognerà anche vedere quanto in fretta riuscirà a tornare in campo Irving, e se Love si integrerà pienamente con il resto della squadra, garantendo un buon rendimento difensivo e calandosi nel ruolo di terzo violino, alle spalle di James e Irving.
Ad Est sono nettamente i più forti, e il sesto viaggio consecutivo di LeBron alle Finals potrebbe essere realtà, anche se nulla é scontato. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, non é un azzardo prevedere un record superiore alle 60 vittorie; non si scenderà comunque sotto le 52-53 W.
Chicago Bulls
Quintetto: Rose – Butler – Dunleavy – Gasol – Noah
Panchina: Brooks – Hinrich – Snell – Mirotic – Gibson
Coach: Fred Hoiberg
Record 14/15: 50 – 32
Dopo la stagione non del tutto negativa ma comunque fallimentare dello scorso anno, in casa Bulls si é deciso di dare una svolta con l’addio di Thibodeau, che é stato succeduto dall’arrivo di Fred Hoiberg, ex coach di Iowa State.
Il roster dello scorso anno non ha subito variazioni, se non per l’aggiunta di Bobby Portis, lungo scelto al draft con la numero 22. Dunque sarà decisivo il contributo di Hoiberg, che cercherà di rendere i Bulls una squadra più offensiva, mantenendo comunque l’efficienza difensiva che aveva contraddistinto la Chicago versione Thibodeau.
La dirigenza di Chicago chiede una sola cosa al nuovo coach: fare ciò che Thibs non é riuscito a fare in 5 anni di gestione, ossia battere una squadra di LeBron e raggiungere le Finals.
Si riparte dalle certezze Pau Gasol, che ha dimostrato con la sua Spagna ad EuroBasket di poter ancora fare la differenza, e Jimmy Butler, che dopo essere stato nominato Most Improved Player of the Year é pronto a prendere in mano le redini della squadra.
Il pacchetto lunghi a disposizione farebbe invidia a chiunque, potendo vantare la presenza di Gasol, Noah, Gibson e Mirotic, oltre al rookie Portis; il backcourt composto da Butler e Rose é invece uno dei migliori della lega. L’unica mancanza é nel ruolo di ala piccola, dove Dunleavy non garantisce enorme affidibilità, anche perchè dovrà stare fermo per più di due mesi.
Cosa manca ai Bulls per fare il definitivo salto di qualità? Sicuramente un Derrick Rose in Mvp mode. Se il nativo di Chicago tornasse ai suoi livelli, giocando in maniera costante tutto l’anno, allora questo rappresenterebbe un upgrade notevole.
Hoiberg dovrà tirare fuori il meglio da McDermott, Snell e Mirotic, che Thibodeau non é mai riuscito a valorizzare pienamente. Il lungo naturalizzato spagnolo in particolare, se riuscisse a esprimere tutto il suo potenziale, potrebbe avere una breakout season.
Se l’effetto Hoiberg dovesse essere così efficace come lo é stato l’effetto Kerr per i Warriors, allora Chicago potrebbe davvero fare una grande stagione; però per superare l’ostacolo LeBron James, che è sembrato insormontabile negli ultimi anni, tutto dovrà funzionare alla perfezione.
Prevedo un record di 52-53 vittorie; a meno di imprevisti non si dovrebbe scendere sotto le 50.
Milwaukee Bucks
Quintetto: Carter-Williams – Middleton – Antetokounmpo – Parker – Monroe
Panchina: Vazquez – Mayo – Copeland – Plumlee – Henson
Coach: Jason Kidd
Record 14/15: 41 – 41
I nuovi Bucks ripartono con solide certezze, forti della qualificazione ai playoffs dello scorso anno. Era da tempo che in quel di Milwaukee non si respirava un’aria così carica di speranza, speranza per una squadra talentuosissima e giovane, guidata da un coach altrettanto giovane, Jason Kidd, che é riuscito ad assemblarla nel modo giusto.
Il progetto dei Bucks é a lungo termine, data l’età media del quintetto (22.4!), ma i presupposti per fare un’altra grande stagione e ritornare ai playoff ci sono tutti. In cabina di regia troviamo Carter-Williams, il rookie dell’anno 2014, scambiato con Brandon Knight a febbraio 2015: sotto la guida di Kidd non potrà che migliorare, però deve mettere a posto le percentuali di tiro per fare il salto di qualità.
A completare il backcourt troviamo Khris Middleton, che dopo aver sorpreso tutti con una stagione di alto livello, si é guadagnato un rinnovo di contratto a 5 anni per 70 milioni di dollari. Le due ali sono i ventenni Antetokounmpo e Parker, da cui ci si aspetta grandi progressi.
The Greek Freak ha mostrato lampi di grande talento, e dopo aver disputato un buon EuroBasket, si appresta a diventare il franchise player; Parker torna dopo l’infortunio al crociato e dovrà essere lo scorer di cui Bucks hanno avuto tremendamente bisogno l’anno scorso.
A completare il quintetto troviamo Greg Monroe, il centro ex Detroit che da free agent ha scelto di accasarsi a Milwaukee, sintomo di quanto la franchigia del Wisconsin abbia acquisito credibilità.
Garantisce punti, rimbalzi e presenza in post basso; bisognerà vedere se riuscirà a proteggere bene il ferro e ad inserirsi nell’ottimo sistema difensivo ideato da Kidd.
I Bucks hanno concesso solo 97.4 punti per possesso l’anno scorso: avendo grandi atleti, alti ma rapidi, possono cambiare sul pick&roll e coprire bene il campo, e ciò facilita i compiti difensivi.
