Per la prima volta da diversi anni, forse dalla squadra con Webber and co., i Sacramento Kings danno l’idea di aver un progetto proiettato oltre l’arco temporale di una stagione. Una franchigia ancora in fase di stabilizzazione che cerca di uscire dal limbo.

Il primo segnale di una mini rivoluzione è stato l’ingaggio di George Karl, coach tra i più longevi tra quelli in attività, persona dal carattere no sempre facile a cui è bastato pochissimo per entrare in collisione con la star della squadra. DeMarcus Cousins. Allarme subito rientrato per i tifosi Kings che potranno ammirare entrambi con i colori nero-viola la prossima stagione.

Karl sicuramente non avrebbe sposato un progetto a breve termine, come sempre nella sua carriera ha accettato la sfida nel prendere una squadra di talento per migliorarla fino al limite delle possibilità ma non senza alcune sicurezze.

Prima fra tutte la volontà d’inserire veterani in un roster giovane. Da qui la decisione di liberare spazio e sacrificare Stauskas e la caccia ai free agent con la consapevolezza che nemmeno i tanti soldi messi sul piatto sarebbero potuto bastare mancando un progetto tecnico solido alle spalle.

Dopo aver incassato svariati no sono arrivati nel nord della California Marco Belinelli, Koufos, Rondo e Caron Butler. Se il veterano ex di mille squadra potrà dare un contributo ormai limitato, gli altri tre sono al centro del nuovo progetto.

I contratti firmati da Belinelli e Koufos sono i migliori della carriera mentre per Rondo l’azzardo vale una sola stagione dopo si tireranno le somme.

I Kings stanno lentamente prendendo una nuova forma non solo in campo ma anche ai vertici più alti. Vlade Divac è entrato di prepotenza nella dirigenza e sta cambiando volto alla squadra anche fuori dal campo. Lo stesso G.M. Bratz ad oggi è ancora “ad interim” in attesa della riconferma non scontata e si vocifera di un’offerta a Peja Stojakovic per cui è pronta una scrivania.

Sacramento partirà invece in campo con un quintetto con Rondo-McLemore-Gay-Cousins e Koufos/Cauley-Stein. La sesta scelta assoluta del Draft 2015 è il lungo ideale da accoppiare a Cousins ma è più probabile che ad inizio stagione parta Koufos titolare, già alla corte di Karl a Denver e ideale come lungo capace di giocare sui tagli e sugli scarichi.

Il rookie ex Kentacly invece ha spiccate doti difensive che lo rendono il compagno ideale di reparto di Cousins ma avrà bisogno di tempo per ambientarsi. Dalla panchina oltre al già citato Belinelli coach Karl potrà scegliere tra Collison, play titolare nella passata stagione retrocesso dopo l’arrivo di Rondo, Omar Casspsi riconfermato in estate e Quincy Acy di ritorno in California. Ultime firme estive Seth Curry, fratello minore di Steph come terzo playmaker e James Anderson.

I Kings hanno rinunciato a buoni giocatori come Landry e molto futuribili come Stauskas e Jason Thompson paradossalmente in ottica futura. Avere una squadra competitiva già dalla prossima stagione sarà fondamentale per trattenere Cousins negli anni abbassando al minimo il rischio che se ne vada.

L’ennesima stagione fallimentare avrebbe sicuramente innescato l’addio di Cousins e qualsiasi prospettiva a breve lungo termine. Questo roster è decisamente superiore a quello della passata stagione, ha un potenziale offensivo altissimo e un mix di veterani e giovani equilibrato al punto giusto.

Che questo basti per far bene nella Western Conference non è detto ma gli acquisti estivi sono stati tutti azzeccati e tutti seguono la tipologia di giocatore ideale per il gioco di Karl. Koufos ha già dimostrato di avere la fiducia del coach quando a Denver si era ritagliato spazio tra Javal McGee e Mozgov.

Belinelli è il tiratore che mancava al roster e Rondo è il playmaker idea per Karl, che pensa subito ad attaccare il canestro per creare un tiro ad alta percentuale il prima possibile. Tra gli esterni Gay potrà trovare minuti anche da “4” atipico e McLemore ha la capacità d’attaccare il canestro ma dovrà migliorare il tiro da fuori.

Chi invece potrebbe trovare difficoltà ad integrarsi nel gioco di Karl è proprio Cousins, lungo amante del post basso che però se saprà ascoltare i consiglio di un maestro del gioco come Karl potrà diventare un All Star fisso, sicuri che Karl stesso sarà pronto a concedergli qualche isolamento.

