Qualche settimana fa avevo provato ad abbozzare un mock draft delle prime 14 posizioni , adesso a circa 72 ore dalla notte del Draft andiamo a vedere cosa è cambiato nel frattempo, chi ha guadagnato (sulla carta) posizioni e chi ne ha perse ed in generale come si stanno avvicinando alla notte del Barclays Center i protagonisti principali.
Karl Anthony Towns salvo sorprese sarà la prima scelta: i T’Wolwes sembrano avere le idee chiare in merito, e nonostante alcuni voci secondo le quali Saunders è rimasto piacevolmente impressionato dal workout di D’Angelo Russel in realtà non ci dovrebbero essere grossi dubbi in merito alla chiamata del lungo di Kentucky come primo assoluto.
Ben differente è la situazione di Jahlil Okafor, il centro di Duke infatti dopo esser stato considerato per tutta la stagione la prima chiamata sembra aver perso diverse preferenze da parte degli scout e sebbene sia il favorito per essere comunque scelto alla #2 dai Lakers non è da escludere un worst case scenario in cui Okafor rischierebbe di scivolare addirittura sino alla quarta scelta, complice l’ascesa di Porzingis e l’affollamento nel reparto lunghi di Philadelphia.
D’Angelo Russel come detto pare aver effettuato ottimi workouts ch sicuramente hanno aiutato a cementare la sua posizione, in linea di massima il suo range di scelta può variare tra la seconda e la quarta chiamata, tenendo presente che diversi rumors instillano il dubbio che la guardia di Ohio State non gradirebbe particolarmente la destinazione di Philly, rumors peraltro tutti da verificare e che potrebbero far parte del solito gioco delle parti tra agenti e scout per muovere un po le acque e testare la presenza di squadre interessate a possibili trade-up.
Chi ha sicuramente sfruttato al meglio il proprio workout per mettersi in mostra è invece Kristaps Porzingis: l’ala lettone ha letteralmente stregato scout e Gm nell’allenamento individuale svolto a Las Vegas, tanto da spingere più fonti a pronosticare addirittura una seconda chiamata assoluta per lui, diciamo che più prudentemente il settepiedi lettone non uscirà dalle prime cinque chiamate a questo punto, aspettando di vedere quale franchigia vorrà sbilanciarsi per prima su un giocatore che ha sicuramente caratteristiche uniche ma che pare anche il meno “NBA ready” del lotto.
Terminate le prime quattro scelte potrebbe iniziare una bagarre tra tre/quattro giocatori che si giocheranno le chiamate successive, entrando nella parte calda della serata, dove ogni chiamata a sorpresa potrebbe andare a cambiare completamente la faccia alla draft.
Nelle ultime settimane sono sicuramente calate le quotazioni di Emmanuel Mudiay, il giocatore reduce dalla stagione cinese in realtà non ha deluso le aspettative, solo che semplicemente paga l’ascesa di Porzingis (che nelle gerarchie iniziali partiva decisamente più indietro) e il fatto che le ultime settimane lo abbiano visto perdere il “ballottaggio” con Russel su chi potesse essere la prima guardia chiamata al Draft.
Andamento stabile invece per Justin Winslow, il giocatore proveniente da Duke si candida come una Safe Pick per eccellenza, potendo coniugare l’atletismo e la difesa con un potenziale offensivo e mentale ancora sviluppabile e migliorabile, chi cerca un’ala piccola che possa dare qualcosa sin da subito andrà dritto su di lui.
Resta invece meno decifrabile il futuro di Mario Hezonja, l’ala croata, al contrario di Winslow da meno certezze ma più potenziale, resta da vedere su chi vorrà scommettere sul giocatore del Barcelona, ma tra la #5 e la #8 il suo nome verrà sicuramente pronunciato da Silver.
Rispetto a questo terzetto sembra aver perso qualche posizione Willy Cauley Stein, il lungo junior di Kentucky infatti sembra non aver completamente risolto una frattura da stress al piede occorsagli nell’ultima stagione, e si sa che sui problemi fisici i Gm NBA amano sempre andare coi piedi di piombo.
Altro giocatore che come Winslow si candida ad essere anche lui un’ottima safe pick è Stanley Johnson , l’ala di Arizona può mettere sul piatto una straordinaria rapportata a ruolo ed età, e potrebbe invogliare anche diverse squadre a tentare di salire di posizione per accaparrarselo.
Arrivati a questo (ipotetico) punto potrebbe iniziare la vera e propria bagarre, Frank Kaminsky non ha bisogno di workout per essere valutato, i quattro anni a Winconsin e gli ultimi due tornei NCAA parlano per lui, chi lo sceglierà sa benissimo quali sono i pro e i contro; un giocatore per il quale i workouts hanno fatto la differenza in positivo sembra essere Devin Booker, lui più nascosto dal Platoon di Calipari negli allenamenti individuali sembra aver scalato diverse posizioni, ed alcuni mock lo vorrebbero addirittura alla #8 a Detroit.