Per diventare una vera e propria contender ci vorrà ancora tempo, dato che il roster é giovane e manca di giocatori di esperienza, soprattutto dopo la partenza di Dudley, Ilyasova e Pachulia, tuttavia il futuro é luminoso per la squadra di Jason Kidd.
La partecipazione ai playoff é quasi certa, a meno di inattesi scivoloni; prevedo un record di 44-38.
Indiana Pacers
Quintetto: Hill – Ellis – Miles – George – Mahinmi
Panchina: Stuckey – Hill – Budinger – Turner – Hill
Coach: Frank Vogel
Record 14/15: 38 – 44
Dopo aver mancato i playoffs, complice l’assenza della star Paul George, i Pacers hanno deciso di applicare dei cambiamenti, cedendo alcuni giocatori e passando ad uno stile di gioco più offensivo.
L’idea è quella di schierare un quintetto piccolo, che consenta di allargare meglio il campo, e per questo si é pensato di spostare Paul George come ala grande, il quale tuttavia non si é dichiarato particolarmente entusiasta della cosa.
Come playmaker partirà l’affidabilissimo George Hill, che ha guidato la squadra in punti segnati la scorsa stagione (16 di media), e quest’anno sarà supportato sul perimetro dalla grande firma estiva dei Pacers, ovvero Monta Ellis, che andrà a formare un duo potenzialmente devastante con PG13.
Se lo small ball dovesse essere confermato, CJ Miles partirebbe da ala piccola, mentre Paul George agirebbe da ala grande, per spaziare meglio il campo. Ian Mahinmi dovrebbe sostituire invece Roy Hibbert. Già, Roy Hibbert.
Sia lui che David West sono stati lasciati andare (il primo ai Lakers, il secondo agli Spurs) in modo un po’ frettoloso, dato che si trattava di due titolari.
Si é provato a dare una scossa forte alla squadra, tentando di rivoluzionare il roster ma soprattutto la mentalità di un team che negli ultimi anni non é mai riuscito a superare l’ostacolo LeBron James.
Stravolgere l’assetto e tentare di fare cambiamenti radicali a volte é controproducente: le incognite sono tante per questi Pacers. Bisognerà vedere se l’esperimento small ball funzionerà, e se il rendimento nella metacampo difensiva, che ha sempre contraddistinto la squadra di Vogel, rimarrà costante.
La panchina inoltre non é di grande livello: oltre a Stuckey, le certezze sono poche. I lunghi di riserva saranno Jordan Hill, arrivato dai Lakers nello scambio Hibbert, e Myles Turner, talento notevole scelto al draft con la numero 11.
Sulla carta i Pacers partono dietro ad un paio di squadre ad Est: Cleveland, Chicago, Miami e Toronto sono oggettivamente superiori. Se il nuovo progetto dovesse però funzionare, non é detto che Indiana riesca ad occupare uno dei primi tre/quattro posti in classifica a fine stagione.
Prevedo un record di 43-39: ad Est é comunque difficile fare previsioni.
Detroit Pistons
Quintetto: Jackson – Meeks – Johnson – Ilyasova – Drummond
Panchina: Jennings – Caldwell-Pope – Granger – Morris – Anthony
Coach: Stan Van Gundy
Record 14/15: 32 – 50
Dopo un’annata deludente, terminata con il mancato accesso ai playoff, a Detroit si tenterà di creare una squadra vincente, anche se le premesse non sono incoraggianti. Dopo la partenza di Monroe, accasatosi a Milwaukee da free agent, si punterà tutto sulla crescita di Andre Drummond.
Dal centro ventiduenne ci si aspetta un maggiore contributo offensivo e una percentuale ai liberi migliore dell’agghiacciante 42% con cui ha concluso la stagione passata.
Reggie Jackson sarà il playmaker titolare, e dovrà dimostrare di valere le cifre alle quali é stato rinnovato, ossia 80 milioni di dollari per cinque anni. Jennings é ancora ai box dopo l’infortunio della scorsa stagione, e tornerà verso metà dicembre: sarà curioso vedere se i due riusciranno a coesistere in campo, ripetendo l’esperimento di Phoenix con Bledsoe e Dragic.
La guardia titolare dovrebbe essere Jodie Meeks, che garantisce tiro da lontano, molto utile soprattutto se Drummond riuscisse a costruirsi un gioco in post basso efficace e le difese dovessero collassare su di lui, liberando spazi ai tiratori.
Stanley Johnson, il rookie di Arizona, dovrebbe essere l’ala piccola titolare: ha addosso la pressione di essere stato scelto con la numero 8, ma lo spirito competitivo e il talento non gli mancano.
Il numero 4 sarà Ilyasova, che permetterà a Van Gundy di allargare meglio il campo e di replicare lo stile di gioco dell’Orlando di Howard.
Come centro ci sarà appunto Drummond, che si spera possa trasformarsi in qualcosa di simile alla star di quei Magic. Caldwell-Pope e Morris sono due giovani dal buon potenziale, dal cui sviluppo dipenderà il futuro di Detroit. Il roster non é però particolarmente talentuoso, e il progetto della franchigia del Michigan non é troppo convincente.
Ci sono troppi catch&shoot players e pochi slasher: l’unico vero penetratore a disposizione é Stanley Johnson, che dovrà prendersi grandi responsabilità nella metà campo offensiva.
Questo team ha bisogno di crescere e raggiungere un certo affiatamento prima di poter ambire alla post-season: prevedo dunque una stagione da lottery, con un record oscillante tra le 30 e le 35 vittorie.