Sacramento si candida ad essere per una volta la sorpresa positiva della prossima stagione, non sarà facile ma le squadre di coach Karl hanno sempre stupito in positivo andando oltre le previsioni. Che l’anno prossimo sia il primo di un progetto finalmente solido è la speranza dei tifosi King che sognano di tornare a riempire il palazzetto per sfide come quelle che ad inizio millennio videro eroi sfortunati Webber, Divac e compagni.

5 thoughts on “Il nuovo progetto dei Sacramento Kings

  1. Mah, se devo essere sincero nessuno dei nuovi arrivati dei Kings mi fa impazzire:
    Belinelli è un buon giocatore e nulla di più (checchè ne dicano i giornalisti nostrani), Rondo non ha mai migliorato i suoi difetti in tanti anni di NBA, Koufos non si è mai espresso al top delle sue potenzialità e come hai detto giustamente tu, Bianco, Butler è un veterano di tante battaglie che potrà dare un apporto limitato.
    L’articolo è molto bello e forse sono di parte perchè pur essendo italiano non stravedo per Beli!

    • Io credo invece che i Kings abbiano fatto una scommessa affascinante. Potrebbe non pagare affatto perché Rondo potrebbe rivelarsi un problema, Cousin potrebbe non mettere mai a frutto il suo talento e la panchina rimane corta per la Western C. E poi sono appunto in una conference dove l’8 posto sarà cmq per una squadra molto attrezzata e tosta. Ma hanno fatto bene a provarci a Sacramento. Karl è bravo e sa far giocare anche i tipi più irascibili e rompi. Le due star potrebbero anche fare le star e tutto potrebbe girare bene, perché no? l’altra opzione era vivacchiare nell’ombra e poi cedere Cousin per ricostruire.

      Su Belinelli invece penso tutto il bene: è uno che ha testa, sa cosa vuole fare, si impegna molto e ha dimostrato di sapere giocare in grandissimi team e in grandi partite. Certo non è un fenomeno, ma per giocare ad alti livelli certe volte contano altre qualità che MB ha dimostrato di possedere a pieno.

  2. I Kings sono un grande work in progress…. innanzitutto McLemore: non è detto che parta sempre titolare; è la guarda più forte, ma Belinelli oggi è più completo sia come tiratore, sia come difensore e potrebbe anche avere più minuti in campo, retrocedendo proprio McLemore a sesto uomo. Gay come ala piccola è un rebus, non è un gran difensore contro avversari veloci o mobili e potrebbe avere un miglior impatto forse da 4, anche grazie al suo atletismo e al gioco veloce e offensivo di Karl. In quel caso però, se l’ala piccola titolare diventasse Butler, allora questa non sarebbe una grande notizia per Karl… è stato un ottimo giocatore Butler, sia chiaro, ma ormai è sul viale del tramonto, anche per ripetuti acciacchi fisici. Dal punto di vista dei lunghi poi, io vedo in rosa 3 centri da post: Cousins, Koufos e Cauley-Stein. Direi troppi, per gusto personale. E’ vero che Cousins è mobile e può segnare anche dalla media, ma ha la stazza ed il gioco di un centro d’area e può essere devastante in quel ruolo, soprattutto se l’ala grande fosse un giocatore con tiro da 3 che gli apre spazi. Uno alla Mirotic, per esempio. Non mi spiego quindi la scelta di Koufos, avendo preso Cauley-Stein al draft. Il quale comunque, a me sembra pronto per l’NBA, sia fisicamente, sia come atteggiamento. Mancherà magari di esperienza tra i pro, ma darà secondo me un importante contributo sin da subito. In questo senso quindi, al posto di Koufos e Butler, avrei puntato su un’ala piccola veramente forte, ad esempio prendendo Winslow al draft, difensore arcigno e capace di tirare da 3, sistemando il backcourt con Rondo e Winslow titolari “sicuri” e uno a scelta tra McLemore e Beli. Poi avrei puntato su Gay da ala grande e avrei acquisito Koufos dalla free agency per dare il cambio a Cousins, da centro. Primo quintetto quindi: Rondo, McLemore, Winslow, Gay, Cousins. Secondo quintetto: Collison, Belinelli, Anderson, Casspi, Koufos. Altri due che avrei firmato sono Seth Curry come terzo play e Reggie Evans per “far legna” sotto il canestro, visto che i due centri in roster sono ottimi giocatori, ma non eccelsi difensori.

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