Altro giocatore in rapida ascesa è Cameron Payne, play sophomore di Murray State, dopo che gli è stata attribuita una promessa dei Thunder per chiamarlo le sue quotazioni sono salite vertiginosamente e stando ad alcuni rumors lo stesso Phil Jackson potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di fare trade-down di qualche posizione pur di averlo a New York, negli ultimi giorni Payne ha subito un piccolo infortunio ad una mano ma non dovrebbe costargli posizioni al draft, considerando che anche i Pacers sembrano essere molto interessati.
Per un giocatore che sale di posizioni c’è sempre qualcuno che scende, è la sorte che potrebbe toccare a Myles Turner e Kelly Oubre, due giocatori che a livello di potenziale hanno pochi eguali nei rispettivi ruoli, ma che i workouts sembrano aver ridimensionato, probabilmente su entrambi c’è molto da lavorare, e se il lungo di Texas comunque potrebbe fermare la sua caduta vista l’unicità delle caratteristiche, la guardia di Kansas secondo alcuni mock rischia addirittura di uscire dalla lottery, cosa impensabile sino a un mese fa.
Ai confini della lottery si situa poi una battaglia tra ali grandi o presunte tali, troviamo infatti Trey Lyles, Bobby Portis e Kevin Looney , se i primi due sono giocatori che danno qualche certezza in più nel medio-breve termine, il giocatore proveniente da UCLA è ancora tutto da sviluppare, ma l’abilità innata da rimbalzista e le medie da tre punti potrebbero far gola a chi sceglie ai confini della lottery.
In questa zona troviamo anche tre ali piccole “tutte esperte”: Sam Dekker, in calo rispetto a qualche settimana fa, Rondae Hollis Jefferson che sicuramente ha gigantesche lacune offensive, ma è anche indubbiamente il miglior difensore sugli esterni di questo draft, e chi vorrà una certezza in tal senso saprà di poter bussare alla sua porta; mentre in netto c’è Justin Anderson, il giocatore era arrivato ad essere proiettato in lottery ma le sue pessime percentuali al tiro nei workouts(pare dovute ad un infortunio ad un dito) lo hanno fatto precipitare oltre la ventesima scelta nelle ultime previsioni.
Tornando invece sulle guardie c’è un discreto gruppetto di giocatori con caratteristiche ed attitudini completamente diverse pronte a sfidarsi tra loro: Jerian Grant di Notre Dame è indubbiamente la scelta più conservativa, al contrario Tyus Jones è decisamente una scommessa, al netto dei limiti di statura il play di Duke ha dimostrato al torneo NCAA di essere il tipico giocatore che sale di colpi quando la palla scotta; in questa lotta non vanno dimenticati RJ Hunter, Delon Wright e Rashaud Vaughn, freshman di UNLV che dopo l’infortunio che gli ha fatto perdere tutta la seconda parte di stagione sembra aver ripreso quota nei workouts.
Infine ci troviamo di fronte a un gruppo di giocatori dal potenziale già praticamente tutto esplorato ma che potrebbero far gola a chi sceglie a fine primo giro e cerca quindi giocatori che possano dire la loro in rotazione: troviamo quindi Montrezi Harrel junior di Lousville, giocatore di cattiveria agonistica con pochi eguali ma limitato in molti aspetti.
Discorso simile per Cliff Alexander, che pur avendo passato un solo anno al college ha mostrato alcuni limiti che difficilmente verranno smussati al piano di sopra; quotazioni invece in rapidissima ascesa per Jonathan Holmes, il senior dei Longhorns per molto tempo non era nemmeno previsto come chiamata al draft, mentre i workouts di gruppo lo hanno fato emergere grazie a ottime percentuali dall’arco; anche Terry Rozier compagno di squadra di Harrell ai Cardinals sembra aver messo in chiaro pregi e difetti senza grosse sorprese.
Insomma le premesse per una notte scoppiettante ci sono tutte, il tempo per ultimare i personalissimi mock sta scadendo, ma bisogna sempre ricordarsi che dietro ogni angolo può spuntare un Caboclo a far saltare tutte le vostre previsioni ed i vostri ragionamenti, d’altronde è il bello del Draft.
Calciofilo integralista fin quando un viaggio negli States mi ha aperto un nuovo mondo sullla bellezza degli sport a stelle e strisce in particolare Basket e Football, tifosissimo degli Oklahoma City Thunder e appassionato dell’ultim’ora di quella che è la cultura sportiva legata al mondo collegiale americano.
Sam Dekker è il più sottovalutato del draft… e Okafor se non viene scelto nelle prime 2 è una follia.. Poi chi l’avrebbe mai detto di Daymond Green ?
Draymond Green, lo scrissi prima del draft di allora, era mooolto sottovalutato, per me meritava sicuramente il primo giro, tra le 15 e la 20. Francamente credo nessuno se lo sarebbe aspettato così forte, col senno di oggi andava pescato dentro le prime 13 (i primi 10 di allora erano cmq dei bei giocatori).